Kiri, proseguono per questa stagione le kirosegnalazioni di Kirolandia blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.
Di settimana in settimana vari suggerimenti tra teatro, musica, arte, cinema, danza, libri e tanti altri eventi selezionati accuratamente sulla base delle vostre importanti indicazioni.
Quest'anno i nostri suggerimenti raddoppiano non solo qui sul blog ma, per alcuni eventi, ci sono anche le KIROSOCIALNEWS lanci mirati sui nostri social. Seguite sempre gli hastag #kirosegnalazioni e #kirosocialnews e scoprirete tutte le novità per le vostre serate...
TEATRO
DEBUTTANO...
"I giganti della montagna"
di Luigi Pirandello
con
Federica
Di Martino, Clemente Pernarella, Giovanna Guida, Mauro Mandolini
Lorenzo Terenzi, Gianni De Lellis, Federico Le Pera,
Luca Massaro: la Compagnia della
Contessa
Gabriele
Lavia: Cotrone detto il Mago
Nellina Laganà, Ludovica Apollonj Ghetti, Michele Demaria,
Daniele Biagini
Marika Pugliatti, Beatrice Ceccherini - iNuovi: gli Scalognati
Luca Pedron - iNuovi, Laura Pinato - iNuovi, Francesco Grossi - iNuovi
Davide Diamanti - iNuovi, Debora Iannotta, Sara Pallini, Roberta Catanese
Eleonora
Tiberia: i Fantocci (personaggi
della Favola del figlio cambiato)
Scene Alessandro Camera
Costumi Andrea Viotti
Musiche Antonio Di
Pofi
Luci Michelangelo
Vitullo
Maschere
Elena
Bianchini
Coreografie Adriana
Borriello
Regia Gabriele Lavia
TEATRO
Eliseo - Roma
dal 13 al 31 marzo 2019 , martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00_ primo
sabato di programmazione ore 16.00 e 20.00_merc. e dom. ore 17.00
Gabriele Lavia, dopo Sei personaggi in cerca d’autore e L’uomo dal fiore in bocca... e non solo, chiude la sua personale
trilogia pirandelliana con I giganti
della
montagna, “l’ultimo dei miti, testamento artistico di Luigi
Pirandello, il punto più alto e la sintesi di tutta la sua poetica”. La nuova
produzione della Fondazione Teatro della Toscana, in coproduzione con il Teatro
Stabile di Torino e il Teatro Biondo di Palermo, debutta al Teatro Eliseo.
Una compagnia di teatranti guidata dalla
contessa Ilse arriva alla villa detta La Scalogna, dove vive uno “strano” mago
che dà loro rifugio: Cotrone, che dice di essersi fatto “turco” per il
“fallimento della poesia della cristianità”.
Scrive Gabriele Lavia nelle note di regia: “Ho
sempre pensato che i “ragionamenti” così “appassionati” e “freddi” dei
personaggi pirandelliani non fossero che delirio, fuoco. Il suo razionale,
costante, lucido rovello fosse calor bianco e la sua dialettica, lucida e
distaccata, fosse proprio il ronzio di una “mosca impazzita dentro una
bottiglia”.
La trasparenza del vetro rende indecifrabile e
incomprensibile la “trappola” dentro cui si è infilata.
L’esistenza di questa piccolissima “bestia”
non è altro che un inutile volo ronzante e pazzo: una vita priva di senso.
“Siamo rimasti nel mistero e senza Dio”.
È noto che Pirandello, giovane studente
all’Università di Bonn, alle domande preliminari per l’ammissione, una delle
quali era quale fosse la religione professata, rispose: “Ateo”. Il segretario
che redigeva la piccola inchiesta sollevò lo sguardo per qualche secondo. Il
giovane Pirandello scrisse, poi, alla sorella: “A Bonn, ogni due abitanti, tre
sono bigotti.”
Il “mistero senza Dio”, la bottiglia
invisibile che intrappola la Mosca Uomo, è l’“oltre”.
L’“oltre” è qualcosa che non può essere colto,
ma che ci coglie. Tutta l’opera di Pirandello ruota intorno a questo “mistero”
e si protende verso il mistero dell’“oltre”, trappola trasparente, invisibile,
ineludibile, incomprensibile dell’uomo.
La
trappola è una famosa novella, appunto, di Luigi
Pirandello.
L’irrazionale, l’onirico, il misterioso, il
teosofico, lo spiritico, proteso (nel suo modo di ateo) al divino, ma in senso
“greco”, sono presenti nella sua opera. E sono la “bottiglia” dentro cui
“ronza”, fino a estenuarsi, il suo delirante racconto poetico dell’uomo
intrappolato.
La vita è un flusso continuo che noi cerchiamo
d’arrestare, di fissare in forme stabili, determinate dentro e fuori di noi,
perché noi siamo già forme fissate e la coscienza è una momentanea costruzione
di finzioni psichiche oltre le quali c’è un’altra realtà che per noi è
inconoscibile: schiavi come siamo della “bestia” che è in noi.
L’“Umorismo”, che il “grande” lo fa “piccolo”
(l’uomo è una mosca, la vita è una bottiglia) è, per definizione, quel “sentimento
del contrario” che serve per rovesciare e scardinare tutte le certezze e talora
infrangere la bottiglia-trappola e trovarsi… “oltre”; magari con “la testa
rotta”, ma… “oltre”.
I
giganti della montagna è
certamente il punto più “alto” di quell’ “oltre”. Oltre l’esistenza sconciata
della vita-trappola.
Nella Villa La Scalogna, il cui padrone, non a
caso, è il Mago-Cotrone-Pirandello, accadono le magie dell’Arte: straordinari
prodigi che non hanno bisogno di mezzi materiali per accadere. Accadono e
basta. E “vanno accolti”. Questi eventi sono possibili solo nel mondo
dell’”oltre”, della fantasia, della sovra-realtà, ai confini della coscienza,
ai margini dell’esistenza, dove finiscono quel gruppo di attori sperduti e
disperati (perché senza più un Teatro dove recitare), goffi sacerdoti di
un’arte delusa, infelice, incompresa, impoverita com’è diventato il Teatro.
“Tempo e luogo (dice la didascalia)
indeterminati, tra la favola e la realtà”.
Ed è in questo “luogo sospeso”... in questo
“tempo non misurato… che il Teatro può accadere… nella “finita infinità” che è
la solitudine dell’ “anima sola con se stessa”.
Noi sappiamo che Pirandello “sapeva con
certezza” di dover morire mentre scriveva i Giganti,
il cui titolo iniziale doveva essere I fantasmi.
Al medico che lo visitava aveva domandato, un
po’ irritato, (lo era sempre quando non stava bene): “Dottore mi vuol dire che
è questo?”. E il dottore gli aveva risposto: “Professore... lei non deve aver
paura delle parole…. questo è… morire.”
Pirandello, che stava scrivendo una nuova
sceneggiatura del Mattia Pascal, la
mette da parte e scrive i Giganti di
cui aveva già alcune scene del primo atto.
Alla fine del secondo atto scrive le ultime
cinque parole della sua vita e di tutto il Teatro delle maschere nude: “Io ho
paura, ho paura...”
È proprio quell’ “Io…” che mi fa pensare che
Pirandello sapesse, e con paura, che non avrebbe mai scritto il terzo atto,
lasciando I giganti della montagna
meravigliosamente compiuti nella perfetta incompiutezza umana.
Produzione Fondazione
Teatro della Toscana
in
coproduzione con Teatro Stabile di Torino, Teatro Biondo di
Palermo
con il
contributo di Regione Sicilia
e con il
sostegno di ATCL
- Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio, Comune di Montalto di Castro,
Comune di Viterbo
La vita è vento, la vita è mare, la vita è
fuoco. Non la terra che s’incrosta e assume forma.
Ogni forma è la morte
Durata: 2 ore e 15’
intervallo compreso – 2 atti (1 ora e 10 – 45 minuti)
Costo: Biglietto da 20 € a 40 €
Informazioni: Tel. 06.83510216
Indirizzo: via Nazionale 183 –Roma
Sito
di riferimento teatro: www.teatroeliseo.com
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Avviso ai Soci
COMUNICATO
STAMPA
L'Associazione Culturale Teatro Trastevere
in collaborazione con
hangar duchamp
presenta
"LE MAMMELLE DI TIRESIA"
dramma surrealista in due atti e un Prologo
di Guillaume Apollinaire
regia: Andrea Martella
"LE MAMMELLE DI TIRESIA"
dramma surrealista in due atti e un Prologo
di Guillaume Apollinaire
regia: Andrea Martella
TEATRO TRASTEVERE - Roma
dal 12 al 17 marzo 2019, ore 21.00_dom. 17.30
“Per caratterizzare il mio dramma mi sono servito di un neologismo che sono certo mi vorrete perdonare, dato che raramente mi capita di crearne, e ho coniato l’aggettivo surrealista.”
Guillaume Apollinaire nella Prefazione de “Le Mammelle Di Tiresia”
A Zanzibar, rappresentazione della Francia di inizio Novecento, Teresa abbandona il marito, uomo greve e prepotente, per assumere un'identità maschile, lasciando volar via le proprie mammelle. Si chiamerà Tiresia. Il marito, solo e abbandonato, si troverà costretto ad assumere un’identità femminile per sobbarcarsi i compiti dovuti al ruolo di moglie e donna, compresa la maternità. Metterà al mondo, in un sol giorno, 49.051 bambini. L’uomo diventerà una madre ambiziosa, tanto da far innamorare un autoritario e virile Gendarme e da attrarre le attenzioni della stampa.
Dopo aver debuttato, nella scorsa
stagione, con “Il Cuore a Gas”, capolavoro dadaista di Tristan Tzara, hangar
duchamp prosegue il suo percorso all’interno delle avanguardie artistiche
del Novecento proponendo un classico del teatro surrealista. Addirittura
“Le Mammelle di Tiresia” può essere considerato l’atto iniziale del
Surrealismo, visto che la stessa parola “surrealista” fu un neologismo
coniato proprio da Apollinaire per descrivere la sua opera, caratterizzata da
un testo pieno di riferimenti e sorprese linguistiche, tra mitologia e
innovazione.
La regia di Andrea Martella interpreta la narrazione in modo fluido, spingendo sul pedale della comicità e della poeticità ed eleggendo a filo conduttore il mondo infantile, così ampiamente presente nel testo originale. I due atti vengono uniti in un unico tempo nel quale ogni singola scena viene trattata come una mini performance a sé stante.
Ne viene fuori uno spettacolo progressive, per usare un termine musicale, in cui ogni idea ed ogni immagine sostituisce la precedente senza soluzione di continuità, come un quadro onirico pieno di dettagli che risulta quasi impossibile catturare con un solo sguardo.
L’artista Valerio Giacone realizza per l’occasione un’installazione scenografica site specific con il supporto della galleria d’arte FABER, che concede anche la possibilità di una collaborazione con la fotografa ed artista Manuela Giusto per l’immagine di locandina; un dialogo tra arte visiva e teatro che è alla base della ricerca di questa compagnia teatrale. Il sound engineer Attila Mona lavora, invece, ad alcune tracce di ambientazione sonora che, nella loro ossessiva presenza, rappresentano quasi un immaginario personaggio in costante commento all’azione scenica.
I costumi di Anthony Rosa, a cavallo tra infanzia e immaginario bohémienne, liberano i personaggi dal giogo delle azioni ripetute e coinvolgenti, portandoli in un mondo “razionalmente immaginario”. Si rinnova anche la collaborazione di hangar duchamp con Pietro Frascaro, per un disegno luci che restituisce l’idea del sogno, tra inquietudine e immaterialità.
La regia di Andrea Martella interpreta la narrazione in modo fluido, spingendo sul pedale della comicità e della poeticità ed eleggendo a filo conduttore il mondo infantile, così ampiamente presente nel testo originale. I due atti vengono uniti in un unico tempo nel quale ogni singola scena viene trattata come una mini performance a sé stante.
Ne viene fuori uno spettacolo progressive, per usare un termine musicale, in cui ogni idea ed ogni immagine sostituisce la precedente senza soluzione di continuità, come un quadro onirico pieno di dettagli che risulta quasi impossibile catturare con un solo sguardo.
L’artista Valerio Giacone realizza per l’occasione un’installazione scenografica site specific con il supporto della galleria d’arte FABER, che concede anche la possibilità di una collaborazione con la fotografa ed artista Manuela Giusto per l’immagine di locandina; un dialogo tra arte visiva e teatro che è alla base della ricerca di questa compagnia teatrale. Il sound engineer Attila Mona lavora, invece, ad alcune tracce di ambientazione sonora che, nella loro ossessiva presenza, rappresentano quasi un immaginario personaggio in costante commento all’azione scenica.
I costumi di Anthony Rosa, a cavallo tra infanzia e immaginario bohémienne, liberano i personaggi dal giogo delle azioni ripetute e coinvolgenti, portandoli in un mondo “razionalmente immaginario”. Si rinnova anche la collaborazione di hangar duchamp con Pietro Frascaro, per un disegno luci che restituisce l’idea del sogno, tra inquietudine e immaterialità.
personaggi ed interpreti
Teresa-Tiresia / La Cartomante: Simona Mazzanti
Il Marito: Flavio Favale
Il Gendarme: Edoardo La Rosa
Il Chiosco / Presto / Il Figlio: Vania Lai
La Giornalista parigina / Lacouf / Una Signora: Giorgia Coppi
Il Direttore / Il Popolo di Zanzibar: Walter Montevidoni
ambienti sonori: Attila Mona
disegno luci: Pietro Frascaro
costumi: Anthony Rosa
installazione scenografica: Valerio Giacone *
foto: Manuela Giusto *
* per gentile concessione della galleria d’arte FABER
[un ringraziamento a Cristian Porretta]
Teresa-Tiresia / La Cartomante: Simona Mazzanti
Il Marito: Flavio Favale
Il Gendarme: Edoardo La Rosa
Il Chiosco / Presto / Il Figlio: Vania Lai
La Giornalista parigina / Lacouf / Una Signora: Giorgia Coppi
Il Direttore / Il Popolo di Zanzibar: Walter Montevidoni
ambienti sonori: Attila Mona
disegno luci: Pietro Frascaro
costumi: Anthony Rosa
installazione scenografica: Valerio Giacone *
foto: Manuela Giusto *
* per gentile concessione della galleria d’arte FABER
[un ringraziamento a Cristian Porretta]
Costo: Biglietto intero 12 € - ridotto 10 €
Kiroconvenzione:
INGRESSO RIDOTTO per tutti i Kiri iscitti alla pagina facebook di
KIROLANDIA - Media Partner del Teatro
Informazioni: 06.5814004
- info@teatrotrastevere.it
Indirizzo: via
Jacopa de Settesoli 3 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrotrastevere.it
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Stagione Campioni
"SEGRETI DI FAMIGLIA"
uno spettacolo di Attori & Tecnici
Scritto da Enrico
Luttmann
con Viviana
Toniolo e Stefano Messina
regia Marco
Maria Casazza
TEATRO DE' SERVI - Roma
dal 15 al 31
marzo, ore 21.00_sab 17.30 e 21.00_dom.
17.30
Grazia è una donna
tenace, imperfetta, adorabile. Grazia fa le cose a modo suo.
Grazia ha un
caratteraccio, un caustico senso dello humour e molti segreti: una misteriosa
scatola nascosta, un tubino nero mai indossato e l’ultimo, il più oscuro, un
tumore ai polmoni.
Suo figlio Adamo,
commediografo in crisi in fuga dalla soap-opera, torna a vivere con lei e sono
subito scintille.
Anche lui, però, ha i
suoi segreti e l’inaspettata convivenza riporta a galla vecchie storie che
sembravano destinate a rimanere sepolte per sempre.
Tra verità rivelate a
denti stretti, battute e frecciate indimenticabili, Grazia rivive burbera e
irresistibile nel racconto del figlio. Lui narrando al pubblico quei giorni
passati insieme traccia la mappa di un viaggio verso l’autenticità gettando
nuova luce su tutta la loro storia.
Grazie rivendica il
diritto a essere se stessa - viva, ironica, testarda – a tutti i costi. E a
dispetto degli errori commessi, proprio grazie alla presenza ‘scomoda’ di Adamo
troverà la forza di fare i conti col passato e affrontare a testa alta, e non
più sola, quello che verrà. Lo farà con lucidità, dignità e tenerezza. Persino,
sì, ridendo.
La scelta da parte di
Attori & Tecnici di produrre questo nuovo spettacolo nasce, innanzitutto,
da un’esperienza emozionale condivisa da molti membri della Compagnia dopo aver
letto il meraviglioso testo di Enrico Luttmann. Prima fra tutti la
direttrice artistica Viviana Toniolo che subito ha riconosciuto le potenzialità
drammaturgiche di quest’opera. La Compagnia ha da sempre rivolto una
particolare attenzione alla nuova drammaturgia contemporanea, come testimoniano
il lavoro artistico e le numerose regie firmate da Attilio Corsini e Stefano
Messina.
In occasione di questo
spettacolo inoltre torna Visioni Concentriche del Teatro de’ Servi con un
incontro aperto al pubblico sabato 16 marzo alle 19.15 dal
titolo “Persona e dignità - la vita e i suoi confini. Consapevolezza e
libertà di scelta”.
Interverranno all’
appuntamento autori e registi e Mina Welby dell’Associazione Luca Coscioni.
Costo:
Biglietti platea intero 22 € - ridotto G/A 16
€ -
galleria intero
18 € - ridotto G/A 14€ (ridotto giovani under 18 e anziani over 65)
Indirizzo:
via del
Mortaro (ang. Via del Tritone), 22 - Roma
Sito
di riferimento teatro:
www.teatroservi.it
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FLORIAN METATEATRO - Centro di Produzione Teatrale
In collaborazione con Teatro della Toscana
presenta
"TRUMAN
CAPOTE"
Questa cosa chiamata Amore
di Massimo Sgorbani
con GIANLUCA FERRATO
Scene Massimo Troncanetti, Costumi Elena Bianchini,
Foto Neri Oddo - Assistente alla Regia Jonathan Freschi
Impianto e Regia Emanuele Gamba
OFF OFF THEATRE - Roma
dal 15 al 17 marzo 2019 , orario:
serali ore 21.00, pomeridiane ore 17.00
All'OFF/OFF Theatre si parla d'Amore con Truman Capote - Questa cosa chiamata Amore,
spettacolo tratto da e dedicato a Capote, scritto da Massimo Sgorbani e interpretato da Gianluca Ferrato con la regia di Emanuele Gamba, presentato da Florian Metateatro in collaborazione
con il Teatro Nazionale della Toscana.
Un omaggio ad uno dei più grandi scrittori americani del '900, autore di grandi
classici della letteratura come Colazione
da Tiffany o A Sangue Freddo,
pietre miliari su cui sono poi stati scritti interi romanzi, opere teatrali,
film e serie TV, realizzato con le scene di Massimo Troncanetti, i costumi di Elena Bianchini e l'aiuto alla regia di Jonathan Freschi.
"Tutta la letteratura è pettegolezzo". Così
Truman Capote liquidava con una delle sue abituali provocazioni anti-letterarie
qualsiasi visione sacrale dell'arte e dell'artista. 'Pettegolezzo' inteso come
svelamento di ciò che non si sa, indagine sui lati oscuri dell'America, in modo
leggero e profondo, snob e vivace come un vodka martini. È il Capote più
irriverente, infatti, quello che emerge dal testo, in cui Massimo Sgorbani disegna per Gianluca
Ferrato, diretto da Emanuele Gamba,
un dandy, un esibizionista, un personaggio pubblico prima ancora che un grande
scrittore: l'anticonformista per eccellenza, che può permettersi di parlare con
la stessa dissacrante arguzia di Hollywood e della società letteraria
newyorkese, di Jackie Kennedy e Marilyn Monroe, di Hemingway e Tennessee
Williams, senza mai risparmiare se stesso, i suoi vizi, le sue manie, i suoi
successi e fallimenti.
Il suo stile, decadente, ironico e iconoclasta, ha segnato la
letteratura degli Stati Uniti. Truman, geniale scrittore, giornalista e
drammaturgo, è stato, dopo Hemingway, forse il più grande esempio di autore
divenuto protagonista e vittima, dello star system a stelle e strisce. Un
predestinato alla scrittura. Inizia a scrivere a otto anni, a diciassette le
prime pubblicazioni, a diciannove vince il primo O. Henry Award della sua vita.
Il suo stile è già formato, come ammetterà lui stesso negli ultimi anni della
sua vita; cambia l'oggetto dei suoi racconti, la materia tra le mani, ma il suo
stile è quasi identico a quello della sua giovinezza e si basa tantissimo sul
suono e sul ritmo delle parole.
Dopo un'infanzia difficile e con l'aggravante, per l'America
dell'epoca, dell'omosessualità, Capote, sotto i lustrini di feste e copertine
di riviste, ha saputo raccontare tanto la frizzante società newyorkese quanto
il cuore più nero del suo Paese. Il tutto con una lingua costruita alla
perfezione, vero elemento distintivo della sua produzione, tanto quanto i temi
di cui si è occupato nei suoi libri, da Colazione da Tiffany a Marlon
Brando.
Partito dai bassifondi, lavorando come fattorino, Capote ha
conosciuto il successo con i racconti, per poi imporsi definitivamente con il
romanzo-verità A sangue freddo di cinquanta anni fa (1966), storia del
massacro di una famiglia e capostipite di un nuovo tipo di giornalismo
letterario. Poi alcol e droga hanno infiacchito il suo talento, a lungo
cristallino e unico. Ma trent'anni dopo la sua morte, per cirrosi epatica
nell'agosto del 1984, a neppure 60 anni di età, non possiamo che rimpiangere il
suo genio e anche la sua candida e disperata voglia di stupire e,
probabilmente, di essere apprezzato e amato.
"Quando Dio ti concede un dono, ti consegna anche una
frusta; e questa frusta è intesa unicamente per l'autoflagellazione".
Se per Capote il suo talento è stato una frusta, per tutti noi è stato solo
piacere puro.
VODKA
MARTINI PER TUTTI!
Costo: Biglietto intero 25 € - ridotto 18 € - 10 € per gruppi e under 26
Indirizzo: Via
Giulia 19/21 – Roma
Informazioni:
06 89239515 - info@off-offtheatre.com
Siti di riferimento: www.off-offtheatre.com
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PUPI E FRESEDDE - TEATRO DI RIFREDI
CENTRO DI PRODUZIONE TEATALE – FIRENZE
presenta
"IL PRINCIPIO DI ARCHIMEDE"
di Josep
Maria Mirò
(traduzione di
Angelo Savelli con la collaborazione di Josep Anton Codina) regia Angelo
Savelli
con
Giulio Maria Corso, Monica
Bauco, Riccardo Naldini e Samuele Picchi
scene
Federico Biancalani - luci Alfredo Piras - foto di scena Pino Le
Pera
SPAZIO DIAMANTE - Roma
dal 7
al 10 marzo e dal 14 al 17 marzo 2019 -
venerdì e sabato ore 21.00_dom. ore 17.00
Arriva in scena allo Spazio Diamante lo
spettacolo “Il principio di Archimede” dell’autore catalano Josep
Maria Mirò, uno dei maggiori drammaturghi contemporanei. A curare la traduzione
del testo e la regia Angelo Savelli, reduce dal successo de “La bastarda
di Istanbul”. Sul palco Giulio Maria
Corso, attualmente impegnato nelle riprese de “Il paradiso delle signore”, Monica
Bauco e Riccardo Naldini, tra i protagonisti de “La bastarda di
Istanbul” e il giovane Samuele Picchi, proveniente dal Centro
Sperimentale di Cinematografia. In
occasione del debutto romano Mirò ha anche presentato il suo ultimo libro
“Teatro”, edito da Cue Press.
La
vicenda de "Il Principio di Archimede" si svolge tutta nello
spogliatoio degli istruttori di nuoto di una piscina, nell'arco delle poche ore
che intercorrono tra le lezioni mattutine e quelle pomeridiane. I personaggi
sono quattro: Jordi (giovane istruttore dal temperamento estroverso ed un po'
bulletto, amato dai ragazzini per la sua giovialità); Hector (giovane collega
di Jordi dal carattere più riservato e conformista); Anna (la direttrice della
piscina, competente e severa, segnata dalla precoce perdita del figlio); David
(il padre di uno dei ragazzini che frequentano i corsi di nuoto, energico ed
autoritario, ossessionato dai tanti pericoli in cui può incorrere il figlio.
Jordi,
giovane ed estroverso istruttore di nuoto, durante un allenamento, da’ un bacio
a uno dei bambini che si è messo a piangere per paura dell'acqua. Questo gesto
provoca le perplessità di alcuni genitori, già turbati da un caso di pedofilia
verificatosi in una vicina ludoteca. Si innesca così una spirale di diffidenza
che fa venire alla luce un contesto di pregiudizi e paure che porteranno dal
sospetto alla psicosi collettiva, dall'indiscrezione alla crocefissione
mediatica.
I
CONTENUTI
In
apparenza "Il Principio di Archimede" sembra parlare di un caso di
pedofilia, fenomeno sempre esistito, ma sul quale recentemente sembra che la
società si sia decisa a riflettere ed intervenire con più decisione. In realtà
il testo di Mirò ci parla anche d'altro. Questa è un'opera che parla della
paura, dell'educazione e delle relazioni sociali. Ci parla del tipo di società
in cui vogliamo vivere. In questo senso parla agli educatori, ai genitori ed ai
figli e pone una domanda molto semplice: vogliamo una società dove,
disgraziatamente, possono verificarsi delle crepe o addirittura degli abusi, ma
dove sia ancora consentita la tenerezza tra gli individui; oppure una società
dove si mettano in campo tutti i meccanismi di sicurezza per impedire ogni
rischio, anche a costo di diventare tutti un po' poliziotti e un po' indagati? Una
società dove tenere le distanze ed alzare muri così da essere sicuri che non
succeda niente anche a costo di diventare apatici; oppure una società empatica
esposta al rischio di sbagliare ma capace di piegarsi su se stessa e curare le
proprie ferite? Il concetto di paura è un concetto che muove la nostra attuale
maniera di vivere e di relazionarci. Secondo l'autore, venti anni fa
quest'opera non avrebbe avuto senso, tanto erano diversi i rapporti ed i modi
di vivere dei ragazzini e dei genitori. In questi ultimi venti anni, secondo
lui, la nostra società si è americanizzata e, in nome della correttezza e della
sicurezza, il sociale si è infiltrato nelle pieghe del personale. L'etica
collettiva ha sostituito la morale individuale in una sorta di puritanesimo
modernizzato ed ipocrita. Quello che quest'opera chiede è che il singolo
spettatore, uscendo dal teatro, si posizioni moralmente su ciò che ha visto e
s'interroghi sulla sua personale visione della società.
LA
FORMA
Due
sono le caratteristiche principali dello spettacolo.La prima è che, dal punto
di vista oggettivo, non sapremo mai la verità sulle reali intenzioni di Jordi,
il cui carattere, pur marcatamente solare, viene tratteggiato con forti margini
di complessità. Sta allo spettatore farsi un'idea della personalità del
ragazzo. La rappresentazione si concentra invece sulle dinamiche interpersonali
e sociali che si scatenano implacabilmente a partire da un evento la cui realtà
o falsità diventa del tutto ininfluente rispetto agli effetti che produce. La seconda è che il susseguirsi
delle scene della rappresentazione non seguono un ordine cronologico; andando
avanti ed indietro nella vicenda, lo spettatore procede conformando la sua
visione a seconda delle varie prospettive che gli offrono i quattro personaggi,
riproducendo quella frantumazione con la quale nella realtà riceviamo le
informazioni dai media o dai social network. Ed infatti nello spettacolo è
presente anche il tema di Facebook, un linguaggio contemporaneo che, insieme ad
altri consimili, ha modificato il nostro modo di pensare: molte volte le
informazioni vanno più veloci della capacità che hanno gli individui di
inquadrarle ed analizzarle con un po' di profondità, restando così prigionieri
degli aspetti più semplicistici, scontati ed urlati della comunicazione.
Scritto con nerbo e senza una
goccia di retorica, questo testo formidabile è al tempo stesso la
rappresentazione della spirale che dalla paura porta alla violenza ed una
metafora dell'ambiguità della verità.
Costo: Biglietto intero
18 €
Info
& Prenotazioni: tel:+390627858101 - info@spaziodiamante.it
Indirizzo: via Prenestina 230/ b - Roma
Sito
di riferimento: www.spaziodiamante.it
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PROSEGUONO...
Teatro ABC Catania Teatro Arte
presentano
presentano
una Produzione di Corte Arcana/Isola
Trovata
ORNELLA
MUTI ENRICO GUARNERI
"LA GOVERNANTE"
di Vitaliano
Brancati
e con
Rosario Minardi Nadia De Luca Rosario Marco Amato
Caterina Milicchio Turi Giordano Naike Rivelli
Rosario Minardi Nadia De Luca Rosario Marco Amato
Caterina Milicchio Turi Giordano Naike Rivelli
scene Salvo
Manciagli
costumi Dora Argento
costumi Dora Argento
musiche Massimiliano
Pace
regia GUGLIELMO FERRO
regia GUGLIELMO FERRO
personaggi
e interpreti
Caterina Leher Ornella Muti
Leopoldo Platania Enrico Guarneri
Bonivaglia Rosario Minardi
Iana Nadia De Luca
Enrico, figlio di Leopoldo Rosario Marco Amato
Elena, moglie di Enrico Caterina Milicchio
Il portiere Turi Giordano
Francesca Naike Rivelli
Caterina Leher Ornella Muti
Leopoldo Platania Enrico Guarneri
Bonivaglia Rosario Minardi
Iana Nadia De Luca
Enrico, figlio di Leopoldo Rosario Marco Amato
Elena, moglie di Enrico Caterina Milicchio
Il portiere Turi Giordano
Francesca Naike Rivelli
TEATRO QUIRINO - Roma
dal 5 al 17
marzo 2019, da martedì a sabato ore 21.00 - domenica ore
17.00 - giovedì 7 marzo e giovedì 14 marzo ore 17.00 - mercoledì 13 marzo ore 19.00 -
sabato 16 marzo ore 17.00 e ore 21.00
Questa commedia fu scritta nel
1952 e subito censurata. La scusa era quella del tema – allora molto scottante
– dell’omosessualità, anche se Vitaliano sosteneva che «La sostanza
della vicenda è più la calunnia che l’amore fra le due donne». Ma sullo sfondo
di un complesso discorso sull’etica e sulla responsabilità individuale, il
testo è pieno di accenti polemici contro l’ipocrisia dei benpensanti cattolici,
il filocomunismo borghese, i principi della Sicilia baronale e contro la
censura stessa.
Vitaliano Brancati morì nel
1954. La Governante è andata in scena per la prima volta a Parigi nel 1963. Per
poterla presentare in Italia, la moglie di Vitaliano Brancati, ha dovuto
aspettare l’abolizione della censura. Il debutto italiano è avvenuto il 22
gennaio 1965, protagonista la stessa moglie, Anna Proclemer, e un grande
Gianrico Tedeschi nel ruolo di Platania. La regia era di Giuseppe Patroni
Griffi, già noto drammaturgo, alla sua prima prova come regista. Questa
commedia è stata ripresa più volte dalla Proclemer con Tedeschi, e poi, nel
1984 da Turi Ferro e Carla Gravina, con la regia di Luigi Squarzina.
La vicenda de La Governante,
è imperniata su Caterina Leher, governante francese assunta in casa Platania.
famiglia siciliana e borghese trapiantata a Roma il cui patriarca, Leopoldo, ha
sacrificato la vita di una figlia, morta suicida, ai pregiudizi della sua
morale. Caterina è calvinista e viene considerata da tutti un modello
d’integrità. Vive perciò segretamente la propria omosessualità, una «colpa» cui
si aggiunge quella di aver attribuito a una giovane cameriera dei Platania le
proprie tendenze, causandone il licenziamento.
Caterina si sente
responsabile della morte della ragazza, coinvolta in un incidente mentre
tornava al Sud: un peccato che la governante deciderà di espiare con il
suicidio.
Note
di regia
“Il nostro
allestimento rispetta assolutamente non soltanto il testo di Brancati ma lo
stesso copione originale. Le tematiche coraggiosamente affrontate negli anni
Cinquanta dall’autore siciliano sono tutte contemporanee ed attuali. A
cominciare dal tema dell’omosessualità che costò, tra gli altri, a Vitaliano
Brancati un lunghissimo periodo italiano di censura. In realtà l’omosessualità
non è l’unica tematica scottante trattata da Brancati. Ma già questa, da sola,
rappresentò un ostacolo complicatissimo per la messa in scena del testo. E,
come sempre, dietro la censura si cela la paura del diverso e delle diversità.
Per cui il tema stesso non è che una delle tante diversità che certa morale ha
paurosamente combattuto”.
Guglielmo Ferro
Durata: 2 ore più intervallo
Costo: Biglietti dal lun al ven platea interi €
30 ridotti € 27 - I balconata interi € 24 ridotti € 22 - II
balconata interi € 19 ridotti € 17 - galleria interi € 13 ridotti € 12
/ Biglietti sab. sera e dom platea interi € 34 ridotti
€ 31 - I balconata interi € 28 ridotti € 25 - II balconata interi € 23
ridotti € 21 - galleria interi € 17 ridotti € 15
Informazioni: botteghino 06.6794585 - biglietteria@teatroquirino.it
Indirizzo: via delle Vergini, 7 - Roma
Sito di riferimento: www.teatroquirino.it
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"LA GENTE DI
CERAMI"
Racconti di Vincenzo Cerami adattati da Aisha Cerami
con Massimo Wertmuller Anna Ferruzzo
musiche Nicola Piovani eseguite dal vivo da
Alessio Mancini flauto/chitarra - Sergio Colicchio tastiera/fisarmonica
regia Norma Martelli
spazio scenico Sandra Viktoria Müller - costumi Silvia Polidori
disegno luci Danilo Facco - organizzazione Rosi Tranfaglia - ufficio stampa Daniela Bendoni
produzione COMPAGNIA DELLA LUNA
Direzione artistica Nicola Piovani
Racconti di Vincenzo Cerami adattati da Aisha Cerami
con Massimo Wertmuller Anna Ferruzzo
musiche Nicola Piovani eseguite dal vivo da
Alessio Mancini flauto/chitarra - Sergio Colicchio tastiera/fisarmonica
regia Norma Martelli
spazio scenico Sandra Viktoria Müller - costumi Silvia Polidori
disegno luci Danilo Facco - organizzazione Rosi Tranfaglia - ufficio stampa Daniela Bendoni
produzione COMPAGNIA DELLA LUNA
Direzione artistica Nicola Piovani
TEATRO VITTORIA - Roma
dal
7 al 17 marzo 2019 , ore 21.00_
ore 21.00 martedi 12 ore 20.00 ; mercoledi 13 ore 17.00; domenica ore 17.30)
«…svagato
ma complice davanti al tumultuoso mare di teste umane che mi colma di
un’emozione deliziosa e nuova…mi abbandono alla contemplazione dello spettacolo
esterno della folla.» Vincenzo Cerami
Una serata in compagnia delle parole di
Vincenzo Cerami, anzi in compagnia della “gente” di Cerami. Una presentazione
scenica di brevi racconti che si nutre della lucida, spietata e complice
poetica del celebre scrittore di Un borghese piccolo piccolo. L’occhio
indiscreto dell’autore si ferma a osservare attimi e ritagli di vita
quotidiana, e coglie gli uomini nella loro intimità, nel dolore o nel sollievo,
nella sorte avversa o nella fortuna e così, per gioco, ne ricostruisce la
storia.
Un popolo di piccoli antieroi a cui Anna
Ferruzzo e Massimo Wertmuller danno voce con le parole del poeta. Fa da cornice
la musica di Nicola Piovani eseguita da Alessio Mancini e Sergio Colicchio.
Costo: Biglietti: intero platea 28 € , intero galleria 22 € (compresi 3 euro di
prevendita) ridotti in convenzione: platea 21 € e galleria 18 € (compresi i 3 euro di
prevendita) Promozione gruppi: 1 biglietto cortesia ogni 10 spettatori paganti
Informazioni: botteghino: 06 5740170 ; 065740598 lunedì
(ore 16-19), martedì - sabato (ore 11- 20), domenica (ore 11-13.30 e 16-18)
Vendita on-line e info: www.teatrovittoria.it
Indirizzo:
piazza di
Santa Maria Liberatrice, 10 - Roma
Sito
di Riferimento: www.teatrovittoria.it
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TEATRO
RAGAZZI
Centrale Preneste Teatro
Ruotalibera Teatro/Compagnia UraganVera
in scena con
"Nella pancia di papà"
Progetto
Produzioni Giovani Compagnie
Ruotalibera
Teatro/Compagnia UraganVera
di e con Fiona
Sansone, Manuela De Angelis
regia Fiona
Sansone
CENTRALE PRENESTE TEATRO- Roma
10 marzo 2019, ore 16.30
Nuovo appuntamento per
tutta la famiglia con la rassegna Infanzie in gioco 2018/19 è in scena Nella pancia di papà di Ruotalibera Teatro/Compagnia UraganVera,
una riscrittura di Cappuccetto Rosso
che indaga il rapporto di genitorialità tra padre e figlia. Lo spettacolo è di e con Fiona Sansone
e Manuela De Angelis, la regia è di
Fiona Sansone. Una bimba lupo si aggira nel bosco, attraversando con il
corpo tutte le fasi della crescita motoria: andare a quattro zampe, imparare a
camminare, imparare a riconoscere le tracce del mondo e di se stessa. Ascolterà
le fronde degli alberi parlare, lì riconoscerà nel fischio ululato del vento la
voce del papà. Una ricerca sulla memoria, sui doni della morte, un inno alla
vita che rimane e resiste.
di e con Fiona
Sansone e Manuela De Angelis - Regia: Fiona Sansone - Regia di
movimento: Manuela De Angelis - Scene: Fabrizio Di Pardo,
Paola Tenaglia - Costumi e grafica: Veronica Urgese
- Illustrazioni: Floriana Urgese - Disegno luci: Andrea Panichi - Organizzazione
e Promozione: Serena Amidani, Paola Meda - Foto di
scena:
Futura
Tittaferrante - Un ringraziamento d’amore a LI.BE.RA + SOON
Costo: Biglietto unico 5 € (prenotazione consigliata)
Informazioni: Adatto
dai 3 ai 10 anni
Prenotazioni: 06 27801063 o info@ruotaliberateatro.191.it
Indirizzo: Via Alberto da Giussano, 58, Roma
Sito di riferimento: www.facebook.com/CentralePrenesteTeatro
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MANIFESTAZIONI
"IL SIPARIO DELLE DONNE –2019: quattro spettacoli teatrali al femminile sul palco del Centro Culturale Artemia"
Una rassegna che celebra “l’universo femminile” attraverso il Teatro.
CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI ROMA – MUNICIPIO XI ARVALIA PORTUENSE
CENTRO CULTURALE ARTEMIA - Roma
dall'8 al 31 marzo 2019, vari orari
Anche quest’anno prende il via, la Rassegna Teatrale “Il Sipario delle Donne” organizzata dal Centro Culturale Artemia, polo creativo romano da sempre attento alla promozione di forme espressive e creative, nel segno dell’artisticità, cultura e qualità.
L’inizio della storia del teatro occidentale non fu felice per le donne: prive di diritti politici e segregate nei ginecei, le donne greche non solo non potevano recitare (i ruoli femminili erano interpretati da uomini), ma non è nemmeno certo che avessero il permesso di assistere alle rappresentazioni.
Questa Rassegna ha come obiettivo, celebrare l’universo femminile proprio nel mese in cui si festeggia la “Festa della Donna”, quindi abbiamo voluto rivisitare questa celebrazione internazionale (a volte banalizzata), presentando 4 spettacoli teatrali di ogni genere ma che riguardino tematiche femminili o che siano stati realizzati da donne.
La rassegna, nella sua terza edizione, vedrà protagonisti gli spettacoli “Paura” di Carlo Studer & Federica Gumina, liberamente ispirato al romanzo di Stefan Zweig. A seguire “Luci D’Autunno” di Francesca La Scala. Il terzo appuntamento sarà invece con “Sprovvisti di documenti di riconoscimento” di Francesca Gambini e Lara Panizzi, ed infine “Civico 48” scritto, diretto ed interpretato dalle giovani e promettenti artiste Sophia Angelozzi ed Ilaria Arcangeli, vincitrici del premio “Miglior Attrice” della 4° edizione del Festival di Corti Teatrali organizzato il passato dicembre 2018 al Centro Culturale Artemia. Le opere saranno rappresentate in tre repliche cada una, in un calendario che si snoderà tra i weekend di marzo.
Ad inaugurare la rassegna il 8, 9 e 10 marzo sarà “Paura” di Carlo Studer & Federica Gumina. Irene Wagner, bellissima signora della borghesia viennese, dovrà lottare con un turbine di emozioni che la stringono come un sudario, come un groviglio di catene che solo la sua confessione potrà spezzare. Dovrà fare i conti con la paura e con i demoni della sua anima, messa a nudo e indagata nelle sue fragilità. Dal capolavoro di Stefan Zweig, indiscusso maestro della suspense, per la prima volta assoluta a teatro in Italia.
A seguire, il 15, 16 e 17 marzo sarà la volta di “Luci di Autunno”, un capolavoro di Francesca La Scala con Andrea De Bruyn ed una irriconoscibile Loretta Rossi Stuart. Una coppia di innamorati, lui più giovane e inquieto, lei legata dalla paura di perdere quello che crede felicità. Due anime sole che per un attimo sembrano essersi trovate, ma che cedono alla monotonia dell’esistenza senza avere la forza di comprendersi veramente, di guardarsi quando la magia dell’innamoramento si affievolisce ed inizia la vita vera.
La rassegna proseguirà il 22, 23 e 24 marzo con “Sprovvisti di documenti di riconoscimento”, di Francesca Gambini e Lara Panizzi, regia di Lara Panizzi e con Davide Aspesi, Francesca Gambini, Pino Grossi, Carlotta Velda Mei, Gonzalo Otero e Lara Panizzi. Cosa accadrebbe nella tua vita se i debiti diventassero così tanti da non farti più dormire la notte? E se tutto diventasse grottesco e confuso? Saresti disposto a giocarti il tutto per tutto o rinunceresti alla partita più grande? Sei persone, una borsa, 24 ore. Rocamboleschi scambi, schiaccianti verità, equivoci, chiarimenti, sei vite che si mischiano per un giorno. Come nella migliore delle tradizioni italiane loro soffrono e noi li guardiamo ridendo.
Infine, il 29, 30 e 31 marzo, chiuderà la rassegna lo spettacolo “Civico 48” di e con Sophia Angelozzi & Ilaria Arcangeli. Lo spettacolo prende piede dal desiderio di rispondere a delle semplici domande: “Cosa significa non poter avere un figlio? E cosa significa volerlo perdere?”, “Cosa c’è dietro il primo bacio di un’adolescente?”, “Cosa porta una ragazza a respingere il cibo?”, “È giusto essere punita per fare bene il proprio mestiere?” “È possibile avere una famiglia senza perdere il lavoro?”. Lo spettacolo diventa dunque un contenitore di racconti al femminile. I racconti si alternano dando allo spettatore una visione della donna in tutte le sue sfaccettature, colori ed età.
Con il patrocinio di: Comune di Roma – Municipio XI Arvalia Portuense
Direzione artistica: Maria Paola Canepa
Media Partner: KIROLANDIA
Costo:Biglietto Intero: 10 €- Ridotto: 8 € - Tessera nuovi soci 2 €.
Kiroconvenzione: INGRESSO RIDOTTO su prenotazione per tutti i Kiri iscitti alla pagina facebook di Kirolandia - Media partner del Teatro
Informazioni e prenotazioni: 334 1598407 anche sms - si prega di arrivare 15 minuti in anticipo
Informazioni e prenotazioni: 334 1598407 anche sms - si prega di arrivare 15 minuti in anticipo
Indirizzo: Via Amilcare Cucchini, 38 - Roma
Sito di riferimento centro: www.centroculturaleartemia.it
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FILM
KARENINA & I
Un’avventura di teatro, letteratura e vita,
Un’avventura di teatro, letteratura e vita,
raccontata in un film “camaleontico”
- Evento speciale nei teatri di Roma, Milano e Napoli
9 - 11 - 18 marzo e a seguire nelle sale cinematografiche -
“KARENINA & I”, IL FILM DOCUMENTARIO DIRETTO DAL REGISTA TOMMASO MOTTOLA SULLA MESSA IN SCENA DI ANNA KARENINA IN RUSSIA, CON L’INTERPRETAZIONE DELL’ATTRICE GØRILD MAUSETH - UNA LEGGENDA DEL CINEMA NORDICO - E LA VOCE NARRANTE DELLA STAR INTERNAZIONALE LIAM NEESON, APPRODA NEI TEATRI ITALIANI CON UNA TOURNÉE DI TRE DATE:
SABATO 9 MARZO al TEATRO ARGENTINA DI ROMA
LUNEDÌ 11 MARZO al TEATRO FRANCO PARENTI DI MILANO
LUNEDÌ 18 MARZO al TEATRO MERCADANTE DI NAPOLI
Il film, nato grazie ad una campagna record di crowdfunding tra Italia, Norvegia e Russia, arriva al pubblico italiano dopo aver incantato le platee internazionali dei festival negli ultimi due anni (tra gli altri, Festival Cinematografico Internazionale di Mosca, Biografilm Festival, finalista come miglior documentario all'European Film Award e in cinquina ai Nastri d'Argento e a Camerimage, vincitore del Master of Art Film Festival). I suoi primi passi in Italia non potevano che essere mossi nei teatri, in un doveroso tributo al palcoscenico, ma anche nella consapevolezza che l’ibridazione tra cinema e teatro è una delle principali caratteristiche di questo progetto, una vera e propria sfida cinematografica fuori dagli schemi.
“Karenina & I” trascende infatti il modello convenzionale di film sul teatro per trasformarsi nel ritratto intimo e profondo di una vera eroina letteraria, raccontata e impreziosita dalla splendida voce narrante del Premio Oscar Liam Neeson e interpretata dall’attrice norvegese Gørild Mauseth. Quali e quante siano le chiavi di lettura di questo film ce lo fa capire lo stesso Liam Neeson (co-produttore del film) parlando della sua partecipazione: "E’ stato un onore per me avere una piccola parte in questo film speciale. Ho accettato di esserci perché mi è veramente piaciuta l'idea di un film su una meravigliosa attrice (Gørild Mauseth) e la sua ricerca per scoprire chi fosse Anna Karenina, forse una delle donne più celebri e complesse della letteratura. Anche perché Tolstoj è uno dei più grandi scrittori, se non il più grande, dopo Shakespeare, a descrivere la condizione umana. E poi perché sono pochissimi i film che raccontano il lavoro dell'attore."
Gørild Mauseth, immedesimandosi profondamente nel personaggio e studiandone la lingua ci restituisce una Anna Karenina mai vista, trascinando lo spettatore nelle pieghe più nascoste del capolavoro di Tolstoj e in un viaggio fisico, attraverso le immensità del territorio russo, oltre che spirituale dentro se stessa; la sua interpretazione ci conduce ai confini dell'amore e dell'identità, fino a fondere arte e vita, vissuto personale e finzione romanzesca, alla ricerca dell’essenza di uno dei personaggi più straordinariamente complessi della letteratura moderna.
Per ottenere questo risultato Gørild Mauseth ha dovuto affrontare una sfida con se stessa pressoché totalizzante: come attrice, accettando di recitare in una lingua che non conosceva; come madre e moglie, allorché il regista e marito, Tommaso, le ha proposto una sfida nella sfida. Compiere il viaggio in treno, da un capo all’altro del continente russo, portando con sé il loro figlio di 5 anni. E alla fine di questa avventura “spericolata” si può senz’altro dire che il rischio corso ha pagato, come sottolinea Tommaso Mottola: “Tutti noi vorremmo abbandonarci alle nostre passioni. Osare farlo è già un azzardo in sé, come ci insegna il tragico epilogo di Anna. Ma se ti affidi e al cuore, ai tuoi principi e ad una ferrea, assoluta disciplina, potresti conquistare qualsiasi vetta”.
E aggiunge Tommaso Mottola, “Testimoniare il profondo lavoro che Gørild Mauseth ha fatto su un personaggio come Anna Karenina, ha significato per me esplorare i sentimenti primari di cui è fatto un essere umano. Abbiamo capito che Tolstoj scriveva di sé nella storia e che in essa ha nascosto molti dei suoi pensieri più intimi e segreti. Uno dopo l’altro, Gørild li ha trovati: un destino segnato dall’orfanotrofio, il bisogno d’amore, la necessità della fuga alla ricerca di un’identità, il treno come soluzione finale a tutti i dolori. Tutti questi elementi rappresentano le diverse linee narrative del film in una continua mescolanza di registri linguistici e tematici.”
La tournée teatrale, anticipazione di una più capillare presentazione del film nelle sale cinematografiche, sarà accompagnata a ogni tappa dall’attrice protagonista Gørild Mauseth e dal regista Tommaso Mottola che condivideranno con il pubblico le emozioni della straordinaria esperienza che hanno vissuto, sia come persone che come professionisti, durante la realizzazione del film.
Sinossi
Il film racconta la sfida umana e professionale dell'attrice Gørild Mauseth che ha accettato di interpretare Anna Karenina nel paese natale di Tolstoj. A questa sfida si aggiunge quella di voler recitare il ruolo diAnna in Russo, una lingua che non ha mai parlato prima. Sulle tracce di Anna, e per scoprire i veri motivi per cui Tolstoj ha scritto il romanzo, l’attrice viaggia da Venezia al fiordo delle sue origini sulle coste Artiche della Norvegia, e poi in treno attraverso l’immensa Russia, fino a Vladivostok, l'estremo oriente del Paese, alla ricerca dei segreti che Tolstoj aveva nascosto nel personaggio. L'esperienza la riporta inaspettatamente alle sue radici e ai suoi dolori più profondi, che in un gioco di specchi con l’eroina di Tolstoj, dà alla luce un'interpretazione unica. Ruolo della vita, Anna Karenina cambierà Gørild per sempre. Il film è un invito all’amore, a perseguire le speranze e i sogni, e a vivere la vita al massimo!
Costo: Vedi siti Teatri
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ARTE
PROSEGUONO...
“BIOGRAFIE”
di MARIA GAGLIARDI
A cura del Collettivo Summa
‘O VASCIO ROOM GALLERY
dall' 8 febbraio al 30 marzo, dopo l'inaugurazione ingresso su appuntamento
Come una poesia che dopo averla letta risuona già nella memoria con immediata familiarità le opere di Maria Gagliardi si sono subito imposte alla nostra attenzione. “Il noi dentro” era l’opera selezionata per la mostra/concorso Display 2.0 con una ricerca estremamente allineata con la mission del progetto O' Vascio - Room Gallery in equilibrio tra antichità e contemporaneità.
Per “Biografie” abbiamo chiesto un coinvolgimento maggiore alla Gagliardi con un opera site specific affidandole una fotografia di inizio novecento proveniente dall’imponente archivio del collezionista di fotografie e cimeli di Somma Vesuviana, Bruno Masulli. Quest’opera della Gagliardi si lega tenacemente alle altre opere in mostra dall’8 Febbraio al 30 Marzo 2019 in un susseguirsi di spunti suggestivi, memorie, intimi racconti di vissuti altri che sembrano diventare personali, familiari. “Biografie” è una serie di opere che si muove dal calore tipico della fotografia vernacolare ad una riflessione sull’identità dei soggetti ritratti con aspetti che suscitano anche un affascinante inquietudine quando l’artista interviene sui volti, tagliandoli, segnandoli. Si è continuamente in bilico tra una comoda zona di confort e un luogo dell’anima intangibile e misterioso che trova il suo racconto nel libro/installazione dove l’artista si è liberata delle immagini per lasciare posto alla composizione del segno fatto di parole scritte, strappi, carta ingiallita.
A proposito del suo intenso lavoro l’artista dice “La mia ricerca artistica approfondisce i temi del ricordo e della memoria, come spazio sacro di identità soggettiva e collettiva. In un mondo così fortemente globalizzato e tendente all’uniformità, l’espressione più intima del sé avviene, dunque, attraverso il ricordo, la memoria. Il collegamento con la propria storia, i propri affetti, la propria terra, i propri gusti e retaggi personali e condivisi, diventa, così, collegamento con se stessi.
Il ricordo delle cose passate è personalissimo e intimo. Non ha pretesa di essere oggettivo, non necessariamente gode di intrinseca coerenza, sovente è infedele. Eppure, esso crea la realtà e in esso si radica il concetto di identità. [….] I ricordi sono bellezza cristallizzata. Vagano nella dimensione del non tempo. Scrivono la nostra biografia. Costruiscono significati. Ci conducono al senso della nostra discesa.
Essi mutano col mutare della nostra prospettiva e, nel loro eterno ritornare -talvolta immutati e cristallizzati, talaltra con lievi variazioni di angolazioni e sfumature, talaltra ancora, riproponendosi in maniera del tutto inedita- possono giungere a guidarci in una riscrittura in chiave evolutiva della nostra storia e del senso stesso della nostra esistenza.”
Ricordi e memoria dunque attraverso manipolazioni ed elaborazioni poetiche di fotografie e oggetti di un passato da scoprire attraverso lo sguardo di questa interessante artista campana.
Teresa Capasso
Costo: Ingresso LIBERO
Fino al 30 Marzo 2019 su appuntamento al 3470115363
Indirizzo: via Botteghe, 15 Somma Ves. Na
Fino al 30 Marzo 2019 su appuntamento al 3470115363
Indirizzo: via Botteghe, 15 Somma Ves. Na
Face di riferimento: www.facebook.com/vascioroom/
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“DONNE. CORPO E IMMAGINE TRA SIMBOLO E RIVOLUZIONE”
Nella mostra la rappresentazione femminile attraverso la storia
L’evoluzione dell’immagine femminile, protagonista della creatività dalla fine dell’Ottocento alla contemporaneità
A cura di ARIANNA ANGELELLI, FEDERICA PIRANI, GLORIA RAIMONDI, DANIELA VASTA
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
In collaborazione con Cineteca di Bologna; Istituto Luce-Cinecittà
In collaborazione con Cineteca di Bologna; Istituto Luce-Cinecittà
GALLERIA D’ARTE MODERNA DI ROMA - Roma
dal 24 gennaio al 13 Ottobre 2019, da martedì a domenica ore 10.00 - 18.30
Da oggetto da ammirare, in veste di angelo o di tentatrice, a soggetto misterioso che s’interroga sulla propria identità fino alla nuova immagine nata dalla contestazione degli anni sessanta: la mostra "DONNE. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione" è una riflessione sulla figura femminile attraverso la visione di artisti che hanno rappresentato e celebrato le donne nelle diverse correnti artistiche e temperie culturali tra fine Ottocento, lungo tutto il Novecento e fino ai giorni nostri.
La mostra presenta circa 100 opere, tra dipinti, sculture, grafica, fotografia e video, di cui alcune mai esposte prima o non esposte da lungo tempo, provenienti dalle collezioni d’arte contemporanea capitoline, a documentazione di come l’universo femminile sia stato sempre oggetto prediletto dell’attenzione artistica. Per i possessori della MIC Card l’ingresso alla mostra è gratuito.
“Le donne devono essere nude per entrare nei musei?” – si domandava in maniera provocatoria lo slogan di uno dei più famosi collettivi di artiste femministe americane. L’interrogativo rifletteva su una verità incontrovertibile.
Per secoli l’immagine femminile è stata, infatti, protagonista della creatività: il nudo femminile come forma da studiare, modello di bellezza, di erotismo o di ludibrio, mentre la modella diventava, alternativamente, la musa ispiratrice, la fonte di ogni peccato, l’esempio di doti domestiche e di virginale maternità.
Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del XX secolo la rappresentazione della donna è incardinata in un ossimoro che ne mostra l’ambivalenza: da una parte immagine angelica, figura impalpabile ed eterea, puro spirito immateriale, dall’altra minaccia tentatrice, fonte di peccato e perdizione. Da Le Vergini savie e le vergini stolte di Giulio Aristide Sartorio, alle modelle discinte in pose provocanti dei pittori divisionisti (Camillo Innocenti, La Sultana) passando a L’angelo dei crisantemi di Angelo Carosi, la donna vive sospesa tra il suo essere allo stesso tempo ninfa gentile e crudele seduttrice, Musa e Sfinge, analogamente a quanto avveniva nella contemporanea letteratura simbolista e decadente di D’Annunzio e dei poeti d’oltralpe e nelle stupefacenti pellicole cinematografiche che facevano vivere sullo schermo le prime dive dell’epoca moderna.
I profondi cambiamenti sociali, politici che seguirono la fine della Grande Guerra con la messa in crisi dei valori tradizionali, determinarono anche la prima grande rottura di quell’immaginario consolidato.
Di pari passo all’emancipazione sociale delle donne – dai primi movimenti delle suffragette in Europa alla prepotente entrata nel mondo del lavoro a causa delle contingenze storiche - anche la raffigurazione dell’immagine femminile nelle arti visive risentì delle contraddizioni di una società che stava cambiando. Alla trasformazione delle dinamiche sociali si aggiunse l’impatto che su tutta la cultura occidentale del Novecento ebbero le teorie freudiane (L’interpretazione dei sogni è del 1900) che scardinarono per sempre l’immagine armonica della famiglia tradizionale, ora descritta come coacervo di pulsioni e conflitti.
Nella serie dei ritratti esposti al secondo piano della mostra spicca, tra gli altri, il volto di Elisa, la moglie di Giacomo Balla, ritratta mentre si volta per guardare qualcosa o qualcuno dietro di sé. Il valore iconico dell’immagine è racchiuso nello sguardo che muta lo stupore in seduzione e curiosità trasformando il ritratto della giovane donna da oggetto da ammirare a soggetto misterioso. Figure allo specchio si interrogano sulla propria identità, volti enigmatici restano ermetici allo sguardo, realistici nudi espressionisti si alternano a visioni di un’umanità felice in uno spazio senza tempo.
Il forte richiamo alla famiglia italica tradizionale propagandata dal Fascismo, insieme al decremento dell’occupazione femminile, al fine di sottolineare e riaffermare l’esclusivo ruolo della donna come madre, trovò riscontro in molte delle espressioni artistiche coeve. Eppure quel modello, fatto proprio da molta arte degli anni Trenta e Quaranta, viene spesso disatteso pur nella ripresa di un analogo soggetto in cui l’intimità delle mura domestiche diventa un luogo e un universo segnati da indecifrabili solitudini esistenziali (Antonietta Raphaël, Riflesso allo specchio; Luigi Trifoglio, Maternità; Mario Mafai, Donne che si spogliano; Baccio Maria Bacci , Vecchie carte).
Il voto delle donne nel 1946, conquista ottenuta anche grazie alla partecipazione femminile alla guerra di liberazione, rappresentò una svolta radicale nella storia italiana. Fu solo a partire dalla fine degli anni Sessanta, però, che le lotte per il raggiungimento della parità di diritti produssero, nelle donne, un profondo cambiamento nella percezione di sé, delle proprie possibilità e potenzialità nei più vari ambiti compreso quello dell’arte.
Contemporaneamente alla contestazione sociale dei modelli patriarcali, la consapevolezza di una nuova identità femminile fu al centro della ricerca di molte artiste (Tomaso Binga, Bacio indelebile; Giosetta Fioroni, L’altra ego) ed anche il ruolo predestinato di “madre”, passando dalla condizione di scelta obbligata, divenne il fulcro del dibattito sulle libertà della donna e sulla riappropriazione del proprio corpo (Sissi, Nidi).
Il percorso espositivo sarà accompagnato da videoinstallazioni, documenti fotografici e filmici tratti da opere cinematografiche e cinegiornali provenienti dalla Cineteca di Bologna e dall’Archivio dell’Istituto Luce-Cinecittà che ne hanno curato la realizzazione. In una sala della mostra sarà proiettato il film, prodotto dall’Istituto Luce, Bellissima (2004) di Giovanna Gagliardi che attraverso documenti storici dell'Archivio Luce, spezzoni di film, canzoni popolari e interviste racconta per immagini il cammino delle donne nel ventesimo secolo.
L’ultima sezione della mostra, dedicata alle dinamiche e le relazioni tra gli sviluppi dell’arte contemporanea, l’emancipazione femminile e le lotte femministe, presenta materiale documentario proveniente da ARCHIVIA – Archivi Biblioteche Centri Documentazione delle Donne - e testimonianze di performance e film d’artista di alcune protagoniste di quella stagione fondamentale provenienti da collezioni private, importanti Musei e istituzioni pubbliche (Museo di Roma in Trastevere; Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale; Galleria Civica d'Arte Moderna Torino; MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna; MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto - Archivio Tullia Denza).
Fino alla fine di febbraio nelle sale della Galleria sarà presente anche un focus sull’opera di Fausto Pirandello grazie al prestito speciale del Museo del Novecento di Milano del dipinto Il remo e la pala (1933), esposto insieme ad altre opere della GAM Galleria d’Arte moderna dello stesso autore.
Organizzazione Zètema Progetto Cultura
Media partner Il Messaggero
Costo: Biglietto di ingresso alla Galleria d’Arte Moderna: 7,50 € intero e 6,50 € ridotto, per i non residenti; 6,5€ intero e di 5,50 € ridotto, per i residenti; gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente.
Per i possessori della MIC Card l’ingresso alla mostra è gratuito.
Informazioni: 060608 - www.galleriaartemodernaroma.it
Indirizzo: via Francesco Crispi, 24 - Roma
Sito di riferimento: www.galleriaartemoderna.it
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"ANDY WARHOL"
a cura di Matteo Bellenghi
LA VERA ESSENZA DI WARHOL IN MOSTRA AL VITTORIANO
Un’esposizione che con oltre 170 opere traccia la vita straordinaria di uno dei più acclamati artisti della storia
COMPLESSO DEL VITTORIANO ALA BRASINI - Roma
dal 3 ottobre al 5 maggio 2019, vari orari
PROROGATA al 5 MAGGIO
Il 3 ottobre apre i battenti a Roma, negli spazi del Complesso del Vittoriano - Ala Brasini, un’esposizione interamente dedicata al mito di Warhol, realizzata in occasione del novantesimo anniversario della sua nascita.
Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano e con il patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale, la mostra Andy Warhol è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con Eugenio Falcioni & Art Motors srl e curata da Matteo Bellenghi.
Una mostra che parte dalle origini artistiche della Pop Art: nel 1962 il genio di Pittsburgh inizia a usando la serigrafia crea la serie Campbell's Soup, minestre in scatola che Warhol prende dagli scaffali dei supermercati per consegnarli all’Olimpo dell’arte. Seguono le serie su Elvis, su Marilyn, sulla Coca-Cola.
L’esposizione, con le sue oltre 170 opere, vuole riassumere l’incredibile vita di un personaggio che ha cambiato per sempre i connotati non solo del mondo dell’arte ma anche della musica, del cinema e della moda, tracciando un percorso nuovo e originale che ha stravolto in maniera radicale qualunque definizione estetica precedente.
Andy Warhol, Marilyn, 1967. Serigrafia su carta, 91,4x91,4 cm. © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol
Costi: vedi sito
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Sito di riferimento: www.ilvittoriano.com
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"POLLOCK e la Scuola di New York"
a cura di David Breslin e Carrie Springer con Luca Beatrice
COMPLESSO DEL VITTORIANO ALA BRASINI - Roma
dal 10 ottobre al 5 maggio 2019, vari orari
PROROGATA al 5 MAGGIO
L’Ala Brasini del Vittoriano accoglie uno dei nuclei più preziosi della collezione del Whitney Museum di New York: Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem de , Franz Kline e molti altri rappresentati della Scuola di New York irrompono a Roma con tutta l’energia e quel carattere di rottura che fece di loro eterni e indimenticabili “Irascibili”.
Anticonformismo, introspezione psicologica e sperimentazione sono le tre linee guida che accompagnano lo spettatore della mostra POLLOCK e la Scuola di New York.
Attraverso circa 50 capolavori - tra cui il celebre Number 27, la grande tela di Pollock lunga oltre 3m resa iconica dal magistrale equilibrio fra le pennellate di nero e la fusione dei colori più chiari – colori vividi, armonia delle forme, soggetti e rappresentazioni astratte immergono gli osservatori in un contesto artistico magnifico: l’espressionismo astratto.
Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, con il patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale – Assessorato alla crescita culturale, la mostra POLLOCK e la Scuola di New York è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con The Whitney Museum of America Art, New York e curata da David Breslin e Carrie Springer con Luca Beatrice.
Anticonformismo, introspezione psicologica e sperimentazione sono le tre linee guida che accompagnano lo spettatore della mostra POLLOCK e la Scuola di New York.
Attraverso circa 50 capolavori - tra cui il celebre Number 27, la grande tela di Pollock lunga oltre 3m resa iconica dal magistrale equilibrio fra le pennellate di nero e la fusione dei colori più chiari – colori vividi, armonia delle forme, soggetti e rappresentazioni astratte immergono gli osservatori in un contesto artistico magnifico: l’espressionismo astratto.
Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, con il patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale – Assessorato alla crescita culturale, la mostra POLLOCK e la Scuola di New York è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con The Whitney Museum of America Art, New York e curata da David Breslin e Carrie Springer con Luca Beatrice.
Jackson Pollock, Number 27, 1950. Olio, smalto e pittura di alluminio su tela, 124,6x269,4 cm. © Jackson Pollock by SIAE 2018 © Whitney Museum of American Art
Costi: vedi sito
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Sito di riferimento: www.ilvittoriano.com
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"DREAM. L'arte incontra i sogni"
a cura di Danilo Eccher
a cura di Danilo Eccher
CHIOSTRO DEL BRAMANTE - Roma
dal 29 settembre al 5 maggio 2019 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.
dal 29 settembre al 5 maggio 2019 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.
"Dream è la rappresentazione dell'idea di sogno, una dimensione altra che trascende la fisicità della percezione per accedere nei territori dell'emozione, dell'incanto, della poesia". Danilo Eccher
20 grandi protagonisti dell'arte contemporanea raccontano il loro sogno attraverso opere visionarie, accompagnando gli spettatori in un viaggio all'interno della perfetta architettura rinascimentale di Donato Bramante. Una mostra che parla di desideri, aspettative, paure esorcizzate, fantasie, in un percorso da visitare a occhi aperti oppure chiusi, dove a opere site specific si alternano lavori riletti e ripensati all'interno delle sale.
Gli artisti: Jaume Plensa, Anselm Kiefer, Mario Merz, Giovanni Anselmo, Christian Boltanski, Doris Salcedo, Henrik Håkansson, Wolfgang Laib, Claudio Costa, Kate MccGwire, Anish Kapoor, Tsuyoshi Tane, Ryoji Ikeda, Bill Viola, Alexandra Kehayoglou, Peter Kogler, Tatsuo Miyajima, Luigi Ontani, Ettore Spalletti, James Turrell.
Completa il progetto Le voci del sogno: per la prima volta al mondo le parole di uno scrittore, ispirate alle opere degli artisti protagonisti di Dream e interpretate da 14 attori italiani, accompagnano il pubblico in mostra attraverso una audioguida. 14 racconti inediti di Ivan Cotroneo diventano evocazione in un percorso straordinario, libero da confini didattici, capace di amplificare, di creare un altro sogno.
Gli attori: Valeria Solarino, Alessandro Preziosi, Cristiana Capotondi, Alessandro Roja, Valentina Cervi, Angela Baraldi, Brando Pacitto, Carolina Crescentini, Giulia Bevilacqua, Giuseppe Maggio, Isabella Ferrari, Marco Bocci, Matilda De Angelis, Matteo Giuggioli.
"Siamo orgogliosi de Le voci del sogno, un progetto inedito, orgogliosi della collaborazione con un autore di talento come Ivan Cotroneo, con un gruppo di attori tanto straordinari quanto generosi. Chiostro del Bramante conferma, con questo progetto sperimentale, l'attenzione nei confronti dei suoi tanti pubblici perché l'arte sia condivisa".
Natalia de Marco, DART - Chiostro del Bramante
Catalogo Skira con testi del curatore Danilo Eccher, Ivan Cotroneo e Federico Vercellone
Costo: visita il sito.
Informazioni: hastag ufficiale #enjoychiostro - +39 06 68809035 (Lunedì – Venerdì 10.00 / 17.00) numero attivo dal 4 settembre sino a fine mostra. - La Caffetteria Bistrot, il Bookshop e il Chiostro hanno ingresso libero indipendentemente dalle mostre
Indirizzo: Via Arco della Pace 5 - Roma
Sito di riferimento: www.chiostrodelbramante.it
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LIRICA
"Buon
compleanno Offenbach!"
Il suo capolavoro Les Contes d’Hoffmann al Teatro di San Carlo in occasione dei
duecento anni dalla nascita. Cast di grande calibro con - tra gli altri - John
Osborn, Alex Esposito, Maria Grazia Schiavo, Nino Machaidze
TEATRO SAN CARLO - Napoli
dal 17 al 24 marzo 2019 , ore 21.00_ domenica 17 marzo 2019, ore 19.00 martedì 19 marzo 2019, ore 20.00 - venerdì 22 marzo 2019, ore 20.00 - sabato 23
marzo 2019, ore 19.00 - domenica 24 marzo 2019, ore 17.00
Les Contes d’Hoffmann è uno
tra i titoli d’opera meno frequentati dai teatri, sebbene di indiscussa
bellezza. Scritta da Jaques Offenbach - del quale ricorrono
i duecento anni dalla nascita - su libretto di Jules Barbier, (dal dramma
omonimo dello stesso Barbier e di Michel Carrè) e ispirato ai racconti di
E.T.A. Hoffmann, l’opéra-fantastique sarà il prossimo titolo che il Teatro di San Carlo presenterà in un allestimento dell’Opera di Montecarlo per la regia di Jean-Louis Grinda.
Del
suo capolavoro Jacques Offenbach non
conobbe mai il successo: colto da prematura morte, (il 5 ottobre 1880) il
compositore lasciò incompiuta l’opera che fu portata a termine, con
innumerevoli rimaneggiamenti, da Ernest Guiraud e presentata all’Opéra-Comique
di Parigi l’anno successivo alla scomparsa del suo autore.
“Questa strana storia ci parla di amore,
sesso, gioco d'azzardo, omicidio e tradimenti!” – ci racconta Grinda. “Certamente ... ma riguarda principalmente la
condizione umana dell'artista e i sacrifici che deve fare per raggiungere il
ruolo supremo di creatore. Hoffmann ha tutti i difetti della terra, ma ha
talento! Un talento che gli fa paura e sta per rovinare a causa della sua
dipendenza dalle donne di cui ricerca disperatamente amore, l’amore con la A
maiuscola. Nicklausse, la sua musa, non può accettare che getti via così il
proprio talento e stringerà un patto con il diavolo per distrarre Hoffmann dalle
donne e ricondurlo totalmente alla sua arte, ovvero alla poesia”.
Sul
podio dell’Orchestra e del Coro del
Teatro di San Carlo salirà Pinchas
Steinberg, direttore israeliano apprezzato dalla critica internazionale per
la forza, la finezza e la profondità interpretative delle sue letture sia in
ambito sinfonico che operistico.
Cast
di grande caratura per questa rara edizione dei Racconti di Hoffmann che annovera John Osborn e Eric Fennell,
che si alterneranno nel ruolo di Hoffmann, Maria
Grazia Schiavo e Daniela Cappiello in quello di Olympia,
Alex Esposito e Fabrizio Beggi (Lindorf/Coppélius/Dr. Miracle/Dapertutto), Nino Machaidze e Federica Vitali (Antonia), Josè
Maria Lo Monaco (Giulietta), Michela
Antenucci (Stella), Annalisa Stroppa
e Laura Verrecchia (Nicklausse/La
Muse), Orlando Polidoro (Andrès/Cochenille/Frantz/Pittichinaccio),
Roberto Abbondanza (Crespel), Enrico
Cossutta (Spalanzani), Fabio Zagarella
(Hermann/Schlémil), Pasquale Scircoli
(Nathanaël), Italo Proferisce e Enrico Di Geronimo (Luther), Federica Giansanti (La mère d'Antonia).
Maestro del Coro Gea Garatti Ansini. Lo spettacolo vede la partecipazione anche
del Balletto del Teatro di San Carlo.
Direttore | Pinchas Steinberg
Maestro del Coro | Gea Garatti Ansini
Regia | Jean-Louis Grinda
Scene e luci | Laurent Castaingt
Costumi | David Belugou
Olympia, una bambola automa, Maria Grazia Schiavo (17, 19, 22 e 24
marzo) / Daniela Cappiello (23
marzo)
Antonia, una cantante, Nino Machaidze (17, 19, 22 e 24 marzo)
/ Federica Vitali (23 marzo)
Giulietta, una cortigiana, Josè Maria Lo Monaco
Stella, una cantante, Michela Antenucci
Hoffmann, poeta, John Osborn (17, 19, 22 e 24 marzo) / Eric Fennell (23 marzo)
Lindorf, consigliere municipale /
Coppélius, inventore/ Dr. Miracle, medico / Dapertutto, stregone, Alex Esposito (17, 19, 22 e 24 marzo) /
Fabrizio Beggi (23 marzo)
Nicklausse, amico di Hoffmann / La Muse Annalisa Stroppa (17, 19, 22 e 24
marzo) / Laura Verrecchia (23 marzo)
Andrès, servo di Stella / Cochenille,
aiutante di Spalanzani / Frantz, servo di Crespel / Pittichinaccio, spasimante
di Giulietta, Orlando Polidoro
Crespel, liutaio e padre di Antonia, Roberto Abbondanza
Spalanzani, inventore, Enrico Cossutta
Hermann / Schlémil, Fabio Zagarella
Nathanaël, studente, Pasquale Scircoli
Luther, Italo Proferisce (17, 19 e 23 marzo) / Enrico Di Geronimo (22 e 24 marzo)
La mère d'Antonia, Federica Giansanti
Orchestra, Coro e Balletto del Teatro di
San Carlo
Produzione Opéra de Montecarlo
Costo: vedi sito
Informazioni: vedi sito
Indirizzo:
via San
Carlo, 98 - Napoli
Sito
di Riferimento: www.teatrosancarlo.it
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MUSICA
COTTON CLUB
LA
PROGRAMMAZIONE
dal 14 al 16
Marzo 2019
Ogni giovedì - Bevo Solo Rock’n
Roll
Ogni venerdì - di scena Emanuele
Urso The King of Swing
Cotton Club
giovedì 14
marzo 2019
"BEVO SOLO ROCK'N ROLL PRESENTA
Il nuovo appuntamento del giovedì : una serata
vintage e divertente all'insegna del Rock'n Roll. Diretta dalla frizzante Lalla
Hop, la serata ci riporterà negli anni 50 grazie ai nostri gruppi live così
coinvolgente da fare ballare i più timidi. Il LIVE di giovedì 14 marzo è con
RED WAGONS
La band The Red Wagons, nata nel 1998, attinge
dai suoni e dai ritmi del R&B nero degli anni ’40 e ’50 in una miscela
esplosiva di boogie woogie, jump blues, rock’n’roll e swing.
Brani di autori quali Louis Jordan, T-Bone
Walker, Percy Mayfield, Charles Brown, Rosco Gordon, Johnny “Guitar” Watson,
Red Prysock, Eddie “Cleanhead” Vinson, Ray Charles, Louis Prima e Buddy Johnson
vengono riproposti con arrangiamenti tematici, affiancati da composizioni
originali.
Prezzo special del BEVO SOLO ROCK'N ROLL:
CONCERTO + COCKTAIL 10€
CONCERTO + COCKTAIL + TAPAS 12€
Inizio
concerto ore 22:00
LINE-UP
Marco
Meucci, Voce/Piano
Alessandro
Angelucci, Chitarra
Rox
Marocchini, Sax Tenore
Stefano
Barilla', Sax Contralto
Mauro
Massei, Sax Baritono
Light
Palone, Contrabbasso
Carlo
Del Carlo, Batteria
venerdì 15
marzo 2019
"EMANUELE URSO "THE KING OF SWING" SEPTET
DOPPIO CONCERTO"
Emanuele Urso “The King of Swing” è il
protagonista e il mattatore delle notti swing di Roma . Tra l’omaggio a Benny
Goodman e Gene Krupa, Emanuele Urso è un fantastico batterista, un raffinato
clarinettista e un direttore d’orchestra eccellente, in grado di ricreare
perfettamente, in uno sforzo filologico non comune, le atmosfere della swing
era e delle dance hall degli anni 40. Gli arrangiamenti originali di Benny
Goodman, Glenn Miller e Fletcher Henderson sono studiati, e ristudiati e poi
riproposti in un concerto dal vivo che prima di essere un vero e proprio show
sembra aprire una porta spazio-temporale per rituffarci direttamente nel
periodo forse più brillante ed entusiasmante del ‘900.
ORE
21.30 AMAZING EARLY SHOW
ORE
00.30 THE LATE NIGHT SMOCKING SESSION in questa
sessione consentito fumare dentro al locale
ORE
21.30 INGRESSO 10 €
ORE
00.30 INGRESSO 5 €
Line-up
Emanuele
Urso, Clarinetto/Batteria
Giovanni
Cicchirillo, Batteria
Lorenzo
Soriano, Tromba
Adriano
Urso, Piano
Stefano
Napoli, Contrabbasso
Stefano
Di Grigoli, Sax
Fabrizio
Guarino, Chitarra
sabato
16 marzo 2019
"ARTIDEE BIG BAND
HARD BOP & BEYOND"
Impatto stupefacente dell'Orchestra tra
singole personalità musicali ed un serrato lavoro di squadra, questa è la Big
Band Artidee, la Jazz Orchestra diretta
dal Maestro Claudio Pradò. Nella II
metà degli anni ’50, New York risponde alle atmosfere rarefatte del Cool e del
West Coast Jazz proponendo uno stile che, partendo dalla sofisticazione
armonica e ritmica Be Bop, accoglie anche influenze da generi più “popolari”
quali il Soul, il Rhythm & Blues e la musica Gospel. Nasce così l'
#HardBop.
Tra i gruppi più rappresentativi abbiamo i
Jazz Messengers di Art Blakey, i quintetti di Horace Silver e dei fratelli Adderley,
Max Roach & Clifford Brown. Partendo da composizioni di Nat Adderley, Bobby
Timmons e Charles Lloyd la #ArtideeJazzOrchestra con questo live arriverà fino
ai giorni nostri, con composizioni e arrangiamenti più recenti ispirati a
questa fondamentale stagione del Jazz
Claudio
Pradò: Nato il 2 gennaio 1955 a Roma, ha studiato
musica presso la Scuola Popolare di Musica di Testaccio, seguendo i corsi di
tromba con Alberto Corvini e Massimo Bartoletti, arrangiamento con Michele
Iannaccone e Bruno Tommaso, musica di insieme (piccoli gruppi jazz e Big Band)
con Martin Joseph, Danilo Terenzi e Bruno Tommaso. Ha diretto per anni la
Testaccio Jazz Orchestra, partecipando ad importanti rassegne e manifestazioni
(tra le tante “Villa Celimontana Jazz Festival” e “Montalcino Jazz & Wine”)
ed altre Big Band a Roma e altrove.
Svolge da anni attività di copista musicale e
assistente per produzioni televisive, cinematografiche e teatrali. Fra le
altre, dal 2002 al 2009, è stato copista per la trasmissione “La Corrida”,
assistente e maestro sostituo del M° Roberto Pregadio. Ha collaborato con il
compositore e arrangiatore Marco Tiso per la copiatura delle musiche del film
“The Clan” (Christian De Sica) e per le due ultime produzioni teatrali di
Christian De Sica. Nell’anno 2008 è stato direttore della Big Band
dell’associazione “Orchestra Nazionale Italiana del Jazz”.
Inizio
concerto ore 22:00
Ingresso 10 €
Line-up
Claudio
Prado', Direttore
Luca
Rizzo, Sax Alto
Luisanna
De Filippo, Sax Alto
Roberto
Leoni, Sax Tenore
Franco
Brandi, Sax Tenore
Anna
Impellizzeri, Sax Baritono
Luca
Iaboni, Tromba
Ivan
Memmo, Tromba
Luca
Celon, Tromba
Francesco
Rusciano, Tromba
Elisabetta
Mattei, Trombone
Saverio
Lizzani, Trombone
Lucio
Francano, Trombone
Edoardo
Ravaglia, Piano
Enrico
Luciani, Chitarra
Maurizio
Perrone, Contrabbasso
Franco
Fogli, Batteria
Indirizzo: via Bellinzona 2 - Roma
Info e
prenotazioni: info@cottonclubroma.it+390685352527 +393490709468
Sito di
riferimento: www.cottonclubroma.it
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sugli eventi da sogno della settimana...
Kirosegnaliamo esce all’inizio di ogni settimana, chi volesse darci comunicazione di eventi con rilievo artistico-culturale può scriverci a kirolandia@gmail.com oppure info@kirolandia.com, entro la domenica precedente, specificando chiaramente la richiesta di segnalazione, provvederemo previa specifica selezione all'inserimento …