Recensione critica dello spettacolo teatrale D’IORAMA – LO SPECCHIO DISTORTO
DELL’IO scritto e diretto da Dario Antimi
Venti Febbraio
Duemilaquattordici, Teatro Trastevere – Roma
Finalmente,
in uno spettacolo contemporaneo, arricchito di linguaggi attuali, si parla con
efficacia di preziose
tematiche legate all’identità.
D’IORAMA
– LO SPECCHIO DISTORTO DELL’IO è l’interessante opera prima di un bravo nuovo
autore e regista Dario Antimi che si affaccia con impeto
intellettuale alla complessa scena teatrale di questo aspro secolo, offrendo una
buona ricostruzione dell’importante tema dell’essere e, senza avere timori e
remore, riaffronta domande tradizionali con l’uso di antichi ed innovati codici
espressivi.
L’individuo
si trova a vagare in una dimensione intangibile, indefinibile, colma solo della
complessa ricerca del suo sé. Quasi catapultato dalla quotidianità dentro la
sua identità sfuggente, forse perdutosi in una delle tante rappresentazioni
reali o virtuali, seguendo un copione anche interiore, cerca ora di
autoridefinirsi, riascoltandosi, riosservandosi, rivivendosi in episodi
frammentati dal suo essere inquieto. Tra continui riavvolgimenti di Beckettiana
memoria, vari frammenti episodici, attendono autosufficienti, nella sua
complessa e forse mendace mente, di essere ricollegati, ristrutturati,
riassemblati in una sequenza idonea all’autodeterminazione individuale.
In
questo spettacolo ben strutturato in tempi e dinamiche, dove i sensi sono tutti
continuamente evocati, le varie voci
espressive riempiono uno spazio vuoto, riattraversando di continuo lo stesso
tema delineato in micro e macro variabili che compenetrandosi l’una con
l’altra, si fondono in armonia verso una comunicazione verbale, corporea,
uditiva e visiva.
La
ricca sceneggiatura è ben ideata, e si sviluppa attraverso una regia mai
esagerata capace di dirigere i vari elementi utilizzati in modo unisono.
Traendo spunti e prestiti dal linguaggio cinematografico, oggi spesso in uso
sul palcoscenico, si rende l’azione dinamica e realistica, tanto da permettere,
l’utilizzo di un ipotetico golfo mistico, a sfondamento della quarta parte,
operazione che in questa pièce risulta, ben calibrata, attesa, inevitabile.
Il
pubblico entra a pieno titolo nel confronto tra i due attori fisicamente
presenti in scena, Pierpaolo Laconi e Valerio
Monaco affrontano bene i loro differenti ruoli, quali
variabili di un'unica identità scissa, ed interagiscono tra di loro, con picchi
interpretativi, spesso evidenziati da semplici gesti dotati d’efficacia.
I tanti
effetti sonori di Alessio Brugiotti, presenza
percettibile, creano un particolare sfondo
onirico sempre in divenire.
Le luci,
attraverso varie tonalità e dominanti, si arricchiscono di effetti estranianti
e di bui completi.
Così la
maschera, sempiterno simbolo di nascondimento e trasformazione , in questo
spettacolo cine-teatrale, trova la sua adeguata sede di rappresentazione, sino
a disvelarsi ed aprirsi a nuovi spunti rielaborativi.
D'IORAMA - LO SPECCHIO
DISTORTO DELL'IO
Autore: Dario Antimi - Regia: Dario Antimi
Interpreti: Pierpaolo Laconi e Valerio Monaco
Musiche: Alessio Brugiotti
Costumi: Martina Solimei
Tecnico Luci: Giuliano Tango
Ufficio Stampa: Rocchina Ceglia
Autore: Dario Antimi - Regia: Dario Antimi
Interpreti: Pierpaolo Laconi e Valerio Monaco
Musiche: Alessio Brugiotti
Costumi: Martina Solimei
Tecnico Luci: Giuliano Tango
Ufficio Stampa: Rocchina Ceglia
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