autore: Marcella Sullo (CandidKira)
Lo
scorso weekend noi Kiri abbiamo seguito un evento che ci stava molto a cuore:
il 3° FESTIVAL DI TEATRO SOCIALE DI RIGNANO FLAMINIO. È stata l’occasione per
conoscere un ragazzo che del politico tradizionale ha molto poco: il suo nome è
Vincenzo Marcorelli.
L’assessore
alle Politiche educative, culturali
e sociali del Comune di Rignano Flaminio è giovane, classe 1977, blogger, sensibile,
propositivo e soprattutto orgoglioso.
L’orgoglio
di aver portato alla terza edizione, con tante difficoltà, un festival dedicato
al teatro sociale lo si percepisce dal tono della voce; ci racconta la
cronologia di questa coraggiosa manifestazione “Chiuso il teatro comunale di Rignano Flaminio,
si è dovuta trovare una soluzione alternativa e così abbiamo scelto come sede la
palestra della scuola. Il primo anno del festival abbiamo avuto il
finanziamento della Regione Lazio, il secondo anno è stata la Provincia di Roma a dare
il suo contributo, e questa ultima edizione l’abbiamo tirata su con i soldi del
bilancio comunale”.
Un
calendario con dei testi di grande spessore; continua Marcorelli: “Abbiamo avuto i ragazzi della compagnia
Stabile Assai della Casa di Reclusione Rebibbia a sottolineare l’importanza
terapeutica del teatro con testimonianze di vita dal carcere e ancora ‘Terra
degli uomini liberi’ sul duro confronto della donna all’interno delle varie
dimensioni sociali, con un occhio a un problema importante per la nostra zona
che è quello dell’immigrazione” .
E
non è mancato un riferimento, nella
terza serata della rassegna, al mondo omosessuale, alla questione dell’outing e
delle interconnessioni familiari che ne derivano.
“Mi sembrava giusto
mettere in calendario un testo che parlasse di immigrazione”, ci spiega Marcorelli, parlando della pièce messa in scena la seconda
serata – “ pensi che Rignano è il quarto
paese in termini di rapporto tra cittadini e immigrati, si parla del 18,2%. A 10 Km da Rignano c’è il
centro di accoglienza per richiedenti asilo più grande d’Italia. Spero che
abituare l’orecchio e lo sguardo a chi viene da fuori, anche grazie al teatro, possa educare all’accoglienza. Ecco quello che
serve: educazione all’accoglienza”.
La
domanda viene spontanea nel momento in cui abbiamo davanti chi si occupa delle
politiche educative ovvero se Rignano abbia superato il tragico episodio degli
abusi sui minori della scuola elementare: “
No, la comunità è ancora lacerata
– ci conferma – ci sono delle fratture
tra famiglie che sarà molto difficile sanare”.
Quell’alone
di tristezza che gli ha attraversato gli occhi per un momento, viene spazzato
via dall’entusiasmo per le nuove iniziative che attendono la comunità di
Rignano Flaminio: “ Abbiamo la
riapertura del teatro, cui teniamo
molto, e speriamo di fare lì la
quarta edizione del nostro festival. C’è poi la consueta Festa del libro e un
progetto tutto nuovo che deve partire in collaborazione con la Lumsa e gli archivi
storici.”
Insomma
a Rignano Flaminio più che di educazione all’accoglienza si può parlare di
cultura dell’accoglienza anche grazie al suo assessore.
- Marcella Sullo -
Per le foto si ringrazia PBN e CAPSASERVICE
Ti potrebbe interessare