Recensione
critica dello spettacolo teatrale musicale SAKKETTI IN
RIVOLTA scritto e diretto da Antonio Diana
Replica
del 6 Dicembre duemilaquattordici, Teatro Millelire – Roma
Arriva un successo a teatro, SAKKETTI IN RIVOLTA, spettacolo immaginifico,
spensierato quanto corposo in contenuto.
Dall’inizio dell’anno al Millelire di Roma è stato un susseguirsi di bei
lavori ed anche questa volta un’esibizione eccellente, crocevia concettuale di molteplici
strutture teatrali ben interconesse le une alle altre, “SAKKETTI IN RIVOLTA balle ed eco balle... dalla terra dei fuochi” di Antonio
Diana. L’atto unico proposto in quest’occasione dal prolifico drammaturgo,
regista, attore è una favola ma anche fiaba contemporanea dal sapore esopico e fedriano,
una pièce didascalica sia per piccoli
che per grandi da rieducare, con continue infiltrazioni dal delicato ed
evocante cantato a mo’ di commedia musicale con tendenze più plateali verso il
musical dal grande respiro. Ironico e tagliente, profondo e coinvolgente senza stordimenti
eccessivi, lo spettacolo sa farsi gustare sino all’ultima riflessione profonda,
contraddistinto da ripetuti applausi a scena aperta, va giù per un’ora e più sino
ad arrivare al suo limitare con l’emotivo coinvolgimento di tutto il pubblico.
Racconto ricco, contraddistinto da molteplici idee e rimandi, rivisitazione
del poema eroicomico seicentesco, complesso lavoro di antropoformizzazione dei
comuni variegati sacchetti della spazzatura elevati al rango di esseri viventi,
pensanti, parlanti e soprattutto cantanti, protagonisti di una vicenda
metropolitana ambientata in una comune discarica del napoletano che brulica di
sentimenti e meditazioni.
Autoanalisi collettiva circa una comune semplice tipica vicenda umana
quella del buttare, dell’eliminare, del “jettare” l’immondizia senza
consapevolezza del dopo, dell’altro, lontani sempre più da quel senso civico
oramai completamente esautorato dentro una società capace solo al consumo privo
di senno, arrovellata in inutili mille imballaggi creati senza reali
motivazioni. Rappresentazione fittizia del concetto di nascita di una nuova
speranza nel caos della disperazione giornaliera contraddistinta dal forte senso
di caducità, messa in scena della consapevolezza affievolita in una
quotidianità di morenti, tra sacchetti più o meno grandi, più o meno colorati,
che vengono lasciati a caso in una “mater natura” violentata dalla spazzatura, che
a stento e nel dolore cerca di partorire un possibile futuro. La riscossa, in
questo mondo ingombro di molteplici rifiuti, è tutta dei contenitori
maleodoranti, buste e cassonetti pronti a riprendersi le dignità per cui sono
stati creati, di scuotere le coscienze, mentre un “deus ex machina”, inceneritore
giudicante potente e provocatorio, dà loro la possibilità di palesare al
pulpito le rispettive individualità, mentre anche piccole particelle malefiche
mascherate cercano di rivelarsi, di fronte ad una collettività che potrebbe
finalmente comprendere e riprendersi l’aria perduta, dopo l’ascolto di deposizioni
più meno sincere ed in parte mistificate.
Il regista Antonio Diana che ne
firma anche l’elegante, poetica, ricca drammaturgia, è minuzioso, pulito,
accorto ordinato ma allo stesso tempo sorprendete e dalle trovate coinvolgenti,
manipola un struttura complessa semplificandola con vari accorgimenti. Seleziona
e guida benissimo un cast di quattro eccellenti attori-cantanti, lui compreso,
in continuo divenire, in continuo movimento tra simmetrie testuali e visive. Nino Bruno si conferma interprete
completo, sia macchietta divertente, che soprattutto personalità corposa e
profonda dotata di mimica corporea e facciale raffinata. Viviana Cangiano dal bel canto è giovane attrice già ben strutturata
nell’affrontare ruoli sia spensierati che complessi e di alto valore
emblematico, lo stesso Antonio Diana mantiene
sulle scene una recitazione armonica all’interno del gruppo e risulta in linea
con tutti i tipi, anche un po’ rap, elaborati dalla sua stessa penna. Il gruppo
vanta l’importante partecipazione di Pippo
Cangiano, interprete maturo in grado di dare spessore al tutto con la sua
recitazione incisiva che racconta verità profondamente interiorizzate dalla sua
cosciente esperienza di palco ma sempre fresca e
genuina. Tra loro e con loro vari cambi di personaggi, per nulla scontati, interpretazioni
d’identità simpatiche, sfiziose, intime in grado di sfondare con buon risultato
la quarta parete e riempire tutto il teatro.
Le canzoni, forse da snellire solo in qualche passaggio, con le musiche di Salvatore Pisano, Giuseppe D’ario e Gaetano
Fierro sono belle ed orecchiabili sino al punto di essere memorizzate già
dal primo ascolto, la scenografica articolata in semplicità è funzionale all’ identificazione
di spazi irreali, i costumi simpaticamente elaborati danno una forte dimensione
onirica, le luci sono ben disegnate e seguono l’andamento della pièce
sottolineandone adeguatamente ogni passaggio.
Finalmente un successo da vedere assolutamente non appena sarà riproposto,
SAKKETI IN RIVOLTA di Antonio Diana.
-Andrea Alessio Cavarretta-
SAKKETTI IN RIVOLTA eco ed eco balle... dalla terra dei
fuochi
Madrearte
Autore e regista: Antonio Diana
Interpreti: Nino Bruno, Antonio Diana, Viviana
Cangiano
e la partecipazione di Pippo Cangiano
Musiche originali: Salvatore Pisano, Giuseppe
D'ario, Gaetano Ferro
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