Recensione critica dello spettacolo "Gli amici degli amici" di Franca De Angelis, regia di Christian Angeli.
Replica di martedì diciassette maggio duemilaventidue, Teatro Stanze Segrete - Roma.
E
se i fantasmi che albergano dentro e fuori di noi prendessero vita? Se le
coincidenze tra le nostre vite non fossero solo coincidenze?
Eccomi
ad assistere ad un nuovo lavoro firmato dall’illustre quanto prolifica penna di
Franca
De Angelis, GLI AMICI DEGLI
AMICI tratto dall’omonimo
racconto di Henry James, diretto dal visionario
Christian
Angeli con un eccellente cast
composto da Patrizia Bernardini, Anna
Cianca e Francesco Polizzi.
Lo
dico da subito, in simili casi le aspettative sono gigantesche e prima di trovare
posto in platea si ha il timore della disillusione così l’occhio ipercritico
s’aguzza pure di più.
Ma
signore e signori, GLI AMICI DEGLI AMICI,
in scena proprio in questi giorni di un insolito rovente maggio al Teatro
Stanze Segrete di Roma, è senza alcun dubbio un eccellente
spettacolo che mi sento di consigliarvi dal principio della mia riflessione, è
un complesso thriller psicologico che vi incollerà alla sedia fino all’ultima
battuta tanto da non farvi minimamente pentire di averlo scelto per la vostra serata
a teatro. Ci tengo, però, ad aggiungere immediatamente qualcos’altro, non vi
aspettate quel tipo di messa in scena che non fa lavorare il cervello, dovrete impegnarvi
anche voi con la vostra mente, affinarvi, comprendere, entrare dentro la storia,
le storie, le possibilità, gli incastri, non sarà troppo difficile perché è
tutto molto ben congegnato ma ci saranno attimi in cui dovrete rimaneggiare la
vostra idea, in parte o del tutto, e alla fine, dopo i tantissimi applausi, forse
anche voi, appena usciti, rimarrete sospesi tra le tante domande e possibilità.
Partiamo
come sempre dalla trama, e già ci sarebbe molto da scrivere perché una narrazione
fatta di narrazioni, di sottili tratti che s’intrecciano, di visioni che
s’inseguono, di vite che ritornano, di apparizioni, di incontri mancati, di
paure, di solitudini, di sospensioni nel tempo e di improvvise premonizioni
avvolte nella fitta nebbia dell’essere, non si presta di certo alla rapida sinossi.
Ognuno di noi, e di questo ne sono certo, la penetrante pièce GLI AMICI DEGLI
AMICI la potrebbe raccontare in modo diverso, perché potrebbe intrappolare uno,
alcuni, molti percorsi e non è detto che non debba essere pronto a modificarli
dopo una notte passata a ripensare alle molteplici linee parallele che si sviluppano,
si interrompono e si riprendono, mantenendo sempre costante il filo della
logica.
Londra,
fine Ottocento, un’esuberante Lei incontra ad una grande festa di Capodanno un interessante
Lui, ma c’è qualcosa che… e mentre loro parlano fitto fitto e si conoscono, si
appropinquano alcune strane coincidenze e quindi perché non pensare di presentare l’intrigante tipo alla propria migliore amica che ha molto in comune con Lui, e
qui alcuni fantasmi sono già apparsi, sia quelli che stanno fuori che quelli
che si trovano dentro. I tentativi per creare questo sempre più anelato
incontro sono molteplici, così passano i giorni? No, passano addirittura gli
anni mentre anche il mondo, nel limitare del secolo scorso, va cambiando, le idee
vanno cambiando, le anime vanno cambiando e quei due promessi conoscenti ancora non si incontrano, ma siamo sicuri che sia proprio tutto reale? Nel
frattempo sempre Lei, inizia a raccontare la sua vita ad uno psicanalista e
lentamente comincia a svelare se stessa, ma anche il dottore, con occhialetti alla Jung,
si trova a raccontarsi e qui, tra cambi di tempo e di punti di vista, arrivano ulteriori
coincidenze. Passato e presente si uniscono, si scambiano, s’inseguono tra i presagi
del futuro. Poi c’è l’amore, sia quello che sta nascendo che quello che sarebbe
potuto nascere, quello che è nato, quello che forse anche con e tra i fantasmi può
nascere, può rivivere tra i vivi e tra i morti, anche tra quelli che sopraggiungono
improvvisamente dal profondo.
Gli
spunti per entrare dentro le vicende sono moltissimi, la scrittura di Franca De Angelis ti cattura, è fatta di
spirali, parabole, ancora più, iperboli, sono sensate elucubrazioni disseminate di indizi, di segnali, di predestinazioni strutturate tra parole che
si ricorrono al fine di comporsi in ambigue soluzioni. Il bravo Christian Angeli è un’illusionista che maneggia
questo reticolato di interiorità ed esteriorità strutturando una regia molto nitida
ma al tempo stesso disseminata di visioni, di ulteriori simboli e non priva di
sapienti colpi di teatro, di apparizioni che creano aggiuntivi spunti che fanno
andare il pensiero oltre l’apparenza.
Gli
attori sono tutti molto bravi e riescono ad entrare ed uscire dai loro
personaggi recitando, cantando, intessendo le vicende senza mai perdere i fili
delle varie interpretazioni, a loro vanno altri miei ripetuti applausi per la
grande capacità nel sostenere una prova decisamente molto complessa. Mi
perdoneranno, però, i validi Patrizia Bernardini e Francesco
Polizzi, se aggiungo, senza nulla togliere a loro, che a sorprendere,
per lucidità espressiva e densità interpretativa, fatta anche di impercettibili
accenti e continui cambi di tonalità espressiva è Anna Cianca che si conferma, ancora una volta, attrice decisamente eccellente.
Andate
senza alcuno indugio al Teatro Stanze
Segrete sarebbe un peccato privarvi, e privare anche i fantasmi che sono
dentro e intorno a voi, della visione de GLI AMICI DEGLI AMICI.
Andrea
Alessio Cavarretta -
_KIROLANDIA®_
Per l’immagine a corredo si ringrazia Christian Angeli
GLI AMICI DEGLI AMICI
di Franca De Angelis
dal racconto omonimo di Henry James
Con Patrizia Bernardini, Anna Cianca, Francesco Polizzi
Regia di Christian Angeli
www.teatrostanzesegrete.it