Recensione critica dello spettacolo teatrale IL FULMINE NELLA TERRA. IRPINA 1980 di Mirko di Martino
replica del venti Febbraio duemilaquindici, Teatro Kopó - Roma
Di
spalle, un uomo seduto nella penombra, voci intorno a lui... inizia così il
raffinato quanto potente monologo applauditissimo al Teatro Kopó.
IL FULMINE NELLA TERRA. IRPINA 1980 di Mirko di Martino è un bello spettacolo di teatro civile che ha il grande pregio di disegnare un percorso completo e complesso circa ed intorno ad un forte accadimento che ha segnato gli anni ’80, il terremoto nella Valle del Sele.
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Novembre 1980, si gioca la partita Inter-Juve e la terra in Irpinia trema forte.
La vita è uno scontro tra forze reali, fittizie, nascoste, interiori,
esteriori, naturali, umane, si vince o si perde, sempre.
Rappresentazione
sia individuale quanto sociale, spesso
contrassegnata anche da sottile ironia, la pièce ben scritta, ben diretta, molto
ben interpretata assurge a narrazione di elevato pregio, in grado di arricchire
del suo contenuto la memoria pubblica.
Facilmente
decifrabile in vari andamenti ben composti, lo spettacolo riesce a palesare
alle varie sensibilità l’importanza del non dimenticare mai quello che di
veramente grave accadde insieme al terremoto e che ne acuì la sua potenza
distruttiva, sopra ogni cosa: le negligenze, le mancate risposte, le assenti
reazioni.
In modo
semplice ed armonioso si attraversano i
vari episodi connessi alla catastrofe, dall’improvviso inizio, lungo poi il suo
terribile sviluppo .
Una
tragedia umana, personale, collettiva e nel contempo un ricordo, un racconto di quegli anni, anche leggero,
spensierato, che ininterrottamente entra in vicende forti, di morte, di pietà,
di solidarietà. Tra continue sfumature si spinge oltre, di notte in notte, la povertà
che avanza, le sensazioni che si fanno più intime, le denunce più chiare, le emozioni
più possenti.
Per
un’unica vicenda molteplici linee guide che si connettono e riconnettono. Stralci
umani, che ridefiniscono il significato di tragedia attraverso differenziati punti
di vista spesso anche in contrasto tra loro.
La
drammaturgia scritta dallo stesso regista Mirko
di Martino, è decisamente
eccellente, non indugia mai, non lascia nulla al caso, a tratti poetici, in
altri momenti cruda, spesso ironica ma con moderazione ed accortezza, e
disegnata in modo da alternare cambi di tono, di ritmo, di tempo, piccoli,
grandi salti anche concettuali senza mai perdere la centralità dell’accaduto.
La messa
in scena si muove all’interno di una scenografia scarna, una sola sedia, e
cerca l’amplificazione del sentimento solo in determinati momenti, sottolineati
spesso da intensi cambi di luci. L’andamento rappresentativo mantiene sempre un
bel rigore espressivo che potrebbe forse essere lasciato sfogare anche
leggermente di più.
Con un’ottima
recitazione, molto pulita, si presenta al pubblico Orazio Cerino, bravo interprete di un testo difficile. Il
carismatico attore facendo accorto uso della mimica nei momenti giusti calibra
bene i numerosi passaggi drammaturgici, s’identifica ora in narratore, poi in personaggio,
divenendo sentimento stesso, e senza mai creare stacchi o cambi bruschi, costruisce
un armonioso fluire.
In quel
senso di disperazione ed abbandono che incede nel racconto della catastrofe, la
neve cade lieve, quasi a coprire tutto, sino a rimanere viva solo la memoria dei
sopravvissuti da trasmettere per sempre.
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Andrea Alessio Cavarretta -
IL FULMINE NELLA TERRA. IRPINA 1980
Autore e regista: Mirko di
Martino
Interprete: Orazio Cerino
Aiuto regia: Melissa di
Genova
Molto interessante l'operazione di raccogliere la drammaturgia in una pubblicazione.
IL FULMINE NELLA TERRA. Irpinia 1980
Racconto teatrale per sola voce
con brani inediti
Autore: Mirko Di Martino
I Libri dell'Osso - Teatro dell'Osso (2013. Avellino)
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