Recensione critica dello spettacolo "VOMITO" di
e con Lorenzo Terenzi
Replica di mercoledì tredici luglio duemilaventidue, Roma Fringe Festival / Teatro Vascello
– Roma
Il ROMA FRINGE FESTIVAL è da sempre contenitore di stimolante sperimentazione
e poter assistere agli spettacoli di questa considerevole rassegna dà
sicuramente la possibilità di andare oltre; non poteva ovviamente mancare la
presenza di Kirolandia da sempre
attenta all’innovazione in ogni genere artistico.
Quest’anno la location della
manifestazione è il TEATRO VASCELLO
e un primo applauso va all’interessante scelta che permette di gustare al
meglio ciascuna pièce soprattutto quando la tipologia di palcoscenico risulta
fondamentale per la sua riuscita.
Così è per VOMITO che si avvale di effetti di luce stranianti e di sonorità dissonanti
e si arricchisce della composizione scenica al fine di poter esprimere completamente le sue elevate potenzialità espressive.
Fermiamo subito la prima fondamentale
riflessione: Lorenzo Terenzi è decisamente bravo. Questo iniziale dato si
riverbera ovviamente su tutto l’atto unico che si potrebbe considerare
costruito su una marcata linea modulare a tre episodi distinti e molto ben
concatenati tanto che, nel loro crescendo, il pubblico viene completamente
conquistato dalla narrazione.
La parte che più ha da dire è sicuramente
quella centrale, di maggior durata e trattazione, appunto un vomito sul tema
della società contemporanea presa da varie angolazioni. A ben riflettere, però,
anche il primo mantra stroboscopico “come ti senti”, forse leggermente troppo
prolungato, lascia un’impronta significante molto chiara mentre delinea con fermezza
quanto quel successivo sovrabbondante dire di una testa si dovrà imprimere
nella nostra mente. Quando l’identità narrante, dopo il rigurgito speculativo, alla
fine scompare inglobandosi in un “cubo di pregiudizi” si palesa la necessità della
lacerazione di quel metaforico involucro per poter rinascere.
Cosa si racconta? L’uomo di oggi,
la fanciullezza nell’oggi, le assurdità del vivere odierno, le mostruosità,
quanto si sta sovra-costruendo, sovra-allevando, sovra-comunicando, quanto si
sta permettendo di sovra-avanzare distruggendo tutto, distruggendo noi,
distruggendo il mondo. Così il vomitatore ha “paura di invecchiare” e attende quel
silenzio che forse non ci sarà più e nel mentre si costruisce un intorno che verosimilmente
sarà solo deserto.
Veramente applausi per questo potente
atto unico.
Andrea
Alessio Cavarretta -
_KIROLANDIA®_
VOMITO
proveniente
da Firenze
di e con Lorenzo Terenzi
www.romafringefestival.it
www.teatrovascello.it
