Kiri, continuano anche per questa nuova stagione, le segnalazioni di Kirolandia blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.
Di settimana in settimana vari suggerimenti tra teatro, musica, arte e tanti altri eventi selezionati accuratamente sulla base delle vostre importanti indicazioni.
Dunque ecco per sognare con voi...
TEATRO
DEBUTTI..
"Circus
Don Chisciotte"
Testo e regia di Ruggero Cappuccio
Con Ruggero Cappuccio | Giovanni
Esposito
e con Giulio Cancelli | Ciro
Damiano | Gea Martire | Marina Sorrenti
TEATRO
Eliseo - Roma
dal 3 al 22 aprile 2018 , martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00_ primo
sabato di programmazione ore 16.00 e 20.00_merc. e dom. ore 17.00
Ambientato a Napoli nei giorni nostri, Circus Don Chisciotte è uno spettacolo che narra la storia di
Michele Cervante (Ruggero Cappuccio), una singolare figura di vagabondo colto
che esplora le ombre urbane della città. Presunto discendente dell’autore del
Don Chisciotte della Mancia, il professor Cervante attiva una lotta
personalissima contro il processo di disumanizzazione che sta attanagliando il
mondo. In una delle sue peregrinazioni notturne lungo il binario morto di una
stazione ferroviaria abbandonata, si imbatte in Salvo Panza (Giovanni
Esposito), un girovago nullatenente fuoriuscito dalla sfera della cosiddetta
società civile. Tra Michele Cervante, studioso di letteratura e Salvo Panza,
ancora segnato dalla saggezza di antiche suggestioni orali assimilate
nell’entroterra napoletano, nasce un pirotecnico rapporto immaginativo.
Sul binario morto, intanto, scivolano vagoni sospinti dal vento
con a bordo singolari viaggiatori. I nuovi arrivati vivono esistenze sospese
tra buffi deragliamenti sociali e impennate poetiche. Almerindo Buonpasso (Ciro
Damiano) e Letizia Celestini (Gea Martire) due ex ristoratori, Vinicio
Meraviglia (Giulio Cancelli) un prestigiatore di provincia e l’apparizione
finale di una principessa siciliana (Marina Sorrenti), intrecciano con Cervante
e Salvo Panza una sinfonia di sorprese interiori destinate a culminare in
un’amicizia fulminante.
In un crescendo irresistibile si farà strada un profondo e comico
progetto di rivoluzione per riconquistare l’essenza spirituale dell’umanità.
Testo e regia di Ruggero Cappuccio - Con Ruggero Cappuccio |
Giovanni Esposito e con Giulio Cancelli | Ciro
Damiano | Gea Martire | Marina Sorrenti - scene Nicola Rubertelli - costumi
Carlo Poggioli - musiche Marco Betta - disegno luci e aiuto regia Nadia Baldi -
assistente costumi Enrica Jacoboni - direttore di scena Errico Quagliozzi - macchinista
Sebastiano Cimmino - Sartoria Tirelli Costumi - Organizzazione Sabrina Codato -
Ufficio Stampa Maya Amenduni - produzione Teatro Segreto srl e Teatro Stabile
di Napoli – Teatro Nazionale
Durata: 1 ora e 30 minuti
Costo: Biglietto da 20 € a 40 €
Informazioni: Tel. 06.83510216
Indirizzo: via Nazionale 183 –Roma
Sito
di riferimento teatro: www.teatroeliseo.com
__________________________________________________________________________
Avviso ai Soci
L'Associazione Culturale Teatro Trastevere
presenta
presenta
"S
A C H E R T O R T E"
testo e regia: Amelia Di Corso
testo e regia: Amelia Di Corso
TEATRO TRASTEVERE - Roma
dal 3 all'8 aprile 2018, ore 21.00_dom. 17.30
"Sachertorte" è stato
selezionato tra i finalisti in tutta Italia del premio "Scintille
2016", portando lo spettacolo - come corto - per quattro date a Milano e
Asti.
Il progetto è entrato a far parte del volume "Lazio Creativo" 2018 contenente i migliori progetti di giovani eccellenze under 35 della Regione Lazio.
Il testo è inoltre finalista della VI ed. del premio "Teatro, Musica e Shoah".
Il progetto è entrato a far parte del volume "Lazio Creativo" 2018 contenente i migliori progetti di giovani eccellenze under 35 della Regione Lazio.
Il testo è inoltre finalista della VI ed. del premio "Teatro, Musica e Shoah".
E' il compleanno di Ilse, anziana nonna tedesca e la
famiglia si riunisce a casa sua per preparare la torta sacher. Samuel, il
nipote, giovane e irruente, sfrutta
quest'occasione per riaprire vecchie ferite e scavare nel passato oscuro della
nonna. Come reagirà ciascuno degli otto familiari?
Tutti
conoscono il punto di vista di Anna Frank ma nessuno quello di un tedesco
diventato nazista.
Cosa
succede se si dà la parola ai tedeschi?
Un
discordante e ipotetico affresco di una Germania al giorno d'oggi.
Gli uomini sono in guerra tra loro, perché ogni uomo
è in guerra con se stesso.
(Francis Meehan)
Voci e
parole si intrecciano e si inseguono come proiettili durante una guerra.
La
storia è un continuo avvicendarsi di tema
e contro
tema; si lascia libero lo spettatore, senza
arrogarsi il diritto di fare morale. I fatti storici non vogliono in alcun modo
essere negati.
Un
orologio suona sempre i medesimi rintocchi: l'esistenza è un moto continuo e
perpetuo...
Ciò che
è accaduto in passato potrebbe riproporsi oggi?
Sachertorte, tra sorrisi amari e verità, porta il
pubblico a spostare l’abituale punto di vista, forse mettendo in disordine le
sue certezze.
Uno
spettacolo sensibile ma estremamente pratico, dove l'incontro tra il soggettivo e
l’oggettivo è in grado di ribaltare il senso delle cose.
Un giorno faranno una guerra e nessuno vi
parteciperà.
(Carl Sandburg )
Testo e regia: Amelia Di
Corso - con: Mariateresa Pascale, Agnese Fois, Alessio
Esposito, Leonardo Conte, Laura Pannia, Alessandro De Feo, Tatjana Nardone , Emma
Ruggin - assistenti: Leopoldo Medugno, Paola Cultrera, Giulia Pera -
disegno luci: Matteo Ziglio - luci: Alessandro Sclavo - musica Saker – Eneri
Si ringrazia Jonathan Littell per la libera e cortese concessione di poter citare il suo romanzo Le Benevole nel testo
Si ringrazia Jonathan Littell per la libera e cortese concessione di poter citare il suo romanzo Le Benevole nel testo
Costo: Biglietto intero 12 € - ridotto 10 €
Kiroconvenzione:
INGRESSO RIDOTTO per tutti i Kiri iscitti alla pagina facebook di KIROLANDIA
- Media Partner del Teatro
Informazioni: 06.5814004
- info@teatrotrastevere.it
Indirizzo: via
Jacopa de Settesoli 3 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrotrastevere.it
__________________________________________________________________________
"CHE
CLASSE"
scritto da Veronica Liberale
regia di Marco Simeoli
TEATRO DE' SERVI - Roma
dal 3 al 22 aprile 2018, ore
21.00_sab 17.30 e 21.00_dom. 17.30
Al Teatro
de’ Servi la scuola diventa un’occasione di riscatto
Quattro
studenti, una professoressa, una bidella: bastano e avanzano a comporre una
classe tutta particolare dove si incrociano, con ritmo incalzante,
Come è
difficile fare il professore, oggi. Ma anche come è difficile fare lo studente,
specie se si lavora e ci si è iscritti a un liceo serale, con il miraggio
dell'agognato diploma. Questo sembrano dire i personaggi che si muovono sul
palcoscenico per la regia di Marco Simeoli.
In primo
luogo lei, Nora Cosentino de Cupis, la prof, interpretata dalla stessa autrice,
colta, sensibile, ma è una sognatrice che non sa e forse non vuole neppure
insegnare. Per di più deve fare i conti con lo spettro ingombrante della madre,
ex preside in quella stessa scuola, pedagoga e scrittrice di successo, insomma
l'esempio da seguire, da imitare e dal quale sentirsi inesorabilmente
annichiliti. Per fortuna c'è Tecla, la bidella, interpretata da Antonia Di
Francesco, che con simpatia tutta romana sa uscire dalle situazioni più
intricate.
Gli studenti
compongono una specie di Corte dei miracoli: non poteva mancare
l'extracomunitaria, russa, diplomata in patria ma in Italia costretta, con
rabbia, a fare la badante (Alessandra de Pascalis), il ristoratore che non sa
assumersi le sue responsabilità (Simone Giacinti), la tipica rappresentante
della nuova generazione di smanettoni capaci di inventarsi lavori come fashion
youtuber ma pur sempre attaccati al pezzo di carta (Veronica Pinelli) e infine
il giovane disadattato e secchione con problemi relazionali (Fabrizio Catarci).
Ne
scaturisce un florilegio di frustrazioni. Perché è nell'ordine delle cose, coi
tempi che corrono, sentirsi fuori posto.
Ma sono
davvero inadeguati Nora e i suoi studenti? Alla fine riusciranno a superare
dubbi e indecisioni, conquistando o almeno intravvedendo un riscatto sociale,
un miglioramento concreto della propria vita. Non c'è da preoccuparsi. L'happy
end è d'obbligo. Si deve uscire dal teatro sorridendo.
Costo: Biglietti platea intero 22 € - ridotto G/A 16 € - galleria intero 18 € - ridotto G/A 14€ (ridotto giovani under 18 e anziani over 65)
Indirizzo:
via del
Mortaro (ang. Via del Tritone), 22 - Roma
Sito di
riferimento teatro: www.teatroservi.it
__________________________________________________________________________
AB Management e Opera Prima
presentano
"CHE DISASTRO DI
COMMEDIA"
uno
spettacolo in scena in tutto il mondo
di Henry Lewis, Jonathan Sayer, Henry
Shields
traduzione Enrico Luttmann
con Luca Basile, Alessandro Marverti,
Valerio Di Benedetto,
Yaser Mohamed, Marco Zordan, Stefania
Autuori, Viviana Colais
e la
partecipazione di Gabriele Pignotta
regia Mark Bell
Teatro Brancaccio - Roma
dal 5 all'8 aprile 2018, dal martedi al sabato ore 21.00
- sabato
ore 17.00
- domenica
ore 17.00
Dopo
il successo internazionale dello scorso anno e la messa in scena in
contemporanea in diverse capitali europee - Londra,
Parigi, Budapest, Varsavia, Atene e Roma – torna in teatro “Che Disastro di Commedia“.
Il
racconto prende forma tra una scenografia che implode a poco a poco su sé
stessa e attori strampalati che, goffamente, tentano di parare i colpi degli
svariati tragicomici inconvenienti che si intromettono tra loro ed il copione con
estro e inventiva, tanto da non lasciare spazio a nient’altro che a incontenibili
risate e divertimento travolgente.
Tra paradossi
e colpi di scena gli attori non si ricordano le battute, le porte non si
aprono, le scene crollano, gli oggetti scompaiono e ricompaiono altrove.
Tutto
è studiato nei minimi particolari con smaliziato umorismo senza mai risultare artefatto
o stucchevole.
Il
ritmo incessante dello spettacolo se da un lato coinvolge il pubblico in un
vortice impetuoso di ilarità, dall’altro palesa la grandissima fatica fisica
che i protagonisti mettono in gioco per rappresentare i disastri che si
accumulano in un crescendo senza controllo.
Applausi
a scena aperta per i protagonisti, un cast di istrionici professionisti con dei
tempi comici senza eguali, che sono riusciti, tra recitazione e tecnica, a fare
di questa commedia un piccolo grande miracolo.
In
esclusiva in Italia, il regista inglese Mark
Bell mette in scena lo spettacolo “The play that goes wrong”, “Che Disastro di Commedia” in Italiano,
nato nel 2012 in un piccolo teatro all’interno di un pub di Londra, The Old Red
Lion, con un massimo di 60 spettatori a sera e una scenografia “costruita”
dagli attori stessi. Questo spettacolo ha avuto un tale successo da debuttare
poi in prima mondiale nel 2014 al “Duchess
Theatre” di Londra dove è incredibilmente ancora in scena.
Premiata
agli Olivier Awards 2015 come
Miglior Commedia dell’anno, nel 2016 vince in Francia il Premio Molière.
Scritta
da Jonathan Sayer, Henry Shields e Henry Lewis, appositamente per la Compagnia
Mischief Theatre, è stata tradotta e licenziata in oltre 20 paesi, sempre
diretta da Mark Bell, sbarcando in Australia,
Nuova Zelanda e negli Stati Uniti, a Broadway, prodotta da J.J.
Abrams, al suo debutto nel mondo del teatro.
“Che Disastro di Commedia” racconta la
storia di una compagnia teatrale amatoriale che, dopo aver ereditato
improvvisamente un’ingente somma di denaro, tenta di produrre un ambizioso
spettacolo che ruota intorno a un misterioso omicidio perpetrato negli anni
’20, nel West End.
La
commedia è un susseguirsi di errori, strafalcioni, momenti imbarazzanti e
disastri provocati dagli attori stessi. La produzione si rivela una catastrofe
e gli attori cominciano ad accusare la pressione, andando nel panico.
“Che
Disastro Di Commedia” evidenzia tutte le paure e gli errori che un attore sul
palco non vorrebbe e dovrebbe mai commettere.
Costi: Biglietti - Poltronissima
GOLD Intero € 40,00 - Poltronissima GOLD Ridotto € 27,00 - Poltronissima Intero
€ 40,00 - Poltronissima Ridotto € 27,00 - Poltrona A numerata Intero € 34,50 - Poltrona
A numerata Ridotto € 24,00 - Poltrona B numerata Intero € 28,50 - Poltrona B
numerata Ridotto € 20,00
I Balconata A numerata Intero
€ 34,50 - I Balconata A numerata Ridotto € 24,00 - I Balconata B numerata
Intero € 28,50 - I Balconata B numerata Ridotto € 20,00
Informazioni: Tel.
06 80687231
Indirizzo: via Merulana, 244 - Roma
Sito di
riferimento teatro: www.teatrobrancaccio.it
__________________________________________________________________________
RASSEGNE e FESTIVAL
Spazio
del Racconto
rassegna di drammaturgia contemporanea
2017/2018 - III edizione
Viola Produzioni
"TRAINSPOTTING"
di Irvine Welsh,
versione Wajdi Mouawad
traduzione Emanuele
Aldrovandi
regia Sandro
Mabellini
con Michele
Di Giacomo, Riccardo Festa, Valentina Cardinali, Marco Bellocchio
TEATRO BRANCACCINO - Roma
dal 5 all'8 aprile 2018, dal giovedì al sabato ore 20.00_dom. 18.45
La
società s’inventa una logica assurda e complicata, per liquidare quelli che si
comportano in un modo diverso dagli altri. Ma se, supponiamo, e io so benissimo
come stanno le cose, so che morirò giovane, sono nel pieno possesso delle mie
facoltà eccetera eccetera, e decido di usarla lo stesso, l’eroina? Non me lo
lasciano fare. Non mi lasciano perché lo vedono come un segno del loro
fallimento, il fatto che tu scelga semplicemente di rifiutare quello che loro
hanno da offrirti. Scegli noi. Scegli la vita. Scegli il mutuo da pagare, la
lavatrice, la macchina; scegli di startene seduto su un divano a guardare i
giochini alla televisione, a distruggerti il cervello e l’anima, a riempirti la
pancia di porcherie che ti avvelenano. Scegli di marcire in un ospizio,
cacandoti e pisciandoti sotto, cazzo, per la gioia di quegli stronzi egoisti
fottuti che hai messo al mondo. Scegli la vita. Beh, io invece scelgo di non
sceglierla, la vita. E se quei coglioni non sanno come prenderla, una cosa del
genere, beh, cazzo, il problema è loro, non mio. Come dice Harry Lauder io
voglio andare dritto per la mia strada, fino in fondo…
La storia di T è la storia di
quattro ragazzi e una ragazza.
Mark Renton, disoccupato come la
maggior parte dei giovani scozzesi della sua generazione, ha trascinato nella
confusione e nella dedizione ad ogni tipo di droga i suoi amici d'infanzia.
Sick Boy, un appassionato di cinema
e sciupafemmine, Begbie, un pericoloso outsider sempre alla ricerca della
rissa, Tommy, un seguace del bodybuilding, e Alison, fidanzata di Sick Boy, che
cerca di conciliare la sua dipendenza dalla droga con il suo ruolo di madre.
Per ingannare la noia, i personaggi rubano, e si distruggono di eroina, tutti
tranne Tommy, che vive un'altra forma di dipendenza.
di Irvine Welsh, versione Wajdi Mouawad - traduzione
Emanuele Aldrovandi - regia Sandro Mabellini - con Michele Di Giacomo, Riccardo
Festa, Valentina Cardinali, Marco Bellocchio - costumi Chiara
Amaltea Ciarelli - drammaturgia scenica Festa, Di Giacomo, Bellocchio,
Cardinali
Costo: Biglietto: 14 € +
1,50 € d. p. - card open 5 ingressi: 55 €
Informazioni: tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it
Indirizzo: Via Mecenate, 2 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrobrancaccio.it
_________________________________________________________________________
STAND UP COMEDY
Stardust Spettacoli
presenta
Martina Catuzzi-Daniele Gattano-Velia Lalli-Pietro Sparacino
OFF OFF THEATRE - Roma
dal 4 al 8 aprile 2018 , orario:
serali ore 21.00, pomeridiane ore 18.00
All'OFFOFF Theatre di scena il cast scorretto che
rappresenta il meglio della satira italiana
In scena la comicità degli Stand Up Comedians, il gruppo scorretto
formato dagli inarrestabili Martina Catuzzi, Daniele Gattano, Velia Lalli e
Pietro Sparacino, attori tra i più rappresentativi e attivi della satira
italiana.
Lo spettacolo, presentato da Stardust Spettacoli vedrà il susseguirsi dei
quattro comici nel più consueto stile americano della "stand up". La
scena spoglia, un microfono appena illuminato e una bottiglietta d'acqua,
accoglieranno il pubblico che sarà rapito dalla voce fuori campo che annuncia
gli attori, che entreranno in scena uno dopo l'altro interpretando i propri
monologhi. Dalla satira arcobaleno di Daniele Gattano, che per l'occasione ha
scritto nuovi pungenti aneddoti dalle sfumature
rainbow, agli sketch di Martina
Catuzzi, che mostrano il rapporto di coppia e le tante sfumature di donne e
uomini, passando per la salutista ma
divoratrice di merendine cancerogene Velia Lalli, fino a Pietro Sparacino,
primo comico in Italia a sperimentare la tecnica della OneLiner in TV.
Costo: Biglietto intero 25 €
- ridotto 18 € - 10 € per gruppi e under
26
Indirizzo: Via
Giulia 19/21 – Roma
Informazioni:
06 89239515 - info@off-offtheatre.com
Siti di riferimento: www.off-offtheatre.com
__________________________________________________________________________
MUSICA
“Rosy D’Altavilla l’amore
oltre il tempo"
con Carmen Di Marzo
Testo e Regia di Paolo
Vanacore, Musiche originali di
Alessandro Panatteri
Fabio Angelo Colajanni, flauto
Alessandro Panatteri, pianoforte e direzione
CAMERA
MUSICALE ROMANA Sala
dell’Immacolata del Convento dei SS. XII Apostoli - Roma
8 aprile 2018, ore
19.00
Un viaggio nella canzone napoletana nel periodo del
café chantant e del varietà.
La vicenda che narra Paolo Vanacore in questo
monologo brillante con inserti musicali è quella di Rosetta, una donna semplice
e umile, bidella in una scuola di Napoli, che possiede una caratteristica del
tutto originale: ricordare esattamente ogni momento della sua esistenza
precedente. Nell’altra vita, era Rosy D’Altavilla una famosa e celebre
chanteuse, ragazza dalle umili origini e dal grande talento che arriva a
calcare con successo le scene nazionali.
Allo spettacolo faranno da cornice alcune splendide
canzoni napoletane cantate dal vivo da Carmen di Marzo e accompagnate da
pianoforte e flauto che all’epoca ottennero un grande successo composte da
autori e musicisti importanti tra i quali Ferdinando Russo, Salvatore
Gambardella, Salvatore Di Giacomo, Giuseppe Capaldo e tanti altri, che costituiscono
un prezioso giacimento culturale messo in luce dall’accurato lavoro di ricerca
e recupero del Maestro Alessandro Panatteri.
Costo: Biglietti 15 € - ridotti 8
Indirizzo: via Del Vaccaro, 9 - Roma / Angolo Piazza
dei SS. Apostoli.
Informazioni e
prenotazioni: 333 45 71 245
Sito di riferimento: www.cameramusicaleromana.it
_________________________________________________________________________
ARTE
PROSEGUONO...
"TURNER. Opere della Tate"
A cura di David Blayney Brown
CHIOSTRO DEL BRAMANTE - Roma
dal 22 marzo al 26 agosto 2018 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.
dal 22 marzo al 26 agosto 2018 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.
In collaborazione con la Tate di Londra
TURNER.Opere della Tate, una grande esposizione monografica dedicata a uno dei massimi esponenti della pittura inglese: Joseph Mallord William Turner. La mostra, curata da David Blayney Brown, Manton Curator of British Art 1790–1850, segna l’inizio di un’importante collaborazione tra la Tate di Londra e Chiostro del Bramante e sarà un’occasione unica per ammirare alcuni tra i lavori più importanti dell’intero percorso artistico del celebre pittore inglese, assente da oltre 50 anni dalle programmazioni dei musei romani e da 12 anni dai musei italiani. Una collezione unica composta da 92 opere, tra acquerelli, disegni, album, oltre a una selezione di olii, per la prima volta esposte insieme in Italia. Le opere sono state selezionate dal vastissimo lascito che comprende circa 30.000 lavori cartacei, 300 olii e 280 album da disegno, conosciuto come “Turner Bequest”, donato alla Gran Bretagna cinque anni dopo la morte dell’artista nel 1851 e conservato per la maggior parte presso la Tate. Il lascito comprende l’intero corpus di opere custodite presso lo studio personale dell’artista e realizzate nel corso degli anni per il “proprio diletto” secondo la bella espressione del critico John Ruskin.
Un piacere estetico e visivo in cui i ricordi di viaggi, le emozioni e i frammenti di paesaggi visti durante i suoi lunghi soggiorni all’estero, sono il mezzo per raccontare l’evoluzione del linguaggio stilistico di Turner e la sua incessante ricerca poetica, volta a sperimentare le potenzialità espressive della luce e del colore. La mostra ci permette quindi di esaminare l’intera produzione artistica di Turner e rivela come, da disegnatore di soggetti topografici e architettonici, abbia sviluppato man mano uno stile estremamente personale, includendo nelle sue opere una straordinaria gamma di nuovi elementi iconografici e stilistici basandosi su una raffinata predilezione per la luce, il colore e gli effetti atmosferici. La mostra al Chiostro del Bramante - suddivisa in sei sezioni tematiche - pone l’accento sull’importanza che gli acquerelli ebbero per la definizione dello stile di Turner, dimostrando come le sue ricerche espressive abbiano di fatto precorso l’arte degli impressionisti. Il carattere intimo e personale delle opere esposte in mostra sarà anche l’occasione per indagare l’uomo oltre che l’artista e per comprendere i radicali sviluppi dello stile di Turner che, di fatto, anticiparono le tendenze stilistiche della fine del XIX secolo. Dalla sua predilezione per le città marinare al suo interesse per la riproduzione di paesaggi atmosferici inglesi o alpini, fino allo studio dettagliato degli interni domestici o dei rilievi architettonici. Memore dei suoi numerosi viaggi, molti dei quali in Italia, e animato da un forte spirito innovativo, l’artista si dedicò incessantemente a sperimentare, soprattutto negli acquerelli, una libertà compositiva e stilistica e un uso dei colori innovativo e sorprendente, che portarono i suoi contemporanei a pensare che Turner “fosse solito di dipingere con gli occhi, con il naso oltre che con le mani”.
Completa il progetto un’installazione immersiva ideata da Fabien Iliou, videoartista francese, che ispirandosi al lavoro di Turner ha creato un video mapping a 360° attraverso cui il visitatore viene trasportato all’interno del mondo dell’artista e nelle atmosfere dell’Inghilterra di quegli anni. L’innovazione tecnologica per raccontare l’opera di Turner, che ha sempre sperimentato con luce e colore, tanto da anticipare ed essere punto di riferimento per la storia dell’arte contemporanea; un video in movimento, con una musica originale creata dal sound designer e produttore musicale Paky Di Maio. La mostra del Chiostro del Bramante è un viaggio di approfondimento storico-artistico sull’influenza di Turner e, grazie a questo progetto, diviene un’esperienza dei sensi.
Un percorso dedicato specificatamente al pubblico, che, come in occasione delle mostre precedenti, sottolinea la vocazione sperimentale e l’attenzione del Chiostro del Bramante per il coinvolgimento del visitatore.
Catalogo: Skira Editore
Costo: Biglietto intero 13 € (audio guida inclusa) - biglietto ridotto 11 € (audio guida inclusa) per specifiche riduzioni, visita il sito.
Informazioni: hastag ufficiale #enjoychiostro - +39 06 68809035 (Lunedì – Venerdì 10.00 / 17.00) numero attivo dal 4 settembre sino a fine mostra. - La Caffetteria Bistrot, il Bookshop e il Chiostro hanno ingresso libero indipendentemente dalle mostre
Indirizzo: Via Arco della Pace 5 - Roma
_________________________________________________________________________
“ETERNAL LITTLE GODDESS” (“PICCOLA DEA ETERNA”)
mostra personale di DEM
Mostra a cura di Chiara Pietropaoli e Venexia Editrice
GALLERIA VARSI - Roma
dal 17 marzo al 15 aprile 208 - Orario Galleria: dal martedì al sabato ore 12.00 - 20.00, domenica ore 15.00 - 20.00, lunedì chiuso.
dal 17 marzo al 15 aprile 208 - Orario Galleria: dal martedì al sabato ore 12.00 - 20.00, domenica ore 15.00 - 20.00, lunedì chiuso.
DEM artista eclettico, tra i primi in Italia a sviluppare un dialogo pittorico con l’architettura libero e autonomo, che parte dai graffiti e avanza a favore della rappresentazione di un mondo simbolico e ancestrale, che torna riflessione attuale.
Dem nasce a Codogno, paese in provincia di Lodi, dove attualmente risiede. Fin da bambino sente un senso di straniamento rispetto al suo intorno, un istinto a andare in fondo, in una società che al contrario spinge in superficie. L’insofferenza e la curiosità portano il ragazzo a rifugiarsi nel passato più remoto, a studiare le credenze, i miti e i culti delle civiltà antiche. In esse coglie insegnamenti e valori preziosi, interrogati e rielaborati nelle sue opere con tecniche diverse. Le conoscenze acquisite sui libri, approfondite viaggiando in tutto il mondo per farne esperienza diretta, portano Dem a stabilire un contatto con la natura sempre più intimo e vitale nel quale risiede la sua poetica.
L’arte e lo studio, soprattutto in ambito antropologico, divengono un mezzo di evasione e al contempo rappresentano la possibilità di “riscoprire” una dimensione ideale in accordo con il suo sentire, una dimensione sacra dove l’uomo è un tutt’uno con la natura.
“Eternal Little Goddess” indaga il culto della Dea Madre, divinità primordiale che ricorre da sempre e produce simboli. La mostra è co-curata dalla Venexia, casa editrice indipendente, diretta da Chiara Orlandini, specialista della materia, che in questi mesi ha messo a disposizione dell’artista il suo sapere instaurando un dialogo proficuo a partire da tre volumi da lei pubblicati: Il Mito della Dea di Anne Baring e Jules Cashford, Guida alla Dea Madre in Italia di Andrea Romanazzi e Il linguaggio della Dea, di Marija Gimbutas, pietra miliare dell’archeomitologia.
La Dea Madre è il primo archetipo radicato nella coscienza collettiva, ovunque è la sintesi del ciclo dell’esistenza, coniuga principi opposti che in lei convivono con verità: nascita- morte- rinascita; è colei che origina e trasforma, dona la vita e accoglie la morte, rinnova l’esistenza, in eterno.
Il mito della Dea risale al Paleolitico ed è espresso con continuità nelle epoche successive da tutte le civiltà della “Vecchia Europa” e in altre parti del mondo. Statuette dalla fisionomia femminile, con attributi simili (seno, ventre, natiche accentuate) vengono rinvenute in aree geografiche molto distanti tra loro e interpretate in senso spirituale univoco. Sono proprio i manufatti a descrivere e trasmettere la logica della Dea e a raccontare le divinità che ne hanno incarnato i principi: dalla sumera Inanna a Ishtar, dall’egizia Iside a Cibele, fino alla Vergine Maria. Vasi, statuette, luoghi, rituali, raccontano inoltre come nel tempo il mito si sia trasformato, in relazione all’evoluzione della specie e al ruolo ricoperto dalla donna nella collettività, pur mantenendo invariate le sue caratteristiche sostanziali.
“Eternal Little Goddess” esprime la potenza della Dea e mette in luce il legame complementare che un tempo intratteneva con il Dio, suo “figlio amante”, legame necessario, oggi drammaticamente assente nella cultura religiosa occidentale.
Le opere a china e acrilico e una serie di sculture in ceramica, interpretano il linguaggio visivo della Dea, la fanno parlare ancora. Figure femminili ispirate alle icone antiche popolano la galleria e si mescolano a elementi naturali; la Dea è un serpente, foglie, è uccelli, è una caverna in cui partorire o rifugiarsi e al contempo dimora della morte. In equilibrio, l’universo maschile è elaborato nelle maschere surreali, tipiche della produzione di Dem, cucite e ricamate a mano dall’artista, realizzate con tessuti orientali e ordinari, combinati a materiali organici, e raccontate in mostra attraverso le fotografie di Marta Zdulska. Le maschere, presentano richiami alle figure mitologiche di Pan e Dioniso e esprimono l’energia vitale maschile, istintiva e “animalesca”, energia insopprimibile che deve uscire fuori, della quale la Dea ha bisogno per generare l’esistenza.
“Eternal Little Goddess” nasce da una mancanza, da un bisogno. La Dea non può essere svanita, lei è eterna. C’è bisogno di riscoprirla, di percepirla, di riconnettersi con la natura, con l’altro e ritrovare il filo che ci lega, il bisogno universale di avere (volere) una madre che ci protegge e della madre di proteggere suo figlio.
Dem nasce a Codogno, paese in provincia di Lodi, dove attualmente risiede. Fin da bambino sente un senso di straniamento rispetto al suo intorno, un istinto a andare in fondo, in una società che al contrario spinge in superficie. L’insofferenza e la curiosità portano il ragazzo a rifugiarsi nel passato più remoto, a studiare le credenze, i miti e i culti delle civiltà antiche. In esse coglie insegnamenti e valori preziosi, interrogati e rielaborati nelle sue opere con tecniche diverse. Le conoscenze acquisite sui libri, approfondite viaggiando in tutto il mondo per farne esperienza diretta, portano Dem a stabilire un contatto con la natura sempre più intimo e vitale nel quale risiede la sua poetica.
L’arte e lo studio, soprattutto in ambito antropologico, divengono un mezzo di evasione e al contempo rappresentano la possibilità di “riscoprire” una dimensione ideale in accordo con il suo sentire, una dimensione sacra dove l’uomo è un tutt’uno con la natura.
“Eternal Little Goddess” indaga il culto della Dea Madre, divinità primordiale che ricorre da sempre e produce simboli. La mostra è co-curata dalla Venexia, casa editrice indipendente, diretta da Chiara Orlandini, specialista della materia, che in questi mesi ha messo a disposizione dell’artista il suo sapere instaurando un dialogo proficuo a partire da tre volumi da lei pubblicati: Il Mito della Dea di Anne Baring e Jules Cashford, Guida alla Dea Madre in Italia di Andrea Romanazzi e Il linguaggio della Dea, di Marija Gimbutas, pietra miliare dell’archeomitologia.
La Dea Madre è il primo archetipo radicato nella coscienza collettiva, ovunque è la sintesi del ciclo dell’esistenza, coniuga principi opposti che in lei convivono con verità: nascita- morte- rinascita; è colei che origina e trasforma, dona la vita e accoglie la morte, rinnova l’esistenza, in eterno.
Il mito della Dea risale al Paleolitico ed è espresso con continuità nelle epoche successive da tutte le civiltà della “Vecchia Europa” e in altre parti del mondo. Statuette dalla fisionomia femminile, con attributi simili (seno, ventre, natiche accentuate) vengono rinvenute in aree geografiche molto distanti tra loro e interpretate in senso spirituale univoco. Sono proprio i manufatti a descrivere e trasmettere la logica della Dea e a raccontare le divinità che ne hanno incarnato i principi: dalla sumera Inanna a Ishtar, dall’egizia Iside a Cibele, fino alla Vergine Maria. Vasi, statuette, luoghi, rituali, raccontano inoltre come nel tempo il mito si sia trasformato, in relazione all’evoluzione della specie e al ruolo ricoperto dalla donna nella collettività, pur mantenendo invariate le sue caratteristiche sostanziali.
“Eternal Little Goddess” esprime la potenza della Dea e mette in luce il legame complementare che un tempo intratteneva con il Dio, suo “figlio amante”, legame necessario, oggi drammaticamente assente nella cultura religiosa occidentale.
Le opere a china e acrilico e una serie di sculture in ceramica, interpretano il linguaggio visivo della Dea, la fanno parlare ancora. Figure femminili ispirate alle icone antiche popolano la galleria e si mescolano a elementi naturali; la Dea è un serpente, foglie, è uccelli, è una caverna in cui partorire o rifugiarsi e al contempo dimora della morte. In equilibrio, l’universo maschile è elaborato nelle maschere surreali, tipiche della produzione di Dem, cucite e ricamate a mano dall’artista, realizzate con tessuti orientali e ordinari, combinati a materiali organici, e raccontate in mostra attraverso le fotografie di Marta Zdulska. Le maschere, presentano richiami alle figure mitologiche di Pan e Dioniso e esprimono l’energia vitale maschile, istintiva e “animalesca”, energia insopprimibile che deve uscire fuori, della quale la Dea ha bisogno per generare l’esistenza.
“Eternal Little Goddess” nasce da una mancanza, da un bisogno. La Dea non può essere svanita, lei è eterna. C’è bisogno di riscoprirla, di percepirla, di riconnettersi con la natura, con l’altro e ritrovare il filo che ci lega, il bisogno universale di avere (volere) una madre che ci protegge e della madre di proteggere suo figlio.
Costo: Ingresso GRATUITO
Indirizzo: via di San Salvatore in Campo, 56 - Roma
Sito di riferimento: www.galleriavarsi.it
___________________________________________________________________________
"LIU BOLIN. THE INVISIBLE MAN"
COMPLESSO DEL VITTORIANO ALA BRASINI - Roma
dal 2 marzo al 1 luglio 2018, dal lunedì al giovedì 9.30 - 19.30_venerdì e sabato 9.30 - 22.00_domenica 9.30 - 20.30
La prima grande mostra in Italia dedicata a Liu Bolin, l’artista cinese definito “l’uomo invisibile” per le sue straordinarie perfomances nell’arte del camouflage.
Amatissimo dal pubblico internazionale sarà celebrato al Vittoriano con una grande mostra antologica attraverso l’esposizione di oltre 70 opere.
È il 2005: l'amministrazione di Pechino ordina di abbattere il quartiere Suojia Village, dove risiedono molti artisti critici con il governo. Liu Bolin, classe 1973 e ai suoi esordi come artista, si mimetizza con le macerie del suo studio, si fa fotografare e divulga la foto dando il via a una protesta silenziosa e "trasparente", riscuotendo allo stesso tempo un inaspettato successo.
Inizia così la straordinaria carriera di uno degli artisti contemporanei più talentuosi e interessanti, capace di nascondere forti messaggi sociali attraverso immagini apparentemente semplici, in una sintesi di molteplici linguaggi quali la pittura, l'installazione e la fotografia.
Le sue performance vogliono essere un messaggio forte e chiaro di ciò che accade nel presente, tra il peso della storia e le conseguenze del progresso.
Nel tempo Liu Bolin si fa fotografare davanti ai più importanti monumenti del mondo, a librerie, a scaffali dei supermercati, a opere d'arte, a montagne di rifiuti e tra gli immigrati; la sua fama cresce fino a quando le sue immagini diventano un'icona per i grandi brand: uno per tutti Moncler, che utilizza per diverse stagioni un camouflage di Liu Bolin per pubblicizzare il proprio marchio, ma anche Tod's, Ferrari e molti altri.
La mostra al Vittoriano racconta la storia di Liu Bolin, dalla prima perfomance a Pechino fino agli scatti più recenti del 2017 alla Reggia di Caserta e al Colosseo, appositamente realizzati per la mostra romana e qui esposti in anteprima mondiale.
Con il patrocinio della Regione Lazio e Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale e quello della Fondazione Italia Cina, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la Galleria Boxart, ed è curata daRaffaele Gavarro.
Sponsor Generali Italia, sponsor tecnico Trenitalia.
L'evento è consigliato da Sky Arte HD.
Immagine: Colosseo n°2, Roma, 2017- Courtesy Boxart, Verona
Costo: Vedi sito
Informazioni e prenotazioni gruppi: + 39 06 8715111
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Siti di riferimento: www.arthemisia.it - www.ilvittoriano.com
__________________________________________________________________________
"MAGNUM MANIFESTO"
Guardare il mondo e raccontarlo in fotografia
a cura di Clément Chéroux
I 70 anni della Magnum Photos
MUSEO DELL’ARA PACIS - Roma
dal 7 febbraio al 3 giugno 2018 - Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima). Chiuso 1 maggio
Le celebri immagini e gli storici reportagedella più grande agenzia fotogiornalistica internazionale
L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, proposta da Contrasto e Magnum Photos 70 e organizzata in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, ha cominciato il suo tour globale nel giugno 2017 all’International Center for Photography di New York. L’intento è quello di celebrare il settantesimo anniversario della più grande agenzia fotogiornalistica del mondo, Magnum Photos, creata da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger e David Seymour nell’aprile del 1947. Da quel giorno, la Magnum Photos è diventata un riferimento nel tempo sempre più importante per la documentazione e per il fotogiornalismo. Gli autori di Magnum hanno documentato guerre, testimoniato le tensioni sociali, interpretato il nostro tempo, ritratto tanto le persone comuni quanto i grandi della terra, preconizzato i nuovi drammi del futuro.
La mostra raccoglie parte del lavoro realizzato in tutti questi anni e getta uno sguardo nuovo e approfondito sulla storia e sull’archivio dell’Agenzia.
Le immagini celebri e i grandi reportage dei suoi autori permettono di comprendere in che modo e per quale motivo Magnum sia diventata diversa, unica e leggendaria. Dal reportage sui lavoratori immigrati negli USA, realizzato da Eve Arnold negli anni Cinquanta, ai ritratti di “famiglia”, teneri e intimi, di Elliott Erwitt; dalle celebri immagini degli zingari di Josef Koudelka, fino alla toccante serie realizzata nel 1968 da Paul Fusco sul "Funeral Train", il treno che trasportò la salma di Robert Kennedy nel suo ultimo viaggio verso il cimitero di Arlington, attraversando un’America sconvolta e dolente. E ancora, le serie più recenti dei nuovi autori di Magnum: dalla “Spagna Occulta” di Cristina Garcia Rodero, alle osservazioni antropologiche, sotto forma di fotografie, realizzate nel mondo da Martin Parr; dalla cruda attualità del Sud America documentato da Jérôme Sessini, fino al Mar Mediterraneo, tenebroso e incerto nelle notti dei migranti, fotografato da Paolo Pellegrin.
Il curatore, Clément Chéroux – direttore della fotografia al MoMA di San Francisco e già curatore della grande retrospettiva dedicata a Cartier-Bresson realizzata dal Centre Pompidou e ospitata a Roma proprio al Museo dell’Ara Pacis – ha selezionato una serie di documenti rari e inediti, immagini di grande valore storico e nuove realizzazioni, per illustrare come Magnum Photos debba la sua eccellenza alla capacità dei fotografi di fondere arte e giornalismo, creazione personale e testimonianza del reale, verificando come il “fattore Magnum” continui a esistere e a rinnovare continuamente il proprio stile.
Il percorso espositivo è suddiviso in tre sezioni: la prima scruta l’archivio di Magnum attraverso una lente umanista e si concentra sugli ideali di libertà, uguaglianza, partecipazione e universalismo che emersero dopo la seconda guerra mondiale; la seconda mostra la frammentazione del mondo tra gli anni Settanta e Novanta del Novecento, con uno sguardo particolare rivolto alle minoranze e agli esclusi; la terza, infine, segue le diverse forme espressive grazie alle quali i fotografi Magnum hanno colto i mutamenti del mondo e i pericoli che lo minacciano.
Oltre a raccogliere i progetti individuali e collettivi realizzati nel corso degli anni, la mostra presenta anche proiezioni, copertine di riviste, articoli di giornali, libri realizzati nel corso del tempo, mostrando il contesto originale in cui molte delle fotografie sono state concepite.
La mostra è accompagnata da un libro edito da Contrasto.
Costi: Biglietto solo mostra: 11€ intero; 9€ ridotto + prevendita € 1 Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Informazioni: 060608
Indirizzo: Lungotevere in Augusta - Roma
Sito: www.arapacis.it
__________________________________________________________________________
"IL TESORO DI ANTICHITÀ.
WINCKELMANN E IL MUSEO CAPITOLINO NELLA ROMA DEL SETTECENTO"
a cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce
MUSEI CAPITOLINI - Sale Espositive di Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale del Palazzo Nuovo - Roma
7 dicembre 2017 – 22 aprile 2018 - Orario: tutti i giorni 9.30 – 19.30
Una mostra per celebrare gli anniversari della nascita e della morte
del fondatore dell’archeologia moderna, Johann Joachim Winckelmann (1717-1768)
“Vivo come un artista e come tale sono accolto nei luoghi dove ai giovani è permesso di studiare, come nel Campidoglio. Qui è il Tesoro delle antichità di Roma e qui ci si può trattenere in tutta libertà dalla mattina alla sera”. È il 7 dicembre del 1755 ed è con queste parole che Johann Joachim Winckelmann, giunto a Roma da appena tre settimane grazie a una borsa di studio conferita dal principe Elettore di Sassonia, descrive a un amico la sua prima visita al Museo Capitolino, il primo museo pubblico d’Europa, luogo in cui il vitale rapporto con l’Antico può essere coltivato in assoluta libertà, “von Morgen bis in den Abend” (dalla mattina alla sera).
Nei tredici anni successivi, fino alla tragica morte avvenuta a Trieste l’8 giugno del 1768, Winckelmann, nato a Stendal il 9 dicembre del 1717 in una famiglia molto modesta, definisce i contenuti fondamentali del Neoclassicismo tardo-settecentesco e getta le basi teoriche dell’archeologia moderna, dando vita a un raffinato sistema di valutazione cronologica e stilistica delle opere antiche fondato sull’osservazione diretta dei manufatti e l’attenta lettura delle fonti letterarie. “Novello Colombo”, “scopritore di una terra a lungo presagita, menzionata e discussa, e lo si può ben dire, un tempo conosciuta e poi nuovamente perduta”. Così Johann Wolfgang Goethe esprime l’impatto rivoluzionario dell’opera di Winckelmann, e in particolare della Storia dell’Arte nell’Antichità pubblicata a Dresda nel 1764.
La mostra “Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento”, ai Musei Capitolini dal 7 dicembre 2017 al 22 aprile 2018, intende celebrare gli importanti anniversari winckelmanniani del 2017 (300 anni dalla nascita) e del 2018 (250 anni dalla morte) e si inserisce nel contesto delle manifestazioni europee coordinate dalla Winckelmann Gesellschaft di Stendal, dall’Istituto Archeologico Germanico di Roma e dai Musei Vaticani.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e a cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, la mostra ha una duplice finalità: la prima, offrire ai visitatori il racconto degli anni cruciali che hanno portato, nel dicembre del 1733, all’istituzione del Museo Capitolino, il primo museo pubblico d’Europa, destinato non solo alla conservazione ma anche alla promozione della “magnificenza e splendor di Roma”; la seconda, presentare le sculture capitoline sotto una luce diversa, ovvero attraverso le intuizioni, spesso geniali, del grande Winckelmann.
Arricchita da una selezione di 124 opere, il Tesoro di Antichità si sviluppa in tre sedi diverse nell’ottica di una “mostra diffusa”: le Sale Espositive di Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale del Palazzo Nuovo.
Catalogo: Gangemi Editore
Costi: Intero 15 € biglietto integrato Mostra + Museo (comprensivo della tassa del turismo per i non residenti a Roma) - Ridotto 13 € biglietto integrato Mostra + Museo (comprensivo della tassa del turismo per i non residenti a Roma) - Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Informazioni: 060608
Indirizzo: piazza del Campidoglio - Roma
Sito: www.museicapitolini.org
__________________________________________________________________________
"TRAIANO Costruire l’Impero, creare l’Europa"
ideata da Claudio Parisi Presicce
a cura di Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro
L’optimus princeps che portò l’impero romano alla sua massima estensione celebrato a 1900 anni dalla morte ai Mercati di Traiano
MERCATI DI TRAIANO MUSEO DEI FORI IMPERIALI - Roma
dal 29 novembre 2017 al 16 settembre 2018. Orario: tutti i giorni 9.30 - 19.30_ 24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00 - Giorni di chiusura: 1 Gennaio, 1 Maggio, 25 dicembre
L’esposizione è promossa e prodotta da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.
Cosa significa costruire un Impero? E in che relazione sta l’Impero Romano con l’Europa attuale?
Politica, economia, welfare, conquiste militari ottenute senza esclusione di colpi; inclusione di popolazioni diverse sotto un unico Stato che governa con leggi che ancora oggi sono alla base della giurisprudenza moderna; la buona amministrazione, influenzata anche da donne capaci, “first ladies” autorevoli; campagne di comunicazione e capacità di persuasione per ottenere il consenso popolare attraverso opere di pubblica utilità, “magnificentia publica” e lusso privato, ma discreto.
Non è la trama di una fiction, né il programma di qualche politico, ma la traccia della mostra Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa, ideata da Claudio Parisi Presicce e a cura di Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro per celebrare la ricorrenza dei 1900 anni dalla morte dell’imperatore che ha portato l’Impero alla sua massima espansione.
I reperti archeologici provengono da musei della Sovrintendenza Capitolina (Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Museo della Civiltà Romana, Museo di Roma a Palazzo Braschi, Antiquarium del Celio, Teatro di Marcello), da molti musei e spazi archeologici italiani (Museo Nazionale Romano presso le Terme di Diocleziano e presso Palazzo Massimo, Museo Ostiense a Ostia Antica, Antiquarium della Villa dei Volusii a Lucus Feroniae, Antiquarium di Villa Adriana a Tivoli, Antiquarium Comunale "Villa di Traiano” di Arcinazzo Romano; Museo Correale di Terranova a Sorrento) e alcuni importanti musei stranieri (Musei Vaticani; Pergamon Museum a Berlino; Museum het Valkhof di Nijmegen; Museo Nazionale di Storia della Romania, Bucarest; Museo Nazionale di Arte romana di Merida, Gliptoteca di Monaco di Baviera).
Ancora, è ospitata presso la via Biberatica anche “Columna mutãtio – LA SPIRALE”, un’installazione monumentale di arte contemporanea, ideata dall’artista Luminiţa Țăranu, che racconta la “mutazione” di significato della Colonna di Traiano nel volgersi della storia.
Il messaggio che l’artista, romena di nascita e italiana di adozione, intende trasmettere, è la “mutazione” di significato che avviene nel volgersi della storia: nata per celebrare la conquista della Dacia da parte dei Romani, la Colonna Traiana è diventata nel tempo il simbolo dell’inscindibile legame storico tra l’Italia e la Romania; se nel passato evocava le due guerre portate dall’Imperatore contro Decebalo, il Re dei Daci, oggi il capolavoro romano è anche testimonianza visiva dell’origine del popolo romeno.
Esempio di come la ricerca contemporanea interagisce con l’archeologia e con la memoria, l’installazione che l’artista propone al pubblico intende rinforzare il filo connettivo tra l’antico e il contemporaneo. L’opera, infatti, ha un’impostazione orizzontale come allusione al reperto archeologico quale oggetto musealizzato, metafora del concetto secondo il quale la storia scorre in orizzontale.
Dopo la mostra a Roma, l’installazione “Columna mutãtio – LA SPIRALE” sarà esposta in uno dei prestigiosi musei di Bucarest, in occasione alla festa del centenario dell’Unità Nazionale della Romania, nell’autunno del 2018.
TRAIANO, imperatore costruttore
La mostra sarà caratterizzata dal racconto della vita “eccezionale” di un uomo “ordinario”, significativamente racchiusa in un “titolo” coniato per lui, optimus princeps, ovvero il migliore tra gli imperatori. Colui che seppe riportare gioia tra i romani! come ricordato dallo storico Plinio il Giovane, suo contemporaneo Traiano ci ha ordinato di essere felici e noi lo saremo.
Ma cos’ha fatto di così diverso e innovativo Traiano per meritare un tale consenso incondizionato dall’esercito, dal senato e soprattutto dalle più disparate popolazioni dell’Impero?
Primo imperatore non romano di nascita bensì ispanico, non appartenente ad alcuna dinastia imperiale, ma di ottima famiglia – Ulpia – Marco Ulpio Traiano segue le orme del padre naturale e percorre velocemente i gradi della carriera militare, dimostrando doti di stratega e combattente sul campo a fianco dei suoi uomini, dei quali guadagna così il consenso e la fedeltà assolute. Non solo per questo l’imperatore Nerva lo “adotta” come successore, ma anche perché ne percepisce la capacità di affrontare anche i temi spinosi delle riforme sociali ed economiche di cui l’Impero ha urgente bisogno: lo nomina mentre lui si trova in Germania, lontano dalla capitale che non ha mai visitato.
Una mostra immersiva grazie alle nuove tecnologie e allo storytelling, protagonisti anch’essi dell’allestimento e dei contenuti. I visitatori si troveranno immersi nel mondo di Traiano. L’ imperatore, o meglio il suo fantasma, impersonato da un attore, introdurrà alla vita dell’optimus princeps. Profumi, petali e il rumore della folla daranno al visitatore le stesse sensazioni che il popolo di Roma provava durante un trionfo; stele di soldati si animeranno per mostrare gli affanni del vivere e del morire dei legionari impegnati nelle guerre di conquista di Traiano; si ascolteranno la descrizione dei nemici di Roma, i barbari - antagonisti prima, protagonisti poi delle sorti dell’impero - e le voci delle donne della famiglia reale, impegnate nel sociale e imprenditrici. E, ancora, grazie alla realtà aumentata e a video immersivi rivivranno i monumenti traianei e il fuoco delle fiamme da cui Traiano venne salvato per intercessione di Gregorio Magno.
La mostra si avvarrà anche delle installazioni multimediali e interattive che sono state realizzate grazie alle collaborazioni che la Sovrintendenza Capitolina ha attivato, a scopi di ricerca, studio e divulgazione con la Duke University, Department of Classical Studies, Dig@Lab, con il coordinamento scientifico di M. Forte, la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando (Madrid, Spagna), Laboratorio de Humanidades Digitales con il coordinamento di J. M. Luzon, la Divisione ICT del Dipartimento di Tecnologie Energetiche dell’ENEA nell’ambito del progetto CO.B.R.A. (COnservazione dei Beni culturali, con l’applicazione di Radiazioni e di tecnologie Abilitanti), responsabile A. Quintiliani.
Catalogo: De Luca Editori d’Arte
Costo: Biglietto integrato Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali + Mostra per i non residenti a Roma: 15 € intero; 13 € ridotto - per i residenti a Roma: 13 € intero; 11 € ridotto - Biglietto ridottissimo 2 €
Indirizzo: via Quattro Novembre 94 - 00187 Roma
Informazioni: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
Indirizzo: via Quattro Novembre 94 - 00187 Roma
Informazioni: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
Sito di riferimento: www.mercatiditraiano.it
__________________________________________________________________________
"MONET"
a cura di Marianne Mathieu
Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) e della Regione Lazio, la grande retrospettiva è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisiain collaborazione con il Musée Marmottan Monet, Paris.
COMPLESSO DEL VITTORIANO ALA BRASINI - Roma
sino al 3 giugno 2018, dal lunedì al giovedì 9.30 - 19.30_venerdì e sabato 9.30 - 22.00_domenica 9.30 - 20.30
A GRANDE RICHIESTA, DOPO AVER SUPERATO I 200.000 VISITATORI, LA MOSTRA DEDICATA A CLAUDE MONET PROROGA FINO AL 3 GIUGNO 2018 LA MOSTRA
In mostra circa 60 opere, le più care all’artista e che lo stesso Monet conservava nella sua ultima, amatissima dimora di Giverny: prestiti eccezionali tutti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi che nel 2014 ha festeggiato gli 80 anni di vita e che raccoglie il nucleo più importante e numeroso delle opere del grandissimo artista francese, grazie alle donazioni dei collezionisti dell’epoca e del figlio Michel.
L’inquietante modernità dei salici piangenti, del viale delle rose e del ponticello giapponese ma anche le monumentali ninfee e glicini, i colori evanescenti e sfumati, la campagna francese e la natura in ogni sua fase: tra i capolavori in mostra Ritratto di Michel Monet neonato (1878-79), Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).
Monet - curata da Marianne Mathieu, storico dell’arte e vice-direttore del museo Marmottan, incaricata della Collezione Monet - dà conto dell’intero percorso artistico del maestro impressionista a partire dai primissimi lavori, le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800 con cui guadagnò i primi soldi e divenne quasi un personaggio nella sua città natale, Le Havre, passando per i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, e delle sue tante dimore, inclusa una parentesi in Liguria testimoniata in mostra dal dipinto del castello di Dolceacqua.
Protagonisti anche i ritratti dei figli e le celeberrime tele dedicate ai fiori del suo giardino - costruito sapientemente negli anni al punto che ebbe a dire che se non avesse fatto il pittore sarebbe stato giardiniere e che senza i fiori non avrebbe dipinto -, fino alla modernissima resa dei salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, e poi alle monumentali Ninfee, che deflagrano nel pulviscolo violetto e nella nebbia radiosa.
L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia, colore ufficiale Giotto brand icona di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini e media partner Radio Dimensione Suono.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Le audioguide della mostra sono offerte da Generali Italia.
Il catalogo è edito da Arthemisia Books.
In mostra circa 60 opere, le più care all’artista e che lo stesso Monet conservava nella sua ultima, amatissima dimora di Giverny: prestiti eccezionali tutti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi che nel 2014 ha festeggiato gli 80 anni di vita e che raccoglie il nucleo più importante e numeroso delle opere del grandissimo artista francese, grazie alle donazioni dei collezionisti dell’epoca e del figlio Michel.
L’inquietante modernità dei salici piangenti, del viale delle rose e del ponticello giapponese ma anche le monumentali ninfee e glicini, i colori evanescenti e sfumati, la campagna francese e la natura in ogni sua fase: tra i capolavori in mostra Ritratto di Michel Monet neonato (1878-79), Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).
Monet - curata da Marianne Mathieu, storico dell’arte e vice-direttore del museo Marmottan, incaricata della Collezione Monet - dà conto dell’intero percorso artistico del maestro impressionista a partire dai primissimi lavori, le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800 con cui guadagnò i primi soldi e divenne quasi un personaggio nella sua città natale, Le Havre, passando per i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, e delle sue tante dimore, inclusa una parentesi in Liguria testimoniata in mostra dal dipinto del castello di Dolceacqua.
Protagonisti anche i ritratti dei figli e le celeberrime tele dedicate ai fiori del suo giardino - costruito sapientemente negli anni al punto che ebbe a dire che se non avesse fatto il pittore sarebbe stato giardiniere e che senza i fiori non avrebbe dipinto -, fino alla modernissima resa dei salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, e poi alle monumentali Ninfee, che deflagrano nel pulviscolo violetto e nella nebbia radiosa.
L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia, colore ufficiale Giotto brand icona di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini e media partner Radio Dimensione Suono.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Le audioguide della mostra sono offerte da Generali Italia.
Il catalogo è edito da Arthemisia Books.
Nell'immagine: Claude Monet (1840-1926), Nymphéas, 1916-1919.
Costo: Biglietti- Intero 15 € (audioguida inclusa) - Ridotto 13 € (audioguida inclusa)
Informazioni e prenotazioni gruppi: + 39 06 8715111
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Siti di riferimento: www.arthemisia.it - www.ilvittoriano.com
__________________________________________________________________________
INCONTRI
Storie di immagini,
immagini di storie
"Magnum Manifesto - Incontro con Alessandra Mauro"
LEICA STORE - Roma
"Magnum Manifesto - Incontro con Alessandra Mauro"
LEICA STORE - Roma
5 aprile 2018, ore 19.30
Prosegue il viaggio di Storie di immagini, immagini di storie,
il ciclo di incontri culturali realizzato da Contrasto con Leica
Camera Italia.
Dopo gli incontri con Valerio Bispuri a Torino e Mattia Zoppellaro a Milano, il viaggio si sposta a Roma, dove Alessandra Mauro propone un approfondimento sulla Magnum Photos di cui il progetto Magnum Manifesto (libro e mostra) celebra il settantesimo anniversario.
La mostra Magnum Manifesto, esposta al Museo dell’Ara Pacis di Roma fino al 3 giugno 2018, è dedicata alla più grande agenzia fotogiornalistica del mondo, la Magnum Photos, creata da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger e David Seymour nel 1947. Da quel giorno, la Magnum è diventata un riferimento nel tempo sempre più importante per la documentazione e per il fotogiornalismo. I suoi autori hanno documentato guerre, testimoniato le tensioni sociali, interpretato il nostro tempo, ritratto tanto le persone comuni quanto i grandi della terra, preconizzato i nuovi drammi del futuro. Alessandra Mauro spiegherà come è stata pensata, organizzata e realizzata questa mostra, e il libro che l’accompagna, che getta uno sguardo nuovo e approfondito sulla storia e sull’archivio dell’Agenzia, e racconterà in che modo e per quale motivo Magnum sia diventata diversa
Dopo gli incontri con Valerio Bispuri a Torino e Mattia Zoppellaro a Milano, il viaggio si sposta a Roma, dove Alessandra Mauro propone un approfondimento sulla Magnum Photos di cui il progetto Magnum Manifesto (libro e mostra) celebra il settantesimo anniversario.
La mostra Magnum Manifesto, esposta al Museo dell’Ara Pacis di Roma fino al 3 giugno 2018, è dedicata alla più grande agenzia fotogiornalistica del mondo, la Magnum Photos, creata da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger e David Seymour nel 1947. Da quel giorno, la Magnum è diventata un riferimento nel tempo sempre più importante per la documentazione e per il fotogiornalismo. I suoi autori hanno documentato guerre, testimoniato le tensioni sociali, interpretato il nostro tempo, ritratto tanto le persone comuni quanto i grandi della terra, preconizzato i nuovi drammi del futuro. Alessandra Mauro spiegherà come è stata pensata, organizzata e realizzata questa mostra, e il libro che l’accompagna, che getta uno sguardo nuovo e approfondito sulla storia e sull’archivio dell’Agenzia, e racconterà in che modo e per quale motivo Magnum sia diventata diversa
Costo: Ingresso GRATUITO - fino
a esaurimento posti, su prenotazione tramite Leica Club
Informazioni:
0632828237
Indirizzo
: via dei Due Macelli , 57 - Roma
Sito
di riferimento: www.leicaclub.it
__________________________________________________________________________
Kirosegnaliamo esce all’inizio di ogni settimana, chi volesse
darci comunicazione di eventi con rilievo artistico-culturale può scriverci
a kirolandia@gmail.com oppure info@kirolandia.com, entro la domenica precedente, specificando
chiaramente la richiesta di segnalazione, provvederemo previa specifica
selezione all'inserimento …