Recensione critica dello spettacolo teatrale LA DIVINA di Alessandro Fullin
Replica di sabato quattordici gennaio duemiladiciassette (pomeridiana), Teatro Sala Umberto - Roma
Fortissimo e veramente meritato
lo scroscio di applausi per "LA DIVINA" di Alessandro Fullin, uno spettacolo la cui potente ironia si eleva a
spassosa rappresentazione del nostro complesso, quanto assurdo, sociale non meno ritorto
di quello rappresentato da Dante nel suo allegorico capolavoro medioevale.
La somma opera dantesca, in questa
bella pièce, viene rivisitata in chiave umoristica e riattualizzata con buona capacità
drammaturgica attraverso un tessuto di tante battute e trovate che sdrammatizzano
l'ampiezza e la portata del poema e lo traghettano verso una simpatica commedia
nuova.
Una rappresentazione molto ben
costruita in tutto il suo andamento scenico, nella quale, non solo si ride
moltissimo, ma ci si immerge, con grande spasso, nel cammino di un moderno e
divertente quanto sarcastico Dante, accompagnato da un arguto e sorridente Virgilio
tra anime dannate che si colorano di una novella dimensione degna di un terzo
millennio infernale.
Tutta la tradizione è rispettata
ma, a ragion veduta, ritoccata in modo spassoso e irriverente, sino ad uno snodarsi
tra vari generi teatrali che insieme si identificano in una nuova interessante tipologia
di spettacolarità, forse ancora più definibile, ma di certo molto ben costruita
lungo una serie di equilibri atti ad accompagnare il pubblico, appassionandolo
e non lasciandolo mai solo, irretendolo anche con piccole rapide e divertenti
aperture attraverso una quarta parete alquanto sottile.
Della "Divina Commedia" c'è quello
che serve: Caronte, Paolo e Francesca, Brunetto Latini, sono citati molti
personaggi e ci sono tanti richiami, ma ogni identità e rimando con Alessandro Fullin si è evoluto, riassestato,
rimodulato dentro pregevoli invenzioni verbali e genialità creative.
Tra gironi, bolge, cerchi gremiti di idee, canti,
balli e trovate c'è anche l'immagine di una nuova Beatrice la cui beltà si è come
depauperata in una sembianza non più tanto eterea quanto piuttosto molto corporea.
C'è spazio per quel gustoso
punzecchiare in modo elegante i costumi e gli atteggiamenti di due epoche quasi
messe a confronto, la nostra e quella trecentesca, ci sono tantissime frecciatine
dissacranti e "bottarelle" mordaci.
Tra i tanti meriti di Alessandro Fullin, anche quello autoriale
e registico dell'essere riuscito a dare bilanciato spazio a tutti gli interpreti,
sia attori che danzatori, facendo emergere di ognuno la sua capacità scenica.
Una bella compagnia a partire dallo
stesso autore e regista, che come attore, conferisce corpo a tutte le sue
battute con grande naturalezza, per continuare con il suo compagno sul
palcoscenico Simone Faraon, giusto ed
equilibrato nel suo originale ruolo, andando avanti con Tiziana Catalano eccellente attrice dotata di un'elevata verve
comica, passando poi per tutti gli altri bravi attori Sergio Cavallaro, Paolo
Mazzini, Mario Contenti, Ivan Fornaro, in grado di rivestire bene
i vari ruoli interagendo tra loro con grande capacità.
Degne di nota sono le coreografie,
molto efficaci, la scenografia ed i costumi capaci di creare quella giusta atmosfera
da medioevo contemporaneo.
Complimenti! Risate intelligenti
in questo spettacolo adattato a tutti, anche per "contrappasso".
- Andrea Alessio Cavarretta -
LA DIVINA
Scritto e diretto da ALESSANDRO FULLIN
Con Alessandro Fullin, Tiziana Catalano, Sergio Cavallaro, Simone Faraon, Paolo Mazzini, Mario Contenti, Ivan Fornaro
Coreografie di Sergio Cavallaro - Costumi di Monica Cafiero
Produzione Nuove Forme - Distribuzione Terry Chegia