L’avevo trovata in un cesto
dell’autogrill, avete presente quelli dove mettono tutte le vecchie raccolte di
musica a prezzi stracciati… è successo talmente tanto tempo fa che era una
cassetta, non un cd, ma una cassetta. Io non avevo la più pallida idea di chi
fossero le Bangles che con quel singolo qualche anno prima erano salite in
vetta alle classifiche mondiali, per me era solo una canzone bellissima.
Suonava forte la “fiamma eterna”,
nella mia ignoranza anglofona non avevo
sapevo che fosse una canzone d’amore, così mentre le campanelle dell’intro
risuonavano dalle casse dello stereo della macchina dei miei genitori, con un
fumetto di Dylan Dog sulle ginocchia guardavo il sole fuori dal finestrino e
ogni tanto chiudevo gli occhi per sentire meglio il calore sulla pelle. Vedevo
scorrere le alture e i boschi, era il primo maggio di tanti anni fa e dietro di
noi una carovana di amici ci seguiva su per i tornanti della montagna. La
colonna sonora amplificava tutte le mie emozioni.
Un prato immenso circondato dai
boschi e guarnito da una granella bianca di margherite aveva accolto le nostre risate, le borse frigo e i palloni. Sdraiata
sulla coperta osservavo le persone che si muovevano intorno a me. Gli adulti
erano amici di vecchia data dei miei genitori e i loro figli erano tutti più
grandi di me, non avevamo tanti anni di differenza, ma tra dodici anni a sedici
vi è un intera era emozionale: io ero nel pieno del mio rifiuto di crescere e
quel gruppetto di ragazzi, tutti cugini o amici da sempre, invece, erano
adolescenti che scalpitavano per un posto nel mondo dei “grandi”. Li guardavo,
con l’aria di chi nutre solo un interesse antropologico per un comportamento
inusuale, immersa nei miei fumetti e nei miei libri, senza i quali non facevo un
passo, non ero la classica secchiona bruttina che tutti ignoravano, più che
altro una saccente ragazzina con delle tette già molto promettenti che dava
poca confidenza. Però, in realtà, li invidiavo, diversamente da me sembravano
avere le idee così chiare su cosa doveva essere la vita, la scuola, l’amore…
per loro sembrava tutto così definito. Io invece, sommersa dai miei dubbi
preadolescenziali, continuavo a leggere e nel timore che qualcuno si rendesse
conto delle mie debolezze, facevo la sostenuta.
É stata una giornata meravigliosa
per quanto la mia partecipazione alla vita collettiva sia stata solo fatta di
sorrisi, battute sarcastiche e qualche
partita a Monopoli.
Questa mattina, seduta al
tavolino di un bar, mentre sfogliavo pigramente un giornale di cronaca locale,
ho letto il suo nome. In poche righe, il dolore e l’angoscia di un uomo, niente
dettagli, solo il breve racconto di un “volo” senza ritorno. In quel momento ho
sentito di nuovo le Bangles suonare… come in quella
indimenticabile giornata in cui c’era anche lui. Ha sentito lo stesso sole
sulla pelle, ha cantato le stesse canzoni, ricordo i suoi occhi così azzurri e
gioiosi… quanto saranno stati tristi per arrivare a prendere una decisione così
terribile, quale dolore la sua anima nascondeva già in quel giorno di sole, o
forse, negli anni successivi durante i quali ci siamo incontrati solo sporadicamente.
Nella mia playlist "Eternal flame" non è mai mancata, andando in macchina questa mattina l’ho messa un’ultima
volta, mentre il sole riscaldava la mia pelle, questa volta stavo guidando e
una lacrima scorreva sulle mie guance. Buon viaggio.