Come sempre, di settimana in settimana, vari suggerimenti tra teatro, musica, arte, cinema, danza, libri e tanti altri eventi selezionati accuratamente sulla base delle vostre importanti indicazioni.
Ricordate che i suggerimenti di Kirolandia sono doppi, non solo sul blog... per altri interessanti eventi, ci sono anche le KIROSOCIALNEWS lanci direttamente dai nostri social: Facebook, Twitter e Linkedin.
Ancora di più, triplichiamo... collegatevi sempre alla nostra trasmissione radiofonica, "#doyoudream kirolandia on air" sulla webradio Radio Godot, ogni mercoledì tra le 19.15 e le 20.15 abbondanti, verrà svelato il KIROEVENTO DA SOGNO della settimana, un'altra importante segnalazione per completare le vostre scelte.
Seguite sempre gli hastag #kirosegnalazioni #kirosocialnews #kiroeventodasogno e scoprirete tutti gli appuntamenti per le vostre serate, scelti con cura dai Kiri di KIROLANDIA® !!!
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ROMA e provincia -
LE COMUNICAZIONI CONTENUTE DI SEGUITO POTREBBERO AVER SUBITO VARIAZIONI SUCCESSIVE ALLA PUBBLICAZIONE. VI INVITIAMO A CONTROLLARE I RISPETTIVI SITI DI RIFERIMENTO.
DEBUTTANO
"WIL TEST"
di Jordi Vallejo
traduzione Piero Pasqua
con Roberto Ciufoli, Benedicta Boccoli, Simone Colombari, Sarah
Biacchi
regia Roberto Ciufoli
TEATRO DELLA COMETA - Roma
dal 4 al 22
marzo 2020, orario dal martedì al venerdì ore 21.00_sabato doppia
replica ore 17.00 e ore 21.00_domenica ore 17.00.
Sarà in scena al Teatro della Cometa dal 4 al 22 marzo, lo spettacolo IL TEST di Jordi Vallejo, traduzione Piero Pasqua, protagoisti Roberto Ciufoli, Benedicta Boccoli, Simone Colombari, Sarah Biacchi. Regia di Roberto Ciufoli
“Le domande sono semplici; le risposte meno”
“Cosa preferisci: centomila euro subito o un
milione fra dieci anni?”.
Ecco “il test” che dà vita a questa esilarante
e graffiante commedia che continua a sbancare i botteghini spagnoli, da
Barcellona a Madrid.
Hèctor e Paula, una coppia con qualche
problema economico, devono affrontare la scelta che gli propone il vecchio
amico Toni, in attesa che li raggiunga per cena Berta, la giovane fidanzata
psicologa di successo. Una decisione apparentemente semplice: accontentarsi di
una piccola ma immediata fortuna o aspettare lunghi anni per decuplicarla? Il
dilemma che inizia come un semplice e teorico test di personalità, in un clima
di divertita amicizia, diventa sempre più causticamente feroce, e mette
progressivamente a nudo i caratteri, i pensieri reconditi e i delicati segreti
dei quattro commensali. Fra battute di spirito al vetriolo e sferzanti
dialoghi, i protagonisti vengono spinti a prendere decisioni che nell’arco di
una cena cambieranno radicalmente le loro vite, forse per sempre. Il gioco
drammaturgico si fa ancora più avvincente con il diretto coinvolgimento del
pubblico che viene chiamato, a inizio spettacolo, a decidere quale ruolo, fra
Hèctor e Toni, assegnare replica per replica ai due interpreti maschili,
Ciufoli e Colombari.
NOTE DI REGIA
I test appassionano, la ricerca della giusta
risposta per mostrare di essere intelligenti, acuti, pronti, à la page, ha
mantenuto un fascino intramontabile. Cosa può mai nascondersi dietro l’innocuo
“è meglio un uovo oggi o la gallina domani”? Rispondere “dipende dallo stato di
salute della gallina” denota sagacia, cinismo o analisi pragmatica? Qualunque
sia lo scopo di un test, il risultato finale sarà sempre una scoperta o la
conferma di un comportamento che addirittura può sconvolgere chi viene
“testato”. È il nostro caso. I protagonisti della nostra storia vengono
letteralmente travolti dagli esiti di quello che all’apparenza è solo un
inoffensivo test comportamentale: preferisci la voracità del morso qui e ora o
la pazienza dell’attesa di un futuro piatto più sostanzioso? Coerenti e fedeli
alla forza stimolante di un test, proponiamo una scelta anche al pubblico prima
dell’inizio dello spettacolo: chi volete che interpreti chi? Due attori e due
personaggi maschili molto diversi tra loro, a voi la scelta. Sarà stata quella
giusta? IL TEST va in scena, potete accontentarvi del morso di una sera o
tornare e testare la ricchezza del piatto. Roberto
Ciufoli
Mettetvi comodi e seguite la Cometa, vi aspettiamo
nella nostra casa, nel Salotto Buono di Roma. #seguilacometa #teatrocometa
#ilsalottobuonodiroma #nonditechenonveloavevodetto #mettetevicomodi
Durata: 90 minuti senza intervallo
Costo: Biglietti Platea 25 €, prima
galleria 20 €, seconda galleria 18 €
Informazioni: Telefono 06.6784380
Indirizzo: via
del Teatro Marcello, 4 - Roma
Siti di riferimento: www.teatrodellacometa.it
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"MNEMOSINE"
Spettacolo vincitore
del Premio del pubblico al Festival inDivenire
di Doron Cochavi, Luigi Saravo
con Cristian Giammarini, Daniele Santoro, Doron Cochavi, Claudia Vegliante, Chiara Felici, Beatrice Olga Valeri
regia Luigi Saravo
di Doron Cochavi, Luigi Saravo
con Cristian Giammarini, Daniele Santoro, Doron Cochavi, Claudia Vegliante, Chiara Felici, Beatrice Olga Valeri
regia Luigi Saravo
PRODUZIONE SAN CARLINO di Vitiello Cristina
SPAZIO DIAMANTE - Roma
4
e 5 marzo 2020 - Mercoledì ore
21.00 - Giovedi ore 21.30
Sarà
in scena a Spazio Diamante mercoledì 4 e giovedì 5 marzo,
MNEMOSINE, spettacolo vincitore del Premio del pubblico al
Festival inDivenire, di Doron Cochavi, Luigi Saravo.
In scena: Cristian Giammarini, Daniele Santoro, Doron Cochavi, Claudia
Vegliante, Chiara Felici, Beatrice Olga Valeri. Regia di Luigi
Saravo.
MNEMOSINE è uno spettacolo sul tema della
perdita e del lutto che utilizza la Shoah come nucleo generativo.
Il lavoro è partito dall’incontro tra me,
Luigi Saravo, regista italiano, e Doron Kochavi, attore e fotografo
isrlaeliano.
Trovandoci a lavorare insieme su un progetto
legato ai rifugiati chiamato Exodos, abbiamo cominciato a condividere idee e
suggestioni sul tema della Shoah. Abbiamo indagato i ricordi della nonna di
Doron, ebrea polacca, sopravvissuta ad Auschwitz tuttora viva e residente in
Israele e alcune memorie infantili che mi riguardano attinenti al tema della
perdita e del lutto.
Il nostro obiettivo è stato di costruire un
percorso a partire dai meccanismi fisiologici della memoria mettendoli in
relazione al concetto del lutto e alla sua elaborazione utilizzando come
contesto narrativo la Shoah.
La storia su cui si centra la scrittura dello
spettacolo riguarda una famiglia di quattro persone, padre, madre, figlio
maggiore, figlia minore, nella quale il figlio maggiore scompare nel gorgo
nazista.
Da qui la famiglia si trova a dover elaborare
questa perdita all’interno di una dimensione di trauma che rende difficile
comunicare alla sorella minore, al tempo della scomparsa ancora piccolissima,
del fratello scomparso.
Nei nostri percorsi esplorativi ci è più
volte capitato di imbatterci in racconti che fanno capo a un grande non detto
all’interno delle famiglie ebraiche. Senza addentrarci nei complessi meccanismi
sociologici e psicologici dell’elaborazione di una tragedia collettiva come la
Shoah abbiamo voluto concentrarci su questi casi e su come abbiano risposto
alle condizioni che si erano andate a creare.
Il linguaggio di cui lo spettacolo si compone
è essenzialmente visivo e si snoda attraverso una serie di quadri collegati tra
loro da nessi narrativi. Nel lavoro ci siamo chiesti quale taglio dare alla
nostra narrazione. Se seguire un percorso narrativo lineare che potesse
essenzialmente dar conto dei fatti o se dare forma al modo in cui i meccanismi
della memoria funzionano. Abbiamo scelto di seguire questa seconda strada e ci
siamo trovati in un contesto compositivo dove il passato e il presente
dialogano costantemente tra loro, dove i sentimenti del momento modificano le
sensazioni e le strutture d’immagini del passato e dove, quindi, la memoria si
costituisce come un processo plastico, profondamente radicato nel linguaggio
simbolico.
È a questo linguaggio che abbiamo dato forma,
mirando, quindi, ad un coinvolgimento più intuitivo e associativo dello
spettatore.
D’altronde l’utilizzo di immagini sceniche
capaci di reclutare un approccio intuitivo ed empatico nel fruitore, lo
spogliare i riferimenti del loro realismo storico, la costruzione di uno spazio
rappresentativo astratto abitato da corpi, situazioni ed oggetti quotidiani, si
sono rivelati elementi centrali nella nostra ricerca, già nel precedente progetto
Exodos e quindi supponiamo che il nostro approccio nasca da un’attitudine a
esplorare il reale a partire da una storia psichica anziché cronachistica.
Abbiamo infine compreso che il rapporto con
la memoria come esperienza umana fondamentale sia essenzialmente il rapporto
con la perdita, con ciò che non è più o non si presenta più nella medesima
forma. E che questo rapporto sia il nucleo essenziale della percezione del
reale. Se, quindi, nel nostro cervello i ricordi possono essere modificati,
perduti, resi opachi da nuove esperienze e costruzioni mentali e se allo stesso
modo i luoghi fisici e la loro storia possono subire la medesima mutazione e,
infine, se questa dinamica si riconnette costantemente con il momento presente,
è possibile dire che la mutazione del reale, del suo senso e della sua
interpretazione è costantemente in evoluzione.
Questa questione apre anche, però, la
possibilità di manipolare la percezione del reale per creare nuovi collegamenti
tra eventi storici e realtà interiore soggettiva sollevando scenari di grande
complessità.
Supponiamo quindi che il nostro lavoro sia un
inizio di percorso nell’indagine di questa complessità e nella ricerca di un
linguaggio capace di darne conto in termini scenici.
Costo: PROSA Intero € 18 - Ridotto (Universitari, Under 30, Over 65,
Residenti Municipio V) 15 euro
Info
e Prenotazioni: botteghino@spaziodiamante.it
- WhatsApp 345 9409718
Indirizzo: via Prenestina 230/ b - Roma
Sito
di riferimento: www.spaziodiamante.it
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GALATEA RANZI
in
"LEZIONE DA
SARAH"
Elaborazione drammaturgica di PINO TIERNO
Elaborazione drammaturgica di PINO TIERNO
e
con MARTINA GALLETTA
LIBERAMENTE ISPIRATO A “L’ARTE DEL TEATRO” DI SARAH BERNHARDT
LIBERAMENTE ISPIRATO A “L’ARTE DEL TEATRO” DI SARAH BERNHARDT
MUSICHE ORIGINALI DI MARTINA
GALLETTA
AUDIO MICHELE
SCALET | ASSISTENTE ALLA REGIA ALICE GUIDI |
DISEGNO
LUCI FRANCESCO TRAVERSO | COSTUMI DI GALATEA RANZI ALESSANDRA GIANNETTI
PRODUZIONE ESECUTIVA E20INSCENA
REGIAFERDINANDO CERIANI
REGIAFERDINANDO CERIANI
TEATRO BRANCACCINO -
Roma
dal 5 all'8 marzo 2020 , dal giovedì
al sabato ore 20.00_dom. 18.45
Una
giovane attrice, Marie, è convocata in teatro per un provino. Ad attenderla in
sala, tra il pubblico, Sarah Bernhardt! Inizia così un vero e proprio
esperimento teatrale, in uno spazio/tempo sospeso dove esiste solo il teatro e
la sua difficile, talvolta crudele, realizzazione. Una sfida umana
appassionante che mette in gioco le due attrici insieme agli spettatori, non
più passivi, ma giudici e talvolta attori anche loro di uno spettacolo che si
fa e si disfa davanti ai loro occhi.
Lezione da SARAH, messo in scena da Ferdinando Ceriani, è una
rielaborazione drammaturgica di Pino Tierno del libro L’Arte del Teatro che la grande attrice
scrisse - “per divertirmi ma anche per
rendermi utile” - alla fine della sua lunga vita artistica.
In
scena, Galatea Ranzi nel ruolo di Sarah Bernhardt e Martina Galletta
in quello della giovane Marie Dubois, danno vita a una vera e propria lezione
di teatro, ricca di aneddoti e di sorprese, divertenti ed emozionanti che
svelano allo spettatore il lato più nascosto del mestiere dell’attore: la
strenua ricerca di quella particolare scintilla creativa e artigianale da cui
nasce il Teatro; una scintilla però fragile, sempre fuggevole perché minacciata
da una modernità ostile, invadente quanto sono i rumori improvvisi e
inquietanti che provengono dall’esterno come se tutt’intorno il mondo si stesse
irrimediabilmente sfaldando.
Me
è anche per rispondere a questo senso di precarietà che le due attrici cercano
proprio nel Teatro – ultima agorà civile - la loro ragione di esistere, di
emozionarsi, di sentirsi vive.
Costo: Biglietto: 18 € -
studenti 10 €
Informazioni: tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it
Indirizzo: Via Mecenate, 2 - Roma
Sito di
riferimento teatro: www.teatrobrancaccio.it
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"Non domandarmi di me, Marta mia…"
di Katia
Ippaso
con Elena
Arvigo
regia Arturo
Armone Caruso
musiche originali Mariafausta
scene Francesco
Ghisu
disegno Luci Giuseppe
Filipponio
Teatro Torlonia -
Roma
dal 6 all'8 marzo 2020
Elena Arvigo dà corpo e voce al carteggio e
all’amore impossibile tra il grande autore Luigi Pirandello e l’attrice Marta
Abba, sua musa ispiratrice e desiderio amoroso, che il testo di Katia
Ippaso restituisce alla scena come mistero artistico ma anche storia
umana, per un viaggio intimo tra teatro, sentimenti, distanze e ricordi in una
notte struggente.
Sul palco del Teatro Torlonia Elena
Arvigo darà corpo e voce al carteggio tra Luigi Pirandello e Marta
Abba con Non domandarmi di me, Marta mia, testo
di Katia Ippaso, per la regia di Arturo Armone Caruso,
in scena dal 6 all’8 marzo. Uno spettacolo che rievoca
il rapporto elettivo dell’attrice con il suo maestro proprio nelle ore che
seguono la morte di Luigi Pirandello. In quella notte non solo si fa vivo il
fantasma dello scrittore siciliano, ma vengono chiamate a raccolta le eroine
pirandelliane.
Non domandarmi di me, Marta mia si
situa in un preciso punto del tempo, il 10 dicembre del 1936, data della morte
di Luigi Pirandello, e in un preciso punto dello spazio, New York, dove Marta
Abba stava recitando al Plymouth Theatre di Broadway. Quella sera, dopo aver
fatto al pubblico l’annuncio dell’improvvisa scomparsa di Pirandello, alla fine
dello spettacolo Marta Abba si trova da sola nella sua camera di Manhattan.
Legge l’ultima lettera che Pirandello le aveva scritto, solo sei giorni prima
della sua morte. In quella lettera, lo scrittore non accennava alla sua
malattia. «Nella calma allucinata di quella notte, dopo la rappresentazione,
Marta si trova a dover fare i conti con il suo passato – racconta Katia
Ippaso, autrice della pièce – L’attrice ha portato con sé le
lettere che negli anni le ha scritto Pirandello dal 1926 al 1936 ma anche
quelle che lei aveva indirizzato al suo Maestro. Le sparge sul letto e sul
pavimento, vi si immerge, e rievoca così la loro storia, la storia di un
rapporto elettivo, segreto per gli altri, e in una qualche forma
incomprensibile, “un fatto d’esistenza”, annotava Pirandello in una lettera del
’29. È una notte di veglia, in cui si fa vivo non solo il fantasma di
Pirandello, ma vengono chiamate a raccolta anche le immagini fantasmate di
tutte le eroine pirandelliane (dalla Tuda di Diana e la Tuda alla Donata Genzi
di Trovarsi, fino alla contessa Ilse de I Giganti della montagna) che il
grande scrittore aveva inventato per lei, per la sua Marta».
La camera di Marta Abba è un caleidoscopico comporsi e scomporsi
di inquadrature che inseguono il fluire del testo e della tessitura musicale,
dove si va a delineare una storia umana, un amore palpitante, appassionato,
intellettuale e non solo, con una scrittura poetica che racconta dieci anni
attraverso uno scambio di lettere animate da sentimenti, teatro e distanza. Un
viaggio notturno in una corrispondenza dalla quale affiora pulsante l’emozione
e il lungo, intenso e per tanti versi doloroso rapporto tra Luigi Pirandello e
Marta Abba. Si intrecciano e irrompono sulla scena «i temi
dell’impossibile fusione amorosa, del senso dell’arte, della vecchiaia
inesorabile, della morte e della forma, anche quella dell’arte, che soffoca la
vita, a suggerire il sentimento di una irrimediabile perdita, di una minaccia
incombente, di un’epoca buia. Luigi Pirandello e Marta Abba si
allontanano, dunque, all’infinito nella glaciale notte newyorkese, alla
frontiera tra la vita e la morte, all’alba dell’immane catastrofe –
riflette il regista Arturo Armone Caruso – Un teatro
d’ombre, con lettere, foto in bianco e nero, estratti filmati, nuvole che si
addensano, in cui Pirandello si esprime tramite Marta Abba e viceversa. L’uno e
l’altra, insieme. Incarnati».
Foto di Manuela Giusto
Durata: 60
minuti
Costo: Biglietto intero 15€ _ ridotto 12€
Indirizzo: via
Lazzaro Spallanzani, 1A - Roma RM
Informazioni:
tel. 06.684.000.311/314
Sito di
riferimento: www.teatrodiroma.net_
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PROSEGUE...
Ginevra Media Production srl in
coproduzione con Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano srl
presenta
GIORGIO LUPANO, FRANCESCO BONOMO
E LA PARTECIPAZIONE DI
GIORGIO LUPANO, FRANCESCO BONOMO
E LA PARTECIPAZIONE DI
ROCÍO MUÑOZ MORALES
SHERLOCK HOLMES
e i delitti di Jack lo squartatore
DI HELEN SALFAS
e i delitti di Jack lo squartatore
DI HELEN SALFAS
BASATO
SUGLI SCRITTI E I PERSONAGGI DI SIR ARTHUR CONAN DOYLE
ADATTAMENTO
DI RICARD REGUANT E CATA MUNAR
TRADUZIONE DI GIANLUCA RAMAZZOTTI
TRADUZIONE DI GIANLUCA RAMAZZOTTI
E CON LUCIANO ROMAN
E
in o.a. BARBARA FOLCHITTO, GIADA LORUSSO, TOMMASO MINNITI, GIULIA MORGANI,
EMILIANO OTTAVIANI, MARCO ZANUTTO
Scene
originali di La Caja Negra Ta,
Costumi di Adele
Bargilli,
Musiche
originali di Pep Sala
REGIA RICARD REGUANT
TEATRO
SALA UMBERTO - Roma
dal 18 febbraio all'8 marzo
2020, orari dal martedì al
sabato ore 21.00, domenica ore 17.00, mercoledì 26 febbraio, sabato 7 marzo ore
17.00, sabato 29 febbraio ore 17.00 e ore 21.00
Non tutti forse sanno che nel 1888
Sir Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes, fu chiamato più volte
da Scotland Yard ad offrire la sua consulenza a proposito degli efferati
delitti che in quegli stessi anni coinvolgevano la Londra Vittoriana. Il noto
scrittore scrisse a Scotland Yard le sue intuizioni e le sue congetture a
proposito dell’identità del famoso serial killer, soprannominato Jack lo
squartatore. Molti di questi scritti sono stati ritrovati da Hellen Salfas (in
realtà uno pseudonimo dietro il quale si nasconde la penna di un notissimo
drammaturgo inglese) e utilizzati per la stesura di questa originale pièce di
teatro che unisce la fantasia di un personaggio inventato, ma noto in tutto il
mondo, come Sherlock Holmes con la realtà di uno dei più crudeli assassini di
quegli anni. L’accostamento, seppur azzardato, è di certo molto intrigante e
sorprendente, tanto che più di una volta il grande cinema ha raccontato in
almeno due pellicole questo coinvolgente accostamento, Murder by degree di Bob Clark (noto in Italia con il titolo di Assassinio su commissione) con due
grandi attori come Cristopher Plummer e James Mason e A study in terror (Sherlock
Holmes: notti di terrore) dove il grande detective viene chiamato ad
investigare sui misteriosi delitti di Whitechappel seguendo proprio il sentiero
e gli indizi realmente indagati e analizzati da Scotland Yard in quegli anni.
Ricard
Reguant, già regista di Dieci piccoli
indiani, che da tre stagioni continua le repliche italiane con successo di
pubblico e critica, ha adattato e diretto per il Teatro Apolo di Barcellona
questa nuova ed originale avventura, mai vista sino ad ora sul palcoscenico,
ricreando i personaggi dalla penna di Conan Doyle, apportando una freschezza e
modernità nei linguaggi e nei contenuti avvicinando così Sherlock Holmes anche
alle nuove generazioni che da diversi anni, oramai, seguono i nuovi restyling
cinematografici e televisivi sulla figura di Sherlock e del Dott. Watson. Nel
2018 sono stati celebrati i 130 anni da quando è stato pubblicato il primo
romanzo di Sir Arthur Conan Doyle sul famoso detective. Più di un secolo dopo
Sherlock è più vivo che mai con 3 serie televisive, film d’azione con attori
internazionali, cartoni animati e numerosi studi sulle applicazioni della
logica impiegata dall’autore nelle indagini criminali moderne. Questo significa
che il personaggio di Holmes ha oltrepassato l’epoca e la letteratura per
trasformarsi in un’icona moderna dove le sue storie non sono più meri gialli
polizieschi ma entrano nella realtà di tutti i giorni sollevando domande sul
potere politico, investigativo e sociale.
Tutt’ora
in scena a Barcellona con grande successo di pubblico e dalla prossima stagione
anche a Madrid. Con un grande cast tutto italiano lo spettacolo si appresta ad
arrivare in Italia sempre con la regia dello stesso Reguant e il progetto
artistico di Gianluca Ramazzotti che dopo il grande successo di Dieci piccoli indiani, si uniscono
ancora una volta, per un nuovo spettacolo di respiro internazionale.
La trama
Londra
1888. Nel quartiere di Whitechappel una serie di terribili omicidi che
coinvolgono giovani prostitute sta scuotendo l’opinione pubblica. L’ispettore
LESTRADE, disperato per la situazione e la pressione della stampa dell’epoca,
decide di presentarsi al 221 B di Baker Street per ingaggiare il famoso
detective SHERLOCK HOLMES che, insieme all’inseparabile Dr. WATSON, inizierà le
indagini per dare un volto e smascherare il terribile assassino soprannominato
JACK LO SQUARTATORE. Durante le indagini incontreranno la famosa spia IRENE
ADLER che si unirà a loro. Avventura e suspense costituiranno il mix esplosivo
che li porterà a scoprire una verità molto più sconvolgente di quella che loro
stessi potessero immaginare.
Costo: Biglietti da 19 € a 34 €
Informazioni: 06.6794753 - prenotazioni@salaumberto.com
Indirizzo: via della Mercede, 50 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.salaumberto.com
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RASSEGNE
INIZIANO
Associazione Culturale Teatro Trastevere
è lieta di presentare
"Tales Of Women"
Teatro-Danza-Performances
Unicamente dedicati al Mondo del
Femminile
3 e 4 marzo - "Nata di Giovedì"
5 e 6 marzo - "Colpi
di Fulmine"
7 e 8 marzo - "MILF- Mamma insegnami La Felicità"
11 e 12 marzo - "Madri di"
13 e 14 marzo - "Lui torna sempre"
15 marzo "SYNESTHESIA" Spettacolo di Teatro-Danza
TEATRO TRASTEVERE - Roma
dal 2 al 15 marzo 2020, ore 21.00_dom. 17.30
3 e 4 marzo
Nata di Giovedì
scritto da Mikaela Dema
regia di Giovanna Cappuccio
con Giorgia Serrao
aiuto regia Gisella Secreti
disegno Luci Francesco Prudente
Nel turbine di una città che troppo spesso
lascia da soli, Serena, una giovane donna di trentatré anni, vive una vita
divisa in due. Ha un compagno, Nicola, da 9 anni, un artista che tende a
fagocitarla come persona e personalità, a tal punto da farle dimenticare di se stessa ed a
sparire sempre di più in un anonimato, che le fa dimenticare la sua femminilità.
Come a ricompensarla di questa storia
che ormai non le da più neanche le emozioni di un tempo, arriva Pietro, suo
sottoposto a lavoro, più giovane di lei, ma non per questo meno pronto ad
averla. Inizia, così, un complicato triangolo in cui Serena si sente sempre più
stretta e soffocata, in cui solo Pietro sa di Nicola, ma quest'ultimo arriva a
sospettare della presenza di un'altra persona nella vita della compagna e ciò
lo porterà ad essere anche violento...
Nata di giovedì è un monologo di una donna che si mette a nudo con le sue paure,
errori, domande e mancate risposte, in una società che tende a giudicare e
mettere delle etichette che, poi, è impossibile togliere. “Nata di giovedì" può diventare una catarsi, una
liberazione da traumi e conflitti.
Questo spettacolo mi ha dato la
possibilità, come regista, di ascoltare parole che la mia mente ha sempre avuto
paura di esprime realmente in un pensiero compiuto ma che sapevo,
perfettamente, esistere dentro di me. È la storia di una donna nel pieno della
sua età che vive a tutto tondo le difficoltà di una generazione che si butta
completamente nel lavoro e che, invece, nella sfera personale fa fatica a
definirsi. Cit. Giovanna Cappuccio
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5 e 6 marzo
una produzione Teatro al Femminile
con Virginia Risso e Matteo Maria
Dragoni
disegno audio-luci Massimo
Forchino
scene e costumi Maria Donzella
segretaria di produzione
Antonella De Tino
Una coppia di giovani sposi si
ritrova a dover affrontare le crisi di un rapporto contaminato da mezze verità
e tradimenti. Da una parte lei, la moglie, ormai all’ennesimo tentativo di
suicidio a causa dell’infedeltà del marito. Dall’altra lui, affascinante
intellettuale di sinistra, libertino e abile retorico.
Quali sono le soluzioni per
compensare le mancanze dell’Amore? Quali diventano le conseguenze? Un dipinto
sempre attuale di incomunicabilità nel quale rancori e rivincite mettono in
moto un carosello di eventi dai quali né uomo né donna usciranno a testa alta,
vittime dei loro stessi desideri. In scena Virginia Risso e Matteo
Maria Dragoni che, attraverso un ritmo incalzante ed un umorismo
travolgente, rapiranno il pubblico per l’intera durata di questo atto unico.
7 e 8 marzo
MILF- Mamma insegnami La Felicità
di Natalia Magni
regia di Monica Faggiani
con Natalia Magni
scene di Andrea Colombo
Il lungo racconto in bilico
chirurgico di Sabbry, una Mamm-Amica alla ricerca, tra lacrime e leggerezza, di
una disperata felicità. Leggendo il testo originale di Natalia Magni capisci
subito che la storia di Sabbry, mamma-amica tutta silicone e seduzione,
racconta in realtà qualcosa di più forte e archetipico: la ricerca della
felicità.
E cosa siamo disposti a perdere o
a barattare di noi stessi pur di raggiungerla. Sabbry sceglie la sua strada. Strada
legata fortemente alla propria immagine che è tutto ciò che ha e ciò in cui
crede. Questo cerca di trasmettere alla figlia, attraverso quel buon senso che
hanno le persone che semplicemente vivono senza chiedersi perché e senza
accorgersi del male che involontariamente fanno. Sospendiamo il giudizio allora
e proviamo ad ascoltarla “ perché una è tanto più autentica quanto più
somiglia all’idea che ha sognato di se stessa.” ( Cit. Agrado – Tutto su mia
madre, di Pedro Almodovar ).
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A seguire...
A seguire...
11 e 12 marzo
Madri di
testo e regia di
Giulia Corradi
con Silvia
Vallerani e Martina Zuccarello
Sderot, Israele, Settembre 2016: Donne
israeliane e palestinesi si preparano ad affrontare la Marcia della Speranza,
attraversando con un cammino di due settimane il territorio dello storico
conflitto tra le due popolazioni. Heba, donna palestinese viene accolta per la
notte da Shira, una donna israeliana, nella baracca abbandonata dopo i
bombardamenti del 2008. Ma presto, quella che sembra essere solo un'accoglienza
pre-partenza si trasforma in una sorta di regolamento di conti. Due donne, due
madri, una con un figlio scomparso e l'altra con un figlio morto, fanno in una
notte il resoconto di una guerra che hanno subito, raccontando povertà e disparità, denunciando la mancanza
di stabilità e le scelte dei potenti che sono ricadute sulle loro vite.
Lo spettacolo trae ispirazione dal Movimento
Civile Pacifista “Women Wage Peace” nato nell’estate del 2014 da un piccolo
gruppo di donne israeliane. Donne laiche, religiose, di destra o di sinistra,
musulmane, ebree e cristiane unite da una sola richiesta: Che i nostri
leader politici lavorino con rispetto e coraggio, includendo la partecipazione
delle donne per trovare una soluzione al conflitto. Solo un accordo politico
onorevole può assicurare il futuro dei nostri figli e nipoti. A fare da
sfondo allo spettacolo teatrale Madri di
è proprio una delle iniziative di Women Wage Peace, la Marcia della Speranza svoltasi nell’ottobre del 2016, quando 30.000
donne e uomini hanno preso parte alla marcia di 200 chilometri durata 2
settimane e terminata in una folla oceanica sotto le finestre della casa del
primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per chiedere al governo di
instaurare un rapporto di pace con i palestinesi.
La scena si svolge interamente
all’interno di una baracca abbandonata dal 2008 dopo i bombardamenti a Sderot,
città ad un chilometro dal confine con la Striscia di Gaza: la prima attrice
entrerà con una torcia per inserirci in un contesto di abbandono e incertezza
tipico del conflitto. Ascolteremo, al termine dello spettacolo, un audio (con
proiezioni) riportante le parole dello scrittore israeliano David Grossman,
pronunciate a Tel Aviv nel 2018: raccontando la sua esperienza, Grossman,
unisce la sua storia a quella del Paese, ricordando come ogni scelta personale
sia fondamentale e incida sulla storia di tutti. Cit.Giulia Corradi.
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13 e 14 marzo
Lui torna sempre
scritto da Andrea Franco
regia Monica Falconi e Andrea Franco
con Monica Falconi
Tutto si svolge all’interno di
una piccola stanza. C’è solo una piccola finestra, in alto, e una porta. La
protagonista (di cui non conosciamo il nome) è stata chiusa con la forza e un
poco alla volta scopriamo il suo passato e in che modo è arrivata lì, il tutto
scandito con dei colori di scena che sottolineano gli stati d’animo o i momenti
specifici della narrazione. Lei è una ragazza con qualche problema mentale,
cresciuta con un padre che non l’ha mai accettata e che ha abbandonato lei e la
madre. Per superare le difficoltà la madre finisce col lavorare in strada. Un
destino atroce – di cui non conosciamo tutti i dettagli – fa sì che anche la
protagonista narrante inizierà contro la sua volontà a prostituirsi.
Lui torna sempre vuole dare corpo e anima a tutte le donne vittime di
violenze o di coercizione. Volendo estendere, si rivolge a tutti coloro che
ogni giorno subiscono violenze e non riescono ad opporsi. La ragazza narra in
prima persona e rivolgendosi alla sua ombra, unica amica nel suo rapimento, le
sue paure e fatti anche passati come per rifugiarsi dalla realtà insopportabile
che si era trovata costretta a sopportare.
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15 marzo
DATA UNICA
La Compagnia ECHOES presenta
SYNESTHESIA
Spettacolo di Teatro-Danza
Commistione di sensazioni
Coreografie originali di Giuliana Maglia
Con
Maura Armento, Madalina Banescu, Giusy
Pizzimenti,
Matteo Gentiluomo, Giuliana Maglia
Ricordare
con il cuore
Sentire
con la pancia
Parlare
con i gesti
Mangiare
con gli occhi
Toccare
con la mente
Danzare
con l’anima
Il termine sinestesia deriva dal
greco Syn, ‘insieme‘, e Aisthànestai, ‘percepire‘, e il suo significato alla
lettera è ‘percepire insieme, sentire insieme’. Infatti la parola sinestesia
serve proprio ad indicare un’esperienza di percezione simultanea a livello
sensoriale, una commistione di sensazioni generata dall’osservazione della
realtà che può comportare confusione, gioia, piacere, paura nel soggetto che la
prova. La sinestesia è anche una figura retorica molto utilizzata nella poesia,
nella pittura, nell’arte in generale e spesso in maniera inconsapevole anche
nella danza. Ed è proprio utilizzando il linguaggio della danza che si vuole
raccontare la realtà percepita attraverso la sinestesia, utilizzando sensazioni
mescolate, indagando a livello gestuale e di movimento ciò che avviene in una
mente che si trova a vivere un’esperienza di sinestesia
Costo: Vedi sito
Kiroconvenzione: INGRESSO RIDOTTO per
tutti i Kiri iscitti alla pagina facebook di KIROLANDIA - Media
Partner del Teatro
Informazioni: 06.5814004 - info@teatrotrastevere.it
Indirizzo: via Jacopa de Settesoli 3 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrotrastevere.it
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Il Sipario delle Donne –2020
Una mostra pittorica e quattro
spettacoli teatrali al femminile sul palco del Centro Culturale Artemia
Una
rassegna che celebra “l’universo femminile” attraverso il Teatro, ma non solo.
6, 7 e 8 marzo - “Viva
la Vita”
14
e 15 marzo - “Seduta.
Una fisiologica conseguenza dello Stand Up
20, 21 e 22 marzo - “Bagliori di guerra”
28 e 29 marzo - “In
Ginger Veritas”
CENTRO CULTURALE ARTEMIA - Roma
dal 6
al 29 marzo 2020, vari
orari
Anche
quest’anno prende il via, la Rassegna Teatrale “Il Sipario delle Donne” organizzata dal Centro Culturale Artemia,
polo creativo romano da sempre attento alla promozione di forme espressive e
creative, nel segno dell’artisticità, cultura e qualità.
L’inizio
della storia del teatro occidentale non fu felice per le donne: prive di
diritti politici e segregate nei ginecei, le donne greche non solo non
potevano recitare (i ruoli femminili erano interpretati da uomini),
ma non è nemmeno certo che avessero il permesso di assistere alle rappresentazioni.
Questa
Rassegna, ha come obiettivo, celebrare l’universo femminile proprio nel mese in
cui si festeggia la “Festa della Donna”, quindi abbiamo voluto rivisitare
questa celebrazione internazionale (a volte banalizzata), presentando 4
spettacoli teatrali di ogni genere ma che riguardino tematiche femminili o che
siano stati realizzati da donne, e presentando la mostra di una grande pittrice
contemporanea.
La
rassegna, nella sua quarta edizione, vedrà protagonisti gli spettacoli “Viva la vida” di Fabio Camassa, Fabiana Gargia e Alessia
Pelagatti. A seguire “Seduta. Una
fisiologica conseguenza dello Stand Up” di Laura De Marchi. Il terzo appuntamento sarà invece con “Bagliori di guerra” di Bianca Maria Castelli, ed infine “In
Ginger Veritas” scritto, diretto ed interpretato dalle giovani e
promettenti artiste Sophia Angelozzi
ed Ilaria Arcangeli, vincitrici del
premio “Miglior Attrice” della 4° edizione del Festival di Corti Teatrali
organizzato a dicembre 2018 al Centro Culturale Artemia. Le opere saranno
rappresentate in due e tre repliche, in un calendario che si snoderà tra i
weekend di marzo.
Per celebrare al meglio questa rassegna, il Centro Culturale Artemia, che è stato concepito per divulgare la Cultura e l’Arte (di ogni tipo), ospiterà nella “Sala Lydia Biondi” la mostra della pittrice romana Paola Alviano Glaviano, intitolata “Il tunnel degli artisti maledetti”. Una mostra che evoca emozioni vorticose, profonde ed inaspettate attraverso la rappresentazione della condizione esistenziale di alcune grandi personalità dell’arte figurativa e letteraria della storia.
Per celebrare al meglio questa rassegna, il Centro Culturale Artemia, che è stato concepito per divulgare la Cultura e l’Arte (di ogni tipo), ospiterà nella “Sala Lydia Biondi” la mostra della pittrice romana Paola Alviano Glaviano, intitolata “Il tunnel degli artisti maledetti”. Una mostra che evoca emozioni vorticose, profonde ed inaspettate attraverso la rappresentazione della condizione esistenziale di alcune grandi personalità dell’arte figurativa e letteraria della storia.
Ad
inaugurare la rassegna il 6, 7 ed 8
marzo sarà “Viva la Vita” di Fabiana Gargia , Alessia Pelagatti e Fabio
Camassa. Le paure, i dolori e le gioie della grande artista Frida Khalo
raccontate attraverso la rievocazione dei suoi quadri ed interpretate da Serena
Franchi Bono, Fabio Camassa, Giulia Cavallo, Valeria D'Angelo, Francesco Di
Crescenzo, Carlo Guglielminetti, Riccardo Mori e Silvia Ponzo.
... A seguire....
Il 14 e 15 marzo sarà la volta di “Seduta. Una fisiologica conseguenza dello Stand Up”, scritto diretto ed interpretato da Laura De Marchi con la collaborazione di Camillo Ventola. Laura De Marchi torna in scena con un nuovo capitolo intorno al tema che ha caratterizzato tutta la sua produzione artistica: la ricerca della felicità. Non andando più di moda i personaggi però, ora bisogna fare lo Stand-up: bisogna raccontarsi senza maschere, in prima persona, con un microfono in mano e rigorosamente in piedi. Ma lei, per una serie di motivazioni che scoprirete durante lo spettacolo, non può farlo, quindi assisteremo ad una "seduta" collettiva che sa prendersi le sue pause, prendere e prendersi in giro tra risate e qualche lacrima. La riflessione tragicomica di una donna normale, con le sue inibizioni, i suoi fallimenti, le sue storie, le sue follie i suoi non-sense… il tutto raccontato rigorosamente… SEDUTA!
La
rassegna proseguirà il 20, 21 e 22 marzo
con “Bagliori di guerra”, scritto diretto ed
interpretato da Bianca Maria Castelli
e con Paola Scotto Di Tella, con la
partecipazione di Claudio Bevilacqua,
Roberto Capacci ed Enrico Mossena. Ad arricchire la scena troveremo le
opere della pittrice Paola Alviano
Glaviano. Geppina e Mimì, due artiste di varietà, accompagnano il pubblico
attraverso un reportage bellico al femminile: la pulizia etnica, la veglia dei
morti, lo stupro… Ma grazie a loro conosciamo anche l’istinto di sopravvivenza,
la capacità di trasformare il dolore in un profondo amore per la vita. Lo
spettacolo alterna situazioni estremamente drammatiche alla leggerezza della
rivista anni ’40, nata probabilmente per sollevare gli animi negli anni più
duri del secondo conflitto mondiale.
Infine,
il 28 e 29 marzo, chiuderà la
rassegna lo spettacolo “In Ginger
Veritas” di e con Sophia
Angelozzi e Ilaria Arcangeli.
Durante il pasto più importante e mondano della giornata, ovvero l'aperitivo,
cosa c'è di più appagante del fare del buon gossip con le amiche? Aggiungi un
pizzico di satira, qualche goccia di ironia, uno spicchio di risata ed avrai creato
il cocktail perfetto per risollevarti dalle insidie della vita. Sophia
Angelozzi e Ilaria Arcangeli si raccontano e scontrano In Ginger Veritas.
Media Partner: KIROLANDIA
Costo: Vedi sito
Kiroconvenzione: INGRESSO RIDOTTO su prenotazione per tutti i
Kiri iscitti alla pagina facebook
di Kirolandia - Media partner del Teatro
Informazioni e prenotazioni: 334 1598407 anche sms - si prega di arrivare 15 minuti in anticipo
Informazioni e prenotazioni: 334 1598407 anche sms - si prega di arrivare 15 minuti in anticipo
Indirizzo: Via Amilcare
Cucchini, 38 - Roma
Sito di
riferimento centro: www.centroculturaleartemia.it
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TEATRO
RAGAZZI
DEBUTTA
Compagnia Fratelli di Taglia
presenta
"Le stagioni di Liù"
Liberamente ispirato a “Il sogno delle
stagioni” di Arianna Papini
di Giovanni Ferma e Daniele Dainelli
regia di Giovanni Ferma
con Daniele Dainelli e Irina Dainelli
CENTRALE PRENESTE TEATRO- Roma
Arriva
da Riccione il prossimo spettacolo in programma a Centrale Preneste Teatro per
la rassegna Infanzie in gioco 2019/20:
domenica 8 Marzo alle ore 16.30 va in scena Le
stagioni di Liù della Compagnia Fratelli di Taglia. Liberamente ispirato a Il sogno delle stagioni di Arianna
Papini, in scena ci sono Daniele Dainelli e Irina Dainelli, per la regia di
Giovanni Ferma.
Liù,
la curiosa bambina protagonista di questa storia, ha mille domande: “Perché
passa il tempo? Perché c’è l’inverno? Chi decide se domani nevica? Perché non è
sempre estate?”. La risposta è in un sogno che si trasforma in un viaggio
incantato, in compagnia di un personaggio fantastico: il vecchio pulimondo
Grey, un netturbino, che ha la missione di tenere pulito il mondo e che conosce
tutti i paesi dove ogni stagione è per sempre. Liù arriverà alla costa dorata,
dove c’è l’estate per sempre, si cammina a piedi nudi e si mangia gelato di
conchiglia tostata, o alla costa d’argento, dove c’è l’inverno per sempre, e
così via. Ogni paese all’inizio sembra il più bello del mondo, ma poi la bimba
si annoia nel vivere continuamente un’unica stagione, nasce una nostalgia di
non si sa cosa, perché la bellezza sta nel cambiamento e ogni posto, se è per
sempre, perde la sua gioia.
Spettacolo
di circo-teatro, dove la poetica delle visioni sceniche si mescola alla
comicità del clown, in un percorso di conoscenza tra la piccola Liù e il
vecchio saggio Grey. L’incanto della danza aerea si fonderà con la comicità e
le clownerie, le musiche ispirate alle Quattro
stagioni di Vivaldi saranno colonna sonora del fantastico viaggio in un
connubio emotivo dove le arti si fondono tra loro con disarmante armonia.
Le stagioni di Liù
Liberamente ispirato a “Il sogno delle
stagioni” di Arianna Papini
di Giovanni Ferma e Daniele Dainelli
Regia:
Giovanni Ferma
Con:
Daniele Dainelli e Irina Dainelli
Scenografie: “Fratelli di Taglia”
Costumi
e oggetti di scena: Marina e
Patrizia Signorini
Attrezzi
di scena: Alessandro
Bianchi
Musiche
originali: Andrea Bracconi
Luci: Luca Baldacci
Fonica: Andrea Bracconi
Costo: Biglietto unico 6 € (prenotazione
consigliata)
Informazioni: Adatto dai 3 agli 8 anni
Prenotazioni: 06
27801063 o info@ruotaliberateatro.191.it
Indirizzo: Via Alberto da Giussano, 58, Roma
Sito di riferimento: www.facebook.com/CentralePrenesteTeatro
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CHARITY CAFÉ
LA
PROGRAMMAZIONE dal 3 all'8 Marzo 2020 - Inizio concerti ore 22:00
MARTEDI’
3 MARZO h 21:00
ANDY'S CORNER
Andrea Angelini, in arte Andy’s Corner,
presenta il suo progetto solista acustico. Propone una sintesi di vari generi e
influenze musicali: un viaggio affascinante nella migliore musica
anglo-americana in particolare dei ‘60s e’70s, ma non solo...
Andrea
Angelini, Voce, Chitarra & Armonica
---
MERCOLEDI’
4 MARZO ore 22.00
BLUES JAM & FRIENDS
COORDINATA DA TAXI BLUES
Angelo
Auciello: voce
Emiliano
Guidi: hammond
Luca
Amici: basso
Mario
Damico: batteria
Tutti i
BluesMan e le BluesWoman sono invitati a salire sul palco del Charity
---
GIOVEDI'
5 MARZO 2020
ON THE ROCK’S - FEAT: DANIELLE DI MAJO
JAZZ VOICE
Nei primi anni del ‘900 il “jazz” si è
sviluppato come reinterpretazione di quella che allora era la “musica leggera”,
ovvero Broadway e tutta la produzione del “Tin Pan Alley”. La musica che la
gente comune ascoltava ed amava, quella che poi è diventata il repertorio dei
così detti “standards”. Col passare del tempo le forme ed i tratti
caratteristici del Jazz sono stati utilizzati per interpretare la “nuova”
musica leggera, in ogni epoca (Ella Fitzgerald che cantava i Beatles, Gill
Evans che riarrangiava Hendrix con la sua orchestra etc.). Questa è la “nostra”
epoca, con i nostri nuovi standards… “On The Rock’s” propone un repertorio
tratto dall’esperienza musicale degli ultimi 40 anni, dandone una chiave di
lettura poliritmica, interpretata, riarrangiata ed intensa, basata
sull’interplay costante, a volte seria ed elegante, a volte giocosa ed ironica.
Line-up
Federica
Zammarchi: voce
Gianluca
Massetti: piano
Danielle
Di Majo: sax
---
VENERDI'
6 MARZO 2020
GIPSY LEGACY PROJECT
JAZZ NIGHT
Formazione composta da Lorenzo Bucci alla
chitarra, Federico Procopio alla chitarra e Giuseppe Civiletti al contrabbasso,
si ispira alla tradizione jazzistica europea francese in particolare quella
iniziata dal chitarrista gitano Django Reinhardt. Il trio propone un repertorio
che comprende standard jazz, valzer musette e composizioni originali di Django,
tutte in stile gypsy jazz che vi riporteranno alle atmosfere parigine degli
anni trenta e quaranta in un mix di virtuosismo e pathos.
Line-up
Lorenzo
Bucci: chitarra solista
Federico
Procopio: chitarra ritmica
Giuseppe
Civiletti: contrabbasso
---
SABATO 7
MARZO ore 22.00
DOM PIPKIN NEW ORLEANS TRIO
BLUES NIGHT
Dom Pipkin è uno dei più autentici pianisti
blues che lavorano oggi in Europa. È conosciuto come "l'anima di New
Orleans nel Regno Unito" e ha suonato in tutto il mondo con le sue
interpretazioni della musica del professor Longhair, del dott. John e di James Booker.
ZigabooModeliste, del supergruppo di New Orleans "The Meters",
afferma che "Dom porta tutta la storia di New Orleans nel Regno
Unito". Ha suonato a festival a New York, San Francisco e New Orleans,
condividendo il palcoscenico con leggende come Allen Toussaint, Dr John e
Screamin's Jay Hawkins.
L'anno scorso ha suonato il concerto
principale per il Boogie Woogie Festival del Regno Unito, e quest'anno sarà il
protagonista dello Steinway 2 Piano Festival di Londra. È apparso molte volte
su BBC Radio con la sua musica e può essere ascoltato suonare regolarmente al
Ronnie Scott's Club di Londra, così come Ain't Nothing But The Blues Bar e
tutti i migliori festival. Pipkin ha avuto una lunga collaborazione con la band
britannica Morcheeba - suona le tastiere nell'album "Big Calm", in
canzoni come "The Sea" e in tutti i loro spettacoli dal vivo.
Line-up
Dom
Pipkin: piano & voce
Ivano
Sebastianelli: basso
Mimmo
Antonini: batteria
---
DOMENICA
8 MARZO ore 18.30
OUTRA LUA - DUO JAZZ
APERILIVE
Il duo propone un ricercato repertorio di
musica brasiliana che va dalla fine dell’Ottocento fino alla metà del
Novecento. Attraverso una selezione di composizioni di autori antichi come Noel
Rosa, Chiquinha Gonzaga, Ernesto Nazareth, Pixinguinha, Valdemar Henrique, Heitor
Villa Lobos, e più moderni come Cartola, Nelson Cavaquinho, Jacob do Bandolim,
presenta degli arrangiamenti raffinati, sofisticati e originali in attuale
chiave jazz.
Line-up
Francesca
D'Amante: voce
Riccardo
Balsamo: piano
Costo: Ingresso 8 euro con prima consumazione - Ogni Domenica concerto e aperitivo con open
buffet ore 18:30
Indirizzo: via Panisperna 68, Roma
Sito di riferimento: www.charitycafe.it
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PROSEGUONO...
100 ANNI PER IL FUTURO
ROMA CELEBRA IL CENTENARIO DI
CASA BIXIO CON LA MOSTRA DEDICATA AL NOTO COMPOSITORE
“CESARE ANDREA BIXIO -
MUSICA E CINEMA NEL ‘900 ITALIANO”
MUSEO NAZIONALE DELLE
ARTI E TRADIZIONI POPOLARI - Roma
dal
29 gennaio al 31 marzo 2020, vari orari
Dopo il successo ottenuto a Ravello,
Spoleto, Napoli, Firenze e Pescara, arriva a Roma dal 29 gennaio la
mostra “C.A. Bixio – Musica e Cinema nel ‘900 italiano”, allestita
in occasione del Centenario di Casa Bixio, presso il Museo
delle Arti e Tradizioni Popolari all’ EUR.
L’intento della famiglia Bixio
è quello di celebrare la vita e le opere musicali del fondatore Cesare
Andrea Bixio per tramandarne il ricordo e far conoscere, soprattutto ai
giovani, il talento e le intuizioni di quello che potremmo definire "l'uomo
dei record". In pochi conoscono infatti l’uomo e l’imprenditore che si
nasconde dietro ad importanti successi quali: “Mamma”, “Parlami
d’amore Mariù”, “Vivere”, “Una strada nel bosco”, “Violino Tzigano”,
divenuti pietre miliari della nostra musica popolare e conosciute in tutto il
mondo. Cesare Andrea Bixio fu tra i primi ad intuire l’importanza
dell’Editoria Musicale, e nel 1920 diede vita alla prima società
editoriale di musica popolare. Negli anni ‘60 fondò la Cinevox
Record, prima casa discografica dedicata alle colonne sonore che
nel corso degli anni ha prodotto artisti come Morricone, Piovani, Goblin, Emerson e Trovajoli. Il nucleo
centrale della mostra è sviluppato intorno alle grafiche delle copertine degli
spartiti dei successi di Bixio, veri e propri capolavori grafici
rappresentativi delle varie tendenze artistiche dell’epoca. Le note dell’autore accompagnano il visitatore in un
viaggio dove non mancano immagini dei primi dischi e dei film musicati,
sequenze delle canzoni interpretate nel tempo sia da attori famosi come Vittorio
De Sica, Totò, Anna Magnani, che da grandi interpreti quali Beniamino Gigli, Luciano
Pavarotti, Mina, Andrea Bocelli.
Franco Bixio, figlio del noto compositore ha affermato: “Nel
1932 mio padre riuscì a convincere il regista Camerini a inventare una scena
per far cantare “Parlami d’amore Mariù” al giovane attore Vittorio De
Sica protagonista del film “Gli uomini che mascalzoni” superando così il parere
contrario del produttore che non voleva in alcun modo la canzone nel film. È
uno dei più grandi successi di mio padre e fece conoscere De Sica anche
come chansonnier.”
La mostra, che è dedicata a Carlo
Bixio, costituisce inoltre il punto di partenza di una serie di iniziative che
verranno realizzate nel corso di tutto il 2020 per celebrare il
Centenario.
Le attività previste per dare luce a
questo importante traguardo interesseranno diverse città italiane nelle quali
saranno organizzati svariate manifestazioni tra cui: concerti, convegni,
contest per giovani musicisti dando voce ad artisti che desiderano fare
emergere le proprie doti creative come il Contest: “100ANNI PER IL FUTURO”
realizzato in collaborazione con il MEI. Tra le città protagoniste degli
eventi: Napoli, Milano ed infine Venezia, in occasione della Mostra del
Cinema.
L’esposizione, realizzata dai figli
del compositore, Franco e Andrea Bixio e da Giuseppe Pasquali, con
il coordinamento di Renato Marengo, gode del sostegno di SIAE
(Società Italiana degli Autori ed Editori) e del patrocinio e della
collaborazione del MIBACT, A.F.I. (Associazione dei Fonografici
Italiani), Nuovo IMAIE (Istituto Mutualistico Artisti
Interpreti ed Esecutori), FEM (Federazione Editori Musicali), ICBSA (già Discoteca di Stato)
e RaiTeche.
La mostra è organizzata da Associazione Musikstrasse.
Costi: vedi sito
Indirizzo: Piazza Guglielmo Marconi, 8 - Roma eur
Sito di riferimento: www.idea.mat.beniculturali.it/museo-civilta-mnatp
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"I LOVE LEGO"
Palazzo Bonaparte, spazio Generali
Valore Cultura - Roma
dal 24 dicembre al 9 aprile 2020 -
vari orari
Un regalo di Natale per la Città di Roma:
Arthemisia, dal 24 dicembre - oltre alla straordinaria mostra attualmente in
corso dedicata al mondo dell’Impressionismo che sta richiamando migliaia di
visitatori da tutto il mondo - presenta I LOVE LEGO,
la mostra per bambini e appassionati di tutte le età.
In un gioco di colori e prospettive, tra
spettacolari diorami e creazioni artistiche, arrivano dal 24 dicembre al 19
aprile 2020 a Palazzo Bonaparte - spazio Generali Valore Cultura, scenari
minuziosamente riprodotti e ambienti realizzati in decine di metri quadrati con
i mattoncini più famosi del mondo.
I LOVE LEGO presenta in scala
ridotta dettagliatissime riproduzioni di fantastici mondi: dalla
frenesia della città contemporanea alle avventure leggendarie dei pirati; dai
paesaggi medievali agli splendori dell’Antica Roma in una riproduzione fedelissima
del Foro di Augusto; dalla conquista dello spazio, alla suggestiva riproduzione
di un paesaggio artico per arrivare al sorprendente scenario della Liberazione.
Costruzioni e non solo. Attraverso una
“caccia al personaggio” - tra edifici e palazzi, tra galeoni e templi - il
visitatore è invitato a cercare personaggi celebri (e non) nascosti all’interno
delle installazioni: da Harry Potter a Dart Fener, diversi gli ospiti a
sorpresa inseriti nelle divere installazioni che accompagnano nella visita tutti
coloro che vogliono divertirsi a scovare tra i mattoncini.
Dalla città contemporanea ideale alle
avventure leggendarie dei pirati, dai paesaggi medievali agli splendori
dell’Antica Roma, i bambini e i più grandi potranno immergersi nei diversi
ambienti minuziosamente ricostruiti e progettati da RomaBrick, uno
dei LUG (Lego® User Group) più antichi d’Europa.
Mattoncini ma non solo: a dimostrare
quanto i moduli più famosi del mondo siano in grado di “creare arte a 360°”, in
mostra a Palazzo Bonaparte con 10 tele spirate a grandi capolavori della storia
dell’arte reinterpretati e trasformati in “uomini lego”
dal giovane artista romano Stefano Bolcato: unendo la sua passione
per i LEGO e la sua arte - attraverso una
tecnica pittorica ad olio - crea forme di assemblaggio ispirate in particolare
modo dal “magnetismo” dei ritratti rinascimentali.
L’esposizione vanta l’eccezionale partnership con
“Legolize”, pagina umoristica che crea installazioni comiche utilizzando
proprio i LEGO.
Fondata da tre ragazzi - Mattia Marangon,
Samuele Rovituso e Pietro Alcaro - la pagina è nata nel 2016 e attualmente
conta più di mezzo milione di fan su Instagram e altrettanti su Facebook.
Legolize porterà la comicità all’interno della mostra, con speciali
installazioni e “invadendo” i diorami in mostra a Palazzo Bonaparte.
I LOVE LEGO è una mostra di Arthemisia,
in collaborazione con RomaBrick.
I LOVE LEGO è una esperienza imperdibile per i
nostalgici che vorranno tornare bambini e per i più piccoli che potranno
trascorrere una giornata divertendosi con quei “prodigiosi” mattoncini che ogni
anno fanno giocare milioni di persone.
Costo: Biglietto 12 € - Ridotto
10 €
Indirizzo: piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso) - Roma
Informazioni:
+ 39 06 87 15 111
Sito di riferimento: www.mostrepalazzobonaparte.it
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"C’era una volta Sergio Leone"
C’era una volta
Sergio Leone, la grande mostra all’Ara
Pacis per i 90 anni dalla nascita e i 30 dalla scomparsa del regista
Roma Capitale celebra il mito di uno dei
maestri assoluti del cinema italiano con una
mostra concepita e realizzata da
La Cinémathèque Française e Cineteca di
Bologna.
Museo dell’Ara Pacis -
Roma
dal 17 dicembre
2019 al 3 maggio 2020 - Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude
un’ora prima). Chiuso 1 maggio
C’era una volta Sergio Leone: è il titolo evocativo della grande mostra all’Ara Pacis, in
programma fino al 3 maggio 2020, con cui Roma celebra, a 30 anni dalla morte e
a 90 dalla sua nascita, uno dei miti assoluti del cinema italiano.
Promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale – Sovrintendenza
Capitolina ai Beni Culturali, l’esposizione arriva in Italia dopo il
successo dello scorso anno alla Cinémathèque
Française di Parigi, istituzione co-produttrice dell’allestimento romano
insieme alla Fondazione Cineteca di
Bologna.
La
mostra è realizzata con il contributo del Ministero
per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà, Ministère de la
culture (Francia), CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée, SIAE e grazie a Rai Teche, Leone Film
Group, Unidis Jolly Film, Unione Sanitaria Internazionale, Romana Gruppi
Elettrogeni Cinematografici. Digital
Imaging Partner: Canon. Sponsor tecnici: Italiana Assicurazioni, Hotel Eden Roma, Bonaveri. L’ideazione è di
Equa di Camilla Morabito e il
supporto organizzativo di Zètema
Progetto Cultura.
Il percorso espositivo –
curato dal direttore della Cineteca di Bologna, Gian Luca Farinelli, in collaborazione con Rosaria Gioia e Antonio
Bigini – racconta di un universo
sconfinato, quello di Sergio Leone, che affonda le radici nella sua stessa tradizione familiare: il padre, regista
nell’epoca d’oro del muto italiano, sceglierà lo pseudonimo di Roberto Roberti, e a lui Sergio
strizzerà l’occhio firmando a sua volta Per
un pugno di dollari con lo pseudonimo anglofono di Bob Robertson.
Nel suo intenso percorso artistico Sergio Leone attraversa il peplum,
(filone cinematografico storico-mitologico), riscrive letteralmente il western
e trova il suo culmine nel progetto di una vita: C’era una volta in America. A questo sarebbe seguito un altro film
di proporzioni grandiose, dedicato alla battaglia di Leningrado, del quale
rimangono, purtroppo, solo
poche pagine scritte prima della sua scomparsa. Leone, infatti, non amava scrivere. Era, piuttosto, un narratore orale che sviluppava i suoi
film raccontandoli agli amici, agli sceneggiatori, ai produttori,
all’infinito, quasi come gli antichi cantori che hanno creato l’epica omerica. Ma
ciò nonostante, il suo lascito è enorme, un’eredità creativa di cui solo oggi si
comincia a comprendere la portata. I suoi film sono, infatti, “la Bibbia” su cui gli studenti di cinema di tutto il
mondo imparano il linguaggio cinematografico,
mentre molti dei registi contemporanei, da Martin Scorsese a Steven Spielberg,
da Francis Ford Coppola a Quentin Tarantino, da George Lucas a John Woo, da
Clint Eastwood ad Ang Lee continuano a riconoscere il loro debito nei confronti
del suo cinema.
Le radici del cinema di
Sergio Leone affondano, naturalmente, anche nell’amore per i classici del passato – in
mostra i film dei giganti del western, da John Ford a Anthony Mann – e rivelano un gusto per l’architettura e l’arte figurativa che ritroviamo nella
costruzione delle scenografie e delle inquadrature, dai campi lunghi dei
paesaggi metafisici suggeriti da De Chirico, all’esplicita citazione dell’opera
Love di Robert Indiana, straordinario
simbolo, in C’era una volta in America,
di un inequivocabile salto in un’epoca nuova. Per Leone la fiaba è il cinema. Il desiderio di raccontare i miti (il
West, la Rivoluzione, l’America) utilizzando la memoria del cinema e la libertà
della fiaba, entra però sempre in conflitto con la sua cultura di italiano che
ha conosciuto la guerra e attraversato la stagione neorealista. A partire da Per qualche dollaro in più Leone può
permettersi di assecondare la sua fascinazione per il passato e la sua
ossessione documentaria per il mito curando ogni minimo dettaglio. Perché una
favola cinematografica, per funzionare, deve convincere gli spettatori che quello che vedono
stia accadendo realmente.
Grazie ai preziosi materiali d’archivio della famiglia Leone e di Unidis
Jolly Film i visitatori entreranno nello studio di Sergio, dove nascevano
le idee per il suo cinema, con i suoi cimeli personali e la sua libreria, per
poi immergersi nei suoi film attraverso modellini, scenografie, bozzetti,
costumi, oggetti di scena, sequenze indimenticabili e una costellazione di
magnifiche fotografie, quelle di un maestro del set come Angelo Novi, che ha seguito tutto il lavoro di Sergio Leone a
partire da C’era una volta il West.
Seguendo queste tracce, la mostra C’era una volta Sergio Leone sarà quindi suddivisa in diverse sezioni: Cittadino
del cinema, Le fonti dell’immaginario,
Laboratorio Leone, C’era una volta in America, Leningrado e oltre, dedicata all’ultimo
progetto incompiuto, L’eredità Leone.
Sarà inoltre pubblicato
dalle Edizioni Cineteca di Bologna il volume La rivoluzione Sergio Leone,
a cura di Christopher Frayling e Gian Luca Farinelli.
Promotori Roma Capitale - Assessorato alla
Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Cineteca di
Bologna
Mostra a cura di Gian Luca
Farinelli in collaborazione con Rosaria Gioia e Antonio Bigini
Organizzazione Fondazione
Cineteca di Bologna - Cinémathèque Française di Parigi
Ideazione Equa Gstrategy
Supporto organizzativo Zètema Progetto
Cultura
SPONSOR
MOSTRA
Con il contributo di Ministero per i Beni e le
Attività Culturali e per il Turismo, Direzione Generale Cinema e Audiovisivo
In collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà SIAE
Sponsor tecnico Italiana
Assicurazioni - Hotel Eden - Roma Bonaveri
Grazie a Rai Teche
Leone
Film Group
Unidis
Jolly Film
U.S.I.
Unione Sanitaria Internazionale
Romana
Gruppi Elettrogeni Cinematografici
Digital Imaging Partner Canon
SPONSOR
SISTEMA
MUSEI
IN COMUNE
Con il contributo tecnico di Ferrovie dello Stato Italiane
Costi: Biglietto solo mostra: 11€ intero; 9€ ridotto +
prevendita € 1 Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Informazioni: 060608
Indirizzo: Lungotevere in Augusta - Roma
Sito: www.arapacis.it
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“Impressionisti
Segreti”
Palazzo Bonaparte, spazio Generali
Valore Cultura - Roma
dal 6 ottobre al 3 maggio 2020 -
vari orari
PROROGATA SINO AL 3 MAGGIO 2020
Dal 6 ottobre 2019 Roma si arricchisce di una doppia
offerta culturale: l’apertura al pubblico di Palazzo Bonaparte, spazio
Generali Valore Cultura, che ospita la prima mostra sugli “Impressionisti
Segreti”, ovvero quei capolavori noti a tutti ma nascosti nelle più
grandi collezioni private del mondo.
Palazzo Bonaparte, splendido edificio barocco in Piazza Venezia che prende il nome da Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone, che vi abitò fino al 1836. Da sempre utilizzato come residenza privata, oggi diventa accessibile al pubblico grazie alla partnership tra Generali Italia e Arthemisia.
Impressionisti Segreti, la prima mostra ospitata a Palazzo Bonaparte, è un’opportunità unica per ripercorrere la storia dell’Impressionismo tramite cinquanta capolavori di grandi artisti quali Monet, Renoir, Cézanne, Pissarro, Gauguin e tanti altri, custoditi nelle più importanti collezioni private e generosamente prestati solo per questa straordinaria occasione.
Un affascinante viaggio alla scoperta del movimento artistico più emozionante e coinvolgente della storia dell’arte, tra fermo-immagini di una Parigi di fine Ottocento, seducenti ritratti di donne dell’elite dell’epoca e pennellate di luce vibrante.
La cura della mostra è affidata a due esperte di fama internazionale: Marianne Mathieu, direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi - sede delle più ricche collezioni al mondo di Claude Monet, e Claire Durand-Ruel, discendente di Paul Durand-Ruel, colui che ridefinì il ruolo del mercante d’arte e primo sostenitore degli impressionisti.
La mostra Impressionisti Segreti è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia.
Gode del patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, dell’Ambasciata di Francia in Italia e della Regione Lazio. È realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, ed è sostenuta da Generali Italia attraverso Valore Cultura, il programma per rendere l’arte e cultura accessibili a un pubblico sempre più ampio.
Special partner della mostra è Q8 che, dopo il sostegno alle mostre di Pollock ed Escher, prosegue il suo impegno nella promozione dei valori legati alla cultura e all’arte.
La mostra Impressionisti Segreti fa parte del progetto “L’Arte della solidarietà”, realizzato da Susan G. Komen Italia e Arthemisia, insieme per portare bellezza anche nelle vite delle persone meno fortunate.
Palazzo Bonaparte, splendido edificio barocco in Piazza Venezia che prende il nome da Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone, che vi abitò fino al 1836. Da sempre utilizzato come residenza privata, oggi diventa accessibile al pubblico grazie alla partnership tra Generali Italia e Arthemisia.
Impressionisti Segreti, la prima mostra ospitata a Palazzo Bonaparte, è un’opportunità unica per ripercorrere la storia dell’Impressionismo tramite cinquanta capolavori di grandi artisti quali Monet, Renoir, Cézanne, Pissarro, Gauguin e tanti altri, custoditi nelle più importanti collezioni private e generosamente prestati solo per questa straordinaria occasione.
Un affascinante viaggio alla scoperta del movimento artistico più emozionante e coinvolgente della storia dell’arte, tra fermo-immagini di una Parigi di fine Ottocento, seducenti ritratti di donne dell’elite dell’epoca e pennellate di luce vibrante.
La cura della mostra è affidata a due esperte di fama internazionale: Marianne Mathieu, direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi - sede delle più ricche collezioni al mondo di Claude Monet, e Claire Durand-Ruel, discendente di Paul Durand-Ruel, colui che ridefinì il ruolo del mercante d’arte e primo sostenitore degli impressionisti.
La mostra Impressionisti Segreti è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia.
Gode del patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, dell’Ambasciata di Francia in Italia e della Regione Lazio. È realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, ed è sostenuta da Generali Italia attraverso Valore Cultura, il programma per rendere l’arte e cultura accessibili a un pubblico sempre più ampio.
Special partner della mostra è Q8 che, dopo il sostegno alle mostre di Pollock ed Escher, prosegue il suo impegno nella promozione dei valori legati alla cultura e all’arte.
La mostra Impressionisti Segreti fa parte del progetto “L’Arte della solidarietà”, realizzato da Susan G. Komen Italia e Arthemisia, insieme per portare bellezza anche nelle vite delle persone meno fortunate.
La mostra vede come hospitality partner Hotel de Russie e Hotel de
la Ville, del gruppo Rocco Forte Hotels.
L’evento è consigliato da Sky Arte.
Catalogo edito da Arthemisia Books.
L’evento è consigliato da Sky Arte.
Catalogo edito da Arthemisia Books.
Costo: vedi sito
Indirizzo: piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso) - Roma
Informazioni:
+ 39 06 87 15 111
Sito di riferimento: www.mostrepalazzobonaparte.it
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“Canova. Eterna bellezza"
Dal
9 ottobre il Museo di Roma ospita “Canova. Eterna bellezza”, esposizione
dedicata al massimo interprete della scultura neoclassica.
Una mostra-evento incentrata sul legame
tra Antonio Canova e la città di Roma, con oltre 170 opere e prestigiosi
prestiti da importanti Musei e collezioni italiane e straniere
MUSEO DI ROMA a Palazzo Braschi - Roma
dal 9 ottobre 2019 al 15 marzo
2020 - dal martedì alla domenica
ore 10.00-19.00
Dal
9 ottobre 2019 prende il via Canova. Eterna bellezza: una
mostra-evento dedicata al legame di Canova con la città di Roma che, fra
Settecento e Ottocento, fu la fucina del suo genio e un’inesauribile fonte di
ispirazione. Un rapporto, quello tra lo scultore e la città, che emerge in una
miriade di aspetti unici e irripetibili.
Incorniciati
all’interno di un allestimento dall’eccezionale effetto scenografico, oltre 170 opere di Canova e artisti a
lui coevi animano le sale del Museo di Roma in Palazzo Braschi: in uno
spettacolare gioco di luci e ombre, tra eleganti movenze e apparizioni di
mitiche divinità, l’esposizione capitolina racconterà in 13 sezioni l’arte canoviana e il contesto che lo scultore trovò
giungendo nell’Urbe nel 1779.
Attraverso
ricercate soluzioni illuminotecniche, lungo il percorso espositivo sarà
rievocata la calda atmosfera a lume di torcia con cui l’artista, a fine
Settecento, accoglieva i suoi ospiti nell’atelier
di via delle Colonnette.
A
definire la trama del racconto, preziosi prestiti provenienti da importanti
Musei e collezioni: l’Ermitage di San Pietroburgo, i Musei Vaticani e
Capitolini, la Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno, il Museo Civico
di Bassano del Grappa, il Museo Correr di Venezia, il Museo Archeologico
Nazionale di Napoli, le Accademie di Belle Arti di Bologna e di Ravenna,
l'Accademia Nazionale di San Luca, il Musée des Augustins di Toulouse, i Musei
di Strada Nuova-Palazzo Tursi di Genova, fino al Museo Civico di Asolo, solo
per citarne alcuni.
La
mostra Canova. Eterna bellezza, promossa e prodotta da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita
culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia, organizzata con Zètema Progetto Cultura e curata da Giuseppe Pavanello, è ospitata fino al
15 marzo 2020 al Museo di Roma.
La
mostra è realizzata in collaborazione con l’Accademia Nazionale di San Luca e con Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno.
Costo: vedi
sito
Indirizzo: piazza Navona, 2; piazza San Pantaleo, 10 - Roma
Informazioni: 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00)
Siti di riferimento: www.museodiroma.it; www.museiincomuneroma.it
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...in TUTTI I CINEMA
PROSEGUE...
2 - 3 - 4 Marzo 2020
2 - 3 - 4 Marzo 2020
“THEY SHALL NOT GROW OLD – PER
SEMPRE GIOVANI”
LO STRAORDINARIO DOCUMENTARIO DI PETER JACKSON
SULLA GRANDE GUERRA PER VEDERLA CON GLI OCCHI DI CHI L’HA VISSUTA.
La Guerra come non è mai stata vista prima
LO STRAORDINARIO DOCUMENTARIO DI PETER JACKSON
SULLA GRANDE GUERRA PER VEDERLA CON GLI OCCHI DI CHI L’HA VISSUTA.
La Guerra come non è mai stata vista prima
Arriva al cinema il 2 - 3 - 4 Marzo 2020, come uscita evento, They Shall
Not Grow Old – Per sempre giovani, il documentario prodotto e diretto da Peter
Jackson realizzato in occasione del centenario della Grande Guerra. They Shall
Not Grow Old – Per sempre giovani ricorre esclusivamente a filmati di
repertorio originali tratti dall’archivio cinematografico dell'Imperial War
Museum, in parte inediti. Si tratta di immagini restaurate e colorizzate unite
a registrazioni sonore provenienti dagli archivi della BBC. Le voci dei
veterani sono state combinate con i materiali d’archivio per riportare in vita
la realtà della guerra in prima linea e farla conoscere alle nuove generazioni.
Le riprese sono state sottoposte a colorizzazione, convertite in 3D e lavorate
in post produzione per mostrare dettagli mai visti prima.
“Volevo attraversare le nebbie del tempo e portare questi uomini nel mondo
moderno - dice il regista - affinché potessero riconquistare per una volta
ancora la loro umanità, piuttosto che essere visti sempre e solo nei vecchi
filmati d’archivio. Usufruendo delle potenti risorse dei nostri computer
utilizzate per cancellare i limiti tecnici di cento anni di cinema, possiamo
vedere e ascoltare la Grande Guerra proprio come chi l’ha vissuta!”.
Peter Jackson racconta la condizione umana durante il conflitto mettendo in
evidenza la quotidianità dei giovani soldati in guerra: come mangiavano, come
riposavano, come costruivano i loro legami e come speravano in un futuro
migliore. Osservando il labiale e i movimenti dei soldati, Peter Jackson prova
a reinterpretare le loro parole, le loro espressioni, persino i loro
sentimenti. Al centro del film un esercito di giovanissimi che non sarebbero
mai riusciti ad invecchiare, partiti per la guerra con entusiasmo patriottico e
uno zaino contenente un solo cambio di calzini, convinti che l’Inghilterra non
poteva non vincere e pronti a fare tutto ciò che sarebbe stato loro ordinato.
Il documentario è stato presentato in anteprima al 62a BFI London Film
Festival, alla XIII Festa del Cinema di Roma. I Golden Tomato Awards lo hanno
acclamato come il Film britannico del 2019 meglio recensito, ha vinto il premio
per il Miglior montaggio sonoro ai Golden Reel Awards 2019.
They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani uscirà in Italia distribuito
da Mescalito Film. È una produzione House Productions, Trustees of the Imperial
War Museum (London), WingNut Films, è stato commissionato da 14‐18 NOW e
Imperial War Museum in associazione con la BBC e realizzato con materiali
d’archivio dell’Imperial War Museum e BBC. È stato prodotto da Peter Jackson,
Clare Olssen, Ken Kamins, Tessa Ross.
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...uno sguardo FUORI PORTA
- NAPOLI -
ARTE
PROSEGUE...
"Napoli Napoli, di lava
di porcellana e musica"
Mostra a cura del Museo Real Bosco di Capodimonte e
del Teatro di San Carlo
Museo e Real Bosco di Capodimonte -- Napoli
Dal
21 settembre 2019 al 21 giugno 2020, vari orari
Ha appena aperto al
Museo e Real Bosco di Capodimonte, la mostra Napoli Napoli. Di lava,
porcellana e musica, a cura di Sylvain Bellenger (21 settembre 2019 –
21 giugno 2020), promossa dal Museo e Real Bosco di Capodimonte, con
il Teatro di San
Carlo di Napoli, in collaborazione con Amici di Capodimonte onlus e la produzione e organizzazione della
casa editrice Electa.
Le 19 sale dell’Appartamento Reale, riproposte in una
spettacolare e coinvolgente scenografia, ideata dall’artista Hubert le
Gall1 come la regia di un’opera musicale, saranno il
palcoscenico d’eccezione sul quale andranno in scena il Teatro di San Carlo, con la sua
sartoria oggi diretta da Giusi Giustino2 e le porcellane di Capodimonte.
Vero filo conduttore della mostra: la musica che si
ascolterà grazie all’uso di cuffie dinamiche - non semplici audioguide - che si
attivano passando di sala in sala.
L’allestimento racconterà la storia di Napoli capitale
del Regno nel corso del Settecento e oltre, dagli anni di Carlo di Borbone a
quelli di Ferdinando II, come una favola, con il susseguirsi di scene
della vita quotidiana caratterizzate da estrema raffinatezza estetica e gioia
esistenziale ma che hanno come sottofondo il passaggio del potere, i
cambiamenti della storia, delle mode e dei gusti estetici.
Il visitatore potrà immergersi in un mondo incantato
e, grazie all’uso delle cuffie dinamiche, potrà ascoltare le musiche (da
Giovanni Pergolesi a Domenico Cimarosa, da Giovanni Pacini a Giovanni
Paisiello, da Leonardo Leo a Niccolò Jommelli) selezionate da Elsa Evangelista
con un commento critico musicale di Alessandro De Simone per i vari temi
artistici di ciascuna sala.
La mostra è
una sintesi di tutte le arti, e illustra la pluridisciplinarità tipica della
nostra contemporaneità:
un viaggio multisensoriale all’interno della Reggia borbonica, trasformata per
l’occasione in un vero e proprio spettacolo teatrale. Un’esposizione
con oltre 1000 oggetti, oltre 300 porcellane delle collezioni delle Reali
Fabbriche di Capodimonte e Napoli, di altre manifatture europee e pezzi
originali cinesi, più di 150 costumi del Teatro di San Carlo con firme prestigiose (Ungaro, Odette Nicoletti, Giusi Giustino
e altri), strumenti musicali del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, dipinti, oggetti
d’arte e di arredo, minerali e animali tassidermizzati oggi conservati
rispettivamente nel Museo Mineralogico e nel Museo Zoologico di Napoli
(oggi confluiti nel Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche
dell’Università Federico II di Napoli).
Costo: Vedi sito.
Info
e prenotazioni: 081 7499130
Indirizzo: via Milano 2, Napoli
Sito di
riferimento: www.museidicapodimonte.beniculturali.iy
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