Autore: Andrea Alessio Cavarretta (IppoKiro)
Recensione critica dello spettacolo “UNO SGUARDO DAL PONTE” di Arthur Miller
regia di Massimo Popolizio
Prima replica di martedì quattordici marzo duemilaventitré, Teatro Argentina - Teatro di Roma
Da quel ponte si sofferma anche il nostro sguardo verso una drammatica storia da grandi applausi.
Massimo Popolizio dirige il bellissimo atto unico UNO SGUARDO DAL PONTE di Arthur Miller in scena in questi giorni al TEATRO ARGENTINA e, con grande forza e disarmante chiarezza, porta ad essere così terribilmente attuale questo racconto al cui cardine sta una sconcertante vicenda d’immigrazione clandestina.
Il valore drammaturgico tristemente universale della vicenda narrata si amplifica ancora di più per via anche e soprattutto della grande capacità di ciascun bravissimo interprete, al di fuori della sua veste scenica collegata al passato, di rappresentare un personaggio che va oltre il suo specifico tempo tanto da divenire irrimediabilmente così presente.
Siamo a Brooklyn e due immigrati italiani piombano a casa di Eddie Carbone, newyorkese di origini siciliane. Lui insieme alla sua famiglia accolgono i connazionali con timore e curiosità, lentamente i clandestini s’inseriscono nel tessuto familiare, tanto che il vivere quotidiano dell’ospitante, di sua moglie e della nipote cresciuta come una figlia, inizia a trasformarsi. In breve tempo si costruiscono nuovi percorsi, nasce anche un amore e si scardina il precario equilibrio parentale che già annidava problematiche tenute sopite fino a quel momento, tra cui la morbosa affettuosità di Eddie verso la giovane. L’evoluzione della storia avrà un drammatico epilogo.
In realtà l’arrivo degli stranieri d’oltreoceano non fa altro che amplificare situazioni complesse, tensioni interne, dissapori non palesati e irrisolti. La tematica centrale è sicuramente legata all’immigrazione, ma ad essa si uniscono una serie di ulteriori linee narrative, da cui emergono vari fulcri, tra cui certamente la paura di colui che appare differente. Il più giovane dei due arrivati dalla Sicilia ha un aspetto non tipicamente meridionale, è chiaro di capelli, e vista la sua passione per il canto e per il ballo, viene percepito con sospetto, infatti il suo innamoramento verso la nipote di Eddie è da subito considerato un possibile espediente per un matrimonio che gli possa far ottenere la cittadinanza americana. Intorno a tutti è “la legge” che circonda e costringe qualsiasi sfera della vita, ed è impersonata dall’avvocato Alfieri, narratore onnisciente, che tiene le fila di un dramma che ha in sé quelle dinamiche atte a tener sospesi fino all’ultima potente scena conclusiva.
In questa molto ben riuscita pièce, gli attori sono tutti protagonisti perché ciascuno riesce ad arrivare a quell’intensità interpretativa che lo rende vero. Gli interpreti sul palco rilasciano energia ad ogni battuta, interagiscono tra di loro con passione, si definiscono perfettamente nelle loro identità sceniche. Il pubblico entra completamente nella narrazione e partecipa con trasporto al crescendo emotivo che richiama continui applausi a scena aperta.
La scenografia essenziale, ben ideata, riproduce perfettamente una dimensione domestica che esce fuori da quel complicato e sempre più stringente interno per raccontare il tessuto metropolitano con le sue strade, i suoi divertimenti e i tanti pericoli.
Anche la musica entra nel narrato ed è in grado di amplificare i momenti di tensione e di distensione.
Veramente grandissimi complimenti per quest'emozionante spettacolo da non perdere assolutamente.
Andrea Alessio Cavarretta
_KIROLANDIA®_
L'immagine a corredo dell'articolo è di Yasuko Kageyama
Uno sguardo dal ponte
di Arthur Miller
traduzione Masolino D’Amico
regia Massimo Popolizio
con Massimo Popolizio
Valentina Sperlì, Michele Nani, Raffaele Esposito, Lorenzo Grilli,
Gaja Masciale, Felice Montervino, Marco Mavaracchio, Gabriele Brunelli
UNO SGUARDO DAL PONTE è in scena al TEATRO ARGENTINA - TEATRO DI ROMA fino al 5 aprile 2023
www.teatrodiroma.net