“La mia ambizione era di essere un pittore, e soltanto
un pittore. Ho cominciato a dipingere a quattordici anni e da allora non
c’è stato nulla che sia riuscito a farmi smettere. Vivo con una costante fame d’arte. Aspiro a esplorare i problemi fondamentali della pittura. Non ho mai trovato altro nella vita che mi causi altrettanto piacere.”
Fernando Botero
A un anno dalla morte del maestro colombiano, ritenuto uno dei pittori più importanti del XX secolo, Arthemisia e Palazzo Bonaparte dedicano a Roma la più grande mostra mai realizzata in Italia su Fernando Botero, artista amatissimo dal grande pubblico internazionale e autore di opere iconiche.
Con oltre 120 capolavori, la mostra allestita in Capitale a PALAZZO BONAPARTE racconta in modo eccezionale la grande maestria di Botero nelle varie tecniche artistiche, dalla pittura alla scultura, ripercorrendo allo stesso tempo il suo intero percorso artistico, un universo esuberante e magico.
"FERNANDO BOTERO. La grande mostra" è la prima e più completa mostra di pittura mai realizzata in Italia sul grandissimo artista e si potrà visitare fino al 19 gennaio 2025.
La mostra, curata da Lina Botero, figlia dell’artista, e Cristina Carrillo de Albornoz, grande esperta della sua opera, racconta oltre 60 anni di carriera artistica e porpone al pubblico oltre 120 opere tra dipinti, acquerelli, sanguigne, carboncini, sculture e alcuni straordinari inediti, prestati eccezionalmente solo peressere esposte nelle prestigiose sale di Palazzo Bonaparte.
Opere di grandi dimensioni che rappresentano la sontuosa rotondità dello stile di Botero, restituito con effetti tridimensionali e colori accesi e vibranti. Un universo inventato e poetico completamente nuovo, che affonda le radici nella sua Colombia.
La mostra esplora anche la
straordinaria relazione tra Botero e l’Italia e si apre con un’opera importantissima e mai esposta prima: Omaggio a Mantegna (1958). Botero decise di rendere
omaggio al maestro italiano dopo il suo viaggio in Italia, l'opera esposta è un prestito straordinario proveniente da una collezione privata degli Stati Uniti e che, dopo decenni, è stato recentemente scoperto da Lina Botero tramite Christie’s.
Non mancheranno le versioni di capolavori della storia dell’arte, come
la “Fornarina” di Raffaello, il celebre dittico dei Montefeltro di Piero
della Francesca, i ritratti borghesi di Rubens e “Ritratto dei coniugi
Arnolfini” di Van Eyck fino ad arrivare alle ultime opere che Botero realizzò
nel 2023 come il grande acquerello dell'Odalisca.
Altra opera fondamentale ed inedita e mai esposta al pubblico - perchè da sempre appesa nello studio parigino di Botero - è una versione dell’infanta da “Las Meninas” di Velázquez, pittore che Botero copiò durante il suo apprendistato al Prado da giovane studente.
Immancabili le sue iconiche serie coi temi classici e a lui più cari come l’amata America Latina, il circo, la religione, la mitologia, la natura morta e la corrida, quest’ultima forse il tema più interessante perché interpretato attraverso il filtro della tradizione ispanica molto sentita nell’arte, da Goya a Picasso.
Una sala è dedicata, infine, alla più recente sperimentazione del maestro che, dal 2019, dipinse con una nuova tecnica degli acquerelli su tela e in grandi formati: opere quasi diafane, sintesi dell’opera di una vita, frutto di un approccio delicato ai temi familiari di sempre.
La mostra racconta in modo eccezionale la grande maestria di Botero nelle
varie tecniche artistiche, dalla pittura alla scultura, ripercorrendo allo stesso tempo il suo
intero percorso artistico, un universo
esuberante e magico.
“Questa è una mostra eccezionale perchè è la prima grande
esposizione di pitture dedicata a Fernando Botero dopo la sua morte. È
anche una visione diversa del suo lavoro, che mette in evidenza la
maestria con cui Botero ha lavorato con tecniche diverse nel corso della sua
carriera artistica”, afferma Lina
Botero, che conclude: “È un’occasione straordinaria per celebrare il
primo anniversario della morte di mio padre in Italia, un Paese che ha
significato molto per lui e per il suo lavoro”.
Cristina Carrillo de Albornoz aggiunge:
“In Italia, a 20 anni, quando si confrontò con i capolavori del
Rinascimento italiano, in particolare Piero della Francesca, Paolo Uccello e
Masaccio, con forme massicce e colori straordinari, avvenne la sua
"metamorfosi". Botero si è sempre interessato al volume, fin
dai suoi inizi, in modo inconsapevole, ma ha capito la sua trascendenza
nell’arte studiando i maestri del Quattrocento italiano.”.
Col patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Lazio e del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la Fernando Botero Foundation e in partnership con la Fondazione Terzo Pilastro Internazionale e Poema.
La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, partner Atac e Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner Urban Vision e la Repubblica, hospitality partner Hotel de Russie e Hotel de la Ville e sponsor tecnico Cantine Ferrari Trento
Catalogo edito da Moebius.
www.mostrepalazzobonaparte.it
www.arthemisia.it
Immagini a corredo: Botero Bonaparte_Foto di Gianfranco Fortuna per Arthemisia
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