Recensione
critica dello spettacolo teatrale LE NOTTI BIANCHE adattamento e regia John Blaz
da Fëdor Dostoevskij.
Replica
del tre Ottobre duemilaquattordici, Teatro Millelire– Roma
Spesso è la mente che predomina, altre volte il cuore, ma solo in certi momenti è d’impeto solo anima.
Il
Millelire ospita una pièce che si eleva soprattutto per intensità, emotività ed elevata interiorità: LE NOTTI BIANCHE di Fëdor
Dostoevskij.
Gelide, solitarie, lontane quanto viscerali ore notturne scandite da
intervalli quasi sperduti.
La scena è semplice e scarna: una panchina.
Un uomo vaga e d’un tratto tra il
freddo e la solitudine delle strade di San Pietroburgo incontra per caso una
donna, si apre così una notte di racconti appena accennati, di voglia di dirsi
più a lungo di quell’unico colloquio inaspettato. Così nasce un percorso che
dura per altrettante poche notti in cui i due sconosciuti si ritrovano ancora a
parlarsi in quello stesso luogo, mentre tra di loro continuano ad affacciarsi
prorompenti pensieri, paure, desideri, confidenze e lentamente nasce una
possibilità.
Quello
che sopra ogni cosa domina tutto l’atto unico è l’anima.
Entrambi
gli attori riescono a rendere vivo il bellissimo testo di Dostoevskij, entrano nelle loro complesse
personalità, trovano valide soluzioni espressive, traducono i contenuti in
movimenti spesso solo appena accennati, si palesano in sentimenti a tratti controllati
alle volte invece fortemente palesati, riescono così ad arricchire il palco di
elevate interiorità.
Alessandro Giova dà al
suo personaggio un picco di profondità tale da far appassionare gli spettatori alla
sua identità di visionario indifeso e riesce a cadenzare i momenti d’incontro,
solitudine ed illusione.
Gioia Montanari è in
grado di rappresentare il suo essere anche espressione metaforica ed offre al
pubblico un’interpretazione ricca di elegante passione.
Si individuano durante il dramma continue ricercate alternanze.
In quel trattenersi le mani i personaggi chiariscono il loro volersi, in quell’abbraccio si percepisce forte il
fingersi amanti mentre avanza quel quasi amore.
Si lambisce la personalità del sognatore che sogna, si sente la donna
rovistare dentro di sé, e dentro di lui.
Si vede forte quella lontananza dal tutto, si comprende il cercarsi mentre quell’avvicinarsi
tra loro è sempre più prossimo sino all’improvviso distacco.
Forse nell’arco della rappresentazione c’è una leggera lentezza che attenua il vigore di alcuni passaggi, causa anche la complessità del bellissimo e sopraffine testo ricco
di tanti sentimenti e raffinatezze da svelare, forse in alcuni momenti c’è
un’enfasi interpretativa da mitigare, ma è uno spettacolo che prorompe per il
suo essere sopra ogni cosa anima.
Ancora un forte applauso.
LE NOTTI BIANCHE
da Fëdor Dostoevskij
adattamento e regia John Blaz
Interpreti:Alessandro Giova, Gioia Montanari