autrice: Sara Saurini (AttiroKira)
Qualche
mese fa gironzolavo in libreria e ho visto la copertina di Finché il caffè è caldo di Toshikazu
Kawaguchi, uscivo appena dalla lettura, anzi dalla rilettura, di
un libro pulp che amo particolarmente, ma che ogni volta mi devasta, e forse lo
amo anche per questo… insomma questo azzurrino chiaro, il gatto in basso a
sinistra e le due parole magiche “caffè caldo” sembravano proprio quello di cui
avevo bisogno, mi sembrava di poter ritrovare un po’ di pace dopo le 300 pagine
di delirio che avevo appena concluso.
Ciò
che mi affascina di alcuni autori giapponesi è sicuramente l’organizzazione dei
contenuti. Le storie anche quando hanno flashback o vicende parallele che si
intersecano sembrano seguire una sequenza sinuosa e perfetta, molto forse è
dovuto anche alla traduzione, ma in ogni caso è una cosa che trovo
rasserenante. Ovviamente questa caratteristica rende la lettura più leggera, ma
questo non vuol dire che i contenuti poi debbano essere per forza effimeri,
anzi tramutare concetti complessi, senza sminuirli, in qualcosa di più leggero
è una dote che molti scrittori vorrebbero avere.
E
infatti questo autore con
il suo ordine e la sua leggerezza ci porta davanti ad una grande riflessione:
il tempo scorre inesorabilmente non sempre è possibile rimediare a cosa non
abbiamo detto o non abbiamo fatto, all’amore che abbiamo scelto di non
dimostrare per nascondere le nostre immense fragilità. Ogni giorno è un’occasione
unica e irripetibile che dobbiamo provare a non sprecare.
Kawaguchi
ci racconta così che in un caffè seminterrato e senza finestre c’è una sedia
sulla quale si può tornare indietro nel tempo per recuperare le occasioni
perdute, solo finché il caffè che stiamo bevendo rimarrà caldo… e così il mondo
si divide in due gruppi coloro che cercano disperatamente quella sedia per
rimediare ai propri errori e coloro che affrontano la vita cercando di non
sprecare nulla e perciò non hanno bisogno sedersi.
La
prima edizione di FINCHÉ IL CAFFÈ È CALDO risale a marzo 2020, pochi
mesi dopo era in cima alle classifiche, questo non sempre depone a favore di un
libro, anzi per i lettori un po’ snob come me (senza alcuna ragione valida ci
tengo a precisare) qualche volta è un
punto a sfavore, ma questo libro merita di essere letto, forse non troverete le
complessità, la ricerca e il surrealismo di altri autori giapponesi, ma la vita
a volte può essere qualcosa di estremamente semplice da descrivere.
“L’acqua cade dall’alto al basso, è la
forza di gravità. Anche le emozioni forse agiscono secondo la stessa legge. Di
fronte a una persona con cui si ha un legame profondo e a cui si sono rivelati
i propri sentimenti, è difficile mentire e lasciar perdere. La verità vuole
uscire a tutti i costi, soprattutto quando si cerca di occultare la tristezza o
la fragilità. È molto più facile nascondere la tristezza ad un estraneo, o a
qualcuno di cui non ci si fida.”
da Finché il caffè è caldo di Toshikazu
Kawaguchi
- Sara Saurini -
_KIROLANDIA®_
Finché il caffè è caldo
di Toshikazu
Kawaguchi (Autore)
Claudia
Marseguerra (Traduttore)
Garzanti,
2020