Il genio è un elemento raro, irrazionale e spontaneo
che attraversa la società, la storia e lascia ai posteri l'impronta della sua
personalità, così fu Wolfgang Amadeus Mozart.
Al TEATRO QUIRINO di Roma, Geppy
Gleijeses, con somma bravura, porta in scena AMADEUS, dramma
psicologico scritto da Peter Shaffer
che racconta la rivalità tra due grandi musicisti del secondo settecento, Salieri
e Mozart, e raccoglie la leggenda che vede il compositore italiano colpevole
della morte del suo rivale.
Si spengono le luci, si alza il sipario e in una scenografia austera che prelude il dramma, Salieri-Geppiy Gleijeses, vecchio e tormentato dal rimorso, dà inizio ad una storia che supera i limiti dello spazio e del tempo sino a divenire universale. Andrei Konchalovsky, con una regia raffinata e puntuale, stigmatizza e conferisce forza e carattere ai due protagonisti che, affiatati e complici, si muovono con maestria e occupano il palco con tutta la loro arte scenica. In sala, l'attenzione e l'attesa sospendono i respiri, il poliedrico Geppy Gleijeses, attore di grandi capacità, comunica con maestria al pubblico la solitudine e l'angoscia di un Salieri che, compositore e maestro di cappella alla Corte imperiale asburgica di Vienna, stimato e apprezzato per le sue opere, di fronte alla genialità di Mozart comprende i suoi limiti fino a rendersi consapevole che non potrà mai raggiungere la bellezza della musica dell'antagonista. Il suo monologo, dall'interpretazione sublime, trafigge l'anima; il conflitto con il Dio, a cui ha donato la castità in cambio di onori e fama, è drammatico. Si coglie la sua mediocrità nella preparazione di una vendetta dall'essenza tanto antica quanto contemporanea, quell'invidia, quella disperazione fanno parte dell'uomo stesso e lo spettatore le percepisce racchiuse e nascoste nell'inconscio.
Quel genio che crea capolavori, a cui l'Altissimo darà gloria e immortalità, è Mozart bambino prodigio, spontaneo, irrazionale, orgoglioso ma anche dissacratore delle regole e a volte volgare, interpretato da un bravo e giovane Lorenzo Gleijeses perfetto nei panni del suo personaggio. Gli atteggiamenti, le stravaganze, la mimica che accentuano l'ingenuità, la fragilità ma soprattutto le paure e le angosce del musicista sono perfette e raggiungono il culmine nel secondo potente atto. Roberta Lucca, moglie di Mozart, è credibile e raffinata anche in quei comportamenti del suo personaggio, liberi e non sempre adeguati alla sua classe sociale, e tutti gli altri validi attori, attorno ai protagonisti, contribuiscono a creare le atmosfere di una corte falsa e intrigante.
Andrei Konchalovsky magistralmente coglie e realizza tutte le sfumature dell'attesa per una conclusione agghiacciante in una scenografica visione da incubo, la cui intensità è sostenuta dalla perfetta sospensione di luci e ombre, in cui si consumerà il dramma dell'opera. In un arredo essenziale, damascati, crinoline e parrucche del '700, sobrie e perfette, aiutano a creare l'ambiente in cui il regista guida e armonizza le vicende dei personaggi nel susseguirsi delle scene.
- Angelelli Mirella -
_KIROLANDIA®_
GEPPY
GLEIJESES LORENZO GLEIJESES
AMADEUS
di Peter Shaffer
traduzione di Masolino
D’Amico
regia
ANDREI
KONCHALOVSKY
con
Giulio Farnese Gianluca
Ferrato
Roberta
Lucca Giuseppe Bisogno
Anita
Pititto Elisabetta Mirra Agostino Pannone
Brunella
De Feudis Dario Vandelli
scenografo
realizzatore Roberto Crea
costumi
Luigi Perego
movimenti
coreografici Ramune Chodorkaite
artigiano
della luce Luigi Ascione
elaborazione
musiche Matteo D’Amico
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personaggi e
interpreti
Antonio Salieri Geppy Gleijeses
Wolfang Amadeus Mozart Lorenzo Gleijeses
Costanze Weber Roberta Lucca
Imperatore Giuseppe II Giulio Farnese
Conte Johann Von Strack Giuseppe Bisogno
Conte Franz Orsini-Rosenberg
Gianluca Ferrato
Barone
Gottfried van Swieten Anita Pititto
Valletto e cuoco Salieri Brunella De Feudis
Kappelmeister Giuseppe
Bonno Brunella De Feudis
Katerina Cavalieri Elisabetta Mirra
Venticelli Elisabetta
Mirra Agostino Pannone Dario Vandelli