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martedì 25 febbraio 2020

KIROSEGNALIAMO dal 25 febbraio al 2 marzo 2020

K-news



Kiri,  proseguono per tutta la stagione 2019/2020  le KIROSEGNALAZIONI di KIROLANDIA® blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.

Come sempre, di settimana in settimana, vari suggerimenti tra teatro, musica, arte, cinema, danza, libri  e tanti altri eventi selezionati accuratamente sulla base delle vostre importanti indicazioni.

Ricordate che i suggerimenti di Kirolandia sono doppi, non solo sul blog... per altri interessanti eventi, ci sono anche le KIROSOCIALNEWS lanci direttamente dai nostri social:  Facebook, Twitter e Linkedin.

Ancora di più, triplichiamo... collegatevi sempre alla nostra trasmissione radiofonica, "#doyoudream kirolandia on air" sulla webradio Radio Godot, ogni mercoledì tra le 19.15 e le 20.15 abbondanti, verrà svelato il KIROEVENTO DA SOGNO della settimana, un'altra importante segnalazione per completare le vostre scelte.

Seguite sempre gli hastag #kirosegnalazioni   #kirosocialnews   #kiroeventodasogno  e scoprirete tutti gli appuntamenti per le vostre serate, scelti con cura dai Kiri di KIROLANDIA® !!!



- ROMA e provincia -

TEATRO

DEBUTTANO

"IL BAMBINO DALLE ORECCHIE GRANDI"
un progetto di Teatrodilina
produzione Fondazione Sipario Toscana
scritto e diretto da Francesco Lagi
con Anna Bellato e Leonardo Maddalena
disegno suono Giuseppe D’Amato
scenografia Salvo Ingala
luci Martin E. Palma

TEATRO ARGOT STUDIO - Roma
dal 25 febbraio al 1 marzo 2020,  orario spettacoli dal martedì al sabato ore 20.30_domenica ore 17.30

Per la stagione ARGOtNAUTICHE - Cronache dal mondo sommerso, arriva al Teatro Argot Studio di Roma, dal 25 febbraio al 1 marzo Teatrodilina con lo spettacolo Il bambino dalle orecchie grandi: una pièce intensa e commovente scritta e diretta da Francesco Lagi,  interpretata da Anna Bellato e Leonardo Maddalena e prodotta da Fondazione Sipario Toscana.

La storia narra di una coppia, un uomo e una donna che si sono appena conosciuti. Sono due persone che si avviano a stare insieme tra note lievi e incerte in bilico tra il loro presente e il loro passato. Tra la sensazione di essere un amore tutto nuovo ma anche in qualche modo già vissuto. C’è lo stupore di avere a che fare con una persona e di non capire bene chi sia, lo straniamento e la grazia di questa sensazione. La possibilità di essere una coppia e la paura di scambiare il caso per il destino. C’è la raccolta punti della marmellata e la sindrome di non mettere mai i tappi alle cose. Ci sono alcune morti e la questione se i vegetariani possano mangiare il pesce oppure no. C’è il suono delle cose che si rompono e che quando sono rotte non si aggiustano più. L’ipotesi, improbabile ma possibile, di essersi già conosciuti prima, chissà quando in una vita precedente. E poi c’è il bambino, quello dalle orecchie grandi, che dichiara la sua esistenza. Quel bambino che potrebbe rimanere un’ipotesi ma anche nascere e diventare realtà.

Costi: Biglietto Intero 15  € - Ridotto 10 euro - Studenti 8 euro
Indirizzo: via Natale del Grande, 27 - Roma
Informazioni:  stampa.theatron@gmail.com / tel. 331 2344833
Sito di riferimento teatro: www.teatroargotstudio.com
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Avviso ai Soci
LA CORPORAZIONE
in collaborazione con
L'Associazione Culturale Teatro Trastevere
è lieta di presentare
“Girotondo -riffa d’amore per otto personaggi”
Regia: Flaminio Perez
Ispirato all'opera dello scrittore e drammaturgo austriaco Arthur Schnitzler
Con: Giulio Bellotto, Emanuele Galluccio, Michela Giudici, Alice Guarente

TEATRO TRASTEVERE -  Roma
dal 27 febbraio al 1 marzo 2020, ore 21.00_dom. 17.30

“È impossibile dire cosa sia l'amore. Noi ci giriamo solo attorno.
Giro giro tondo. Casca il mondo.
Com'è l'amore oggi, qui, per tutti quelli che ci sono intorno?
Cosa fanno quando vivono l'amore?
Giro giro tondo. Casca la Terra. Tutti giù per terra.
Prima di sdraiarsi gli uni tra le braccia degli altri, come si comportano uomini e donne? Arthur Schnitzler ce ne ha dato una versione Vienna fin de siècle. Noi parliamo per il 2020.
Quattro uomini e quattro donne colti sul punto di accoppiarsi ci rendono un'istantanea del nostro modo di amare, o forse della nostra incapacità a farlo.
Sono quattro corteggiamenti nelle loro varie sfumature: erotico, queer, impacciato, osceno e tante altre situazioni che avete già immaginato – o magari, vissuto.
Gira e rigira, sempre di amore parliamo.
Una storia circolare per girarci intorno. Girotondo.”

Lo spettacolo parla di relazioni amorose con un occhio all'approccio sistemico-relazionale
e alle teorie di co-costruzione delle relazioni di Gregory Bateson.
Nelle scene di coppia che presentiamo sono altrettanto protagonisti gli osservatori esterni e gli attori interni, e le relazioni vengono ridefinite ogni volta a partire dal contesto e dai ruoli sociali in gioco”. Ruoli sociali che si ispirano a quelli che Schnitzler scrisse nel 1900, qui adattati alla contemporaneità: un politico, una segretaria, un rampollo, moglie e marito, un ragazzino, una cantante ed una prostituta si inseguono, si cercano, si intrecciano, si confondono, si innamorano e si disamorano. La scelta di soli quattro attori in scena (anzichè i 10 della scrittura originale), di elementi scenografici e di costume essenziali, di momenti di autoriflessione dei personaggi in forma di monologhi originali (ed assenti dal testo di Schnitzler) prende le distanze dai facili ammiccamenti in favore di una ricerca individuale e collettiva sulle possibili declinazioni non solo delle relazioni sentimentali, ma anche delle dinamiche potere, dell’ambiguità dei ruoli, degli stereotipi di genere.

Costo:  Vedi sito
Kiroconvenzione: INGRESSO RIDOTTO per tutti i  Kiri iscitti alla pagina facebook  di KIROLANDIA - Media Partner del Teatro
Informazioni: 06.5814004 - info@teatrotrastevere.it
Indirizzo: via Jacopa de Settesoli 3 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrotrastevere.it
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Afèghesis Teatro
presenta
"Sweet Home"
Di Luca di Pierno con la collaborazione di Vasco Meddi
Con Stefano Dattrino, Luca di Pierno. David Lecca, Vasco Meddi
Regia di Umberto Bianchi

ABARICO TEATRO - Roma
28 e 29 febbraio, ore 21.00

Sinossi
“Le isole”, luogo di confino per tutti coloro che sono accusati di sessualità non conforme alla norma. In un nontempo/nonluogo, il Più Alto, leader supremo a capo della “rivoluzione di quelli che strisciano”, ha pieno potere decisionale su tutto. L'assurdità e la pesantezza della vita di confino condurrà i protagonisti della vicenda a scoprire l'essenza più profonda dell'animo umano, fatta di contraddizione e ambiguità. In un mondo in cui troppo spesso non ci accorgiamo di essere noi stessi i nostri carcerieri, come si può raggiungere la forza di scegliere la libertà?

NOTE DELL'AUTORE
Mi sono dato “solo” il tempo; la cosa più preziosa che un artista possa dedicare a ciò che ama fare; il tempo per godere di questa storia collettiva ricca e complessa, piena di contraddizioni interne, di corto circuiti e di svolte inaspettate; il tempo, proprio quello che non hanno avuto i nostri protagonisti delle Tremiti. Mi sono lasciato attraversare dai personaggi, loro mi hanno aiutato, da loro ho percepito le risposte ai drammi personali, le reazioni differenti al dolore, i loro tentativi coraggiosi di andare avanti. Personaggi vivi, riconoscibili, visibili, con umane zone di luci e di ombre, in cui ognuno di noi può ritrovare un pezzetto di sé. Al fianco dei protagonisti viviamo il confino, respiriamo l’aria dei cameroni, gli odori, vivendo le loro stesse privazioni e stenti, guardando l’orizzonte infinito del mare delle Tremiti, lo stesso che si intravedeva dalle grate delle loro celle. Come loro noi tutti siamo posti di fronte a scelte e a circostanze che mettono a dura prova i nostri valori ed il nostro modo di vivere. Assistiamo all’assidua e costante lotta per preservare la propria identità ed il proprio spazio, tanto sottile quanto prezioso, di libertà. Per non essere prima ancora che prigionieri degli altri, prigionieri di noi stessi.

Di Luca di Pierno con la collaborazione di Vasco Meddi - Regia di Umberto Bianchi - Con Stefano Dattrino, Luca di Pierno. David Lecca, Vasco Meddi - Aiuto Regia Prisca D'Andrea – Jessica Tavanti
  
Costo: Intero € 13 - Ridotto € 10 (Tessera associativa 1 €)
Info e prenotazioni: info@abarico.it - tel. 0698932488
Indirizzo: Via dei Sabelli 116, Roma
Siti di riferimento: www.istitutoteatraleuropeo.it
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PROSEGUONO...

"I ragazzi che si amano"
Uno spettacolo di e con
Gabriele Lavia
da Jaques Prévert
Costumi Elena Bianchini
Musiche Giordano Corapi
Produzione Teatro Eliseo

TEATRO Eliseo - Roma
dal 18 febbraio al 1 marzo 2020 , orario spettacoli: martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00, mercoledì e domenica ore 17.00, sabato 22 febbraio doppio spettacolo ore 16.00 e ore 20.00

L’amore giovanile e il rapporto degli innamorati con la realtà. Gabriele Lavia dice Jacques Prévert e tocca emotivamente gli animi fin dal primo verso.                                                                                 
Chi sono I ragazzi che si amano? Siamo noi. E chi ha provato “questo amore / così violento / così fragile / così tenero / così disperato”? Siamo sempre noi. E tutto questo è detto semplicemente, senza distanze, né soggezione, né alcuna sacralità. Così Gabriele Lavia presenta il suo spettacolo da Jacques Prévert,
I ragazzi che si amano, sull’amore giovanile e il rapporto degli innamorati con la realtà. I giovani, estraniati dal mondo e dimentichi di tutto, non tengono conto della chiusura morale della gente verso la loro dolcezza.
Tra citazioni colte (da Magritte a Presley, da Picasso ai Beatles, da Heidegger a Hopper), Lavia ci ‘illumina’ – anche solo per pochi istanti, quelli che servono per ‘tre fiammiferi uno dopo l’altro accesi nella notte / il primo per vederti tutto il viso / il secondo per vederti gli occhi / l’ultimo per vedere la tua bocca’ – con il chiarore della poesia.

Due ragazzi si amano e si baciano al tramonto. La gente che passa, vedendoli, li disapprova indignata, ma loro non notano nulla, non ci sono per nessuno, vivono esclusivamente nel loro primo amore. Perché l’amore tra due giovani deve essere disapprovato, come se fosse qualcosa di proibito? Forse, perché i giovani hanno ancora il coraggio, che deriva dall’incoscienza o dall’innocenza dei loro anni, di manifestarlo liberamente, di viverlo come amore.
I ragazzi che si amano racconta un amore salvifico che dà l’unico senso possibile alla vita, un amore a cui aggrapparsi come naufraghi nel mare delle amarezze e ingiustizie dell’esistenza, un amore totalizzante che rigenera e crea un mondo in cui non c’è spazio per altri, in cui non esiste più niente se non i due giovani amanti. Ciascuno di noi può ritrovare echi e immagini della propria adolescenza.
Prévert non vuole essere diverso da noi – prosegue l’attore e regista – non vuole farsi notare. È vestito di grigio. Porta impermeabile e cappello. La domanda è: che cosa siamo noi? Noi, siamo tutta la vita. Noi ci amiamo e noi viviamo, noi viviamo e noi ci amiamo… Con un colpo di scena che ci dà la misura della grandezza di questo autore, Il poeta ci dice che noi non sappiamo che cosa sia la vita, non sappiamo che cosa siano i giorni e non sappiamo che cosa sia l’amore. L’essere è soltanto nella non-coscienza di sé.
L’amore e i giovani: niente e nessuno esiste più attorno a loro, poiché essi non appartengono più a questo mondo, ma a un altro, che vive nell’accecante calore del loro sentimento. Questo amore rigenera l’esistenza, rende unici e straordinari, crea un mondo e annulla gli altri, rende invisibili e senza paura. È un amore che libera.
“I ragazzi che si amano sono in un altrove, dunque – interviene Lavia – per quanto riguarda l’universo di Prévert si tratta di una realtà post platonica, in cui gli uomini vivono in un luogo delle ombre tipico della dimensione della caverna e al contrario i ragazzi che si amano stanno dove c’è la luce sconosciuta fuori dalla caverna. Jacqués Prévert – al di là della popolarità delle sue parole d’amore – è un poeta estremamente complesso, un poeta strano, che ha attraversato tanti momenti diversi e che ha voluto usare le parole di tutti i giorni per esprimere concetti così profondi”.
Lo spettacolo è dunque un percorso affascinante e coinvolgente con una guida d’eccezione attraverso le ‘nebbie’, non solo del porto del celeberrimo film di Marcel Carné, ma anche delle cave fumose in cui Juliette Greco cantava Le foglie morte e delle immancabili sigarette Gauloises ‘papier mais’ tanto amate da Prévert.
           
Foto di Filippo Manzini
                                                                                                                                             
Durata: atto unico, 1 ora e 15 minuti
Costo: Biglietto da 15 € a 35 €
Informazioni: Tel. 06.83510216
Indirizzo: via Nazionale 183 –Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroeliseo.com
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Ginevra Media Production srl in coproduzione con Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano srl
presenta
GIORGIO LUPANO, FRANCESCO BONOMO
E LA PARTECIPAZIONE DI
ROCÍO MUÑOZ MORALES
SHERLOCK HOLMES
e i delitti di Jack lo squartatore

DI HELEN SALFAS
BASATO SUGLI SCRITTI E I PERSONAGGI DI SIR ARTHUR CONAN DOYLE
ADATTAMENTO DI RICARD REGUANT E CATA MUNAR
 TRADUZIONE DI GIANLUCA RAMAZZOTTI
E CON LUCIANO ROMAN
E in o.a. BARBARA FOLCHITTO, GIADA LORUSSO, TOMMASO MINNITI, GIULIA MORGANI, EMILIANO OTTAVIANI, MARCO ZANUTTO
Scene originali di La Caja Negra Ta,Costumi di Adele Bargilli,
Musiche originali di Pep Sala

REGIA RICARD REGUANT

TEATRO SALA UMBERTO - Roma
dal 18 febbraio all'8 marzo 2020, orari dal martedì al sabato ore 21.00, domenica ore 17.00, mercoledì 26 febbraio, sabato 7 marzo ore 17.00, sabato 29 febbraio ore 17.00 e ore 21.00

Non tutti forse sanno che nel 1888 Sir Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes, fu chiamato più volte da Scotland Yard ad offrire la sua consulenza a proposito degli efferati delitti che in quegli stessi anni coinvolgevano la Londra Vittoriana. Il noto scrittore scrisse a Scotland Yard le sue intuizioni e le sue congetture a proposito dell’identità del famoso serial killer, soprannominato Jack lo squartatore. Molti di questi scritti sono stati ritrovati da Hellen Salfas (in realtà uno pseudonimo dietro il quale si nasconde la penna di un notissimo drammaturgo inglese) e utilizzati per la stesura di questa originale pièce di teatro che unisce la fantasia di un personaggio inventato, ma noto in tutto il mondo, come Sherlock Holmes con la realtà di uno dei più crudeli assassini di quegli anni. L’accostamento, seppur azzardato, è di certo molto intrigante e sorprendente, tanto che più di una volta il grande cinema ha raccontato in almeno due pellicole questo coinvolgente accostamento, Murder by degree di Bob Clark (noto in Italia con il titolo di Assassinio su commissione) con due grandi attori come Cristopher Plummer e James Mason e A study in terror (Sherlock Holmes: notti di terrore) dove il grande detective viene chiamato ad investigare sui misteriosi delitti di Whitechappel seguendo proprio il sentiero e gli indizi realmente indagati e analizzati da Scotland Yard in quegli anni.

Ricard Reguant, già regista di Dieci piccoli indiani, che da tre stagioni continua le repliche italiane con successo di pubblico e critica, ha adattato e diretto per il Teatro Apolo di Barcellona questa nuova ed originale avventura, mai vista sino ad ora sul palcoscenico, ricreando i personaggi dalla penna di Conan Doyle, apportando una freschezza e modernità nei linguaggi e nei contenuti avvicinando così Sherlock Holmes anche alle nuove generazioni che da diversi anni, oramai, seguono i nuovi restyling cinematografici e televisivi sulla figura di Sherlock e del Dott. Watson. Nel 2018 sono stati celebrati i 130 anni da quando è stato pubblicato il primo romanzo di Sir Arthur Conan Doyle sul famoso detective. Più di un secolo dopo Sherlock è più vivo che mai con 3 serie televisive, film d’azione con attori internazionali, cartoni animati e numerosi studi sulle applicazioni della logica impiegata dall’autore nelle indagini criminali moderne. Questo significa che il personaggio di Holmes ha oltrepassato l’epoca e la letteratura per trasformarsi in un’icona moderna dove le sue storie non sono più meri gialli polizieschi ma entrano nella realtà di tutti i giorni sollevando domande sul potere politico, investigativo e sociale.  

Tutt’ora in scena a Barcellona con grande successo di pubblico e dalla prossima stagione anche a Madrid. Con un grande cast tutto italiano lo spettacolo si appresta ad arrivare in Italia sempre con la regia dello stesso Reguant e il progetto artistico di Gianluca Ramazzotti che dopo il grande successo di Dieci piccoli indiani, si uniscono ancora una volta, per un nuovo spettacolo di respiro internazionale.

La trama
Londra 1888. Nel quartiere di Whitechappel una serie di terribili omicidi che coinvolgono giovani prostitute sta scuotendo l’opinione pubblica. L’ispettore LESTRADE, disperato per la situazione e la pressione della stampa dell’epoca, decide di presentarsi al 221 B di Baker Street per ingaggiare il famoso detective SHERLOCK HOLMES che, insieme all’inseparabile Dr. WATSON, inizierà le indagini per dare un volto e smascherare il terribile assassino soprannominato JACK LO SQUARTATORE. Durante le indagini incontreranno la famosa spia IRENE ADLER che si unirà a loro. Avventura e suspense costituiranno il mix esplosivo che li porterà a scoprire una verità molto più sconvolgente di quella che loro stessi potessero immaginare.

Costo: Biglietti da 19 € a 34 €
Informazioni: 06.6794753 - prenotazioni@salaumberto.com
Indirizzo: via della Mercede, 50 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.salaumberto.com
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Nicola Canonico Per La Good Mood presenta
"NEANCHE IL TEMPO DI PIACERSI"
di Marco Falaguasta, Alessandro Mancini,Tiziana Foschi
con Marco Falaguasta
regia di Tiziana Foschi

TEATRO DELLA COMETA - Roma
dal 19 febbraio al 1 marzo 2020,  orario dal martedì al venerdì ore 21.00_sabato doppia replica ore 17.00 e ore 21.00_domenica ore 17.00.

Sarà in scena al Teatro Della Cometa dal 19 febbraio al 1° marzo, NEANCHE IL TEMPO DI PIACERSI di Marco Falaguasta, Alessandro Mancini,Tiziana Foschi; Protagonista è Marco Falaguasta. Regia di Tiziana Foschi.

Note
Noi che siamo stati ragazzi spensierati e felici negli anni 80, gli anni del boom economico del quale non sapevamo niente ma ne respiravamo l'ottimismo e la positività, siamo diventati genitori in questi tempi pieni di incertezze, instabilità ma anche di progresso e connettività. Cosa ci portiamo dietro di quegli anni, quanto è rimasto in noi di quello sguardo positivo con il quale aspettavamo il futuro? Come le nuove tecnologie e procedure che i nostri figli utilizzano con disinvoltura, si sono inserite e hanno condizionato le nostre abitudini e il nostro modo di vivere la quotidianità? 
Quante volte ci siamo scoperti a pensare che eravamo meglio noi, con le nostre telefonate dal fisso o dalla cabina telefonica (quando cercavamo un po' d'intimità ed eravamo riusciti a trovare i gettoni necessari), le feste il sabato pomeriggio a casa con i genitori che controllavano che tutto filasse liscio, le nostre interminabili partite al subbuteo, gli occhialetti dell'intrepido, i giornaletti e le videocassette porno riposte nei nascondigli più improbabili. Noi che per comprare parlavamo con il commesso e non con il corriere. Però, magari, un secondo dopo, ci scopriamo a usare le app per noleggiare la macchinetta del car sharing o a rinnegare la moca per farci il caffè più rapidamente con la cialda. 
È complicato essere obiettivi con i nostri figli che giocano on line, che ci superano quanto a velocità di esecuzione e capacità di avvalersi della tecnologia per interagire, prenotare alberghi, cene, cinema, teatri ... noi che, tutto sommato, siamo un po' permalosi quando ci sentiamo dire dai ragazzi che non siamo abbastanza "social" perché pubblichiamo male, troppo, troppo poco con hashtag sbagliati. Noi che cominciamo a diventare sbagliati. Si, proprio così. È complicato ammettere che le nostre abitudini, soprattutto di pensiero, stanno diventando vecchie. È complicato accettare che dobbiamo essere noi ad avanzare verso loro e non pretendere che siano loro a tornare indietro verso noi.
Quando ci dicono che questi erano gli stessi discorsi che facevano i nostri padri e prima ancora i nostri nonni, non ci stiamo. Non è possibile che anche noi siamo rimasti vittima dello stesso meccanismo. Noi, i ragazzi degli anni 80, con quel sorriso sempre stampato sul viso, vestiti in quella maniera così colorata, con i capelli cotonati, le spalline alle giacche e il giubbotto di pelle alla Fonzie, noi non ci saremmo dovuti cadere! Noi, no.
E invece eccoci qui a commentare e lamentarci di una burocrazia sempre più arrogante e antagonista e di una società che consuma tutto talmente tanto velocemente che quello che avevamo comprato ieri è già vecchio, da buttare e da sostituire. Insomma a fare pensieri da cinquantenni, ma com'è possibile, che proprio noi ... siamo diventati cinquantenni. Eppure, se ci fermiamo un attimo e facciamo i conti, tutto torna.
Allora tanto vale ridere di noi, cosi, forse, si rimane un po' più giovani.

Durata:90 minuti senza intervallo
Costo: Biglietti Platea 25 €, prima galleria 20 €, seconda galleria 18 €
Informazioni:  Telefono 06.6784380
Indirizzo: via del Teatro Marcello, 4 - Roma
Siti di riferimento: www.teatrodellacometa.it
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"Giusto la fine del mondo"
Di Jean-Luc Lagarce
Traduzione Franco Quadri
Con
Anna Bonaiuto
Alessandro Tedeschi
Barbara Ronchi
Vincenzo De Michele
Angela Curri
Scene Francesco Ghisu
Costumi Cristian Spadoni
Musiche originali Roberto Angelini
Luci Giuseppe Filipponio
Regia Francesco Frangipane
Produzione Argot Produzioni e Fondazione Teatro Metastasio di Prato
in collaborazione con Pierfrancesco Pisani e Amat 

TEATRO PICCOLO ELISEO
dal 13 febbraio al 1 marzo  2020 , orario martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00_dom. ore 17.00

L’autore al tempo stesso classico e contemporaneo attualmente più rappresentato in Francia dopo Shakespeare e 

Louis - uno scrittore malato di Aids e prossimo alla morte – dopo essere stato lontano da casa per dodici lunghi anni, torna nel suo paese natale per rivedere i suoi familiari e comunicare loro la notizia della sua malattia e della sua imminente morte. Ad aspettarlo trova la madre vedova, i due fratelli Antoine e Suzanne e la cognata Catherine. I membri della famiglia reagiscono tutti in maniera diversa all’incontro: la sorella minore Suzanne è sinceramente felice di poter riabbracciare il fratello e, anche se quasi non lo conosce, prova un forte senso di abbandono; nel fratello Antoine si riaccende la gelosia verso di lui, che era sempre al centro dell’attenzione; la cognata Catherine, una donna gentile e insicura, cerca di metterlo a suo agio, stemperando gli eccessi del marito Antoine; la madre Martine, benché impreparata al ritorno del figlio, è raggiante e fiduciosa che in famiglia possa tornare il dialogo, interrotto anni prima o forse mai veramente iniziato. Louis andrà via la sera stessa, senza aver comunicato ai suoi il vero motivo della sua ‘visita’.

Note di regia
Una storia, quella di Louis, che si è drammaticamente intrecciata con la vicenda personale dell’autore, morto di AIDS a 38 anni. Dopo essere stato lontano da casa per dodici lunghi anni, torna nel suo paese natale per rivedere i suoi familiari e comunicare loro la notizia della sua malattia e della sua imminente morte. Ad aspettarlo, la madre vedova, i due fratelli Antoine e Suzanne, e la cognata Catherine. Una storia dell’incomunicabilità nella quale nessuno riesce ad esprimere i propri sentimenti, dove il dialogo si riduce a inutili tentativi di riempire il vuoto con le parole. Un testo dalla poetica dirompente costruito su lunghi flussi emotivi in cui ogni personaggio grida la propria insoddisfazione e frustrazione.
Una bulimia di parole che ogni familiare vomita addosso al protagonista impedendogli di dire quello per cui è venuto. Un Louis tramortito e confuso, avvolto in quella ‘bolla’ che lo continua a tenere distante ma che in qualche modo lo protegge. Ma anche un Louis, che uscendo da quella bolla, con estrema lucidità e razionalità si apre sinceramente e autenticamente al mondo. Il tutto in una domenica come tante.

Foto di Lorenzo Cicconi Massi

Durata: 75 minuti
Costo:  Biglietto 20 €
Informazioni: Tel. 06.83510216
Indirizzo: via Nazionale 183 –Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroeliseo.com
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RASSEGNE e MANIFESTAZIONI

APRE I BATTENTI

The Darkroom Project
MArteVISIVA: Special Projects
BiennaleMArteLive e i Progetti Speciali di Arti Visive

CASTELLO DI SANTA SEVERA - Santa Severa (Santa Marinella)
dal 28 febbraio al 1 marzo 2020, vari orari

The Darkroom Project #7 è parte del programma di valorizzazione del Castello di Santa Severa come centro di Posta giovanile nel l’ambito del progetto “Itinerario Giovani” finanziato dalla Regione Lazio Politiche Giovanili e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per la Gioventù. L’evento è prodotto e organizzato dalla Tevere Art Gallery in collaborazione con MArteLive.

Il progetto è parte della Biennale_MArteLive_Plus, l’incubatore dei progetti speciali avviati nell' ambito della Biennale MArteLive 2019. Oltre 900 artisti hanno pervaso di creatività e arte la città di Roma e 20 borghi del Lazio, coinvolgendo più di 70 location, oltre 30.000 persone e lasciando il segno sulla Capitale con opere di street art significative come (S)ink al Pigneto e i murales alla Casa Internazionale delle donne. Due intense settimane di sperimentazione artistica tra musica, cinema, arti performative e visive che hanno dato vita a 15 i progetti speciali che si svilupperanno nei prossimi due anni.  (comunicato in allegato)
The Darkroom Project è un evento multidisciplinare di ampio respiro, che prende vita dal concetto della riscoperta di una vecchia tecnologia vissuta in chiave contemporanea, la stampa fotografica in Camera Oscura, proposta sia ad un pubblico già avvezzo, sia a quello che non si è mai cimentato con questa tecnica. L’edizione 2019, lanciata nell’ambito della Biennale MArtelive al Planet e a Palazzo Velli, ove insieme alla mostra di Simona Concia ed oltre alle opere   fotografiche sono stati proiettati i video d’artista come “Delirio di uno stampatore”, in cui noti fotografi confidano le proprie fobie legate alla perfezione della stampa fotografica. Previsto un terzo appuntamento, sempre come evento speciale lanciato nell’ambito della Biennale MarteLive, nel suggestivo Palazzo Doria Pamphilj nel centro medievale di San Martino al Cimino (VT).
Nei giorni 28, 29 febbraio e 1° marzo, all’interno del castello di Santa Severa, verrà allestita una camera oscura dove 8 stampatori, non professionisti, si sfideranno a chi realizzerà la stampa perfetta da sei negativi tanto stimolanti quanto severi. Gli stampatori - Vittorio Antonacci, Giulia Barone, Alessandro Bortolozzo, Laura Corrado, Giulia Haraidon, Lucia Mangini, Enrico Tricoli, Barbara Visca- sono stati selezionati dallo stampatore e curatore del progetto Luciano Corvaglia. Un evento che permette una piena interazione con tutto il pubblico presente, professionista o neofito, che potrà seguire ogni fase della manifestazione su degli schermi appositi, portare i propri portfoli e sarà accompagnato nella visione dallo stesso Corvaglia, il quale commenterà e spiegherà le fasi creative della stampa.
La manifestazione è arricchita da una grande mostra di gigantografie ai Sali d’argento realizzate da Luciano Corvaglia per il lavoro multipremiato di Francesco Zizola;  una selezione delle opere in bianco e nero degli artisti che nel corso della stagione hanno partecipato alla manifestazione “il Mostro” della TAG – Tevere Art Gallery, I MOSTRI ; una selezione delle stampe ai sali d’argento stampate da Luciano Corvaglia del grande fotografo scomparso Giovanni Cozzi.

In programma anche numerose attività (vd programma dettagliato a pg 2) e tre imperdibili concerti ad opera di talentuosi musicisti contemporanei. Si esibiranno infatti il M° Marco Celli Stein, che ci accompagnerà nella conoscenza fra le analogie della lettura di un negativo con la lettura di uno spartito musicale; il M° Thomas Corvaglia, talento romano classe 1982 ed il giovanissimo M° Alessandro Romagnoli in un assolo per pianoforte.

Contest di Camera Oscura:
Il contest prende le mosse da un dato di fatto: così come più fotografi interpretano uno stesso soggetto in modi differenti, in base al punto di vista individuale, allo stesso modo da negativi identici derivano stampe diverse. La creatività nel processo di stampa è del tutto simile alla creatività nell’esposizione dei negativi: in entrambi i casi si parte da posizioni “date”, e ci si sforza di apprezzarle, e sopratutto di interpretarle. Questo è quello che faranno otto concorrenti, otto aspiranti artisti della camera oscura, alla ricerca dell’immagine finale.  Darkroom Contest, svolto per la prima volta nell’edizione 2013, è una gara di stampa che accompagnerà otto stampatori a cimentarsi nella stampa dello stesso negativo.
Le prove saranno tre. Avranno a disposizione 40 min. Fogli limitati per i provini e per la stampa. Gli stampatori conosceranno il negativo da affrontare solo mezz’ora prima dell’inizio della prova. 
Le stampe realizzate verranno giudicate ogni giorno da Luciano Corvaglia. 
Tutti i visitatori di The Darkroom Project potranno assistere alla gara attraverso gli schermi disposti all’interno dello spazio espositivo ed avere l’occasione di scoprire la magia del processo di stampa, osservare in diretta cosa succede in camera oscura e come ciascun concorrente affronta la prova di stampa. 

PROGRAMMA degli eventi

28.02.2020 – Venerdì
·                     h 11.00 Apertura al pubblico – Esposizioni, Video, Camera Oscura
·                     h 11.00 – Sala Darkroom Contest – Inizio prove di stampa, Video in diretta
·                     h 15.30 – Sala Darkroom Contest – Esposizione di tutte le stampe effettuate dagli otto stampatori, discussione della prova appena terminata e valutazione.
·                     h 17.00 – Sala Musica e Video – Concerto Piano Solo di Thomas Corvaglia
·                     h 18.00 Chiusura

29.02.2020 – Sabato
·                     h 11.00 Apertura al pubblico – Esposizioni, Video, Camera Oscura
·                     h 11.00 – Sala Darkroom Contest – Inizio prove di stampa, Video in diretta
·                     h 15.30 – Sala Darkroom Contest – Esposizione di tutte le stampe effettuate dagli otto stampatori, discussione della prova appena terminata e valutazione.
·                     h 16.30 – Sala Darkroom Contest – Lettura Portfolio
·                     h 18.30 – Sala Musica e Video – Riflessioni sonore in Bianco e Nero
·                     Il Maestro Marco Celli Stein ci accompagnerà con l’ausilio del pianista Thomas Corvaglia a conoscere le analogie della lettura di un negativo con la lettura di uno spartito musicale
·                     h 20.30 Chiusura

01.03.2020 – Domenica
·                     h 11.00 Apertura al pubblico – Esposizioni, Video, Camera Oscura
·                     h 11.00 – Sala Darkroom Contest – Inizio prove di stampa, Video in diretta
·                     h 15.30 – Sala Darkroom Contest – Esposizione di tutte le stampe effettuate dagli otto stampatori, discussione della prova appena terminata e valutazione finale. Premiazione del vincitore.
·                     h 17.00 – Sala Musica e Video – Concerto Piano Solo di Alessandro Romagnoli
·                     h 18.00 Chiusura

Costi: vedi sito
Indirizzo: SS1 via Aurelia, Km 52,600, Santa Marinella
Informazioni: www.tevereartgallery.net/the-darkroom-project-7/ - www.labiennale.eu - www.martelive.it -  info@martelive.it
Sito di riferimento: www.castellodisantasevera.it
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PROSEGUE...

"Artemia Off - 2020"
Prosegue la rassegna con lo spettacolo “L’Ultimo Minatore”.
Una rassegna che promuove le iniziative teatrali “OFF” romane.

- 15 e 16 febbraio Dracula – L’estasi del sangue” di Simone Calcagno,  con Valerio Mammolotti, Tiziano Ferracci, David Capoccetti, Roberto Giannuzzi e Livia Massimi
- 21, 22 e 23 febbraio  “Storie dal genere umano”, di Danilo Caiano,  con Gisella Cesari
- 29 febbraio e 1 marzo, “L’ultimo minatore” di Antonio Mocciola, con Alessandro Berlino e la regia di Marco Prato

dal 15 febbraio al 1 marzo 2020, vari orari

Artemia Off ha lo scopo di valorizzare i lavori focalizzati sulla ricerca di nuove e diverse forme drammaturgiche, lontane dalla scena teatrale tradizionale. Il Centro Culturale Artemia è una realtà finalizzata alla scoperta di nuovi universi creativi; con uno sguardo particolarmente rivolto verso la grande presenza di sperimentazioni teatrali degne di nota, lontane da cliché e consuetudini e desiderose di un palcoscenico per esprimere la loro qualità artistica. Artemia Off è una possibilità per gli artisti e per il pubblico giacché è l’occasione per proporre, ricevere e apprezzare nuove e “diverse” forme di espressione.

Dopo il grande successo di “Storie dal genere umano” di Danilo Caiano, e “Dracula. L’estasi del sangue” di Simone Calcagno sabato 29 febbraio alle ore 21 e domenica 1 marzo alle 18 si concluderà la Rassegna Artemia OFF con lo spettacolo: “L’Ultimo Minatore” di Antonio Mocciola e Marco Prato con Alessandro Berlino. Nel 2018, nell’indifferenza generale dei media, chiude l’ultima miniera di carbone in Italia. Si trovava nel Sulcis, località sarda arricchitasi con le attività estrattive, tanto da fondare dal nulla una città (Carbonia) e poi precipitata in una crisi spaventosa, diventando in breve tempo la regione più povera d’Europa. Gavino è un minatore che ha perso il lavoro, e che ci racconta in brevi flash le condizioni di vita disumane in cui lavorava insieme ai suoi colleghi, fino allo sgomento di un futuro tutto da decifrare. Gavino veste solo di cellophane che lo avvolge completamente, quasi lo soffoca. La miniera è torrida, non a caso i primi minatori lavoravano nudi, i vestiti si sarebbero bruciati addosso. Gavino racconta di come è nato il suo lavoro, mentre alle sue spalle, più la descrizione si fa cruda e cruenta, scorrono le immagini della Sardegna dell’Agha Khan, la Costa Smeralda, i paradisi per ricchi, l’Isola del Nord, in violento contrasto con il racconto. Quasi uno sberleffo alle parole di Gavino.

Spettacolo vietato a minori di 18 anni.
Direzione artistica: Maria Paola Canepa
Mediapartner: KIROLANDIA

Costo: Vedi sito
Kiroconvenzione: INGRESSO RIDOTTO su prenotazione  per tutti i  Kiri iscitti alla pagina facebook  di Kirolandia - Media partner del Teatro
Informazioni e prenotazioni:
334 1598407 anche sms -  si prega di arrivare 15 minuti in anticipo
Indirizzo: via Amilcare Cucchini, 38 - Roma
Sito di riferimento centro: www.centroculturaleartemia.it
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TEATRO RAGAZZI

DEBUTTANO

Stagione Teatro Trastevere dei Piccoli 2019-2020
Compagnia Nomen Omen presenta

"GIACOMINO E IL FAGIOLO MAGICO"
Adattamento di D. Zuliani

TEATRO TRASTEVERE  -  Roma
29 febbraio e 14 marzo 2020, ore  16.30

Protagonisti assoluti di questa storia sono un bambino e la sua curiosità: il desiderio di scoperta lo porta a svelare un mondo altro (e alto) che si trova sopra le nuvole. Da cinque apparentemente comuni fagioli ricevuti da un misterioso viandante, nasce un ponte che collega i due mondi; allo stesso modo, saranno oggetti comuni a traghettarci nel racconto e offrire ai piccoli spettatori originali spunti scenici.
Attraverso tecnica d’attore e di figura, accompagneremo Giacomino nel suo avvincente percorso di crescita tra orchi voraci, galline dalle uova d’oro e arpe magiche. Uno spettacolo interattivo adatto a tutta la famiglia.

Costo:  Biglietto 7 euro
Informazioni: Dai 4 anni
KIROLANDIA - Media Partner del Teatro
Informazioni: 06.5814004 - info@teatrotrastevere.it
Indirizzo: via Jacopa de Settesoli 3 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrotrastevere.it
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La Piccionaia
presenta
"L’amico invisibile"
Testo e regia Matteo Balbo
Con Matteo Balbo e Valentina Dal Mas

Lo SPETTACOLO è RIMANDATO causa decreto Coronavirus

CENTRALE PRENESTE TEATRO -  Roma
1 marzo 2020, ore 16.30

Arriva da Vicenza il prossimo spettacolo in scena a Centrale Preneste Teatro per la rassegna Infanzie in gioco 2019/20: domenica 1 Marzo alle 16.30 va in scena L’amico invisibile della compagnia La Piccionaia. Il lavoro, liberamente ispirato a Le avventure di Jacques Papier. Storia vera di un amico immaginario di Michelle Cuevas ha vinto il Premio Andersen 2016. Sul palco ci sono Matteo Balbo e Valentina Dal Mas, la regia è di Matteo Balbo.
Celestino è un bambino di otto anni che ha il terribile sospetto che tutti lo detestino: al parco gli amici non vogliono giocare con lui, a casa i genitori lo ignorano, a scuola i maestri non lo considerano. Tutti lo odiano eccetto Chiara, sua sorella-gemella. Presto però Celestino farà una scoperta sconvolgente: lui e Chiara sono uniti da un legame speciale. Partirà così per un lungo viaggio in cui incontrerà curiosi personaggi e amici immaginari che lo aiuteranno a scoprire chi è e le mille cose che può fare. Un simpatico viaggio nell'infanzia, alla ricerca della propria identità, degli incontri importanti e delle

Liberamente ispirato a Le avventure di Jacques Papier. Storia vera di un amico immaginario di Michelle Cuevas 
Premio Andersen 2016
Testo e regia: Matteo Balbo
Collaborazione: Paola Rossi
Con: Matteo Balbo e Valentina Dal Mas
Scenografie: Mauro Zocchetta
Audio e luci: Stefano Capasso
Realizzazione scena: Luciano Lora / Yurji Pevere
Consulenza musicale: Silvia Sette

Costo: Biglietto unico 6 € (prenotazione consigliata)
Informazioni: Adatto dai 5 ai 10 anni
Prenotazioni: 06 27801063 o info@ruotaliberateatro.191.it
Indirizzo: Via Alberto da Giussano, 58, Roma
Sito di riferimento: www.facebook.com/CentralePrenesteTeatro
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MUSICA

COTTON CLUB
LA PROGRAMMAZIONE
dal 27 Febbraio al 1 Marzo 2019

Ogni domenica – Bevo Solo Rock’n Roll

GIOVEDI’ 27 FEBBRAIO 2020
TRIO MONTI
LA CANZONE ROMANA

Il Trio Monti nasce a metà del 2014 dall’idea di tre giovani, romani doc, con una comune passione per la scuola cantautoriale e tradizionale. Il nome del Trio ha origine dal fatto che gli elementi che lo compongono provengono da tre dei monti di Roma; Giampiero Mannoni, alla voce, è di Monte Mario; Valerio Mileto, alla chitarra, è di Monte Sacro; Emanuele De Simone, al mandolino, è di Monte Verde. Inoltre, è un omaggio al Rione Monti, uno dei quartieri storici nonché primo Rione di Roma. Dall’estate del 2018 Emanuele De Simone viene sostituito al mandolino (e al pianoforte) dal Maestro Valdimiro Buzi (proveniente da un altro monte di Roma: la Montagnola) con il quale si instaura da subito un clima di rinnovata energia, sostenuto da un comune sforzo verso obiettivi sempre maggiori.

Partendo da un’attenta ricerca sulle origini della canzone romana, Il Trio Monti affronta i grandi temi della tradizione popolare, cercando di restituirne la sonorità originaria fatta di voce, chitarra e mandolino, ma con arrangiamenti originali che esplorano il linguaggio musicale a 360 gradi. Ed è nel tentativo di dare voce e vita nuova ad una tradizione longeva e ricca di contenuti che nasce, ampliandosi sempre maggiormente, un repertorio di brani inediti e originali, scritti dal Trio, dove nuove sonorità si fondono con contenuti attuali, raccontando quella “ romanità” viva e tangibile, spesso contraddittoria, fatta di passione e sentimenti, goliardia e cinismo.

LIVE SHOW €10 con consumazione
Inizio concerto ore 21.30

Line-up
Giampiero Mannoni, Voce
Emanuele De Simone, Mandolino
Valerio Mileto, Chitarra
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SABATO 29 FEBBRAIO 2020
SOULPEANUTS
REVIVAL ANNI '80

Gli anni migliori della musica pop dicono, sicuramente i più divertenti...si perché nascevano i primi video clip più elaborati, e i programmi dedicati, come non ricordare DJ Television con Cecchetto a presentare e poi Jovanotti e Fiorello agli albori della loro carriera.

Soulpeanuts ci riporteranno indietro nel tempo con brani di autori come gli Earth Wind & Fire, Chaka Khan, Stevie Wonder, Anita Baker, Ashford & Simpson, George Benson, Stephanie Mills , Maxwell. 10 elementi con una sezione fiati, duo vocalist, e la ritmica.

LIVE SHOW €10
Inizio concerto ore 22.30

Line-up
Max Pasquarelli, Voce
Mimma Pisto, Voce
Elio Buselli, Basso
Alfredo Bochicchio, Chitarra
Francesco Carlesi, Tastiere
Michael Coal, Batteria
Massimo Pirone, Trombone
Sergio Vitale, Tromba
Claudio Giusti, Sax Alto
Simone "Federicuccio" Talone, Percussioni
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DOMENICA 1° MARZO 2020
BEVO SOLO ROCK'N ROLL
CHERRY PIE

L’appuntamento dedicato al Rock'N'Roll anni '50 della domenica: una serata vintage e divertente all'insegna del Rock'n Roll. Diretta dalla frizzante Lalla Hop, la serata ci riporterà negli anni '50 grazie ai nostri gruppi live così coinvolgente da fare ballare i più timidi. Lezione di ballo "primi passi" con le migliori scuole di Roma che si alterneranno di domenica in domenica.

Il LIVE di Domenica 1° marzo è con CHERRY PIE, band che compirà un viaggio nel favoloso mondo degli anni ‘50. Il gruppo nato nel 2010 e capitanato dal chitarrista Tyron D'Arienzo vanta oltre 400 concerti alle spalle in locali e festival di tutta Italia. Il trio essenziale e d’impatto, ricalca i più grandi successi del Rock’n’Roll. Da Chuck Berry a Elvis Presley, da Johnny Burnette a Little Richard, Carl Perkins e tutti i più grandi rappresentanti di quella musica che dagli Stati Uniti ha travolto tutto il mondo negli anni '50 e '60.

Uno show spedito e senza soste tutto da ballare. La band si propone in “alta fedeltà”, con abiti a tema, sound e strumenti vintage. Insomma un’atmosfera coinvolgente dalla quale è impossibile uscire una volta entrati.

Ingresso ore 19.30
Lezione ore 20.00
Concerto ore 21.00

Prezzo special del BEVO SOLO ROCK'N ROLL:
LEZIONE + CONCERTO + DRINK 10€
LEZIONE + CONCERTO + DRINK + PINSA ROMANA 18€

Line-up
Tyron D'Arienzo, Chitarra E Voce
Mike Califano, Contrabbasso
Mariano Gatta, Batteria

Indirizzo: via Bellinzona 2 - Roma
Info e prenotazioni: info@cottonclubroma.it+390685352527 +393490709468
Sito di riferimento: www.cottonclubroma.it
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"SOUL STORY AL TEATRO GOLDEN"
La storia del Soul dal doo wop, al rhythm 'n' blues, fino agli anni '70.
Appuntamento domenica 1° marzo, ore 21:00
Sul Palco
MARIO DONATONE, MONICA PROIETTI TUZIA, GIO' BOSCO.
Special Guests
GIULIO TODRANI, MARCO RINALDUZZI, MASSIMO CALABRESE.
Con la partecipazione dei cori
World Spirit Orchestra - Quelli del doo wop - Golden Soul - I Risona(n)ti

Il CONCERTO è RINVIATO al 15 MARZO 2020 sempre nella stessa location a causa del clima di incertezza che si è venuto a creare negli ultimi giorni.

TEATRO GOLDEN - Roma
1 marzo 20120, ore 21.00

Un viaggio nella musica soul che parte dal doo wop, passa per il rhythm 'n' blues, fino a raggiungere il sound psichedelico degli anni '70. Si presenta così SOUL STORY, spettacolo musicale che andrà in scena presso il teatro Golden domenica 1° marzo 2020. Protagonisti di questa serata saranno alcune delle voci più in vista nel panorama capitolino dal punto di vista solistico e corale: tra queste il cantante, pianista e "narratore" Mario Donatone, le cantanti e direttrici di coro Monica Proietti Tuzia e Gio' Bosco, accompagnati da una fantastica band composta da musicisti eclettici e raffinati. In questo concerto inoltre si esibiranno alcune delle realtà corali più attive ed interessanti presenti nella capitale, con la partecipazione di alcuni ospiti speciali che non hanno bisogno di presentazioni. Tra questi il mitico Giulio Todrani e i due grandissimi musicisti e produttori di tante importanti pagine di musica italiana quali Marco Rinalduzzi e Massimo Calabrese. Questi tre musicisti  sono stati anche i protagonisti della band "Io vorrei la pelle nera", gruppo in cui ha iniziato Giorgia e che ha notevolmente divulgato il soul classico al pubblico italiano.

Dopo il successo di "Christmas in Black" ottenuto nel dicembre del 2019, si torna a teatro per una completa immersione nella storia del soul, con un cammino che parte dagli anni '50 all'epoca dei Platters e The Pinguins, quando i giovani neri americani si riunivano lungo i marciapiedi delle metropoli dando via a quel genere chiamato doo-wop in cui gli strumenti musicali erano sostituiti con armonie vocali divenute in seguito un marchio di fabbrica di questo immaginario. La storia prosegue toccando artisti eclettici e sublimi come Ray Charles e Aretha Franklin che con carisma e personalità hanno lasciato anche loro una traccia indelebile al loro passaggio. Non mancherà, inoltre, un tuffo negli 'anni '70 con artisti toccando artisti come i Beach Boys che hanno creato un ponte tra il passato e le sperimentazioni del periodo psichedelico. A questo aggiungiamo anche un tuffo verso la musica black funk inserita in un periodo di tempo decisamente più recente.

A rendere il tutto più accattivante ci sarà anche il meraviglioso sound di alcuni cori: tra questi la "World Spirit Orchestra", uno dei più moderni e attivi a Roma, "Quelli del doo wop", una assoluta novità nata in questa location, i "Golden Soul", coro stabile del Golden e "I Risona(n)ti". Inoltre la resident band sarà formata da Angelo Cascarano alla chitarra e alla voce, Andrea Mercadante alle tastiere, Davide Bertolone al basso e Roberto Ferrante alla batteria.

Costo: Biglietto  Intero 15 € + 2 € prevendita - Ridotto 12 € + 2 € prevendita
Indirizzo: viaTaranto, 36 - Roma
Telefono: tel. fax  06 704 93 826 -  mail:info@teatrogolden.it
Sito di riferimento: www.teatrogolden.it/teatro/
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DANZA

DEBUTTA

DANZA
MAI PIU' SOLI

BALLETTO DI ROMA
"SOGNO, UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE"
Coreografia di Davide Valrosso
Luciano Carratoni
Direzione Artistica Francesca Magnini
Atto unico per 8 danzatori: 4 uomini e 4 donne
In co-produzione con il Festival Oriente Occidente – CID Centro Internazionale della Danza

TEATRO VASCELLO  - Roma
Dal 25 febbraio al 1 marzo 2020, dal martedì al venerdì ore 21.00 - sabato ore 19.00 - domenica ore 17.00

 “Sogno di una notte di mezza estate” è una delle opere più affascinanti di William Shakespeare, una commedia immersa in un’atmosfera fantastica, capace di suscitare emozioni e meraviglia. In principio l’opera fu destinata a rappresentazioni private, mentre più tardi il testo fu riadattato come spettacolo pubblico. In bilico tra questa dimensione intima e collettiva, tra surrealismo e folklore, la Compagnia del Balletto di Roma dà origine alla storia fantastica e tenebrosa di coppie d’innamorati che si perdono e s’inseguono in un bosco labirintico, fatto d’insidie e seduzioni.
La creazione di Davide Valrosso riflette su due temi fondamentali: la magia e il sogno. Magia non è altro che l’amore, simboleggiato nella commedia dal succo di un fiore magico che agisce sugli occhi: è, infatti, con lo sguardo che ci s’innamora per la prima volta scrutando l’oggetto del desiderio. Altro tema è il sogno, preponderante a tal punto che realtà e fantasia arrivano a confondersi, amplificando lo sguardo su un accadimento a-temporale. L’elemento onirico è reso dalla presenza di corpi vivi e impalpabili che danzando animano Puck, creatura irreale ma sempre presente che muove, a volte anche senza volerlo, i fili delle relazioni umane. Puck è vitalità e caos, gioco e divertimento, senza cattiveria. Puck è l’infante irruento e scherzoso che è dentro ognuno di noi.
In termini coreografici la cifra chiave è da ricercarsi in un passaggio fluido da elementi accademici a una danza più materica: tracciati ambivalenti che si nutrono l’uno dell’altro, in un migrare continuo dall’etereo al corporeo. Attraverso un focus intermittente su situazioni scelte, le azioni si sovrappongono come in una dissolvenza incrociata, inglobando sguardi densi d’immaginazione, in un’esperienza di visione che invita continuamente a “giocare di fantasia”. Danzatori in colori pastello e scena di un bianco sognante s’immaginano immersi nella stessa sostanza, fatta di materiali sottili che sussurrano e non descrivono. La coreografia dei duetti e delle parti di gruppo amplifica una densità di presenza voluminosa abbastanza da donare al corpo e alla scenografia una consistenza tangibile e insieme immateriale: saranno gli spiriti irreali dei personaggi a concretizzarsi in un mondo del tutto surreale, ma che ci parla da vicino.
Shakespeare ci fa intuire quanto noi esseri umani siamo insignificanti di fronte a cose che non possiamo in alcun modo controllare. Ci fa riflettere su come il caos possa essere artefice del nostro destino, poiché nulla possiamo fare - almeno apparentemente - per contrastarlo. Attraverso la danza del suo “Sogno, una notte di mezza estate” Valrosso ci suggerisce di coltivare il senso trasformativo di questo caos fatto d’inganni, gelosie e tenerezze, accogliendo il potere che pensieri, parole e gesti hanno di farci abbandonare inesorabilmente alla bellezza.

Costo: intero € 20, ridotto over 65 € 15, ridotto under 26 € 12
Informazioni: 06 5881021 – 06 5898031
Indirizzo: via Giacinto Carini, 78 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrovascello.it
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ARTE

PROSEGUONO...

100 ANNI PER IL FUTURO
ROMA CELEBRA IL CENTENARIO DI CASA BIXIO CON LA MOSTRA DEDICATA AL NOTO COMPOSITORE 
“CESARE ANDREA BIXIO - MUSICA E CINEMA NEL ‘900 ITALIANO”  

MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI E TRADIZIONI POPOLARI - Roma
dal 29 gennaio al 31 marzo 2020, vari orari

 INAUGURAZIONE - 28 GENNAIO 2020 alle 19:00 

Dopo il successo ottenuto a Ravello, Spoleto, Napoli, Firenze e Pescara, arriva a Roma dal 29 gennaio la mostra “C.A. Bixio – Musica e Cinema nel ‘900 italiano”, allestita in occasione del Centenario di Casa Bixio, presso il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari all’ EUR.
L’intento della famiglia Bixio è quello di celebrare la vita e le opere musicali del fondatore Cesare Andrea Bixio per tramandarne il ricordo e far conoscere, soprattutto ai giovani, il talento e le intuizioni di quello che potremmo definire "l'uomo dei record". In pochi conoscono infatti l’uomo e l’imprenditore che si nasconde dietro ad importanti successi quali: “Mamma”, “Parlami d’amore Mariù”, “Vivere”, “Una strada nel bosco”, “Violino Tzigano”, divenuti pietre miliari della nostra musica popolare e conosciute in tutto il mondo. Cesare Andrea Bixio fu tra i primi ad intuire l’importanza dell’Editoria Musicale, e nel 1920 diede vita alla prima società editoriale di musica popolare. Negli anni ‘60 fondò la Cinevox Record, prima casa discografica dedicata alle colonne sonore che nel corso degli anni ha prodotto artisti come Morricone, Piovani, Goblin, Emerson e Trovajoli. Il nucleo centrale della mostra è sviluppato intorno alle grafiche delle copertine degli spartiti dei successi di Bixio, veri e propri capolavori grafici rappresentativi delle varie tendenze artistiche dell’epoca. Le note dell’autore accompagnano il visitatore in un viaggio dove non mancano immagini dei primi dischi e dei film musicati, sequenze delle canzoni interpretate nel tempo sia da attori famosi come Vittorio De Sica, Totò, Anna Magnani, che da grandi interpreti quali Beniamino Gigli, Luciano Pavarotti, Mina, Andrea Bocelli.

Franco Bixio, figlio del noto compositore ha affermato: “Nel 1932 mio padre riuscì a convincere il regista Camerini a inventare una scena per far cantare “Parlami d’amore Mariù” al giovane attore Vittorio De Sica protagonista del film “Gli uomini che mascalzoni” superando così il parere contrario del produttore che non voleva in alcun modo la canzone nel film. È uno dei più grandi successi di mio padre e fece conoscere De Sica anche come chansonnier.”
La mostra, che è dedicata a Carlo Bixio, costituisce inoltre il punto di partenza di una serie di iniziative che verranno realizzate nel corso di tutto il 2020 per celebrare il Centenario. 
Le attività previste per dare luce a questo importante traguardo interesseranno diverse città italiane nelle quali saranno organizzati svariate manifestazioni tra cui: concerti, convegni, contest per giovani musicisti dando voce ad artisti che desiderano fare emergere le proprie doti creative come il Contest: “100ANNI PER IL FUTURO” realizzato in collaborazione con il MEI. Tra le città protagoniste degli eventi: Napoli, Milano ed infine Venezia, in occasione della Mostra del Cinema. 
L’esposizione, realizzata dai figli del compositore, Franco e Andrea Bixio e da Giuseppe Pasquali, con il coordinamento di Renato Marengo, gode del sostegno di SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) e del patrocinio e della collaborazione del MIBACT, A.F.I. (Associazione dei Fonografici Italiani), Nuovo IMAIE (Istituto Mutualistico Artisti Interpreti ed Esecutori), FEM (Federazione Editori Musicali), ICBSA (già Discoteca di Stato) e RaiTeche.

La mostra è organizzata da Associazione Musikstrasse. 

Costi: vedi sito
Indirizzo: Piazza Guglielmo Marconi, 8 - Roma eur
Sito di riferimento: www.idea.mat.beniculturali.it/museo-civilta-mnatp
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"I LOVE LEGO"

Palazzo Bonaparte, spazio Generali Valore Cultura - Roma
dal 24 dicembre al 9 aprile 2020 - vari orari

Un regalo di Natale per la Città di Roma: Arthemisia, dal 24 dicembre - oltre alla straordinaria mostra attualmente in corso dedicata al mondo dell’Impressionismo che sta richiamando migliaia di visitatori da tutto il mondo - presenta I LOVE LEGO, la mostra per bambini e appassionati di tutte le età.

In un gioco di colori e prospettive, tra spettacolari diorami e creazioni artistiche, arrivano dal 24 dicembre al 19 aprile 2020 a Palazzo Bonaparte - spazio Generali Valore Cultura, scenari minuziosamente riprodotti e ambienti realizzati in decine di metri quadrati con i mattoncini più famosi del mondo.

I LOVE LEGO presenta in scala ridotta dettagliatissime riproduzioni di fantastici mondi: dalla frenesia della città contemporanea alle avventure leggendarie dei pirati; dai paesaggi medievali agli splendori dell’Antica Roma in una riproduzione fedelissima del Foro di Augusto; dalla conquista dello spazio, alla suggestiva riproduzione di un paesaggio artico per arrivare al sorprendente scenario della Liberazione.
Costruzioni e non solo. Attraverso una “caccia al personaggio” - tra edifici e palazzi, tra galeoni e templi - il visitatore è invitato a cercare personaggi celebri (e non) nascosti all’interno delle installazioni: da Harry Potter a Dart Fener, diversi gli ospiti a sorpresa inseriti nelle divere installazioni che accompagnano nella visita tutti coloro che vogliono divertirsi a scovare tra i mattoncini.
Dalla città contemporanea ideale alle avventure leggendarie dei pirati, dai paesaggi medievali agli splendori dell’Antica Roma, i bambini e i più grandi potranno immergersi nei diversi ambienti minuziosamente ricostruiti e progettati da RomaBrick, uno dei LUG (Lego® User Group) più antichi d’Europa.

Mattoncini ma non solo: a dimostrare quanto i moduli più famosi del mondo siano in grado di “creare arte a 360°”, in mostra a Palazzo Bonaparte con 10 tele spirate a grandi capolavori della storia dell’arte reinterpretati e trasformati in “uomini lego” dal giovane artista romano Stefano Bolcato: unendo la sua passione per i LEGO e la sua arte - attraverso una tecnica pittorica ad olio - crea forme di assemblaggio ispirate in particolare modo dal “magnetismo” dei ritratti rinascimentali.

L’esposizione vanta l’eccezionale partnership con “Legolize”, pagina umoristica che crea installazioni comiche utilizzando proprio i LEGO.
Fondata da tre ragazzi - Mattia Marangon, Samuele Rovituso e Pietro Alcaro - la pagina è nata nel 2016 e attualmente conta più di mezzo milione di fan su Instagram e altrettanti su Facebook. Legolize porterà la comicità all’interno della mostra, con speciali installazioni e “invadendo” i diorami in mostra a Palazzo Bonaparte.

I LOVE LEGO è una mostra di Arthemisia, in collaborazione con RomaBrick.

I LOVE LEGO è una esperienza imperdibile per i nostalgici che vorranno tornare bambini e per i più piccoli che potranno trascorrere una giornata divertendosi con quei “prodigiosi” mattoncini che ogni anno fanno giocare milioni di persone.

Costo: Biglietto 12 € - Ridotto 10 €
Indirizzo:  piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso) - Roma
Informazioni: + 39 06 87 15 111
Sito di riferimento: www.mostrepalazzobonaparte.it
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"C’era una volta Sergio Leone"

C’era una volta Sergio Leone, la grande mostra all’Ara Pacis per i 90 anni dalla nascita e i 30 dalla scomparsa del regista

Roma Capitale celebra il mito di uno dei
maestri assoluti del cinema italiano con una mostra concepita e realizzata da
La Cinémathèque Française e Cineteca di Bologna.

Museo dell’Ara Pacis - Roma
dal 17 dicembre 2019 al 3 maggio 2020 - Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima). Chiuso 1 maggio

C’era una volta Sergio Leone: è il titolo evocativo della grande mostra all’Ara Pacis, in programma fino al 3 maggio 2020, con cui Roma celebra, a 30 anni dalla morte e a 90 dalla sua nascita, uno dei miti assoluti del cinema italiano.
Promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l’esposizione arriva in Italia dopo il successo dello scorso anno alla Cinémathèque Française di Parigi, istituzione co-produttrice dell’allestimento romano insieme alla Fondazione Cineteca di Bologna.
La mostra è realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà, Ministère de la culture (Francia), CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée, SIAE e grazie a Rai Teche, Leone Film Group, Unidis Jolly Film, Unione Sanitaria Internazionale, Romana Gruppi Elettrogeni Cinematografici. Digital Imaging Partner: Canon. Sponsor tecnici: Italiana Assicurazioni, Hotel Eden Roma, Bonaveri. L’ideazione è di Equa di Camilla Morabito e il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura.

Il percorso espositivo – curato dal direttore della Cineteca di Bologna, Gian Luca Farinelli, in collaborazione con Rosaria Gioia e Antonio Bigini racconta di un universo sconfinato, quello di Sergio Leone, che affonda le radici nella sua stessa tradizione familiare: il padre, regista nell’epoca d’oro del muto italiano, sceglierà lo pseudonimo di Roberto Roberti, e a lui Sergio strizzerà l’occhio firmando a sua volta Per un pugno di dollari con lo pseudonimo anglofono di Bob Robertson.
Nel suo intenso percorso artistico Sergio Leone attraversa il peplum, (filone cinematografico storico-mitologico), riscrive letteralmente il western e trova il suo culmine nel progetto di una vita: C’era una volta in America. A questo sarebbe seguito un altro film di proporzioni grandiose, dedicato alla battaglia di Leningrado, del quale rimangono, purtroppo, solo poche pagine scritte prima della sua scomparsa. Leone, infatti, non amava scrivere. Era, piuttosto, un narratore orale che sviluppava i suoi film raccontandoli agli amici, agli sceneggiatori, ai produttori, all’infinito, quasi come gli antichi cantori che hanno creato l’epica omerica. Ma ciò nonostante, il suo lascito è enorme, un’eredità creativa di cui solo oggi si comincia a comprendere la portata. I suoi film sono, infatti,  “la Bibbia su cui gli studenti di cinema di tutto il mondo imparano il linguaggio cinematografico, mentre molti dei registi contemporanei, da Martin Scorsese a Steven Spielberg, da Francis Ford Coppola a Quentin Tarantino, da George Lucas a John Woo, da Clint Eastwood ad Ang Lee continuano a riconoscere il loro debito nei confronti del suo cinema.

Le radici del cinema di Sergio Leone affondano, naturalmente, anche nell’amore per i classici del passato – in mostra i film dei giganti del western, da John Ford a Anthony Mann – e rivelano un gusto per l’architettura e l’arte figurativa che ritroviamo nella costruzione delle scenografie e delle inquadrature, dai campi lunghi dei paesaggi metafisici suggeriti da De Chirico, all’esplicita citazione dell’opera Love di Robert Indiana, straordinario simbolo, in C’era una volta in America, di un inequivocabile salto in un’epoca nuova. Per Leone la fiaba è il cinema. Il desiderio di raccontare i miti (il West, la Rivoluzione, l’America) utilizzando la memoria del cinema e la libertà della fiaba, entra però sempre in conflitto con la sua cultura di italiano che ha conosciuto la guerra e attraversato la stagione neorealista. A partire da Per qualche dollaro in più Leone può permettersi di assecondare la sua fascinazione per il passato e la sua ossessione documentaria per il mito curando ogni minimo dettaglio. Perché una favola cinematografica, per funzionare, deve convincere gli spettatori che quello che vedono stia accadendo realmente.

Grazie ai preziosi materiali d’archivio della famiglia Leone e di Unidis Jolly Film i visitatori entreranno nello studio di Sergio, dove nascevano le idee per il suo cinema, con i suoi cimeli personali e la sua libreria, per poi immergersi nei suoi film attraverso modellini, scenografie, bozzetti, costumi, oggetti di scena, sequenze indimenticabili e una costellazione di magnifiche fotografie, quelle di un maestro del set come Angelo Novi, che ha seguito tutto il lavoro di Sergio Leone a partire da C’era una volta il West.

Seguendo queste tracce, la mostra C’era una volta Sergio Leone sarà quindi suddivisa in diverse sezioni: Cittadino del cinema, Le fonti dell’immaginario, Laboratorio Leone, C’era una volta in America, Leningrado e oltre, dedicata all’ultimo progetto incompiuto, L’eredità Leone. Sarà inoltre pubblicato dalle Edizioni Cineteca di Bologna il volume La rivoluzione Sergio Leone, a cura di Christopher Frayling e Gian Luca Farinelli.

Promotori  Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Cineteca di Bologna
Mostra a cura di Gian Luca Farinelli in collaborazione con Rosaria Gioia e Antonio Bigini
Organizzazione Fondazione Cineteca di Bologna - Cinémathèque Française di Parigi
Ideazione                Equa Gstrategy
Supporto organizzativo Zètema Progetto Cultura

SPONSOR MOSTRA
Con il contributo di                 Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Direzione Generale Cinema e Audiovisivo
In collaborazione con             Istituto Luce – Cinecittà    SIAE
Sponsor tecnico Italiana Assicurazioni -  Hotel Eden -  Roma Bonaveri
Grazie a Rai Teche
Leone Film Group
Unidis Jolly Film
U.S.I. Unione Sanitaria Internazionale
Romana Gruppi Elettrogeni Cinematografici
Digital Imaging Partner Canon

SPONSOR SISTEMA
MUSEI IN COMUNE
Con il contributo tecnico di  Ferrovie dello Stato Italiane

Costi: Biglietto solo mostra: 11€ intero; 9€ ridotto + prevendita € 1 Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Informazioni: 060608
Indirizzo: Lungotevere in Augusta - Roma
Sito: www.arapacis.it
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Impressionisti Segreti

Palazzo Bonaparte, spazio Generali Valore Cultura - Roma
dal 6 ottobre al 3 maggio 2020 - vari orari

PROROGATA SINO AL 3 MAGGIO 2020

Dal 6 ottobre 2019 Roma si arricchisce di una doppia offerta culturale: l’apertura al pubblico di Palazzo Bonaparte, spazio Generali Valore Cultura, che ospita la prima mostra sugli “Impressionisti Segreti”, ovvero quei capolavori noti a tutti ma nascosti nelle più grandi collezioni private del mondo.

Palazzo Bonaparte, splendido edificio barocco in Piazza Venezia che prende il nome da Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone, che vi abitò fino al 1836. Da sempre utilizzato come residenza privata, oggi diventa accessibile al pubblico grazie alla partnership tra Generali Italia e Arthemisia.

Impressionisti Segreti, la prima mostra ospitata a Palazzo Bonaparte, è un’opportunità unica per ripercorrere la storia dell’Impressionismo tramite cinquanta capolavori di grandi artisti quali Monet, Renoir, Cézanne, Pissarro, Gauguin e tanti altri, custoditi nelle più importanti collezioni private e generosamente prestati solo per questa straordinaria occasione.
Un affascinante viaggio alla scoperta del movimento artistico più emozionante e coinvolgente della storia dell’arte, tra fermo-immagini di una Parigi di fine Ottocento, seducenti ritratti di donne dell’elite dell’epoca e pennellate di luce vibrante.

La cura della mostra è affidata a due esperte di fama internazionale: Marianne Mathieu, direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi - sede delle più ricche collezioni al mondo di Claude Monet, e Claire Durand-Ruel, discendente di Paul Durand-Ruel, colui che ridefinì il ruolo del mercante d’arte e primo sostenitore degli impressionisti.

La mostra Impressionisti Segreti è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia.
Gode del patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, dell’Ambasciata di Francia in Italia e della Regione Lazio. È realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, ed è sostenuta da Generali Italia attraverso Valore Cultura, il programma per rendere l’arte e cultura accessibili a un pubblico sempre più ampio.

Special partner della mostra è Q8 che, dopo il sostegno alle mostre di Pollock ed Escher, prosegue il suo impegno nella promozione dei valori legati alla cultura e all’arte.
La mostra Impressionisti Segreti fa parte del progetto “L’Arte della solidarietà”, realizzato da Susan G. Komen Italia e Arthemisia, insieme per portare bellezza anche nelle vite delle persone meno fortunate.

La mostra vede come hospitality partner Hotel de Russie e Hotel de la Ville, del gruppo Rocco Forte Hotels.
L’evento è consigliato da Sky Arte.
Catalogo edito da Arthemisia Books.

Costo: vedi sito
Indirizzo:  piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso) - Roma
Informazioni: + 39 06 87 15 111
Sito di riferimento: www.mostrepalazzobonaparte.it
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“Canova. Eterna bellezza"
Dal 9 ottobre il Museo di Roma ospita “Canova. Eterna bellezza”, esposizione dedicata al massimo interprete della scultura neoclassica.
Una mostra-evento incentrata sul legame tra Antonio Canova e la città di Roma, con oltre 170 opere e prestigiosi prestiti da importanti Musei e collezioni italiane e straniere

MUSEO DI ROMA a Palazzo Braschi - Roma
dal 9 ottobre 2019  al 15 marzo 2020  - dal martedì alla domenica ore 10.00-19.00

Dal 9 ottobre 2019 prende il via Canova. Eterna bellezza: una mostra-evento dedicata al legame di Canova con la città di Roma che, fra Settecento e Ottocento, fu la fucina del suo genio e un’inesauribile fonte di ispirazione. Un rapporto, quello tra lo scultore e la città, che emerge in una miriade di aspetti unici e irripetibili.

Incorniciati all’interno di un allestimento dall’eccezionale effetto scenografico, oltre 170 opere di Canova e artisti a lui coevi animano le sale del Museo di Roma in Palazzo Braschi: in uno spettacolare gioco di luci e ombre, tra eleganti movenze e apparizioni di mitiche divinità, l’esposizione capitolina racconterà in 13 sezioni l’arte canoviana e il contesto che lo scultore trovò giungendo nell’Urbe nel 1779.

Attraverso ricercate soluzioni illuminotecniche, lungo il percorso espositivo sarà rievocata la calda atmosfera a lume di torcia con cui l’artista, a fine Settecento, accoglieva i suoi ospiti nell’atelier di via delle Colonnette.

A definire la trama del racconto, preziosi prestiti provenienti da importanti Musei e collezioni: l’Ermitage di San Pietroburgo, i Musei Vaticani e Capitolini, la Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno, il Museo Civico di Bassano del Grappa, il Museo Correr di Venezia, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, le Accademie di Belle Arti di Bologna e di Ravenna, l'Accademia Nazionale di San Luca, il Musée des Augustins di Toulouse, i Musei di Strada Nuova-Palazzo Tursi di Genova, fino al Museo Civico di Asolo, solo per citarne alcuni.

La mostra Canova. Eterna bellezza, promossa e prodotta da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia, organizzata con Zètema Progetto Cultura e curata da Giuseppe Pavanello, è ospitata fino al 15 marzo 2020 al Museo di Roma.
La mostra è realizzata in collaborazione con l’Accademia Nazionale di San Luca e con Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno.

Costo: vedi sito
Indirizzo: piazza Navona, 2; piazza San Pantaleo, 10 - Roma
Informazioni: 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00)
Siti di riferimento: www.museodiroma.it; www.museiincomuneroma.it
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...in TUTTI I CINEMA

NUOVA USCITA

2 - 3 - 4 Marzo 2020

“THEY SHALL NOT GROW OLD – PER SEMPRE GIOVANI”
LO STRAORDINARIO DOCUMENTARIO DI PETER JACKSON
SULLA GRANDE GUERRA PER VEDERLA CON GLI OCCHI DI CHI L’HA VISSUTA.


La Guerra come non è mai stata vista prima



Arriva al cinema il 2 - 3 - 4 Marzo 2020, come uscita evento, They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani, il documentario prodotto e diretto da Peter Jackson realizzato in occasione del centenario della Grande Guerra. They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani ricorre esclusivamente a filmati di repertorio originali tratti dall’archivio cinematografico dell'Imperial War Museum, in parte inediti. Si tratta di immagini restaurate e colorizzate unite a registrazioni sonore provenienti dagli archivi della BBC. Le voci dei veterani sono state combinate con i materiali d’archivio per riportare in vita la realtà della guerra in prima linea e farla conoscere alle nuove generazioni. Le riprese sono state sottoposte a colorizzazione, convertite in 3D e lavorate in post produzione per mostrare dettagli mai visti prima.
“Volevo attraversare le nebbie del tempo e portare questi uomini nel mondo moderno - dice il regista - affinché potessero riconquistare per una volta ancora la loro umanità, piuttosto che essere visti sempre e solo nei vecchi filmati d’archivio. Usufruendo delle potenti risorse dei nostri computer utilizzate per cancellare i limiti tecnici di cento anni di cinema, possiamo vedere e ascoltare la Grande Guerra proprio come chi l’ha vissuta!”.
Peter Jackson racconta la condizione umana durante il conflitto mettendo in evidenza la quotidianità dei giovani soldati in guerra: come mangiavano, come riposavano, come costruivano i loro legami e come speravano in un futuro migliore. Osservando il labiale e i movimenti dei soldati, Peter Jackson prova a reinterpretare le loro parole, le loro espressioni, persino i loro sentimenti. Al centro del film un esercito di giovanissimi che non sarebbero mai riusciti ad invecchiare, partiti per la guerra con entusiasmo patriottico e uno zaino contenente un solo cambio di calzini, convinti che l’Inghilterra non poteva non vincere e pronti a fare tutto ciò che sarebbe stato loro ordinato.
Il documentario è stato presentato in anteprima al 62a BFI London Film Festival, alla XIII Festa del Cinema di Roma. I Golden Tomato Awards lo hanno acclamato come il Film britannico del 2019 meglio recensito, ha vinto il premio per il Miglior montaggio sonoro ai Golden Reel Awards 2019.


They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani uscirà in Italia distribuito da Mescalito Film. È una produzione House Productions, Trustees of the Imperial War Museum (London), WingNut Films, è stato commissionato da 14‐18 NOW e Imperial War Museum in associazione con la BBC e realizzato con materiali d’archivio dell’Imperial War Museum e BBC. È stato prodotto da Peter Jackson, Clare Olssen, Ken Kamins, Tessa Ross.
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...uno sguardo FUORI PORTA

- NAPOLI -

ARTE

PROSEGUE...

"Napoli Napoli, di lava di porcellana e musica"
Mostra a cura del Museo Real Bosco di Capodimonte e del Teatro di San Carlo

Museo e Real Bosco di Capodimonte -- Napoli
 Dal 21 settembre 2019 al 21 giugno 2020, vari orari

Ha appena aperto al Museo e Real Bosco di Capodimonte, la mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica, a cura di Sylvain Bellenger (21 settembre 2019 – 21 giugno 2020), promossa dal Museo e Real Bosco di Capodimonte, con il Teatro  di San Carlo di Napoli, in collaborazione con Amici di Capodimonte onlus e la produzione e organizzazione della casa editrice Electa.

Le 19 sale dell’Appartamento Reale, riproposte in una spettacolare e coinvolgente scenografia, ideata dall’artista Hubert le Gall1 come  la regia di un’opera musicale, saranno il palcoscenico d’eccezione  sul quale andranno in scena il Teatro di San Carlo, con la sua sartoria oggi diretta da Giusi Giustino2 e le porcellane di Capodimonte.
Vero filo conduttore della mostra: la musica che si ascolterà grazie all’uso di cuffie dinamiche - non semplici audioguide - che si attivano passando di sala in sala.
L’allestimento racconterà la storia di Napoli capitale del Regno nel corso del Settecento e oltre, dagli anni di Carlo di Borbone a quelli  di Ferdinando II, come una favola, con il susseguirsi di scene della vita quotidiana caratterizzate da estrema raffinatezza estetica e gioia esistenziale ma che hanno come sottofondo il passaggio del potere,  i cambiamenti della storia, delle mode e dei gusti estetici.
Il visitatore potrà immergersi in un mondo incantato e, grazie all’uso delle cuffie dinamiche, potrà ascoltare le musiche (da Giovanni Pergolesi a Domenico Cimarosa, da Giovanni Pacini a Giovanni Paisiello, da Leonardo Leo a Niccolò Jommelli) selezionate da Elsa Evangelista con un commento critico musicale di Alessandro De Simone per i vari temi artistici di ciascuna sala.

La mostra è una sintesi di tutte le arti, e illustra la pluridisciplinarità tipica della nostra contemporaneità: un viaggio multisensoriale all’interno della Reggia borbonica, trasformata per l’occasione in un vero e proprio spettacolo teatrale. Un’esposizione con oltre 1000 oggetti, oltre 300 porcellane delle collezioni delle Reali Fabbriche di Capodimonte e Napoli, di altre manifatture europee e pezzi originali cinesi, più di 150 costumi del Teatro di San Carlo con firme prestigiose (Ungaro, Odette Nicoletti, Giusi Giustino e altri), strumenti musicali del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, dipinti, oggetti d’arte e di arredo, minerali e animali tassidermizzati oggi conservati rispettivamente  nel Museo Mineralogico e nel Museo Zoologico di Napoli (oggi confluiti nel Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche dell’Università Federico II di Napoli).

Costo: Vedi sito.
Info e prenotazioni: 081 7499130
Indirizzo: via Milano 2, Napoli
Sito di riferimento: www.museidicapodimonte.beniculturali.iy
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