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giovedì 1 dicembre 2022

KIROSEGNALIAMO dal 29 novembre al 4 dicembre 2022

   K-news    

Kiri, proseguono per questa stagione 2022-2023 le KIROSEGNALAZIONI di KIROLANDIA blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale. Ogni settimana, sulla base delle tantissime proposte giunte in redazione, selezioniamo per voi alcuni eventi da seguire a Roma con un veloce sguardo fuori porta e qualche anticipazione sugli eventi successivi.
Potete inviarci i vostri Comunicati Stampa ad una delle nostre email kiroalndia@gmail.com - info@kirolandia.com. Scriveteci e raccontateci delle vostre iniziative.
 
Vi ricordiamo che i suggerimenti di Kirolandia sono tripli!!!
Non solo qui nel blog ma anche attraverso le KIROSOCIALNEWS, lanci direttamente dai nostri social: Facebook, Twitter, Instagram e Linkedin. A beve riprenderà anche la trasmissione radiofonica, "#doyoudream kirolandia on air" su Radio Godot, e con lei anche la diffusione del KIROEVENTO DA SOGNO della settimana!
Seguite sempre gli hashtag #kirosegnalazioni #kirosocialnews #kiroventodasogno e scoprirete i selezionatissimi suggerimenti dei Kiri di Kirolandia!
 
Dunque per sognare con voi...

TEATRO
 
NOVITÁ
 
TITOLO
Associazione Culturale Teatro Trastevere
presenta
HOPPER MODE
di Marco Andreoli
 
con Almerico Cavallo / Antonio Ciaffone / Cecilia De Angelis / Eleonora Presta / Erica Fusini / Federica Fidaleo / Federico Paci / Gabriele Passaro / Roberto Biocco / Simone Di Pascasio / Valentina Di Odoardo
messa in scena Antonio Sinisi
musiche originali Cristiano Urbani
costumi e oggetti Claudia Fonti
scenotecnica Stefano Pietrini
produzione VLAT X [ fb.me/vialiberaalteatro ]

DOVE e QUANDO
TEATRO TRASTEVERE - Roma
Dal 30 novembre al 4 dicembre 2022, feriali ore 21.00 e festivi ore 17.30


DETTAGLI
Hamblin, Smith, Branson, Bennett sono un gruppo di famiglie che compone una comunità in una periferia ideale degli Stati Uniti anni 60. Nella piccola e tranquilla cittadina americana il tempo sembra essersi fermato. Le vite degli abitanti scorrono con una naturale quotidiana armonia, alle prese con i problemi del lavoro, domestici e adolescenziali. Ma tutto forse non è come sembra e l'arrivo di un forestiero porta ad affiorare un qualcosa. Come in un quadro di Edward Hopper sembrano vedersi solitudine e finestre. Silenzio. Luce. Geometrie. Sguardi infiniti. È veramente tutto normale?
 
Lo Spettacolo
Hopper Mode è un interno guardato dallesterno e un esterno guardato dallinterno. È un lavoro complesso dove sintrecciano diversi dispositivi: quello testuale, quello ambientale, la scena e i costumi, quello dei corpi che abitano lambiente ovvero lo spazio del teatro tutto, chi vivendolo, chi guardandolo seduto in platea.
Poi c’è Hopper, non ultimo ovviamente rispetto a questo lavoro. Sulla scena non c’è nessun tentativo di riproduzione dei quadri dellartista americano. C’è, tuttavia, una ricerca, una eco che vuole rendere viva la luce. Quella luce che Hopper stesso ha reso protagonista in molti suoi quadri. Sia nel nostro lavoro che nei quadri si parla di un americanità degli anni 60, dove non ci sono eroi e tantomeno eroine, tutto incentrato su una comunità che vive in una periferia ideale vissuta da gente vera.
Se nei quadri di H. la presenza umana è accessoria, nello spettacolo i personaggi combattono per uscire dal quadro scenico. È molto strano lavorare sul realismo senza occuparsi realtà come faceva H. È molto strano dar voce a dei personaggi di H. quando tutti i suoi dipinti sono narrazioni interrotte.
Presenza e assenza sono lo stesso unico mistero, attraverso cui fiorisce il colore, in cui la forma respira scrive Yves Bonnefoy su Edward Hopper. La Fotosintesi dellEssere”.
Il segno fine a se stesso, che in scena si sviluppa su una terra che si sta disfacendo è l’esplorazione che parte da Hopper Mode.
 
Cit. Antonio Sinisi
 
NOTE SUI COSTUMI
Hopper ci racconta una luce che determina forme e risalta colori. La ricerca sul costume per Hopper Mode parte dalla volontà di ricreare una tavolozza d'artista dove tinte monocromatiche si mescolano dando vita a nuove sfumature. Il costume privo e privato di orpelli e fantasie è ridotto al minimo, un minimo che possa raccontare e rintracciare i legami tra i vari personaggi, ultimo scampolo di speranza, al di là della solitudine e disintegrazione dei rapporti umani raccontata nel lavoro dellartista.
 
Cit. Claudia Fonti
 
ALTRE INFORMAZIONI
Biglietto:  intero 13€ , ridotto 10€ (prevista tessera associativa)
CONSIGLIATA PRENOTAZIONE
 
Teatro Trastevere Il Posto delle Idee
via Jacopa de' Settesoli 3
 
Contatti: 065814004  info@teatrotrastevere.it
 
www.teatrotrastevere.it
 
media partner: kirolandia
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NOVITÁ
 
TITOLO
I VETRI BLU &TEATROSOPHIA
Presentano
APPUNTAMENTO A LONDRA
Di Mario VargasLlosa
Con
Enzo Piscopo e Guido Lomoro
Regia di Ilenia Costanza
Musiche originali di Lorena Vetro
luci di Gloria Mancuso
Produzione
Vetri Blu e Teatrosophia
 
DOVE e QUANDO
TEATROSOPHIA- Roma
Dal 30 novembre al 4 dicembre, da mercoledì a sabato ore 21:00_domenica ore 18:00


DETTAGLI
Da mercoledì 30 novembre a domenica 4 dicembre, a Teatrosophia, in via della Vetrina (Piazza Navona) a Roma, debutta APPUNTAMENTO A LONDRA, del Premio Nobel per la Letteratura Mario VargasLlosa.
 
Prodotto da I Vetri Blu e Teatrosophia, vede in scena Enzo Piscopo e Guido Lomoro, con la regia di Ilenia Costanza e le musiche originali di Lorena Vetro.
 
La pièce, raramente rappresentata in Italia, è la storia dell’incontro, in un noto albergo londinese, tra un ricco uomo d’affari peruviano e una donna, che si presenta come la sorella del suo vecchio amico d’infanzia, sparito in adolescenza per ragioni mai svelate.
I due si raccontano, in un susseguirsi di colpi di scena, mentre la vera identità della donna si fa sempre più ambigua, inquietante, forse fantasmatica.
 
Un thriller sottile, insinuante: un gioco pericoloso che, come uno specchio magico, rivela ai personaggi (e al pubblico!) verità scomode, sepolte nei meandri più reconditi dell’anima, mostrando loro quanto si reciti, come ci si travesta, mentendo ogni giorno, per creare un’altra vita; quell’altra vita che inventiamo, perché non possiamo viverla davvero.
Ma la notte viene per i sogni; viene a rompere la schiavitù dell’esistenza quotidiana, per darci asilo nella fantasticheria, verso avventure più stuzzicanti di quelle che la vita reale ci consente.
 
In un’atmosfera onirica, a tratti pervasa dai ritmi gioiosi e sensuali del Vals criollo sudamericano, ha luogo un duello tra la finzione e la vita, in cui l’affondo, come piace all’autore, è del tutto paradossale.
 
Al termine dello spettacolo, il consueto aperitivo offerto da Teatrosophia.
 
ALTRE INFORMAZIONI
Biglietti: Intero: 14 €+4 € per tessera associativa
Ridotto: 11 € +4 € per tessera associativa
 
INFO & PRENOTAZIONI
Tel: 06 68801089 / 3533925682
info@teatrosophia.com
 
via della Vetrina, 7 – Roma
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NOVITÁ
 
TITOLO
Associazione culturale ORIZZONTI ARTISTICI
Con il patrocinio di U.N.A.Sa.M – odv UNIONE NAZIONALE DELLE ASSOCIAZIONI PER LA SALUTE MENTALE
presenta
ANDREA LINTOZZI e SABRINA MARTINA
in
WORLD BUILDERS
di JOHNNA ADAMS
Regia di RICCARDO D’ALESSANDRO
Scene e costumi di NICOLA CIVININI
Traduzione ENRICO LUTTMANN
 
DOVE e QUANDO
TEATRO LO SPAZIO – Roma
Dal 1 al 4 dicembre 2022 - dal giovedì al sabato ore 21.00 - domenica ore: 18:00

 
DETTAGLI
Debutto nazionale
SINOSSI
Whitney e Max sono due giovani ragazzi e soffrono di disturbo schizoide di personalità. Vivono nel profondo delle loro realtà immaginate: una espansiva e fantasiosa, l'altra oscura e brutale. Per liberarsi da queste visioni e diventare membri funzionali della società, si imbarcano in una sperimentazione clinica di farmaci che potrebbe cancellare questi mondi per sempre. Ma sono davvero in grado di lasciarsi alle spalle le loro fantasie? In un'epoca medicata in cui la nostra immaginazione è colonizzata dai mass media, come facciamo a sapere quando la felicità è reale? Quando le pillole iniziano a funzionare, si innamorano. Ma amare una persona funziona davvero distruggendo due mondi interi?
NOTE DI REGIA
Portare in scena World Builders di Johanna Adams significa innanzitutto condividere con il pubblico italiano un testo teatrale molto intenso e ingiustificatamente poco conosciuto, che ha calcato le scene newyorkesi con un grande successo di pubblico e critica. Max e Whitney, i protagonisti di questo viaggio di formazione, o più appropriatamente di omologazione, sono lo specchio di come tendiamo ad affrontare la diversità oggi, dimenticandone la portata di gioia e di energia vitale. Ho scelto di rappresentare questa commedia per mostrare quanto di poetico e magico ci sia nella visione “altra”, sposando appieno le parole con cui la critica l’ha accolta: questo lavoro mette in seria discussione tutto ciò che presumiamo di sapere sulla malattia mentale e la sua supposta anormalità, permettendoci di sperimentare una visione più ampia che abbraccia gamme cromatiche ed emotive inaspettate.
La nostra cultura considera la malattia mentale una cosa inequivocabilmente negativa. Un disturbo che dovrebbe essere debellato. Ciò ignora il fatto che la maggior parte dei nostri artisti più famosi lotta con la malattia mentale. Può essere una fonte di grande bellezza, ispirazione e saggezza. Questa commedia esplora la malattia mentale da quell'angolazione. Per celebrare le possibilità e la gioia che a volte si possono trovare nel mezzo della tragedia di una grave malattia mentale. Può essere una benedizione così come una maledizione. Questo gioco si occupa di questo fatto. E cerca di portare il pubblico con alcuni dei doni vividi, meravigliosi e terribili che può darti essere pazzo.
In questo progetto teatrale si esplora il disturbo schizoide di personalità. Le domande in questa commedia sono: "La malattia mentale è davvero così grave?" "A che punto la malattia mentale è produttiva o addirittura superiore alle normali interazioni nel mondo?" "Chi ha il permesso di fare quella chiamata di giudizio?" “Il paziente può dire: 'Non sto soffrendo. Mi sto godendo la mia malattia mentale'?" A che punto diventa un comportamento ovviamente malsano e folle? C'è una certa validità in quel tipo di argomento. I personaggi stanno esplorando questo concetto. Non si preoccupano delle loro malattie mentali. Imparare a convivere con qualcosa come un disturbo bipolare significa cercare il positivo.
 
ALTRE INFORMAZIONI
Biglietti: 15 euro – ridotto: 12 euro
(bar aperto per aperitivo dalle 19.00)
 
Teatro Lo Spazio
Via Locri 43, Roma
informazioni e prenotazioni
339 775 9351 / 06 77204149
info@teatrolospazio.it
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NOVITÁ
 
TITOLO
GIULIO
liberamente ispirato al Giulio Cesare di W. Shakespeare
di Aleksandros Memetaj e Yoris Petrillo
con Beatrice Fedi, Caroline Loiseau, Fabio Pagano, Guido Targetti, Valerio Riondino e Umberto  Gesi
scene Federico Biancalani realizzate da Marco Uliveri e Vittorio Cavallini
costumi Elena Ciciani
luci Piermarco Lunghi
produzione Anonima Teatri
con il sostegno di Twain Centro di Produzione Danza, Dance Project Festival
con il contributo di Regione Lazio Spettacolo dal Vivo
 
DOVE e QUANDO
SPAZIO ROSSELLINI/ATCL Circuito Multidisciplinare Del Lazio - Roma
Dal 2 al 4 dicembre 2022, venerdì e sabato ore 21.00 - domenica ore 18.00


DETTAGLI
Venerdì 2 e sabato 3 dicembre alle ore 21:00 e domenica 4 dicembre alle ore 18:00 allo Spazio  Rosselini di Roma (Via della Vasca Navale, 58) all'interno della Stagione 2022 di ATCL - Circuito  Multidisciplinare del Lazio, Anonima Teatri presenta lo spettacolo GIULIO, nuova  produzione di Aleksandros Memetaj e Yoris Petrillo liberamente ispirata al Giulio Cesare di W.  Shakespeare.
Tre giorni alle Idi di marzo. Mentre Bruto e Cassio tessono le redini della congiura ai danni di Cesare,  Giulio, un giovane ciabattino al servizio di Bruto, si ritrova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il  ciabattino ha la possibilità di salvare la vita di Cesare, ma questo significa rischiare la propria. Potrebbe  fuggire ma non lo fa. Messo alle strette da Bruto e Cassio, tradito da Porzia, affronta il suo destino, che  ormai è pericolosamente legato a quello di Cesare. Giulio porta con sé una domanda fondamentale: e
se tutto fosse semplice? Se l’unica regola da seguire in una società democratica fosse composta solo  da tre parole: fare i bravi?
“GIULIO”, ripercorre gli ultimi tre giorni di vita di Caio Giulio Cesare, visto dalla prospettiva di Giulio,  servo di Marco Giunio Bruto, giovane ciabattino che sogna di diventare un uomo libero e che per questo  suo sogno diviene uno strumento dimenticato di una storia già scritta. Uno spettacolo per 6 performers  su un linguaggio che spazia dal teatro fisico, alla danza contemporanea, al teatro civile, con un lavoro  congiunto tra corpo, voce, testo, movimento e ritmica.
Tutti i personaggi che ruotano attorno a Giulio (Bruto, Cassio, Porzia, Caio Giulio Cesare, Antonio) sono  bloccati da forme diverse di schiavitù. Agiscono per invidia, insicurezza, gelosia, brama di potere,  sfiducia nel prossimo ed avarizia. Sono le dinamiche personali, individuali, sono i desideri più profondi  dell’animo umano a spingere in avanti la tragedia e a definire le azioni politiche di ieri e di oggi. In questa  giostra infernale si muove Giulio, un personaggio storicamente mai esistito, un ragazzino, un servo,  l’unico personaggio libero presente nella storia. L’opera si può intendere come un trionfo della libertà,  una vittoria del bene sul male. La fine tragica del ragazzo diventa infatti il motore che veicola il  messaggio di Giulio fino alle orecchie e allo stomaco del pubblico: “Fare i bravi”, agire per il bene del  prossimo e non contro di esso.
 
ALTRE INFORMAZIONI
Via della Vasca Navale, 58 00146 – Roma
Per info: Tel. 06 4542 6996 - 345 297 8091
info@spaziorossellini.it - spaziorossellini.it
Prenotazioni: Tel. 340 650 9077 - anonimateatri@gmail.com
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MUSICAL
 
NOVITÁ
 
TITOLO
ALESSANDRO LONGOBARDI
presenta
 
LORELLA CUCCARINI Gothel
RAPUNZEL il musical
SILVIA SCARTOZZONI Rapunzel
RENATO CRUDO Phil
musicheoriginaliDAVIDE MAGNABOSCO, ALEX PROCACCI, PAOLO BARILLARI
MAURIZIO SEMERARO Re/Polifemo/Popolano
ROSSELLA CONTU Regina/Guardia
MATTIA INVERNI Segugio/Macellaio/Popolano
GIACOMO MARCHESCHI Cantastorie/Igor/Popolano/Guardia
ANDREA SPATA Capitano/Milord/Popolano
MARTINA LUNGHIRosa/ Locandiera/Popolana/Guardia
MATILDE PELLEGRI Spina/Nutrice/Popolana
ALFONSO MOTTOLANobile/Popolano/ Guardia/Brigante
JONATHAN GUERRERO Bambino/Gamba Di Legno/Ciambellano/Popolano
ELEONORA PELUSO Bambino/Popolana/Guardia
CARLOTTA SIBILLA Bambina/Popolana/ Brigante/Guardia
YLENIA TOCCO Bambina/Popolana/Guardia
ERIKA MARINIELLO Popolana
IVAN TRIMARCHI Druido/Popolano/Guardia
ELEONORA SEGALUSCIO Nobile/Popolana
TERESA MORICI Rapunzel Bambina
nelle repliche per le scuole in matinée il ruolo di Gothel sarà interpretato da Rossella Contu
e il ruolo della regina da Eleonora Segaluscio
nelle repliche per le scuole in matinée il ruolo di Gothel sarà interpretato da Rossella Contu
e il ruolo della regina da Eleonora Segaluscio
nelle repliche per le scuole in matinée il ruolo di Gothel sarà interpretato da Rossella Contu
e il ruolo della regina da Eleonora Segaluscio
scene ALESSANDRO CHITI|costumi FRANCESCAGROSSI|suono FRANCO PATIMO
direzione musicaleearrangiamenti DAVIDEMAGNABOSCO|coreografie RITAPIVANO
effetti di magia ERIX LOGAN| effetti speciali aerei MAX MARTINELLI
direttore di produzione CARLO BUTTÒ |direzione artistica ALESSANDRO LONGOBARDI
aiuto regia MANUELA SCRAVAGLIERI | assistente di produzione VALERIA SERRAINO
assistente coreografo FRANCESCO SPIZZIRRI | vocal coach/cori ALEX PROCACCI
direttore di scena ALESSANDRO CATALANO| capo macchinista CRISTIAN CARCIONE
macchinista ANDREA BECCHETTI | macchinista PASQUALE BERTUCCI
datore luci CHRISTIAN ANDREAZZOLI / MATTEO RUBAGOTTI|elettricista SERGIO SALES
fonico di sala FRANCO PATIMO | microfonista FABIO RIVELLI
trucco Micol Bartoluccisarta| FRANCESCA GROSSI
realizzazione Costumi SARTORIA TEATRO BRANCACCIO
realizzazione scenografia SHAPER SCENE/SCENARIO|impianto audio e luci SUONO E LUCI
realizzazione video MAATVISUAL&MAPPING | trasporti EMANUELE FRAGARIA
foto di scena MASSIMILIANO FUSCO | foto di copertina Cuccarini CLAUDIO PORCARELLI
foto di copertina DAVIDE MUSTO | videomaker DEBORA MANZO
coordinamento comunicazione e concept grafico LIVIA CLEMENTI |grafica MARCO SPADONI
ufficio stampa SILVIA SIGNORELLI COMUNICAZIONE E SERVIZI
press & digital Pr BARBARA CASTIELLO| pianificazione media MONICA CANNISTRARO
 
scritto e diretto da MAURIZIO COLOMBI
Produzione VIOLA PRODUZIONI
 
DOVE e QUANDO
TEATRO BRANCACCIO - Roma
2 DICEMBRE 2022 – 8 GENNAIO 2023

 
DETTAGLI
La seconda edizione di Rapunzel il Musical debutterà il prossimo 2 dicembre al Teatro Brancaccio. 
Questo spettacolo ha avuto un ruolo importante nella recente storia del centro di produzione teatrale, sotto l’egida di Viola produzioni. È di fatto la sua genesi.
Nel maggio del 2014 Alessandro Longobardi conobbe Maurizio Colombi regista, autore milanese che stava sviluppando un nuovo progetto. Da quell’incontro, in un bar vicino alla stazione di Milano, si pose il seme che diede i suoi frutti, come il ritorno della splendida Lorella Cuccarini in teatro, la nascita del Centro di produzione sopra citato e della squadra di professionisti che mise la sua sede operativa nel prestigioso Teatro Brancaccio e nel nascente spazio Impero, ove furono realizzate nel tempo sale prova e un’accademia di teatro.
E poi  l’amicizia, nel lavoro e nella vita, dei due propulsori del progetto Rapunzel il musical ovvero Colombi e Longobardi; quest’ultimo, che dal 2012 aveva diretto  le prime due stagioni del Teatro Brancaccio,comprese che il passaggio verso la produzione di grandi spettacoli popolari era obbligato, sia per quadrare la gestione economica del teatro Brancaccio che per dare un  senso compiuto a quel lungo e periglioso viaggio intrapreso nel 2001 per creare una filiera produttiva ove programmazione, produzione e distribuzione convivessero.
Nel 2020 il Covid, devastante per il settore dal vivo,congela questa realtà. Oggisi ripete la sfida per riportare gli spettatori in teatro.
 
Si conferma il gruppo creativo della prima edizione del 2014, che mantiene intatta la sua armonia e dà valore alla  tradizione delle esperienze artistiche e artigianali nostrane.
Rapunzel il musical tutto italiano, scritto da un gruppo di autori diretti da Maurizio Colombi, è una versione della celebre fiaba dei fratelli Grimm che viene rielaborata trasformando Gothel, sorella di Grethel e matrigna di Rapunzel, in protagonista principale e trasponendo tutta l’opera nel genere musical. Dopo il successo delle recite romane, lo spettacolo iniziò il tour tra i principali teatri italiani per due strepitose stagioni, diventando a buon diritto un classico del musical, amato da grandi e piccini e acclamato da più di 150.000 spettatori.
 
Ad otto anni dal suo primo debutto,questo family show guarda alle nuove generazioni, le quali mai come adesso nel post Covid hanno bisogno di tornare a vivere le emozioni di un grande spettacolo dal vivo, da condividere con la proprie famiglia e gli amici. Rapunzel il musical cattura l’attenzione degli spettatori di ogni età per vivere, cantare e ridere tutti insieme.
 
Ecco di seguito i protagonisti di questa seconda edizione:
Lorella Cuccarini è la protagonista assoluta nel ruolo della perfida Gothel, scaltra e affascinante matrigna di Rapunzel.
Silvia Scartozzoni è la dolce Rapunzel, che crescendo mostrerà il suo carattere e troverà il suo amore Phil; Silvia- già al fianco di Lorella Cuccarini ne “La Regina di Ghiaccio il musical” nel ruolo della strega Nebbia - è un soprano di grande talento.
Renato Crudo - oramai un beniamino del pubblico del Teatro Brancaccio avendo interpretato il ruolo di “Abdul” e del narratore in “Aladinil musical geniale” e di “Toto” nell’ultima edizione di “Aggiungi un posto a tavola” – tenoreeccellente, sarà Phil il ladro scanzonato e giocherellone dal cuore generoso, che si innamorerà di Rapunzel.
Le musiche e i testi delle canzoni sono originali e composte da Davide Magnabosco, Alessandro Procacci e Paolo Barillari: 19 brani coinvolgenti come la “Rapunzel Dance”, romantici come “Dove Sarai” ed emozionanti come “Una suite a 5 stelle”.
La direzione musicale è di Davide Magnabosco.
Il progetto scenografico è di Alessandro Chiti che rilegge in chiave modernale ambientazioni della fiaba medievale. L’impianto scenico si compone di oltre 15 quadri in continuo movimento grazie al lavoro esperto, dei tecnici. Gli effetti speciali arricchiscono di stupore l’intero spettacolo lasciando sognare gli spettatori. Dopo aver varcato la soglia del teatro si entra in un immaginario fantastico, per vivere l’avventura di Rapunzel il musical.
Ogni ambientazione ha bisogno dei suoi costumi ed è proprio Francesca Grossi ad aver ideato e realizzato, tramite la sartoria in-house del Teatro Brancaccio, quel segno che aggiunge ai personaggi una dose di personalità.
Così come le coreografie e i movimenti corali firmati da Rita Pivano rendono lo spettacolo dinamico e divertente,determinando il successo del ensemble.
La cifra stilistica che Maurizio Colombi usa dare ai suoi spettacoli, è nota e richiama la sua passione per l’effetto “cartoon”, ripreso nei costumi, nel trucco, nelle coreografie e anche in alcuni momenti recitativi come nella mimica degli attori - caratteristi. Gran parte dei recitati sono accompagnati e ritmati da effetti sonori suonatidal vivo da tastiere e percussioni.
Nello spettacolo viene realizzata anche una sorta di “double fiction” in teatro, dove i personaggi reali sul palco si trasformano in disegni animati in video, in un continuo scambio tra realtà e animazione.
  
Il cast artistico è formato da 19 attori performer, ballerini, acrobati, cantanti.
Maurizio Semeraroè il Re e Polifemo, il capo dei briganti, già interpretato nella prima edizione.  Anche lui beniamino del pubblico del Brancaccio dopo essere stato Jafar in “Aladin il musical geniale”; Rossella Contu è la regina Grethel, madre di Rapunzel; Andrea Spatainterpreta il ruolo del capitano delle guardie e di Milord, consigliere del re.
 
Nella rivisitazione della celebre fiaba, Colombi ha previsto l’inserimento di alcuni personaggi assolutamente inediti e creati per questa versione, tra questi la guardia reale “Segugio”, dalle fattezze canine (Mattia Inverni), che si esprime solo in Grammelot; “Rosa e Spina” (Martina Lunghi e Matilde Pellegri) i due fiori parlanti con cui Rapunzel può confidarsi quando è rinchiusa nella torre; lo specchio “Spiegel” che riflette la coscienza di Rapunzel e dà voce ai suoi desideri.
Come in tutte le fiabe non possono mancare i briganti, le guardie, i popolani e soprattutto la figura del cantastorie, interpretato da Giacomo Marcheschi.
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MUSICA
 
CONCERTI

NOVITÁ
 
TITOLO
CAMERA MUSICALE ROMANA
“A Maria, al Bambino, alla pace”
in collaborazione con
Luogo Art Event
e
Fondazione Bioparco di Roma
Direzione artistica di Elvira Maria Iannuzzi
Eseguono:
CORO DI VOCI BIANCHE VOCES ANGELORUM
CORO GIOVANILE WITH US
Camilla Di Lorenzo, direttore
Marzia Mencarelli, pianista
 
DOVE e QUANDO
SALA DEI LECCI -  BIOPARCO - Roma
4  dicembre 2022, 18.30


DETTAGLI
Musiche di
G. P. da Palestrina, A. Willaert, O. Dipiazza, O. Di Lasso, G. Castagna, H. W. Ledbetter, L.S.Bailey, M. Leontovyč, Sant’Alfonso Maria De Liguori
Musiche di
 
G. P. da Palestrina, A. Willaert, O. Dipiazza, O. Di Lasso, G. Castagna, H. W. Ledbetter, L.S.Bailey, M. Leontovyč, Sant’Alfonso Maria De Liguori
 
Programma
Noel nouvelet (trad. francese, arr. P. Caraba)
Nanita nana (trad. sud america)
Acqua (testo di G. D’Annunzio, musica di T. Visioli) brano segnato in LIS
Sumer is icumen in (Anonimo XIII sec.)
Evening rise (trad. Nord America)
Bo yavo haboker (J. Hadar, B. Schweitzer)
Christi geburt (M. Bruch)
 
Intermezzo corale dei Piccoli Cantori
Ave Regina Coelorum (G. P. da Palestrina)
Regina Coeli (A. Willaert)
Tota Pulchra (O. Dipiazza)
Canzon, se l’esser meco (O. Di Lasso, testo di F. Petrarca)
Piovonmi amare lagrime dal viso (G. Castagna, testo di F. Petrarca)
Bring me little water, Silvy (Huddie W. Ledbetter, arr. M. Smiley)
Sing ding a ding a dong (L.S.Bailey)
Carol of the bells (M. Leontovyč)
 
La figura di Maria, donna e madre, viene accarezzata e raccontata da stimabili compositori rinascimentali e contemporanei; la nascita del Bambino fa scaturire canti di speranza e di pace, che inneggiano a Dio, che raccontano il tintinnio natalizio delle campane; il desiderio di novità presente porta ad apprezzare proposte musicali provenienti da vari paesi, non necessariamente natalizie ma senz’altro accomunate dal criterio della varietà ritmica e stilistica; fiore all’occhiello di tale programma, alcune composizioni corali su testi di autori come Petrarca e D’Annunzio e la traduzione di alcuni canti in Lingua dei Segni, la lingua che permette alle persone sorde di comunicare senza difficoltà e che si configura in questo caso come una danza di giovani mani bianche. Protagonisti: gli artefici del nostro futuro. I ragazzi.
 
ALTRE INFORMAZIONI
Ingresso pedonale villa Borghese, incrocio V. Le Aldrovandi, via Mercadante
 
BIGLIETTERIA IN LOCO
 
I biglietti si acquistano esclusivamente in loco al botteghino allestito dall’organizzazione e aperto al pubblico a partire da 90 minuti prima di ogni evento fino all’inizio delle performance.
 
Ingresso / Ticket € 15,00 - ridotto € 10,00 (riservato ai soci, ai minori di anni 18, agli over 65 e agli studenti universitari e di conservatorio purché muniti di libretto). Omaggio riservato ai bambini minori di anni 12
 
Servizio gratuito di prenotazione (vivamente consigliata)
 
Info e prenotazioni:
cameramusicaleromana@gmail.com
www.cameramusicaleromana.it
Tel.: +39 333 45 71 245/ 3498256457
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ARTE
 
MOSTRE
 
PROSEGUE
 
TITOLO
PASOLINI PITTORE
A cura di
Silvana Cirillo, Claudio Crescentini e Federica Pirani
 
DOVE e QUANDO
Galleria d’Arte Moderna di Roma
Dal 29 ottobre 2022 al 16 aprile 2023


 
DETTAGLI
Pasolini Pittore è un progetto espositivo esclusivo completamente inedito nel suo genere, ideato per i cento anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini (1922-1975), che intende riportare l’attenzione su un aspetto artistico rilevante, spesso trascurato dalla critica, nel contesto creativo complessivo dello scrittore e regista, a oltre quaranta anni dall’ultima antologica completa su Pasolini pittore, del 1978, tenutasi a Palazzo Braschi.
 
Il progetto,curato da Silvana Cirillo, Claudio Crescentini e Federica Pirani per la Galleria d’Arte Moderna di Roma dal 29 ottobre 2022al 16 aprile 2023, è promosso da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, “Sapienza” Università di Roma, Facoltà di Lettere e Filosofia, Dipartimento di Lettere e Culture moderne, Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux di Firenze, Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia (PN) e Fondazione Cineteca di Bologna, in collaborazione con l’Archivio Giuseppe Zigaina e l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura. Partner Tecnologico LIEU.city. Radio Partner Dimensione Suono Soft.
 
Comitato scientifico composto da: Silvana Cirillo (Docente “Letteratura italiana contemporanea”, Facoltà di Lettere e Filosofia, “Sapienza” Università di Roma); Claudio Crescentini (Storico dell’arte, Sovrintendenza Capitolina); Gianluca Farinelli (Direttore, Fondazione Cineteca di Bologna / Presidente, Fondazione Cinema per Roma); Gloria Manghetti (Direttrice, Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Firenze) e Federica Pirani (Storica dell’arte, Sovrintendenza Capitolina)
 
Oltre 150 opere, selezionate dal corpus della collezione del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux di Firenze, depositario della maggiore raccolta di opere dello scrittore e regista, ma anche dalla Fondazione Cineteca di Bologna, dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, per la prima volta in mostra fuori dalla locale Casa Colussi, dall’Archivio Giuseppe Zigaina, oltre che da collezionisti privati.
 
La mostra parte dagli inizi pittorici di Pasolini che vanno di pari passo con le prime prove poetiche in friulano. Ritratti e raffigurazioni di corpi, maschili e femminili, che ricreano una sorta di mappatura visiva della famiglia e delle amicizie di Pasolini. Presenti anche nature morte e paesaggi rurali friulani dal sapore fortemente intimista che, da altro punto di vista, quello tecnico, documentano l’eccezionale abilità artistica e la sperimentazione del pigmento messa in atto da parte del giovanePasolini.
 
Un’importante sezione sarà dedicata all’autoritratto e al ritratto, generi pittorici molto amati da Pasolini, in modo particolare il secondo conin esposizione quelli che potremmo considerare come i “ritratti dell’anima”. Quelli familiari – il cugino Nico Naldini, la madre Susanna, la cugina Franca– la serie legata ai protagonisti del mondo artistico di Pasolini – Giovanna Bemporad, Federico De Rocco, Giuseppe Zigaina – oltre a quelli del mondo cinematografico romano – Laura Betti, NinettoDavoli – con un’attenzione particolare ai ritratti dell’amico poeta Andrea Zanzotto.
 
Una riflessione a parteriguardairitratti di treprotagonisti del mondo culturale e artistico di Pasolini: Ezra Pound, Roberto Longhi e Maria Callas,chedanno vita a una “mostra nella mostra”, grazie ad un’attenta ricostruzione delle fasi di realizzazione e delle potenzialità d’investimento creativo e tecnico di Pasolini.
 
Altro focusinteressa la serie di ritratti dello storico e critico d’arte Roberto Longhi, Maestro riconosciuto da Pasolini fin dagli anni degli studi universitari a Bologna. In seguito,lo scrittore manifesta il proprio debito con Longhi dedicandogli Mamma Roma (1962) e, oltre 10 anni dopo, la recensione per «Tempo» (8 gennaio 1974) dell’antologia di saggi longhiani Da Cimabue a Morandi (Milano, Mondadori, 1973).
 
Focus speciale è dedicato al rapporto artistico e di amicizia fra Pasolini e Fabio Mauri, con una serie di disegni bolognesi degli anni Quaranta-Cinquanta, di cui alcuni per la prima volta in mostra grazie alla collaborazione con lo Studio Fabio Mauri Associazione per l'Arte L' Esperimento del Mondo, documenti essenziali della determinazione di un’amicizia, che è anche scambio continuo di idee e stili.
 
Una sezione della mostra è riservata al rapporto fra Pasolini e l’arte italiana del Novecento, attraverso l’esposizione di opere delle collezioni d’arte contemporanea della Sovrintendenza Capitolina (Galleria d’Arte Moderna, Museo Carlo Bilotti Aranciera Villa Borghese, Casa Museo Alberto Moravia, MACRO), con artisti di cui Pasolini ha fortemente apprezzato lo stile – Carlo Carrà, Filippo de Pisis, Giorgio Morandi, Mario Mafai, Scipione e Antonietta Raphäel ecc. – e altri artisti considerati per la loro novità estetica nel panorama italiano della metà del Novecento. Come Federico de Rocco, Franco Gentilini, Virgilio Guzzi, Renato Guttuso, Carlo Levi, Giacomo Manzù, Toti Scialoja, Lorenzo Tornabuoni, Renzo Vespignani, Giuseppe Zigaina, ecc.
 
Proveniente in esclusiva dalla Collezione di famiglia è esposta per la prima volta anche un’accurata selezione di opere d’arte contemporanea di proprietà di Pier Paolo Pasolini, con l’intento di sottolineare come certe passioni artistiche e stilistiche abbiano attraversato la vita e la pittura di Pasolini, così come i suoi scritti d’arte e le stanze delle sue diverse case romane, con opere di Massimo Campigli, Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Carlo Levi, Alberto Savinio, Andy Warhol, ecc.
 
A chiusura della mostra un minimo omaggio al “volto” di Pasolini, tramite una serie di ritratti storici realizzati, con vari stili e in tempi diversi, da Ennio Calabria, Renato Guttuso, Carlo Levi, Milo Manara, Mario Schifano e altri.
 
A contrappunto mediale una serie di fotografie di Sandro Becchetti, Mimmo Cattarinich, Vittorugo Contino, Aldo Durazzi, Ezio Vitale, oltre a documentari e film concessi dalla Fondazione Cineteca di Bologna, RAI Teche, RAI Cinema e Palomar, fra i quali: Carpaccio(1947),cortometraggio di Roberto Longhi diretto da Umberto Barbaro; Pier Paolo Pasolini. La Ragione di un sogno(2001), un appassionante e poetico film di Laura Betti e Pasolini, Il Corpo e la Voce(2015)film-documentario di Maria Pia Ammirati, Arnaldo Colasanti e Paolo Marcellini.
 
A corollario della mostra sarà organizzata una serie di incontri culturali, readings e proiezioni di compendio alle tematiche affrontate nella mostradal titolo “Pasoliniana. Intorno a Pasolini pittore”, a cura di Silvana Cirillo e Claudio Crescentini, che si svolgeranno presso la Galleria d’Arte Moderna. In tale contesto il Dipartimento di Lettere e Culture moderne della Facoltà di Lettere e Filosofia, “Sapienza” Università di Roma,ha in corso la realizzazione del “Progetto Pasolini” Convegno Internazionali di Studi, a cura di Silvana Cirillo e ClaudioCrescentini,sul rapporto fra scrittura, pittura e cinema.
 
Un'attenzione particolare è stata dedicata all'accessibilità: per le persone con disabilità visiva è stato progettato, in collaborazione con il Museo Tattile Statale Omero di Ancona, un percorso dedicato, dotato di disegni a rilievo e relative audio descrizioni. Saranno inoltre disponibili visite tattili gratuite, guidate da operatori specializzati.
 
Il catalogo è edito da Silvana Editoriale. Grazie alla collaborazione del Partner Tecnologico la mostra sarà visitabile dall’8 dicembre 2022 nel Metaverso di LIEU.city.
 
Promotori: Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; “Sapienza” Università di Roma, Facoltà di Lettere e Filosofia, Dipartimento di Lettere e Culture moderne, Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux di Firenze, Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia (PN) e Fondazione Cineteca di Bologna, in collaborazione con l’Archivio Giuseppe Zigaina.
 
Organizzazione Zètema Progetto Cultura
Radio partner: Dimensione Suono Soft
Partner tecnologico:  LIEU.city
 
ALTRE INFORMAZIONI
Roma, Via Francesco Crispi, 24
 
Dal martedì alla domenica ore 10.00-18.30
Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura
Giorni di chiusura: lunedì, 1° gennaio, 1° maggio e 25 dicembre
 
www.galleriaartemodernaroma.it
www.museiincomune.it
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PROSEGUE
 
TITOLO
RAOUL DUFY.
Il pittore della gioia
curata da Sophie Krebs con il contributo di Nadia Chalbi
 
DOVE e QUANDO
PALAZZO CIPOLLA – Roma
Dal 14 ottobre 2022


 
DETTAGLI
Dal 14 ottobre 2022, le sale di Palazzo Cipolla ospitano la prima grande esposizione mai realizzata in Italia e dedicata a uno dei maestri dell’arte moderna, RAOUL DUFY (Le Havre, 3 giugno 1877 – Forcalquier, 23 marzo 1953).
La mostra, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale per volontà del suo Presidente Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, ideata dal Musée d’Art Moderne de Paris e curata da Sophie Krebs con il contributo di Nadia Chalbi.
Catalogo edito da Skira.
Autore di opere monumentali come La Fée Electricité (La Fata Elettricità, 1937 – 1938, Musée d’Art Moderne de Paris) - uno dei dipinti più grandi al mondo, di una lunghezza complessiva di 6 metri, composto da 250 pannelli e commissionatogli dalla “Compagnie Parisienne de Distribution d’Électricité” per essere esposto nel Padiglione dell'elettricità all’Esposizione Internazionale del 1937 a Parigi -, Dufy fu un grande pittore, scenografo e disegnatore francese di inizio ‘900 che, per la sua capacità di catturare le atmosfere, i colori e l’intensità della luce e a trasferirli sulle sue tele, divenne - per antonomasia - il pittore della gioia e della luce.
Nacque da una famiglia di modeste condizioni economiche ed ebbe un padre attivo come organista che trasferì in particolare a Raoul la sua stessa passione per la musica, che lui coltivò per tutto il resto della vita trasponendola anche nelle sue opere.
In seguito a una crisi finanziaria della famiglia, nel 1891 il giovane Raoul fu costretto a cercare lavoro a Le Havre.
Nell'ambiente artistico straordinariamente stimolante di Parigi si avvicinò a due maestri dell'impressionismo come Monet e Pissarro ma, nel 1905, lo scandalo dei Fauves gli rivelò una pittura moderna e “di tendenza” che lo portò ad avvicinarsi a Matisse.
Il 1903 fu l'anno della sua prima volta al Salon des Indépendants, nel quale espose fino al 1936 e poi fu accettato nel 1906 al Salon d'Automne (fino al 1943).
La sua attività artistica non conobbe interruzioni e, dal 1910, ampliò la sua attività nel campo delle arti decorative affermandosi con successo in una produzione assai vasta, dalla xilografia alla pittura e alla grafica, dalle ceramiche ai tessuti, dalle illustrazioni alle scenografie. Con un’attività artistica che non conobbe interruzioni fino alla sua morte, tutto ciò gli consentì di recuperare la sua tavolozza squillante, cui sovrappose un tocco grafico vibrante e allusivo.
Suddivisa in 13 sezioni tematiche, la mostra racconta l’intero percorso artistico del pittore francese, attraverso molteplici opere che abbracciano varie tecniche nei diversi decenni del Novecento, dagli inizi fino agli anni Cinquanta, quando Dufy cercò nuovi temi a causa della guerra e della malattia che lo costrinse a rimanere nel suo studio nel sud della Francia.
Un excursus che trova il suo leitmotiv nella violenza cromatica, nella magia di quel colore che diventa elemento indispensabile per la comunicazione di emozioni e stati d’animo.
Un’evoluzione che vede Dufy inizialmente prosecutore di quella tradizione impressionista germogliata con Monet proprio nella sua città natale di Le Havre e poi insieme ai Fauve che, radunati attorno alla figura di Matisse, reagiranno presto alla pittura d'atmosfera e a quel dipingere dominato dalle sensazioni visive, per poi approdare infine ad abbracciare l’austerità cezanniana con la quale le forme, le zone piatte di colori accesi o addirittura violenti sono indipendenti dalla linea che accenna appena a circoscriverle.
Onde a V rovesciata, nuvole e un mondo di forme: bagnanti, uccelli, cavalli, paesaggi ispirati sia dalla modernità che dal classicismo.
Predilige i paesaggi marittimi e ama particolarmente gli ippodromi che gli daranno grande successo. Sensibile all’aria del proprio tempo, si interessa infatti alla società dell’intrattenimento con le sue corse, le regate, gli spettacoli elitari e popolari al contempo che Dufy riproduce con brio e vivacità.
Un artista alla perenne ricerca di stimoli e sperimentazione, in grado di rendere l’arte impegnata ma allo stesso tempo apparentemente “leggera”, il cui scopo dichiarato era, come scrive la scrittrice americana Gertrude Stein, di arrecare piacere.
La mostra Raoul Dufy. Il pittore della gioia, con oltre 160 opere tra dipinti, disegni, ceramiche e tessuti provenienti da rinomate collezioni pubbliche e private francesi - come il Musée d’Art Moderne de Paris che conserva di Dufy una delle più ricche collezioni, dal Centre PompidouPalais Galliera, la Bibliothèque Forney e la Bibliothèque littéraire Jacques Doucet tutte di Parigi insieme al Musée de la LoireMusée des Tissus et des Arts Décoratifs di Lione, il Musée des Beaux-Arts Jules Chéret di Nizza e al Musée Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles - racconta la vita e l’opera di un artista con lo sguardo sempre rivolto alla modernità, pervaso da una vivacità che ha saputo adattare a tutte le arti decorative, contribuendo a cambiare il gusto del pubblico.
Curata dalla Chief curator Sophie Krebs e Nadia Chalbi responsabile delle mostre e delle collezioni del Musée d’Art Moderne de Paris, la mostra è un viaggio emozionale attraverso i temi prediletti dall’artista, dove le sensazioni visive ridotte all’essenza della realtà, l’utilizzo della composizione, della luce e del colore sono gli elementi emblematici che caratterizzano le sue opere.
Afferma il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale«Sono molto lieto di ospitare, presso lo spazio espositivo di Palazzo Cipolla, una mostra su Raoul Dufy, che viene riproposta a Roma dopo quasi quarant’anni di oblio (la prima ed unica esposizione su Dufy nella Capitale, prima di oggi, è stata infatti quella del 1984 a Villa Medici). Spesso non compreso a fondo, a causa dell’apparente semplicità del suo tratto pittorico, che gli ha fatto non di rado attribuire la patente di superficialità e mondanità, Raoul Dufy in realtà ebbe una formazione articolata e complessa: fu inizialmente influenzato dall’Impressionismo, perpetuando con maestria la tradizione di Monet e contando sulla peculiarità di essere un “colorista per temperamento”; successivamente, si accostò al Fauvismo ispirandosi alle figure di Matisse, Braque e Cézanne. La particolarità di Dufy risiede nel dissociare gradualmente, nel corso della sua maturazione artistica, il colore dal disegno, semplificando il più possibile ed anteponendo in tal modo la forma al contenuto. Egli – seguendo la propria teoria che il colore servisse ai pittori per captare la luce – viaggiò a lungo nel Mediterraneo, in particolare in Provenza (dove si stabilì) e nel Sud Italia. Da qui i celebri paesaggi, i bagnanti, i campi di grano, e poi le sale da concerto e soprattutto le regate, le corse dei cavalli e gli ippodromi, a raffigurare la società del tempo libero degli anni Venti e Trenta, che lo renderanno popolare tra il pubblico».
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PROSEGUE
 
TITOLO
VAN GOGH
Capolavori dal Kröller-Müller Museum
 
DOVE e QUANDO
PALAZZO BONAPARTE – Roma
Dall’ 8 ottobre 2022 al 26 marzo 2023

DETTAGLI
Alla vigilia dei 170 anni dalla sua nascita, dall’ 8 ottobre 2022 Palazzo Bonaparte ospita la grande e più attesa mostra dell’anno dedicata al genio di Van Gogh.
Attraverso le sue opere più celebri - tra le quali il suo famosissimo Autoritratto (1887) - sarà raccontata la storia dell’artista più conosciuto al mondo.
Nato in Olanda il 30 marzo 1853, Vincent van Gogh fu un artista dalla sensibilità estrema e dalla vita tormentata. Celeberrimi sono i suoi attacchi di follia, i lunghi ricoveri nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul in Provenza, l’episodio dell’orecchio mozzato, così come l’epilogo della sua vita, che termina il 29 luglio 1890, a soli trentasette anni, con un suicidio: un colpo di pistola al petto nei campi di Auvers.
Nonostante una vita impregnata di tragedia, Van Gogh dipinge una serie sconvolgente di Capolavori, accompagnandoli da scritti sublimi (le famose “Lettere” al fratello Theo van Gogh), inventando uno stile unico che lo ha reso il pittore più celebre della storia dell’arte.
La mostra di Roma, attraverso ben 50 opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller-Müller di Otterlo - che custodisce uno dei più grandi patrimoni delle opere di Van Gogh - e tante testimonianze biografiche, ne ricostruisce la vicenda umana e artistica, per celebrarne la grandezza universale.
Un percorso espositivo dal filo conduttore cronologico e che fa riferimento ai periodi e ai luoghi dove il pittore visse: da quello olandese, al soggiorno parigino, a quello ad Arles, fino a St. Remy e Auvers-Sur-Oise, dove mise fine alla sua tormentata vita.
Dall’appassionato rapporto con gli scuri paesaggi della giovinezza allo studio sacrale del lavoro della terra scaturiscono figure che agiscono in una severa quotidianità come il seminatore, i raccoglitori di patate, i tessitori, i boscaioli, le donne intente a mansioni domestiche o affaticate a trasportare sacchi di carbone o a scavare il terreno; atteggiamenti di goffa dolcezza, espressività dei volti, la fatica intesa come ineluttabile destino.
Tutte queste sono espressione della grandezza e dell’intenso rapporto con la verità del mondo di Van Gogh.
Particolare enfasi è data al periodo del soggiorno parigino in cui Van Gogh si dedica a un’accurata ricerca del colore sulla scia impressionista e a una nuova libertà nella scelta dei soggetti, con la conquista di un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante.
Si rafforza anche il suo interesse per la fisionomia umana, determinante anche nella realizzazione di una numerosa serie di autoritratti, volontà di lasciare una traccia di sé e la convinzione di aver acquisito nell’esperienza tecnica una fecondità ben maggiore rispetto al passato.
È di questo periodo l’Autoritratto a fondo azzurro con tocchi verdi del 1887, presente in mostra, dove l’immagine dell’artista si staglia di tre quarti, lo sguardo penetrante rivolto allo spettatore mostra un’insolita fierezza, non sempre evidente nelle complesse corde dell’arte di Van Gogh. I rapidi colpi di pennello, i tratti di colore steso l’uno accanto all’altro danno notizia della capacità di penetrare attraverso l’immagine un’idea di sé tumultuosa, di una sgomentante complessità.
L’immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal 1887, genera aperture ancora maggiori verso eccessi cromatici e il cromatismo e la forza del tratto si riflettono nella resa della natura. Ecco quindi che torna l’immagine de Il Seminatore realizzato ad Arles nel giugno 1888, con la quale Van Gogh avverte che si può giungere a una tale sfera espressiva solo attraverso un uso metafisico del colore.
E così Il giardino dell’ospedale a Saint-Rémy (1889) assume l’aspetto di un intricato tumulto, mentre lo scoscendimento di un Burrone (1889) sembra inghiottire ogni speranza e la rappresentazione di un Vecchio disperato (1890) diviene immagine di una disperazione fatale.
 
ALTRE INFORMAZIONI
Con il patrocinio del Ministero della cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è prodotta da Arthemisia, realizzata in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo ed è curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti.
La mostra vede come main sponsor Aceasponsor Generali Valore Culturaspecial partner Ricolamobility partner Atac e Frecciarossa Treno Ufficialemedia partner Urban Vision ed è consigliata da Sky Arte.
Il catalogo è edito da Skira con saggi a cura di Maria Teresa Benedetti, Marco Di Capua, Mariella Guzzoni e Francesca Villanti.
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PER BAMBINE/I e RAGAZZE/I

TEATRO
 
NOVITÁ
 
TITOLO
Il Natale di Angiolina
NUOVA PRODUZIONE
Commedia musicale
Scritto e diretto da: Carla Marchini
Regista assistente: Giuseppe Convertini
Con (in o. a.): Barbara Abbondanza, PierciroDequarto,Francesco Mistichelli, Noemi Parroni, Simona Vitale.
Costumi: Carla Marchini
Scene: Giuseppe Convertini
Musiche: Marco Terranera
Luci: Roberto Pietrangeli
Assistente costumi: Amedeo D’Amicis
Coreografie: Martina Fiore
Produzione: Teatro Le Maschere
 
DOVE e QUANDO
TEATRO LE MASCHERE - Roma
Dal 4 al 18 dicembre 2022, dalle 10.00

 
DETTAGLI
Sarà in scena al Teatro Le Maschere, nella sezione “Fiabe e Biscottini” - dal 4 al 18 dicembre 2022 - lo spettacoloIl Natale di Angiolina, la nuova produzione del Teatro Le Maschere,una commedia musicale che vede pre la prima volta alla regia Carla Marchini, storica direttrice artistica del Teatro Le Maschere, anima e cuore di un luogo magico per tutti i bambini di Roma.
Scritto e diretto da Carla Marchini, regista assistente Giuseppe Convertini. Con (in o. a.):Barbara Abbondanza, Pierciro Dequarto,Francesco Mistichelli, Noemi Parroni, Simona Vitale.
Come sarà nata la tradizione dell’albero di Natale addobbato con lucine e palle di vetro colorate?
Noi abbiamo immaginato che sia tutto cominciato in un lavatoio pubblico dove una povera lavanderina piena di coraggio e iniziativa, intenta a lavare il suo ennesimo bucato, assiste ad una vera e propria magia!
I personaggi che incontrerà saranno una ricca signora, un povero curato di campagna, una furba balia ed uno strano bellimbusto infiocchettato!Insieme all’amico del cuore affronterà le difficoltà, sempre piena di speranza e gioia di vivere.

ALTRE INFORMAZIONI
Date e orari:
Domenica 4 dicembre 2022 – ore 16.00
Giovedì 8 dicembre 2022 – ore 16.00
Domenica 11 dicembre 2022 – ore 16.00
Domenica 18 dicembre 2022 – ore 16.00
 
Biglietti per “Fiabe & Biscottini”, la rassegna dedicata ai bambini
I biglietti degli spettacoli per bambini e ragazzi sono in vendita al botteghino in Teatro, fino a pochi minuti dall’inizio della rappresentazione, al costo di € 10,00.
I biglietti sono disponibili online al prezzo ridotto di € 8,00 fino a un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. Per essere sicuri di trovare posto, consigliamo di acquistare i biglietti online, prima dell’arrivo in teatro. Puoi acquistare i biglietti online (e gli abbonamenti) per “Fiabe e Biscottini” cliccando qui
È possibile abbonarsi a tre spettacoli con € 22,00 e a sei spettacoli con € 40,00, risparmiando sul costo del singolo biglietto!
Info e prenotazioni: tel. 06 58330817, e-mail: info@teatrolemaschere.it
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SGUARDO FUORI PORTA
 
ARTE
 

NOVITÁ
 
TITOLO
Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque
a cura di Tiziano Panconi
 
DOVE e QUANDO
PALAZZO MAZZETTI  - Asti
Dal 26 novembre al 10 aprile 2022

 
DETTAGLI
La Belle Époque, i salotti, le nobildonne e la moda: è il travolgente mondo di Giovanni Boldini, genio della pittura che più di ogni altro ha saputo restituire le atmosfere rarefatte di un’epoca straordinaria.
Letteratura e moda, musica e lusso, arte e bistrot si confondono nel ritmo sensuale del can can e producono una straordinaria rinascita sociale e civile.
Dal 26 novembre 2022 al 10 aprile 2023 Giovanni Boldini, uno degli artisti italiani più amati di ogni tempo, viene celebrato con una grande mostra a Palazzo Mazzetti di Asti.
Dopo i successi delle mostre Chagall. Colore e magiaMonet e gli impressionisti in NormandiaI Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna, la collaborazione tra Fondazione Asti Musei e Arthemisia continua a richiamare folle di visitatori ad Asti.
Il nuovo progetto, a cura di Tiziano Panconi, è dedicato al genio indiscusso di Boldini.
80 magnifiche opere - tra cui Signora bionda in abito da sera (1889 ca.), La signora in rosa (1916), Busto di giovane sdraiata (1912 ca.) e La camicetta di voile (1906 ca.) - sono protagoniste di una narrazione cronologica e tematica al tempo stesso.
L’esposizione presenta una ricca selezione di opere che esprime al meglio la maniera di Boldini, il suo saper esaltare con unicità la bellezza femminile e svelare l’anima più intima e misteriosa dei nobili protagonisti dell’epoca.
Una mostra che pone l’accento sulla capacità dell’artista di psicoanalizzare i suoi soggetti, le sue “divine”, facendole posare per ore, per giorni, sedute di fronte al suo cavalletto, parlando con loro senza stancarsi di porle le domande più sconvenienti, fino a comprenderle profondamente e così coglierne lo spirito, scrutandone l’anima.
Farsi ritrarre da Boldini significava svestire i panni dell’aristocratica superbia di cui era munificamente dotata ogni gran dama degna del proprio blasone. Occorreva stare al gioco e accettarne le provocazioni, rispondendo a tono alle premeditate insolenze ma, infine, concedersi, anche solo mentalmente, facendo cadere il muro ideologico dell’alterigia, oltre il quale si celavano profonde fragilità.
Egli coglieva al volo l’attimo fuggente, quel momento unico in cui un’occhiata più sincera rivelava lo stato d’animo e la mimica del corpo si faceva più espressiva, l’istante in divenire fra un’azione e l’altra, quando la forza motoria di un gesto si esauriva, rigenerandosi prontamente in quello successivo.
Negli anni della maturità e poi della senilità, le lunghe e vorticose pennellate, impresse come energiche sciabolate di colore, rimodellavano in senso dinamico i corpi delle sue “divine” creature e il suo stile, a un tempo classico e moderno, costituiva la miglior risposta alle vocazioni estetiste e progressiste manifestate dagli alti ceti sociali.
La mostra Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque, con il contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della cultura, è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, in collaborazione con Arthemisia, con il patrocinio della Provincia di Asti e vede come sponsor il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti.
Catalogo edito da Skira.
 
ALTRE INFORMAZIONI
Corso Vittorio Alfieri, 357
info@fondazioneastimusei.it  
prenotazioni@fondazioneastimusei.it

ORARI
Martedì – domenica 10.00/19.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Lunedì chiuso

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ANTICIPAZIONI…

 

TEATRO 

FOCUS 

IN CASA CON CLAUDE
da “ Being at home with Claude “ di Renè Daniel Dubois
Adattamento e Regia di Giuseppe Bucci
Con Dario Guidi ,Carlo Di Maio

TEATRO LO SPAZIO – Roma // Dal 9 all’11 dicembre


Dal 9 all’11 dicembre il palcoscenico del Teatro Lo Spazio accoglie IN CASA CON CLAUDE, un thriller psicologico sui temi dell’emarginazione e del pregiudizio, tratto da “ Being at home with Claude “ di Renè Daniel Dubois, con la regia di Giuseppe Bucci.

Un interrogatorio di polizia spietato e avvincente tra un rigido, ma umano, ispettore di polizia e un ragazzo omossessuale, escort e tossicomane, vittima di emarginazione e pregiudizio, che confessa l’omicidio di un altro ragazzo, senza apparente movente. Ma anche un viaggio all’interno alla mente del giovane, immerso in un caotico mix di dipendenze e situazioni borderline, che con incredulità e dolore riesce ad arrivare alla dolorosa autoconfessione.

Nella quale, con fatica, emerge, piano piano, la parola “amore”.

Ha tutti gli elementi di un thriller psicologico lo spettacolo “In casa con Claude”, ispirato all’omonima opera del drammaturgo canadese René Daniel Dubois, riadattato e diretto da Giuseppe Bucci. Giunto al terzo anno consecutivo di repliche (tra Napoli Milano e Roma) lo spettacolo avvince per il ritmo serrato, le coinvolgenti soluzioni visive e il toccante monologo finale.

Ispirato al noto testo canadese, lo spettacolo, sfrondato di ogni riferimento spaziale e temporale, diventa una metafora della società contemporanea che, nonostante i passi in avanti, relega la comunità e i sentimenti omosessuali, specie se legati a persone con comportamenti borderline come la prostituzione, a persone e sentimenti di serie B.

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