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lunedì 11 marzo 2019

KIROSEGNALIAMO dal 12 al 18 Marzo 2019

K-news  




Kiri, proseguono per questa stagione le kirosegnalazioni di  Kirolandia blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.


Di settimana in settimana vari suggerimenti tra teatro, musica, arte, cinema, danza, libri  e tanti altri eventi  selezionati  accuratamente sulla base delle vostre importanti indicazioni.


Quest'anno i nostri suggerimenti raddoppiano non solo qui sul blog ma, per alcuni eventi, ci sono anche le KIROSOCIALNEWS lanci mirati sui nostri social. Seguite sempre gli hastag #kirosegnalazioni e  #kirosocialnews  e scoprirete tutte le novità per le vostre serate...

Dunque ecco per sognare con voi...


TEATRO

DEBUTTANO...

"I giganti della montagna"
di Luigi Pirandello
con
Federica Di Martino, Clemente Pernarella, Giovanna Guida, Mauro Mandolini
Lorenzo Terenzi, Gianni De Lellis, Federico Le Pera, Luca Massaro: la Compagnia della Contessa
Gabriele Lavia: Cotrone detto il Mago
Nellina Laganà, Ludovica Apollonj Ghetti, Michele Demaria, Daniele Biagini
Marika Pugliatti, Beatrice Ceccherini - iNuovi: gli Scalognati
Luca Pedron - iNuovi, Laura Pinato - iNuovi, Francesco Grossi - iNuovi
Davide Diamanti - iNuovi, Debora Iannotta, Sara Pallini, Roberta Catanese
Eleonora Tiberia: i Fantocci (personaggi della Favola del figlio cambiato)
Scene Alessandro Camera
Costumi Andrea Viotti
Musiche Antonio Di Pofi
Luci Michelangelo Vitullo
Maschere Elena Bianchini
Coreografie Adriana Borriello
Regia Gabriele Lavia

TEATRO Eliseo - Roma
dal 13 al 31 marzo  2019 , martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00_ primo sabato di programmazione ore 16.00 e 20.00_merc. e dom. ore 17.00

Gabriele Lavia, dopo Sei personaggi in cerca d’autore e L’uomo dal fiore in bocca... e non solo, chiude la sua personale trilogia pirandelliana con I giganti della
montagna, “l’ultimo dei miti, testamento artistico di Luigi Pirandello, il punto più alto e la sintesi di tutta la sua poetica”. La nuova produzione della Fondazione Teatro della Toscana, in coproduzione con il Teatro Stabile di Torino e il Teatro Biondo di Palermo, debutta al Teatro Eliseo.

Una compagnia di teatranti guidata dalla contessa Ilse arriva alla villa detta La Scalogna, dove vive uno “strano” mago che dà loro rifugio: Cotrone, che dice di essersi fatto “turco” per il “fallimento della poesia della cristianità”.

Scrive Gabriele Lavia nelle note di regia: “Ho sempre pensato che i “ragionamenti” così “appassionati” e “freddi” dei personaggi pirandelliani non fossero che delirio, fuoco. Il suo razionale, costante, lucido rovello fosse calor bianco e la sua dialettica, lucida e distaccata, fosse proprio il ronzio di una “mosca impazzita dentro una bottiglia”.
La trasparenza del vetro rende indecifrabile e incomprensibile la “trappola” dentro cui si è infilata.
L’esistenza di questa piccolissima “bestia” non è altro che un inutile volo ronzante e pazzo: una vita priva di senso. “Siamo rimasti nel mistero e senza Dio”.
È noto che Pirandello, giovane studente all’Università di Bonn, alle domande preliminari per l’ammissione, una delle quali era quale fosse la religione professata, rispose: “Ateo”. Il segretario che redigeva la piccola inchiesta sollevò lo sguardo per qualche secondo. Il giovane Pirandello scrisse, poi, alla sorella: “A Bonn, ogni due abitanti, tre sono bigotti.”
Il “mistero senza Dio”, la bottiglia invisibile che intrappola la Mosca Uomo, è l’“oltre”.
L’“oltre” è qualcosa che non può essere colto, ma che ci coglie. Tutta l’opera di Pirandello ruota intorno a questo “mistero” e si protende verso il mistero dell’“oltre”, trappola trasparente, invisibile, ineludibile, incomprensibile dell’uomo.
La trappola è una famosa novella, appunto, di Luigi Pirandello.
L’irrazionale, l’onirico, il misterioso, il teosofico, lo spiritico, proteso (nel suo modo di ateo) al divino, ma in senso “greco”, sono presenti nella sua opera. E sono la “bottiglia” dentro cui “ronza”, fino a estenuarsi, il suo delirante racconto poetico dell’uomo intrappolato.
La vita è un flusso continuo che noi cerchiamo d’arrestare, di fissare in forme stabili, determinate dentro e fuori di noi, perché noi siamo già forme fissate e la coscienza è una momentanea costruzione di finzioni psichiche oltre le quali c’è un’altra realtà che per noi è inconoscibile: schiavi come siamo della “bestia” che è in noi.
L’“Umorismo”, che il “grande” lo fa “piccolo” (l’uomo è una mosca, la vita è una bottiglia) è, per definizione, quel “sentimento del contrario” che serve per rovesciare e scardinare tutte le certezze e talora infrangere la bottiglia-trappola e trovarsi… “oltre”; magari con “la testa rotta”, ma… “oltre”.
I giganti della montagna è certamente il punto più “alto” di quell’ “oltre”. Oltre l’esistenza sconciata della vita-trappola.
Nella Villa La Scalogna, il cui padrone, non a caso, è il Mago-Cotrone-Pirandello, accadono le magie dell’Arte: straordinari prodigi che non hanno bisogno di mezzi materiali per accadere. Accadono e basta. E “vanno accolti”. Questi eventi sono possibili solo nel mondo dell’”oltre”, della fantasia, della sovra-realtà, ai confini della coscienza, ai margini dell’esistenza, dove finiscono quel gruppo di attori sperduti e disperati (perché senza più un Teatro dove recitare), goffi sacerdoti di un’arte delusa, infelice, incompresa, impoverita com’è diventato il Teatro.
“Tempo e luogo (dice la didascalia) indeterminati, tra la favola e la realtà”.
Ed è in questo “luogo sospeso”... in questo “tempo non misurato… che il Teatro può accadere… nella “finita infinità” che è la solitudine dell’ “anima sola con se stessa”.
Noi sappiamo che Pirandello “sapeva con certezza” di dover morire mentre scriveva i Giganti, il cui titolo iniziale doveva essere I fantasmi.
Al medico che lo visitava aveva domandato, un po’ irritato, (lo era sempre quando non stava bene): “Dottore mi vuol dire che è questo?”. E il dottore gli aveva risposto: “Professore... lei non deve aver paura delle parole…. questo è… morire.”
Pirandello, che stava scrivendo una nuova sceneggiatura del Mattia Pascal, la mette da parte e scrive i Giganti di cui aveva già alcune scene del primo atto.
Alla fine del secondo atto scrive le ultime cinque parole della sua vita e di tutto il Teatro delle maschere nude: “Io ho paura, ho paura...”
È proprio quell’ “Io…” che mi fa pensare che Pirandello sapesse, e con paura, che non avrebbe mai scritto il terzo atto, lasciando I giganti della montagna meravigliosamente compiuti nella perfetta incompiutezza umana.
Produzione Fondazione Teatro della Toscana
in coproduzione con Teatro Stabile di Torino, Teatro Biondo di Palermo
con il contributo di Regione Sicilia
e con il sostegno di ATCL - Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio, Comune di Montalto di Castro,
Comune di Viterbo

La vita è vento, la vita è mare, la vita è fuoco. Non la terra che s’incrosta e assume forma.
Ogni forma è la morte

Durata: 2 ore e 15’ intervallo compreso – 2 atti (1 ora e 10 – 45 minuti)
Costo: Biglietto da 20 € a 40 €
Informazioni: Tel. 06.83510216
Indirizzo: via Nazionale 183 –Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroeliseo.com
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Avviso ai Soci
COMUNICATO STAMPA                     
L'Associazione Culturale Teatro Trastevere
in collaborazione con
hangar duchamp
presenta
"LE MAMMELLE DI TIRESIA"
dramma surrealista in due atti e un Prologo
di Guillaume Apollinaire
regia: Andrea Martella

TEATRO TRASTEVERE -  Roma
dal 12 al 17 marzo 2019, ore 21.00_dom. 17.30

“Per caratterizzare il mio dramma mi sono servito di un neologismo che sono certo mi vorrete perdonare, dato che raramente mi capita di crearne, e ho coniato l’aggettivo surrealista.”
Guillaume Apollinaire nella Prefazione de “Le Mammelle Di Tiresia”

A Zanzibar, rappresentazione della Francia di inizio Novecento, Teresa abbandona il marito, uomo greve e prepotente, per assumere un'identità maschile, lasciando volar via le proprie mammelle. Si chiamerà Tiresia. Il marito, solo e abbandonato, si troverà costretto ad assumere un’identità femminile per sobbarcarsi i compiti dovuti al ruolo di moglie e donna, compresa la maternità. Metterà al mondo, in un sol giorno, 49.051 bambini. L’uomo diventerà una madre ambiziosa, tanto da far innamorare un autoritario e virile Gendarme e da attrarre le attenzioni della stampa.
Dopo aver debuttato, nella scorsa stagione, con “Il Cuore a Gas”, capolavoro dadaista di Tristan Tzara, hangar duchamp prosegue il suo percorso all’interno delle avanguardie artistiche del Novecento proponendo un classico del teatro surrealista. Addirittura “Le Mammelle di Tiresia” può essere considerato l’atto iniziale del Surrealismo, visto che la stessa parola “surrealista” fu un neologismo coniato proprio da Apollinaire per descrivere la sua opera, caratterizzata da un testo pieno di riferimenti e sorprese linguistiche, tra mitologia e innovazione.
La regia di Andrea Martella interpreta la narrazione in modo fluido, spingendo sul pedale della comicità e della poeticità ed eleggendo a filo conduttore il mondo infantile, così ampiamente presente nel testo originale. I due atti vengono uniti in un unico tempo nel quale ogni singola scena viene trattata come una mini performance a sé stante.
Ne viene fuori uno spettacolo progressive, per usare un termine musicale, in cui ogni idea ed ogni immagine sostituisce la precedente senza soluzione di continuità, come un quadro onirico pieno di dettagli che risulta quasi impossibile catturare con un solo sguardo.

L’artista Valerio Giacone realizza per l’occasione un’installazione scenografica site specific con il supporto della galleria d’arte FABER, che concede anche la possibilità di una collaborazione con la fotografa ed artista Manuela Giusto per l’immagine di locandina; un dialogo tra arte visiva e teatro che è alla base della ricerca di questa compagnia teatrale. Il sound engineer Attila Mona lavora, invece, ad alcune tracce di ambientazione sonora che, nella loro ossessiva presenza, rappresentano quasi un immaginario personaggio in costante commento all’azione scenica.
I costumi di Anthony Rosa, a cavallo tra infanzia e immaginario bohémienne, liberano i personaggi dal giogo delle azioni ripetute e coinvolgenti, portandoli in un mondo “razionalmente immaginario”. Si rinnova anche la collaborazione di hangar duchamp con Pietro Frascaro, per un disegno luci che restituisce l’idea del sogno, tra inquietudine e immaterialità.

personaggi ed interpreti
Teresa-Tiresia / La Cartomante: Simona Mazzanti
Il Marito: Flavio Favale
Il Gendarme: Edoardo La Rosa
Il Chiosco / Presto / Il Figlio: Vania Lai
La Giornalista parigina / Lacouf / Una Signora: Giorgia Coppi
Il Direttore / Il Popolo di Zanzibar: Walter Montevidoni
ambienti sonori: Attila Mona
disegno luci: Pietro Frascaro
costumi: Anthony Rosa
installazione scenografica: Valerio Giacone *
foto: Manuela Giusto *
* per gentile concessione della galleria d’arte FABER
[un ringraziamento a Cristian Porretta]

Costo:  Biglietto intero 12 € - ridotto 10 €
Kiroconvenzione: INGRESSO RIDOTTO per tutti i  Kiri iscitti alla pagina facebook  di KIROLANDIA - Media Partner del Teatro
Informazioni: 06.5814004 - info@teatrotrastevere.it
Indirizzo: via Jacopa de Settesoli 3 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrotrastevere.it
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Stagione Campioni  
"SEGRETI DI FAMIGLIA"  
uno spettacolo di Attori & Tecnici   
Scritto da Enrico Luttmann
con Viviana Toniolo e Stefano Messina
regia Marco Maria Casazza

TEATRO DE' SERVI - Roma
dal 15 al 31 marzo,  ore 21.00_sab 17.30 e 21.00_dom. 17.30

Grazia è una donna tenace, imperfetta, adorabile. Grazia fa le cose a modo suo.  
Grazia ha un caratteraccio, un caustico senso dello humour e molti segreti: una misteriosa scatola nascosta, un tubino nero mai indossato e l’ultimo, il più oscuro, un tumore ai polmoni.
Suo figlio Adamo, commediografo in crisi in fuga dalla soap-opera, torna a vivere con lei e sono subito scintille.
Anche lui, però, ha i suoi segreti e l’inaspettata convivenza riporta a galla vecchie storie che sembravano destinate a rimanere sepolte per sempre.
Tra verità rivelate a denti stretti, battute e frecciate indimenticabili, Grazia rivive burbera e irresistibile nel racconto del figlio. Lui narrando al pubblico quei giorni passati insieme traccia la mappa di un viaggio verso l’autenticità gettando nuova luce su tutta la loro storia.
Grazie rivendica il diritto a essere se stessa - viva, ironica, testarda – a tutti i costi. E a dispetto degli errori commessi, proprio grazie alla presenza ‘scomoda’ di Adamo troverà la forza di fare i conti col passato e affrontare a testa alta, e non più sola, quello che verrà. Lo farà con lucidità, dignità e tenerezza. Persino, sì, ridendo.
La scelta da parte di Attori & Tecnici di produrre questo nuovo spettacolo nasce, innanzitutto, da un’esperienza emozionale condivisa da molti membri della Compagnia dopo aver letto il meraviglioso testo di Enrico Luttmann. Prima fra tutti la direttrice artistica Viviana Toniolo che subito ha riconosciuto le potenzialità drammaturgiche di quest’opera. La Compagnia ha da sempre rivolto una particolare attenzione alla nuova drammaturgia contemporanea, come testimoniano il lavoro artistico e le numerose regie firmate da Attilio Corsini e Stefano Messina.

In occasione di questo spettacolo inoltre torna Visioni Concentriche del Teatro de’ Servi con un incontro aperto al pubblico sabato 16 marzo alle 19.15 dal titolo “Persona e dignità - la vita e i suoi confini. Consapevolezza e libertà di scelta”.
Interverranno all’ appuntamento autori e registi e Mina Welby dell’Associazione Luca Coscioni.

Costo: Biglietti  platea  intero  22 € - ridotto G/A 16 €galleria intero  18 €  - ridotto G/A  14€  (ridotto giovani under 18 e anziani over 65)

Indirizzo: via del Mortaro (ang. Via del Tritone), 22 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroservi.it
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FLORIAN METATEATRO - Centro di Produzione Teatrale
In collaborazione con Teatro della Toscana
presenta
"TRUMAN CAPOTE"
Questa cosa chiamata Amore
di Massimo Sgorbani
con GIANLUCA FERRATO
Scene Massimo Troncanetti, Costumi Elena Bianchini,
Foto Neri Oddo - Assistente alla Regia Jonathan Freschi
Impianto e Regia Emanuele Gamba

OFF OFF THEATRE - Roma
dal 15 al 17 marzo 2019 ,  orario: serali ore 21.00,  pomeridiane ore 17.00

All'OFF/OFF Theatre si parla d'Amore con Truman Capote - Questa cosa chiamata Amore, spettacolo tratto da e dedicato a Capote, scritto da Massimo Sgorbani e interpretato da Gianluca Ferrato con la regia di Emanuele Gamba, presentato da Florian Metateatro in collaborazione con il Teatro Nazionale della Toscana. Un omaggio ad uno dei più grandi scrittori americani del '900, autore di grandi classici della letteratura come Colazione da Tiffany o A Sangue Freddo, pietre miliari su cui sono poi stati scritti interi romanzi, opere teatrali, film e serie TV, realizzato con le scene di Massimo Troncanetti, i costumi di Elena Bianchini e l'aiuto alla regia di Jonathan Freschi.
"Tutta la letteratura è pettegolezzo". Così Truman Capote liquidava con una delle sue abituali provocazioni anti-letterarie qualsiasi visione sacrale dell'arte e dell'artista. 'Pettegolezzo' inteso come svelamento di ciò che non si sa, indagine sui lati oscuri dell'America, in modo leggero e profondo, snob e vivace come un vodka martini. È il Capote più irriverente, infatti, quello che emerge dal testo, in cui Massimo Sgorbani disegna per Gianluca Ferrato, diretto da Emanuele Gamba, un dandy, un esibizionista, un personaggio pubblico prima ancora che un grande scrittore: l'anticonformista per eccellenza, che può permettersi di parlare con la stessa dissacrante arguzia di Hollywood e della società letteraria newyorkese, di Jackie Kennedy e Marilyn Monroe, di Hemingway e Tennessee Williams, senza mai risparmiare se stesso, i suoi vizi, le sue manie, i suoi successi e fallimenti.
Il suo stile, decadente, ironico e iconoclasta, ha segnato la letteratura degli Stati Uniti. Truman, geniale scrittore, giornalista e drammaturgo, è stato, dopo Hemingway, forse il più grande esempio di autore divenuto protagonista e vittima, dello star system a stelle e strisce. Un predestinato alla scrittura. Inizia a scrivere a otto anni, a diciassette le prime pubblicazioni, a diciannove vince il primo O. Henry Award della sua vita. Il suo stile è già formato, come ammetterà lui stesso negli ultimi anni della sua vita; cambia l'oggetto dei suoi racconti, la materia tra le mani, ma il suo stile è quasi identico a quello della sua giovinezza e si basa tantissimo sul suono e sul ritmo delle parole.

Dopo un'infanzia difficile e con l'aggravante, per l'America dell'epoca, dell'omosessualità, Capote, sotto i lustrini di feste e copertine di riviste, ha saputo raccontare tanto la frizzante società newyorkese quanto il cuore più nero del suo Paese. Il tutto con una lingua costruita alla perfezione, vero elemento distintivo della sua produzione, tanto quanto i temi di cui si è occupato nei suoi libri, da Colazione da Tiffany a Marlon Brando.
Partito dai bassifondi, lavorando come fattorino, Capote ha conosciuto il successo con i racconti, per poi imporsi definitivamente con il romanzo-verità A sangue freddo di cinquanta anni fa (1966), storia del massacro di una famiglia e capostipite di un nuovo tipo di giornalismo letterario. Poi alcol e droga hanno infiacchito il suo talento, a lungo cristallino e unico. Ma trent'anni dopo la sua morte, per cirrosi epatica nell'agosto del 1984, a neppure 60 anni di età, non possiamo che rimpiangere il suo genio e anche la sua candida e disperata voglia di stupire e, probabilmente, di essere apprezzato e amato.

"Quando Dio ti concede un dono, ti consegna anche una frusta; e questa frusta è intesa unicamente per l'autoflagellazione". Se per Capote il suo talento è stato una frusta, per tutti noi è stato solo piacere puro.

VODKA MARTINI PER TUTTI!

Costo: Biglietto intero 25 € -  ridotto 18 € - 10 € per gruppi e under 26
Indirizzo: Via Giulia 19/21 – Roma
Informazioni:  06 89239515 -  info@off-offtheatre.com
Siti di riferimento: www.off-offtheatre.com
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PUPI E FRESEDDE - TEATRO DI RIFREDI
CENTRO DI PRODUZIONE TEATALE – FIRENZE
presenta
"IL PRINCIPIO DI ARCHIMEDE"
di Josep Maria Mirò
(traduzione di Angelo Savelli con la collaborazione di Josep Anton Codina) regia Angelo Savelli
con
Giulio Maria Corso, Monica Bauco, Riccardo Naldini e Samuele Picchi
scene Federico Biancalani - luci Alfredo Piras - foto di scena Pino Le Pera

SPAZIO DIAMANTE - Roma
dal 7 al 10 marzo e dal 14 al 17 marzo  2019 - venerdì e sabato ore 21.00_dom. ore 17.00

Arriva in scena allo Spazio Diamante lo spettacolo “Il principio di Archimede” dell’autore catalano Josep Maria Mirò, uno dei maggiori drammaturghi contemporanei. A curare la traduzione del testo e la regia Angelo Savelli, reduce dal successo de “La bastarda di Istanbul”.  Sul palco Giulio Maria Corso, attualmente impegnato nelle riprese de “Il paradiso delle signore”, Monica Bauco e Riccardo Naldini, tra i protagonisti de “La bastarda di Istanbul” e il giovane Samuele Picchi, proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia.  In occasione del debutto romano Mirò ha anche presentato il suo ultimo libro “Teatro”, edito da Cue Press.

La vicenda de "Il Principio di Archimede" si svolge tutta nello spogliatoio degli istruttori di nuoto di una piscina, nell'arco delle poche ore che intercorrono tra le lezioni mattutine e quelle pomeridiane. I personaggi sono quattro: Jordi (giovane istruttore dal temperamento estroverso ed un po' bulletto, amato dai ragazzini per la sua giovialità); Hector (giovane collega di Jordi dal carattere più riservato e conformista); Anna (la direttrice della piscina, competente e severa, segnata dalla precoce perdita del figlio); David (il padre di uno dei ragazzini che frequentano i corsi di nuoto, energico ed autoritario, ossessionato dai tanti pericoli in cui può incorrere il figlio.
Jordi, giovane ed estroverso istruttore di nuoto, durante un allenamento, da’ un bacio a uno dei bambini che si è messo a piangere per paura dell'acqua. Questo gesto provoca le perplessità di alcuni genitori, già turbati da un caso di pedofilia verificatosi in una vicina ludoteca. Si innesca così una spirale di diffidenza che fa venire alla luce un contesto di pregiudizi e paure che porteranno dal sospetto alla psicosi collettiva, dall'indiscrezione alla crocefissione mediatica.

I CONTENUTI
In apparenza "Il Principio di Archimede" sembra parlare di un caso di pedofilia, fenomeno sempre esistito, ma sul quale recentemente sembra che la società si sia decisa a riflettere ed intervenire con più decisione. In realtà il testo di Mirò ci parla anche d'altro. Questa è un'opera che parla della paura, dell'educazione e delle relazioni sociali. Ci parla del tipo di società in cui vogliamo vivere. In questo senso parla agli educatori, ai genitori ed ai figli e pone una domanda molto semplice: vogliamo una società dove, disgraziatamente, possono verificarsi delle crepe o addirittura degli abusi, ma dove sia ancora consentita la tenerezza tra gli individui; oppure una società dove si mettano in campo tutti i meccanismi di sicurezza per impedire ogni rischio, anche a costo di diventare tutti un po' poliziotti e un po' indagati? Una società dove tenere le distanze ed alzare muri così da essere sicuri che non succeda niente anche a costo di diventare apatici; oppure una società empatica esposta al rischio di sbagliare ma capace di piegarsi su se stessa e curare le proprie ferite? Il concetto di paura è un concetto che muove la nostra attuale maniera di vivere e di relazionarci. Secondo l'autore, venti anni fa quest'opera non avrebbe avuto senso, tanto erano diversi i rapporti ed i modi di vivere dei ragazzini e dei genitori. In questi ultimi venti anni, secondo lui, la nostra società si è americanizzata e, in nome della correttezza e della sicurezza, il sociale si è infiltrato nelle pieghe del personale. L'etica collettiva ha sostituito la morale individuale in una sorta di puritanesimo modernizzato ed ipocrita. Quello che quest'opera chiede è che il singolo spettatore, uscendo dal teatro, si posizioni moralmente su ciò che ha visto e s'interroghi sulla sua personale visione della società.

LA FORMA
Due sono le caratteristiche principali dello spettacolo.La prima è che, dal punto di vista oggettivo, non sapremo mai la verità sulle reali intenzioni di Jordi, il cui carattere, pur marcatamente solare, viene tratteggiato con forti margini di complessità. Sta allo spettatore farsi un'idea della personalità del ragazzo. La rappresentazione si concentra invece sulle dinamiche interpersonali e sociali che si scatenano implacabilmente a partire da un evento la cui realtà o falsità diventa del tutto ininfluente rispetto agli effetti che produce. La seconda è che il susseguirsi delle scene della rappresentazione non seguono un ordine cronologico; andando avanti ed indietro nella vicenda, lo spettatore procede conformando la sua visione a seconda delle varie prospettive che gli offrono i quattro personaggi, riproducendo quella frantumazione con la quale nella realtà riceviamo le informazioni dai media o dai social network. Ed infatti nello spettacolo è presente anche il tema di Facebook, un linguaggio contemporaneo che, insieme ad altri consimili, ha modificato il nostro modo di pensare: molte volte le informazioni vanno più veloci della capacità che hanno gli individui di inquadrarle ed analizzarle con un po' di profondità, restando così prigionieri degli aspetti più semplicistici, scontati ed urlati della comunicazione.Scritto con nerbo e senza una goccia di retorica, questo testo formidabile è al tempo stesso la rappresentazione della spirale che dalla paura porta alla violenza ed una metafora dell'ambiguità della verità.

Costo: Biglietto intero 18 € 
Info & Prenotazioni:  tel:+390627858101 - info@spaziodiamante.it
Indirizzo: via Prenestina 230/ b - Roma
Sito di riferimento: www.spaziodiamante.it
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PROSEGUONO...

Teatro ABC Catania   Teatro Arte
presentano
una Produzione di Corte Arcana/Isola Trovata
ORNELLA MUTI   ENRICO GUARNERI
"LA GOVERNANTE"
di Vitaliano Brancati
e con
Rosario Minardi   Nadia De Luca   Rosario Marco Amato
Caterina Milicchio   Turi Giordano   Naike Rivelli  
scene Salvo Manciagli
costumi Dora Argento
musiche Massimiliano Pace
regia GUGLIELMO FERRO
personaggi e interpreti
Caterina Leher Ornella Muti
Leopoldo Platania Enrico Guarneri
Bonivaglia Rosario Minardi
Iana Nadia De Luca
Enrico, figlio di Leopoldo Rosario Marco Amato
Elena, moglie di Enrico Caterina Milicchio  
Il portiere Turi Giordano  
Francesca
Naike Rivelli  

TEATRO QUIRINO -  Roma
dal  5 al 17 marzo 2019,  da martedì a sabato ore 21.00 - domenica ore 17.00 - giovedì  7 marzo  e giovedì 14 marzo  ore 17.00 - mercoledì 13 marzo ore 19.00 - sabato 16 marzo ore 17.00 e ore 21.00

Questa commedia fu scritta nel 1952 e subito censurata. La scusa era quella del tema – allora molto scottante – dell’omosessualità, anche se Vitaliano  sosteneva che «La sostanza della vicenda è più la calunnia che l’amore fra le due donne». Ma sullo sfondo di un complesso discorso sull’etica e sulla responsabilità individuale, il testo è pieno di accenti polemici contro l’ipocrisia dei benpensanti cattolici, il filocomunismo borghese, i principi della Sicilia baronale e contro la censura stessa.
Vitaliano Brancati morì nel 1954. La Governante è andata in scena per la prima volta a Parigi nel 1963. Per poterla presentare in Italia, la moglie di Vitaliano Brancati, ha dovuto aspettare l’abolizione della censura. Il debutto italiano è avvenuto il 22 gennaio 1965, protagonista la stessa moglie, Anna Proclemer, e un grande Gianrico Tedeschi nel ruolo di Platania. La regia era di Giuseppe Patroni Griffi, già noto drammaturgo, alla sua prima prova come regista. Questa commedia è stata ripresa più volte dalla Proclemer con Tedeschi, e poi, nel 1984 da Turi Ferro e Carla Gravina, con la regia di Luigi Squarzina.
La vicenda de La Governante, è imperniata su Caterina Leher, governante francese assunta in casa Platania. famiglia siciliana e borghese trapiantata a Roma il cui patriarca, Leopoldo, ha sacrificato la vita di una figlia, morta suicida, ai pregiudizi della sua morale. Caterina è calvinista e viene considerata da tutti un modello d’integrità. Vive perciò segretamente la propria omosessualità, una «colpa» cui si aggiunge quella di aver attribuito a una giovane cameriera dei Platania le proprie tendenze, causandone il licenziamento.
Caterina si sente responsabile della morte della ragazza, coinvolta in un incidente mentre tornava al Sud: un peccato che la governante deciderà di espiare con il suicidio.

Note di regia
“Il nostro allestimento rispetta assolutamente non soltanto il testo di Brancati ma lo stesso copione originale. Le tematiche coraggiosamente affrontate negli anni Cinquanta dall’autore siciliano sono tutte contemporanee ed attuali. A cominciare dal tema dell’omosessualità che costò, tra gli altri, a Vitaliano Brancati un lunghissimo periodo italiano di censura. In realtà l’omosessualità non è l’unica tematica scottante trattata da Brancati. Ma già questa, da sola, rappresentò un ostacolo complicatissimo per la messa in scena del testo. E, come sempre, dietro la censura si cela la paura del diverso e delle diversità. Per cui il tema stesso non è che una delle tante diversità che certa morale ha paurosamente combattuto”.
Guglielmo Ferro

Durata: 2 ore più intervallo
Costo:   Biglietti  dal lun al ven platea interi € 30  ridotti  € 27 - I balconata interi € 24  ridotti € 22 - II balconata interi € 19 ridotti € 17  - galleria interi € 13 ridotti € 12 / Biglietti  sab. sera e dom  platea interi € 34  ridotti € 31 - I balconata interi € 28  ridotti € 25 - II balconata interi € 23 ridotti € 21  - galleria interi € 17  ridotti € 15
Informazioni: botteghino 06.6794585 - biglietteria@teatroquirino.it
Indirizzo: via delle Vergini,  7 - Roma
Sito di riferimento: www.teatroquirino.it
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"LA GENTE DI CERAMI"
Racconti di Vincenzo Cerami adattati da Aisha Cerami
con Massimo Wertmuller   Anna Ferruzzo
musiche Nicola Piovani  eseguite dal vivo da
Alessio Mancini flauto/chitarra -   Sergio Colicchio tastiera/fisarmonica
 regia Norma Martelli   
spazio scenico Sandra Viktoria Müller   - costumi Silvia Polidori                  
disegno luci Danilo Facco   -  organizzazione Rosi Tranfaglia  - ufficio stampa Daniela Bendoni
produzione COMPAGNIA DELLA LUNA
Direzione artistica Nicola Piovani

TEATRO VITTORIA - Roma
dal  7 al 17 marzo 2019 ,  ore 21.00_ ore 21.00  martedi 12  ore 20.00 ; mercoledi 13  ore 17.00; domenica ore 17.30)

«…svagato ma complice davanti al tumultuoso mare di teste umane che mi colma di un’emozione deliziosa e nuova…mi abbandono alla contemplazione dello spettacolo esterno della folla.»  Vincenzo Cerami
 Una serata in compagnia delle parole di Vincenzo Cerami, anzi in compagnia della “gente” di Cerami. Una presentazione scenica di brevi racconti che si nutre della lucida, spietata e complice poetica del celebre scrittore di Un borghese piccolo piccolo. L’occhio indiscreto dell’autore si ferma a osservare attimi e ritagli di vita quotidiana, e coglie gli uomini nella loro intimità, nel dolore o nel sollievo, nella sorte avversa o nella fortuna e così, per gioco, ne ricostruisce la storia.   

Un popolo di piccoli antieroi a cui Anna Ferruzzo e Massimo Wertmuller danno voce con le parole del poeta. Fa da cornice la musica di Nicola Piovani eseguita da Alessio Mancini e Sergio Colicchio.

Costo: Biglietti:  intero platea 28 , intero galleria 22 (compresi 3 euro di prevendita) ridotti in convenzione: platea 21 e galleria 18 (compresi i 3 euro di prevendita) Promozione gruppi: 1 biglietto cortesia ogni 10 spettatori paganti
Informazioni: botteghino: 06 5740170 ; 065740598 lunedì (ore 16-19), martedì - sabato (ore 11- 20), domenica (ore 11-13.30 e 16-18) Vendita on-line e info: www.teatrovittoria.it
Indirizzo: piazza di Santa Maria Liberatrice, 10 - Roma
Sito di Riferimento: www.teatrovittoria.it
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TEATRO RAGAZZI

Centrale Preneste Teatro
Ruotalibera Teatro/Compagnia UraganVera
in scena con
"Nella pancia di papà"
Progetto Produzioni Giovani Compagnie
Ruotalibera Teatro/Compagnia UraganVera
di e con Fiona Sansone, Manuela De Angelis
regia Fiona Sansone

CENTRALE PRENESTE TEATRO-  Roma
10 marzo  2019, ore 16.30

Nuovo appuntamento per tutta la famiglia con la rassegna Infanzie in gioco 2018/19 è in scena Nella pancia di papà di Ruotalibera Teatro/Compagnia UraganVera, una riscrittura di Cappuccetto Rosso che indaga il rapporto di genitorialità tra padre e figlia. Lo spettacolo è di e con Fiona Sansone e  Manuela De Angelis, la regia è di Fiona Sansone. Una bimba lupo si aggira nel bosco, attraversando con il corpo tutte le fasi della crescita motoria: andare a quattro zampe, imparare a camminare, imparare a riconoscere le tracce del mondo e di se stessa. Ascolterà le fronde degli alberi parlare, lì riconoscerà nel fischio ululato del vento la voce del papà. Una ricerca sulla memoria, sui doni della morte, un inno alla vita che rimane e resiste.

di e con Fiona Sansone e Manuela De Angelis - Regia: Fiona Sansone - Regia di movimento: Manuela De Angelis - Scene: Fabrizio Di Pardo, Paola Tenaglia - Costumi e grafica: Veronica Urgese - Illustrazioni: Floriana Urgese - Disegno luci: Andrea Panichi - Organizzazione e Promozione: Serena Amidani, Paola Meda - Foto di scena: Futura Tittaferrante - Un ringraziamento d’amore a LI.BE.RA + SOON

Costo: Biglietto unico 5 € (prenotazione consigliata)
Informazioni: Adatto dai  3 ai 10  anni
Prenotazioni: 06 27801063 o info@ruotaliberateatro.191.it
Indirizzo: Via Alberto da Giussano, 58, Roma
Sito di riferimento: www.facebook.com/CentralePrenesteTeatro
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MANIFESTAZIONI

"IL SIPARIO DELLE DONNE –2019: quattro spettacoli teatrali al femminile sul palco del Centro Culturale Artemia"
Una rassegna che celebra “l’universo femminile” attraverso il Teatro.
CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI ROMA – MUNICIPIO XI ARVALIA PORTUENSE


dall'8 al 31 marzo 2019, vari orari

Anche quest’anno prende il via, la Rassegna Teatrale “Il Sipario delle Donne” organizzata dal Centro Culturale Artemia, polo creativo romano da sempre attento alla promozione di forme espressive e creative, nel segno dell’artisticità, cultura e qualità.

L’inizio della storia del teatro occidentale non fu felice per le donne: prive di diritti politici e segregate nei ginecei, le donne greche non solo non potevano recitare (i ruoli femminili erano interpretati da uomini), ma non è nemmeno certo che avessero il permesso di assistere alle rappresentazioni.

Questa Rassegna ha come obiettivo, celebrare l’universo femminile proprio nel mese in cui si festeggia la “Festa della Donna”, quindi abbiamo voluto rivisitare questa celebrazione internazionale (a volte banalizzata), presentando 4 spettacoli teatrali di ogni genere ma che riguardino tematiche femminili o che siano stati realizzati da donne.

La rassegna, nella sua terza edizione, vedrà protagonisti gli spettacoli “Paura” di Carlo Studer & Federica Gumina, liberamente ispirato al romanzo di Stefan Zweig. A seguire “Luci D’Autunno” di Francesca La Scala. Il terzo appuntamento sarà invece con “Sprovvisti di documenti di riconoscimento” di Francesca Gambini e Lara Panizzi, ed infine “Civico 48” scritto, diretto ed interpretato dalle giovani e promettenti artiste Sophia Angelozzi ed Ilaria Arcangeli, vincitrici del premio “Miglior Attrice” della 4° edizione del Festival di Corti Teatrali organizzato il passato dicembre 2018 al Centro Culturale Artemia. Le opere saranno rappresentate in tre repliche cada una, in un calendario che si snoderà tra i weekend di marzo.

Ad inaugurare la rassegna il 8, 9 e 10 marzo sarà “Paura” di Carlo Studer & Federica Gumina. Irene Wagner, bellissima signora della borghesia viennese, dovrà lottare con un turbine di emozioni che la stringono come un sudario, come un groviglio di catene che solo la sua confessione potrà spezzare. Dovrà fare i conti con la paura e con i demoni della sua anima, messa a nudo e indagata nelle sue fragilità. Dal capolavoro di Stefan Zweig, indiscusso maestro della suspense, per la prima volta assoluta a teatro in Italia.

A seguire, il 15, 16 e 17 marzo sarà la volta di “Luci di Autunno”un capolavoro di Francesca La Scala con Andrea De Bruyn ed una irriconoscibile Loretta Rossi Stuart. Una coppia di innamorati, lui più giovane e inquieto, lei legata dalla paura di perdere quello che crede felicità. Due anime sole che per un attimo sembrano essersi trovate, ma che cedono alla monotonia dell’esistenza senza avere la forza di comprendersi veramente, di guardarsi quando la magia dell’innamoramento si affievolisce ed inizia la vita vera.

La rassegna proseguirà il 22, 23 e 24 marzo con “Sprovvisti di documenti di riconoscimento”, di Francesca Gambini e Lara Panizzi, regia di Lara Panizzi e con Davide Aspesi, Francesca Gambini, Pino Grossi, Carlotta Velda Mei, Gonzalo Otero e Lara Panizzi. Cosa accadrebbe nella tua vita se i debiti diventassero così tanti da non farti più dormire la notte? E se tutto diventasse grottesco e confuso? Saresti disposto a giocarti il tutto per tutto o rinunceresti alla partita più grande? Sei persone, una borsa, 24 ore. Rocamboleschi scambi, schiaccianti verità, equivoci, chiarimenti, sei vite che si mischiano per un giorno. Come nella migliore delle tradizioni italiane loro soffrono e noi li guardiamo ridendo.

Infine, il 29, 30 e 31 marzo, chiuderà la rassegna lo spettacolo “Civico 48” di e con Sophia Angelozzi & Ilaria Arcangeli. Lo spettacolo prende piede dal desiderio di rispondere a delle semplici domande: “Cosa significa non poter avere un figlio? E cosa significa volerlo perdere?”, “Cosa c’è dietro il primo bacio di un’adolescente?”, “Cosa porta una ragazza a respingere il cibo?”, “È giusto essere punita per fare bene il proprio mestiere?” “È possibile avere una famiglia senza perdere il lavoro?”. Lo spettacolo diventa dunque un contenitore di racconti al femminile. I racconti si alternano dando allo spettatore una visione della donna in tutte le sue sfaccettature, colori ed età.

Con il patrocinio di: Comune di Roma – Municipio XI Arvalia Portuense

Direzione artistica: Maria Paola Canepa
Media Partner: KIROLANDIA

Costo:Biglietto Intero: 10 €- Ridotto: 8 € - Tessera nuovi soci 2 €.
Kiroconvenzione: INGRESSO RIDOTTO su prenotazione  per tutti i  Kiri iscitti alla pagina facebook  di Kirolandia - Media partner del Teatro 
Informazioni e prenotazioni: 
334 1598407 anche sms -  si prega di arrivare 15 minuti in anticipo
Indirizzo: Via Amilcare Cucchini, 38 - Roma
Sito di riferimento centro: www.centroculturaleartemia.it
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FILM

KARENINA & I
Un’avventura di teatro, letteratura e vita, 
raccontata in un film “camaleontico”

- Evento speciale nei teatri di Roma, Milano e Napoli
9 - 11 - 18 marzo e a seguire nelle sale cinematografiche -

 “KARENINA & I”, IL FILM DOCUMENTARIO DIRETTO DAL REGISTA TOMMASO MOTTOLA SULLA MESSA IN SCENA DI ANNA KARENINA IN RUSSIA, CON L’INTERPRETAZIONE DELL’ATTRICE GØRILD MAUSETH - UNA LEGGENDA DEL CINEMA NORDICO - E LA VOCE NARRANTE DELLA STAR INTERNAZIONALE LIAM NEESON, APPRODA NEI TEATRI ITALIANI CON UNA TOURNÉE DI TRE DATE:

SABATO 9 MARZO al TEATRO ARGENTINA DI ROMA
LUNEDÌ 11 MARZO al TEATRO FRANCO PARENTI DI MILANO
LUNEDÌ 18 MARZO al TEATRO MERCADANTE DI NAPOLI

Il film, nato grazie ad una campagna record di crowdfunding tra Italia, Norvegia e Russia, arriva al pubblico italiano dopo aver incantato le platee internazionali dei festival negli ultimi due anni (tra gli altri, Festival Cinematografico Internazionale di Mosca, Biografilm Festival, finalista come miglior documentario all'European Film Award e in cinquina ai Nastri d'Argento e a Camerimage, vincitore del Master of Art Film Festival). I suoi primi passi in Italia non potevano che essere mossi nei teatri, in un doveroso tributo al palcoscenico, ma anche nella consapevolezza che l’ibridazione tra cinema e teatro è una delle principali caratteristiche di questo progetto, una vera e propria sfida cinematografica fuori dagli schemi.

“Karenina & I” trascende infatti il modello convenzionale di film sul teatro per trasformarsi nel ritratto intimo e profondo di una vera eroina letteraria, raccontata e impreziosita dalla splendida voce narrante del Premio Oscar Liam Neeson e interpretata dall’attrice norvegese Gørild Mauseth. Quali e quante siano le chiavi di lettura di questo film ce lo fa capire lo stesso Liam Neeson (co-produttore del film) parlando della sua partecipazione: "E’ stato un onore per me avere una piccola parte in questo film speciale. Ho accettato di esserci perché mi è veramente piaciuta l'idea di un film su una meravigliosa attrice (Gørild Mauseth) e la sua ricerca per scoprire chi fosse Anna Karenina, forse una delle donne più celebri e complesse della letteratura. Anche perché Tolstoj è uno dei più grandi scrittori, se non il più grande, dopo Shakespeare, a descrivere la condizione umana. E poi perché sono pochissimi i film che raccontano il lavoro dell'attore."
Gørild Mauseth, immedesimandosi profondamente nel personaggio e studiandone la lingua ci restituisce una Anna Karenina mai vista, trascinando lo spettatore nelle pieghe più nascoste del capolavoro di Tolstoj e in un viaggio fisico, attraverso le immensità del territorio russo, oltre che spirituale dentro se stessa; la sua interpretazione ci conduce ai confini dell'amore e dell'identità, fino a fondere arte e vita, vissuto personale e finzione romanzesca, alla ricerca dell’essenza di uno dei personaggi più straordinariamente complessi della letteratura moderna.
Per ottenere questo risultato Gørild Mauseth ha dovuto affrontare una sfida con se stessa pressoché totalizzante: come attrice, accettando di recitare in una lingua che non conosceva; come madre e moglie, allorché il regista e marito, Tommaso, le ha proposto una sfida nella sfida. Compiere il viaggio in treno, da un capo all’altro del continente russo, portando con sé il loro figlio di 5 anni. E alla fine di questa avventura “spericolata” si può senz’altro dire che il rischio corso ha pagato, come sottolinea Tommaso Mottola: “Tutti noi vorremmo abbandonarci alle nostre passioni. Osare farlo è già un azzardo in sé, come ci insegna il tragico epilogo di Anna.  Ma se ti affidi e al cuore, ai tuoi principi e ad una ferrea, assoluta disciplina, potresti conquistare qualsiasi vetta”.
E aggiunge Tommaso Mottola“Testimoniare il profondo lavoro che Gørild Mauseth ha fatto su un personaggio come Anna Karenina, ha significato per me esplorare i sentimenti primari di cui è fatto un essere umano. Abbiamo capito che Tolstoj scriveva di sé nella storia e che in essa ha nascosto molti dei suoi pensieri più intimi e segreti. Uno dopo l’altroGørild li ha trovati: un destino segnato dall’orfanotrofio, il bisogno d’amore, la necessità della fuga alla ricerca di un’identità, il treno come soluzione finale a tutti i dolori. Tutti questi elementi rappresentano le diverse linee narrative del film in una continua mescolanza di registri linguistici e tematici.”
La tournée teatrale, anticipazione di una più capillare presentazione del film nelle sale cinematografiche, sarà accompagnata a ogni tappa dall’attrice protagonista Gørild Mauseth e dal regista Tommaso Mottola che condivideranno con il pubblico le emozioni della straordinaria esperienza che hanno vissuto, sia come persone che come professionisti, durante la realizzazione del film.

Sinossi
Il film racconta la sfida umana e professionale dell'attrice Gørild Mauseth che ha accettato di interpretare Anna Karenina nel paese natale di Tolstoj. A questa sfida si aggiunge quella di voler recitare il ruolo diAnna in Russo, una lingua che non ha mai parlato prima. Sulle tracce di Anna, e per scoprire i veri motivi per cui Tolstoj ha scritto il romanzo, l’attrice viaggia da Venezia al fiordo delle sue origini sulle coste Artiche della Norvegia, e poi in treno attraverso l’immensa Russia, fino a Vladivostok, l'estremo oriente del Paese, alla ricerca dei segreti che Tolstoj aveva nascosto nel personaggio. L'esperienza la riporta inaspettatamente alle sue radici e ai suoi dolori più profondi, che in un gioco di specchi con l’eroina di Tolstoj, dà alla luce un'interpretazione unica. Ruolo della vita, Anna Karenina cambierà Gørild per sempre. Il film è un invito all’amore, a perseguire le speranze e i sogni, e a vivere la vita al massimo!

Costo: Vedi siti Teatri
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ARTE

PROSEGUONO...

“BIOGRAFIE”
di MARIA GAGLIARDI
A cura del Collettivo Summa

‘O VASCIO ROOM GALLERY
dall' 8 febbraio al 30 marzo, dopo l'inaugurazione ingresso su appuntamento

Come una poesia che dopo averla letta risuona già nella memoria con immediata familiarità le opere di Maria Gagliardi si sono subito imposte alla nostra attenzione. “Il noi dentro” era l’opera selezionata per la mostra/concorso Display 2.0 con una ricerca estremamente allineata con la mission del progetto O' Vascio - Room Gallery in equilibrio tra antichità e contemporaneità.
Per “Biografie” abbiamo chiesto un coinvolgimento maggiore alla Gagliardi con un opera site specific affidandole una fotografia di inizio novecento proveniente dall’imponente archivio del collezionista di fotografie e cimeli di Somma Vesuviana, Bruno Masulli. Quest’opera della Gagliardi si lega tenacemente alle altre opere in mostra dall’8 Febbraio al 30 Marzo 2019 in un susseguirsi di spunti suggestivi, memorie, intimi racconti di vissuti altri che sembrano diventare personali, familiari. “Biografie” è una serie di opere che si muove dal calore tipico della fotografia vernacolare ad una riflessione sull’identità dei soggetti ritratti con aspetti che suscitano anche un affascinante inquietudine quando l’artista interviene sui volti, tagliandoli, segnandoli. Si è continuamente in bilico tra una comoda zona di confort e un luogo dell’anima intangibile e misterioso che trova il suo racconto nel libro/installazione dove l’artista si è liberata delle immagini per lasciare posto alla composizione del segno fatto di parole scritte, strappi, carta ingiallita.
A proposito del suo intenso lavoro l’artista dice “La mia ricerca artistica approfondisce i temi del ricordo e della memoria, come spazio sacro di identità soggettiva e collettiva. In un mondo così fortemente globalizzato e tendente all’uniformità, l’espressione più intima del sé avviene, dunque, attraverso il ricordo, la memoria. Il collegamento con la propria storia, i propri affetti, la propria terra, i propri gusti e retaggi personali e condivisi, diventa, così, collegamento con se stessi.
Il ricordo delle cose passate è personalissimo e intimo. Non ha pretesa di essere oggettivo, non necessariamente gode di intrinseca coerenza, sovente è infedele. Eppure, esso crea la realtà e in esso si radica il concetto di identità. [….] I ricordi sono bellezza cristallizzata. Vagano nella dimensione del non tempo. Scrivono la nostra biografia. Costruiscono significati. Ci conducono al senso della nostra discesa.
Essi mutano col mutare della nostra prospettiva e, nel loro eterno ritornare -talvolta immutati e cristallizzati, talaltra con lievi variazioni di angolazioni e sfumature, talaltra ancora, riproponendosi in maniera del tutto inedita- possono giungere a guidarci in una riscrittura in chiave evolutiva della nostra storia e del senso stesso della nostra esistenza.”
Ricordi e memoria dunque attraverso manipolazioni ed elaborazioni poetiche di fotografie e oggetti di un passato da scoprire attraverso lo sguardo di questa interessante artista campana.
Teresa Capasso

Costo: Ingresso LIBERO
Fino al 30 Marzo 2019 su appuntamento al 3470115363
Indirizzo: via  Botteghe, 15 Somma Ves. Na
Face di riferimento: www.facebook.com/vascioroom/
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“DONNE. CORPO E IMMAGINE TRA SIMBOLO E RIVOLUZIONE”
Nella mostra la rappresentazione femminile attraverso la storia
L’evoluzione dell’immagine femminile, protagonista della creatività dalla fine dell’Ottocento alla contemporaneità
A cura di ARIANNA ANGELELLI, FEDERICA PIRANI, GLORIA RAIMONDI, DANIELA VASTA

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
In collaborazione con Cineteca di Bologna; Istituto Luce-Cinecittà

GALLERIA D’ARTE MODERNA DI ROMA - Roma
dal  24 gennaio al 13 Ottobre  2019, da martedì a domenica ore 10.00 - 18.30

Da oggetto da ammirare, in veste di angelo o di tentatrice, a soggetto misterioso che s’interroga sulla propria identità fino alla nuova immagine nata dalla contestazione degli anni sessanta: la mostra "DONNE. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione" è una riflessione sulla figura femminile attraverso la visione di artisti che hanno rappresentato e celebrato le donne nelle diverse correnti artistiche e temperie culturali tra fine Ottocento, lungo tutto il Novecento e fino ai giorni nostri.

La mostra presenta circa 100 opere, tra dipinti, sculture, grafica, fotografia e video, di cui alcune mai esposte prima o non esposte da lungo tempo, provenienti dalle collezioni d’arte contemporanea capitoline, a documentazione di come l’universo femminile sia stato sempre oggetto prediletto dell’attenzione artistica. Per i possessori della MIC Card l’ingresso alla mostra è gratuito.

“Le donne devono essere nude per entrare nei musei?” – si domandava in maniera provocatoria lo slogan di uno dei più famosi collettivi di artiste femministe americane. L’interrogativo rifletteva su una verità incontrovertibile.
Per secoli l’immagine femminile è stata, infatti, protagonista della creatività: il nudo femminile come forma da studiare, modello di bellezza, di erotismo o di ludibrio, mentre la modella diventava, alternativamente, la musa ispiratrice, la fonte di ogni peccato, l’esempio di doti domestiche e di virginale maternità.

Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del XX secolo la rappresentazione della donna è incardinata in un ossimoro che ne mostra l’ambivalenza: da una parte immagine angelica, figura impalpabile ed eterea, puro spirito immateriale, dall’altra minaccia tentatrice, fonte di peccato e perdizione. Da Le Vergini savie e le vergini stolte di Giulio Aristide Sartorio, alle modelle discinte in pose provocanti dei pittori divisionisti (Camillo Innocenti, La Sultana) passando a L’angelo dei crisantemi di Angelo Carosi, la donna vive sospesa tra il suo essere allo stesso tempo ninfa gentile e crudele seduttrice, Musa e Sfinge, analogamente a quanto avveniva nella contemporanea letteratura simbolista e decadente di D’Annunzio e dei poeti d’oltralpe e nelle stupefacenti pellicole cinematografiche che facevano vivere sullo schermo le prime dive dell’epoca moderna. 
I profondi cambiamenti sociali, politici che seguirono la fine della Grande Guerra con la messa in crisi dei valori tradizionali, determinarono anche la prima grande rottura di quell’immaginario consolidato.
Di pari passo all’emancipazione sociale delle donne – dai primi movimenti delle suffragette in Europa alla prepotente entrata nel mondo del lavoro a causa delle contingenze storiche - anche la raffigurazione dell’immagine femminile nelle arti visive risentì delle contraddizioni di una società che stava cambiando. Alla trasformazione delle dinamiche sociali si aggiunse l’impatto che su tutta la cultura occidentale del Novecento ebbero le teorie freudiane (L’interpretazione dei sogni è del 1900) che scardinarono per sempre l’immagine armonica della famiglia tradizionale, ora descritta come coacervo di pulsioni e conflitti.
Nella serie dei ritratti esposti al secondo piano della mostra spicca, tra gli altri, il volto di Elisa, la moglie di Giacomo Balla, ritratta mentre si volta per guardare qualcosa o qualcuno dietro di sé. Il valore iconico dell’immagine è racchiuso nello sguardo che muta lo stupore in seduzione e curiosità trasformando il ritratto della giovane donna da oggetto da ammirare a soggetto misterioso. Figure allo specchio si interrogano sulla propria identità, volti enigmatici restano ermetici allo sguardo, realistici nudi espressionisti si alternano a visioni di un’umanità felice in uno spazio senza tempo.
Il forte richiamo alla famiglia italica tradizionale propagandata dal Fascismo, insieme al decremento dell’occupazione femminile, al fine di sottolineare e riaffermare l’esclusivo ruolo della donna come madre, trovò riscontro in molte delle espressioni artistiche coeve. Eppure quel modello, fatto proprio da molta arte degli anni Trenta e Quaranta, viene spesso disatteso pur nella ripresa di un analogo soggetto in cui l’intimità delle mura domestiche diventa un luogo e un universo segnati da indecifrabili solitudini esistenziali (Antonietta Raphaël, Riflesso allo specchio; Luigi Trifoglio, Maternità; Mario Mafai, Donne che si spogliano;  Baccio Maria Bacci , Vecchie carte).
Il voto delle donne nel 1946, conquista ottenuta anche grazie alla partecipazione femminile alla guerra di liberazione, rappresentò una svolta radicale nella storia italiana. Fu solo a partire dalla fine degli anni Sessanta, però, che le lotte per il raggiungimento della parità di diritti produssero, nelle donne, un profondo cambiamento nella percezione di sé, delle proprie possibilità e potenzialità nei più vari ambiti compreso quello dell’arte.
Contemporaneamente alla contestazione sociale dei modelli patriarcali, la consapevolezza di una nuova identità femminile fu al centro della ricerca di molte artiste (Tomaso Binga, Bacio indelebile; Giosetta Fioroni, L’altra ego) ed anche il ruolo predestinato di “madre”, passando dalla condizione di scelta obbligata, divenne il fulcro del dibattito sulle libertà della donna e sulla riappropriazione del proprio corpo (Sissi, Nidi).

Il percorso espositivo sarà accompagnato da videoinstallazioni, documenti fotografici e filmici tratti da opere cinematografiche e cinegiornali provenienti dalla Cineteca di Bologna e dall’Archivio dell’Istituto Luce-Cinecittà che ne hanno curato la realizzazione. In una sala della  mostra sarà proiettato il film, prodotto dall’Istituto Luce, Bellissima (2004) di Giovanna Gagliardi che attraverso documenti storici dell'Archivio Luce, spezzoni di film, canzoni popolari e interviste racconta per immagini il cammino delle donne nel ventesimo secolo.

L’ultima sezione della mostra, dedicata alle dinamiche e le relazioni tra gli sviluppi dell’arte contemporanea, l’emancipazione femminile e le lotte femministe, presenta materiale documentario proveniente da ARCHIVIA – Archivi Biblioteche Centri Documentazione delle Donne - e testimonianze di performance e film d’artista di alcune protagoniste di quella stagione fondamentale provenienti da collezioni private, importanti Musei e istituzioni pubbliche (Museo di Roma in Trastevere; Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale; Galleria Civica d'Arte Moderna Torino; MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna; MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto - Archivio Tullia Denza).

Fino alla fine di febbraio nelle sale della Galleria sarà presente anche un focus sull’opera di Fausto Pirandello grazie al prestito speciale del Museo del Novecento di Milano del dipinto Il remo e la pala (1933), esposto insieme ad altre opere della GAM Galleria d’Arte moderna dello stesso autore.

Organizzazione  Zètema Progetto Cultura
Media partner Il Messaggero

Costo: Biglietto di ingresso alla Galleria d’Arte Moderna: 7,50 €  intero e 6,50 €  ridotto, per i non residenti;  6,5€  intero e di  5,50  € ridotto, per i residenti; gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente.
Per i possessori della MIC Card l’ingresso alla mostra è gratuito.
Informazioni: 060608 - www.galleriaartemodernaroma.it
Indirizzo: via Francesco Crispi,  24 -  Roma
Sito di riferimento: www.galleriaartemoderna.it
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"ANDY  WARHOL"  
a cura di  Matteo Bellenghi

LA  VERA  ESSENZA  DI  WARHOL  IN  MOSTRA  AL  VITTORIANO  
Un’esposizione  che  con  oltre  170  opere  traccia  la  vita  straordinaria  di  uno  dei  più  acclamati   artisti  della  storia

COMPLESSO DEL VITTORIANO  ALA BRASINI - Roma
dal 3 ottobre al 5 maggio 2019, vari orari

PROROGATA  al  5 MAGGIO

Il 3 ottobre apre i battenti a Roma, negli spazi del Complesso del Vittoriano - Ala Brasini, un’esposizione interamente dedicata al mito di Warhol, realizzata in occasione del novantesimo anniversario della sua nascita.

Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano e con il patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale, la mostra Andy Warhol è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con Eugenio Falcioni & Art Motors srl e curata da Matteo Bellenghi.

Una mostra che parte dalle origini artistiche della Pop Art: nel 1962 il genio di Pittsburgh inizia a usando la serigrafia crea la serie Campbell's Soup, minestre in scatola che Warhol prende dagli scaffali dei supermercati per consegnarli all’Olimpo dell’arte. Seguono le serie su Elvis, su Marilyn, sulla Coca-Cola.

L’esposizione, con le sue oltre 170 opere, vuole riassumere l’incredibile vita di un personaggio che ha cambiato per sempre i connotati non solo del mondo dell’arte ma anche della musica, del cinema e della moda, tracciando un percorso nuovo e originale che ha stravolto in maniera radicale qualunque definizione estetica precedente.

Andy Warhol, Marilyn, 1967. Serigrafia su carta, 91,4x91,4 cm. © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol

Costi:  vedi sito
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Sito di riferimento: www.ilvittoriano.com
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"POLLOCK e la Scuola di New York"
a cura di David Breslin e Carrie Springer con Luca Beatrice

COMPLESSO DEL VITTORIANO  ALA BRASINI - Roma
dal 10 ottobre  al  5 maggio 2019, vari orari

PROROGATA  al  5 MAGGIO

L’Ala Brasini del Vittoriano accoglie uno dei nuclei più preziosi della collezione del Whitney Museum di New York: Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem de , Franz Kline e molti altri rappresentati della Scuola di New York irrompono a Roma con tutta l’energia e quel carattere di rottura che fece di loro eterni e indimenticabili “Irascibili”.
Anticonformismo, introspezione psicologica e sperimentazione sono le tre linee guida che accompagnano lo spettatore della mostra POLLOCK e la Scuola di New York.
Attraverso circa 50 capolavori - tra cui il celebre Number 27, la grande tela di Pollock lunga oltre 3m resa iconica dal magistrale equilibrio fra le pennellate di nero e la fusione dei colori più chiari – colori vividi, armonia delle forme, soggetti e rappresentazioni astratte immergono gli osservatori in un contesto artistico magnifico: l’espressionismo astratto.
Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, con il patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale – Assessorato alla crescita culturale, la mostra POLLOCK e la Scuola di New York è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con The Whitney Museum of America Art, New York e curata da David Breslin e Carrie Springer con Luca Beatrice.

Jackson Pollock, Number 27, 1950. Olio, smalto e pittura di alluminio su tela, 124,6x269,4 cm. © Jackson Pollock by SIAE 2018 © Whitney Museum of American Art

Costi: vedi sito
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Sito di riferimento: www.ilvittoriano.com
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"DREAM. L'arte incontra i sogni"
a cura di Danilo Eccher

CHIOSTRO DEL BRAMANTE - Roma
 dal 29 settembre al 5 maggio 2019 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.

"Dream è la rappresentazione dell'idea di sogno, una dimensione altra che trascende la fisicità della percezione per accedere nei territori dell'emozione, dell'incanto, della poesia". Danilo Eccher

20 grandi protagonisti dell'arte contemporanea raccontano il loro sogno attraverso opere visionarie, accompagnando gli spettatori in un viaggio all'interno della perfetta architettura rinascimentale di Donato Bramante. Una mostra che parla di desideri, aspettative, paure esorcizzate, fantasie, in un percorso da visitare a occhi aperti oppure chiusi, dove a opere site specific si alternano lavori riletti e ripensati all'interno delle sale.
Gli artisti: Jaume Plensa, Anselm Kiefer, Mario Merz, Giovanni Anselmo, Christian Boltanski, Doris Salcedo, Henrik Håkansson, Wolfgang Laib, Claudio Costa, Kate MccGwire, Anish Kapoor, Tsuyoshi Tane, Ryoji Ikeda, Bill Viola, Alexandra Kehayoglou, Peter Kogler, Tatsuo Miyajima, Luigi Ontani, Ettore Spalletti, James Turrell. 

Completa il progetto Le voci del sogno: per la prima volta al mondo le parole di uno scrittore, ispirate alle opere degli artisti protagonisti di Dream e interpretate da 14 attori italiani, accompagnano il pubblico in mostra attraverso una audioguida. 14 racconti inediti di Ivan Cotroneo diventano evocazione in un percorso straordinario, libero da confini didattici, capace di amplificare, di creare un altro sogno.
Gli attori: Valeria Solarino, Alessandro Preziosi, Cristiana Capotondi, Alessandro Roja, Valentina Cervi, Angela Baraldi, Brando Pacitto, Carolina Crescentini, Giulia Bevilacqua, Giuseppe Maggio, Isabella Ferrari, Marco Bocci, Matilda De Angelis, Matteo Giuggioli.
"Siamo orgogliosi de Le voci del sogno, un progetto inedito, orgogliosi della collaborazione con un autore di talento come Ivan Cotroneo, con un gruppo di attori tanto straordinari quanto generosi. Chiostro del Bramante conferma, con questo progetto sperimentale, l'attenzione nei confronti dei suoi tanti pubblici perché l'arte sia condivisa".

Natalia de Marco, DART - Chiostro del Bramante
Catalogo Skira con testi del curatore Danilo Eccher, Ivan Cotroneo e Federico Vercellone

Costo:  visita il sito.
Informazioni: hastag ufficiale #enjoychiostro - +39 06 68809035 (Lunedì – Venerdì 10.00 / 17.00) numero attivo dal 4 settembre sino a fine mostra. - La Caffetteria Bistrot, il Bookshop e il Chiostro hanno ingresso libero indipendentemente dalle mostre
Indirizzo: Via Arco della Pace 5 - Roma
Sito di riferimento: www.chiostrodelbramante.it

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LIRICA

"Buon compleanno Offenbach!"
Il suo capolavoro Les Contes d’Hoffmann al Teatro di San Carlo in occasione dei duecento anni dalla nascita. Cast di grande calibro con - tra gli altri - John Osborn, Alex Esposito, Maria Grazia Schiavo, Nino Machaidze

TEATRO SAN CARLO  - Napoli
dal 17  al 24 marzo 2019 ,  ore 21.00_ domenica 17 marzo 2019, ore 19.00  martedì 19 marzo 2019, ore 20.00  - venerdì 22 marzo 2019, ore 20.00 - sabato 23 marzo 2019, ore 19.00 - domenica 24 marzo 2019, ore 17.00

Les Contes d’Hoffmann è uno tra i titoli d’opera meno frequentati dai teatri, sebbene di indiscussa bellezza. Scritta da Jaques Offenbach - del quale ricorrono i duecento anni dalla nascita - su libretto di Jules Barbier, (dal dramma omonimo dello stesso Barbier e di Michel Carrè) e ispirato ai racconti di E.T.A. Hoffmann, l’opéra-fantastique sarà il prossimo titolo che il Teatro di San Carlo presenterà  in un allestimento dell’Opera di Montecarlo per la regia di Jean-Louis Grinda.

Del suo capolavoro Jacques Offenbach non conobbe mai il successo: colto da prematura morte, (il 5 ottobre 1880) il compositore lasciò incompiuta l’opera che fu portata a termine, con innumerevoli rimaneggiamenti, da Ernest Guiraud e presentata all’Opéra-Comique di Parigi l’anno successivo alla scomparsa del suo autore.
“Questa strana storia ci parla di amore, sesso, gioco d'azzardo, omicidio e tradimenti!” – ci racconta Grinda. “Certamente ... ma riguarda principalmente la condizione umana dell'artista e i sacrifici che deve fare per raggiungere il ruolo supremo di creatore. Hoffmann ha tutti i difetti della terra, ma ha talento! Un talento che gli fa paura e sta per rovinare a causa della sua dipendenza dalle donne di cui ricerca disperatamente amore, l’amore con la A maiuscola. Nicklausse, la sua musa, non può accettare che getti via così il proprio talento e stringerà un patto con il diavolo per distrarre Hoffmann dalle donne e ricondurlo totalmente alla sua arte, ovvero alla poesia”.
Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro di San Carlo salirà Pinchas Steinberg, direttore israeliano apprezzato dalla critica internazionale per la forza, la finezza e la profondità interpretative delle sue letture sia in ambito sinfonico che operistico.
Cast di grande caratura per questa rara edizione dei Racconti di Hoffmann che annovera John Osborn e Eric Fennell, che si alterneranno nel ruolo di Hoffmann, Maria Grazia Schiavo e Daniela Cappiello in quello di Olympia, Alex Esposito e Fabrizio Beggi (Lindorf/Coppélius/Dr. Miracle/Dapertutto), Nino Machaidze e Federica Vitali (Antonia), Josè Maria Lo Monaco (Giulietta), Michela Antenucci (Stella), Annalisa Stroppa e Laura Verrecchia (Nicklausse/La Muse), Orlando Polidoro (Andrès/Cochenille/Frantz/Pittichinaccio), Roberto Abbondanza (Crespel), Enrico Cossutta (Spalanzani), Fabio Zagarella (Hermann/Schlémil), Pasquale Scircoli (Nathanaël), Italo Proferisce e Enrico Di Geronimo (Luther), Federica Giansanti (La mère d'Antonia). Maestro del Coro Gea Garatti Ansini. Lo spettacolo vede la partecipazione anche del Balletto del Teatro di San Carlo.

Direttore | Pinchas Steinberg
Maestro del Coro | Gea Garatti Ansini
Regia | Jean-Louis Grinda
Scene e luci | Laurent Castaingt
Costumi | David Belugou

Olympia, una bambola automa, Maria Grazia Schiavo (17, 19, 22 e 24 marzo) / Daniela Cappiello (23 marzo)
Antonia, una cantante, Nino Machaidze (17, 19, 22 e 24 marzo) / Federica Vitali (23 marzo)
Giulietta, una cortigiana, Josè Maria Lo Monaco
Stella, una cantante, Michela Antenucci
Hoffmann, poeta, John Osborn (17, 19, 22 e 24 marzo) / Eric Fennell (23 marzo)
Lindorf, consigliere municipale / Coppélius, inventore/ Dr. Miracle, medico / Dapertutto, stregone, Alex Esposito (17, 19, 22 e 24 marzo) / Fabrizio Beggi (23 marzo)       
Nicklausse, amico di Hoffmann / La Muse Annalisa Stroppa (17, 19, 22 e 24 marzo) / Laura Verrecchia (23 marzo)
Andrès, servo di Stella / Cochenille, aiutante di Spalanzani / Frantz, servo di Crespel / Pittichinaccio, spasimante di Giulietta, Orlando Polidoro
Crespel, liutaio e padre di Antonia, Roberto Abbondanza
Spalanzani, inventore, Enrico Cossutta
Hermann / Schlémil, Fabio Zagarella
Nathanaël, studente, Pasquale Scircoli
Luther, Italo Proferisce (17, 19 e 23 marzo) / Enrico Di Geronimo (22 e 24 marzo)
La mère d'Antonia, Federica Giansanti

Orchestra, Coro e Balletto del Teatro di San Carlo
Produzione Opéra de Montecarlo

Costo: vedi sito
Informazioni: vedi sito
Indirizzo: via San Carlo, 98  - Napoli
Sito di Riferimento: www.teatrosancarlo.it
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MUSICA

COTTON CLUB
LA PROGRAMMAZIONE
dal 14 al 16 Marzo 2019
Ogni giovedì - Bevo Solo Rock’n Roll
Ogni venerdì - di scena Emanuele Urso The King of Swing
Cotton Club

giovedì 14 marzo 2019
"BEVO SOLO ROCK'N ROLL PRESENTA
RED WAGONS"

Il nuovo appuntamento del giovedì : una serata vintage e divertente all'insegna del Rock'n Roll. Diretta dalla frizzante Lalla Hop, la serata ci riporterà negli anni 50 grazie ai nostri gruppi live così coinvolgente da fare ballare i più timidi. Il LIVE di giovedì 14 marzo è con RED WAGONS
La band The Red Wagons, nata nel 1998, attinge dai suoni e dai ritmi del R&B nero degli anni ’40 e ’50 in una miscela esplosiva di boogie woogie, jump blues, rock’n’roll e swing.
Brani di autori quali Louis Jordan, T-Bone Walker, Percy Mayfield, Charles Brown, Rosco Gordon, Johnny “Guitar” Watson, Red Prysock, Eddie “Cleanhead” Vinson, Ray Charles, Louis Prima e Buddy Johnson vengono riproposti con arrangiamenti tematici, affiancati da composizioni originali.

Prezzo special del BEVO SOLO ROCK'N ROLL:
CONCERTO + COCKTAIL 10€
CONCERTO + COCKTAIL + TAPAS 12€
Inizio concerto ore 22:00

LINE-UP
Marco Meucci, Voce/Piano
Alessandro Angelucci, Chitarra
Rox Marocchini, Sax Tenore
Stefano Barilla', Sax Contralto
Mauro Massei, Sax Baritono
Light Palone, Contrabbasso
Carlo Del Carlo, Batteria

venerdì 15 marzo 2019
"EMANUELE URSO "THE KING OF SWING" SEPTET
DOPPIO CONCERTO"

Emanuele Urso “The King of Swing” è il protagonista e il mattatore delle notti swing di Roma . Tra l’omaggio a Benny Goodman e Gene Krupa, Emanuele Urso è un fantastico batterista, un raffinato clarinettista e un direttore d’orchestra eccellente, in grado di ricreare perfettamente, in uno sforzo filologico non comune, le atmosfere della swing era e delle dance hall degli anni 40. Gli arrangiamenti originali di Benny Goodman, Glenn Miller e Fletcher Henderson sono studiati, e ristudiati e poi riproposti in un concerto dal vivo che prima di essere un vero e proprio show sembra aprire una porta spazio-temporale per rituffarci direttamente nel periodo forse più brillante ed entusiasmante del ‘900.

ORE 21.30 AMAZING EARLY SHOW
ORE 00.30 THE LATE NIGHT SMOCKING SESSION in questa sessione consentito fumare dentro al locale
ORE 21.30 INGRESSO 10 €
ORE 00.30 INGRESSO 5 €

Line-up
Emanuele Urso, Clarinetto/Batteria
Giovanni Cicchirillo, Batteria
Lorenzo Soriano, Tromba
Adriano Urso, Piano
Stefano Napoli, Contrabbasso
Stefano Di Grigoli, Sax
Fabrizio Guarino, Chitarra

sabato 16 marzo 2019
"ARTIDEE BIG BAND
HARD BOP & BEYOND"

Impatto stupefacente dell'Orchestra tra singole personalità musicali ed un serrato lavoro di squadra, questa è la Big Band Artidee, la Jazz Orchestra diretta dal Maestro Claudio Pradò. Nella II metà degli anni ’50, New York risponde alle atmosfere rarefatte del Cool e del West Coast Jazz proponendo uno stile che, partendo dalla sofisticazione armonica e ritmica Be Bop, accoglie anche influenze da generi più “popolari” quali il Soul, il Rhythm & Blues e la musica Gospel. Nasce così l' #HardBop.

Tra i gruppi più rappresentativi abbiamo i Jazz Messengers di Art Blakey, i quintetti di Horace Silver e dei fratelli Adderley, Max Roach & Clifford Brown. Partendo da composizioni di Nat Adderley, Bobby Timmons e Charles Lloyd la #ArtideeJazzOrchestra con questo live arriverà fino ai giorni nostri, con composizioni e arrangiamenti più recenti ispirati a questa fondamentale stagione del Jazz

Claudio Pradò: Nato il 2 gennaio 1955 a Roma, ha studiato musica presso la Scuola Popolare di Musica di Testaccio, seguendo i corsi di tromba con Alberto Corvini e Massimo Bartoletti, arrangiamento con Michele Iannaccone e Bruno Tommaso, musica di insieme (piccoli gruppi jazz e Big Band) con Martin Joseph, Danilo Terenzi e Bruno Tommaso. Ha diretto per anni la Testaccio Jazz Orchestra, partecipando ad importanti rassegne e manifestazioni (tra le tante “Villa Celimontana Jazz Festival” e “Montalcino Jazz & Wine”) ed altre Big Band a Roma e altrove.

Svolge da anni attività di copista musicale e assistente per produzioni televisive, cinematografiche e teatrali. Fra le altre, dal 2002 al 2009, è stato copista per la trasmissione “La Corrida”, assistente e maestro sostituo del M° Roberto Pregadio. Ha collaborato con il compositore e arrangiatore Marco Tiso per la copiatura delle musiche del film “The Clan” (Christian De Sica) e per le due ultime produzioni teatrali di Christian De Sica. Nell’anno 2008 è stato direttore della Big Band dell’associazione “Orchestra Nazionale Italiana del Jazz”.

Inizio concerto ore 22:00
Ingresso 10 €

Line-up
Claudio Prado', Direttore
Luca Rizzo, Sax Alto
Luisanna De Filippo, Sax Alto
Roberto Leoni, Sax Tenore
Franco Brandi, Sax Tenore
Anna Impellizzeri, Sax Baritono
Luca Iaboni, Tromba
Ivan Memmo, Tromba
Luca Celon, Tromba
Francesco Rusciano, Tromba
Elisabetta Mattei, Trombone
Saverio Lizzani, Trombone
Lucio Francano, Trombone
Edoardo Ravaglia, Piano
Enrico Luciani, Chitarra
Maurizio Perrone, Contrabbasso
Franco Fogli, Batteria

Indirizzo: via Bellinzona 2 - Roma
Info e prenotazioni: info@cottonclubroma.it+390685352527 +393490709468
Sito di riferimento: www.cottonclubroma.it
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sugli eventi da sogno della settimana...

Kirosegnaliamo esce all’inizio di ogni settimana, chi volesse darci comunicazione di eventi con rilievo artistico-culturale può scriverci a kirolandia@gmail.com oppure info@kirolandia.com,  entro la domenica precedente, specificando chiaramente la richiesta di segnalazione, provvederemo previa specifica selezione all'inserimento …