Dal 1° marzo 2021 torna accessibile al pubblico il Mausoleo di Augusto, una
delle più imponenti opere architettoniche della romanità e il più grande
sepolcro circolare del mondo antico.
Chiuso dal 2007 per la partenza
delle indagini archeologiche preliminari alla realizzazione del grande progetto
di recupero e restauro eseguito da Roma Capitale. L’intervento di
musealizzazione in corso è finanziato grazie all’atto di mecenatismo della
Fondazione TIM.
“... Dal prossimo primo marzo sarà riaperto al pubblico il Mausoleo di Augusto, un capolavoro dell’antica Roma, un tesoro di inestimabile valore che rinasce in tutto il suo splendore... "
ha dichiarato la Sindaca di Roma Virginia Raggi.
Dal 22 aprile, e per tutto il 2021, l’accesso resterà sempre gratuito per i residenti a Roma.
A partire dal 21 aprile 2021 la visita al Mausoleo sarà arricchita con contenuti digitali, in realtà virtuale e aumentata, in collaborazione con la Fondazione TIM. I servizi museali saranno gestiti da Zètema Progetto Cultura.
Grazie agli interventi
di restauro del Mausoleo realizzati finora, con la sistemazione di numerose
concamerazioni interne e l’avvio dell’allestimento del percorso museale, è
possibile anticipare a marzo 2021 la fruizione del monumento rispetto ai
termini previsti per il completamento delle opere di musealizzazione. Anche con
il cantiere in corso, il pubblico potrà quindi effettuare una visita dell’area
centrale e accedere agli spazi in sicurezza
I
lavori, diretti dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali,
permetteranno di realizzare un itinerario museale completo che racconterà le
varie fasi storiche del Mausoleo, affiancato da un percorso privo di barriere
architettoniche e accessibile a tutti, in concomitanza con i lavori di
sistemazione di Piazza Augusto Imperatore, avviati a maggio 2020.
Prenotazioni su sito
mausoleodiaugusto.it
STORIA DEL MONUMENTO
Costruito nel 28 a.C. subito dopo la vittoria di Azio su Marco Antonio e Cleopatra come imponente monumento funerario dinastico per Augusto e la sua famiglia, esso è il più grande sepolcro circolare del mondo antico, dal diametro complessivo di quasi 90 metri, con un’altezza presunta di almeno 45 metri (dell’originario monumento romano si conserva approssimativamente un terzo). La gigantesca mole, che quasi uguagliava la vetta del vicino Pincio, era strategicamente collocata in prossimità della riva del Tevere, in modo da essere visibile da gran parte della città.
L’architettura del monumento è organizzata secondo una complessa disposizione planimetrica; attraverso un lungo dromos aperto a sud si accede alla camera sepolcrale, completamente ricostruita, ma ancora leggibile nella sua pianta circolare, articolata in tre nicchie rettangolari, dove erano collocate le urne. Intorno a questa struttura centrale cilindrica si dispone una serie di corridoi anulari concentrici. I tre muri anulari più esterni, realizzati con un paramento in opera reticolata, risultano collegati tra loro da setti murari costruiti con la stessa tecnica edilizia e disposti radialmente a distanze uniformi. Questi setti delimitano due serie di dodici ambienti, in antico contigui e non accessibili, dalla pianta diversificata; gli ambienti più esterni si articolano in coppie di vani affrontati con pianta ad arco di cerchio e congiunti tra loro da setti murari, mentre le dodici camere più interne presentano una pianta approssimativamente trapezoidale. Il tamburo esterno conserva parte del rivestimento in blocchi di travertino.
Per più di un secolo conservò la funzione di sepolcro monumentale della famiglia imperiale mentre per l’età tardo antica non si hanno più notizie del monumento, che è di nuovo ricordato a partire dal X secolo.
Nel XIII secolo sulle poderose vestigia del Mausoleo fu edificato, dai Colonna, un fortilizio che fu distrutto nel 1241.Nei secoli successivi fu attuata una sistematica opera di spoliazione del monumento: i marmi furono ridotti in calce e utilizzati come materiali da costruzione o ancora destinati agli usi più vari.
Nel corso del XVI secolo la nobile famiglia dei Soderini, divenuta proprietaria del Mausoleo, edificò un palazzo a nord del monumento e allestì all’interno dell’antico sepolcro un giardino all’italiana. In seguito agli importanti interventi di spoliazione le strutture interne del monumento erano crollate e interrate; il giardino, pertanto, fu impostato a livello del secondo piano dell’antico sepolcro, racchiuso dall’alto muro in reticolato, secondo lo schema dell’hortus conclusus. L’accesso a sud dal dromos fu definitivamente abbandonato perché ormai interrato; fu aperto e monumentalizzato un ingresso a nord, in corrispondenza del palazzo Soderini, e fu così sancito il legame del monumento con gli edifici e la viabilità consolidatisi a nord di esso.
All’inizio del Settecento il palazzo e il Mausoleo divennero proprietà dei marchesi Correa di origini portoghesi; il giardino nel corso del secolo cadde in abbandono e all’interno del complesso fu allestito un anfiteatro, nel quale, a partire dal 1780, si tennero giostre e caccie di tori e bufale.
Pochi anni dopo, il complesso divenne proprietà del conte Francesco Saverio Vivaldi Armentieri che, dopo aver effettuato una campagna di scavo, realizzò importanti lavori nel palazzo e inaugurò nel 1796 un anfiteatro stabile.
Dal 1802 il sepolcro, ormai noto come anfiteatro Correa, passò tra i
beni di proprietà della Camera Apostolica che lo diede in affitto a più riprese
come edificio per spettacoli.
Nel 1826 fu innalzato, su progetto di Giuseppe Valadier a copertura dell’arena, un velario su sostegni lignei, sostituito in seguito da un’istallazione più stabile con armatura in ferro.
Nel 1873 la proprietà del Correa passò dalla Camera Apostolica al Demanio del Regno d’Italia; nel 1880 fu preso in affitto dal conte Telfner, che realizzò la copertura della struttura con una cupola in vetro; l’edificio fu dichiarato presto inagibile per mancanza di sufficienti vie d’uscita.
Nel 1907 il Correa passò dal Demanio dello Stato al Comune di Roma e fu trasformato in sala per concerti, denominata Auditorium Augusteo, subito dotato di nuovi accessi adeguati alle allora vigenti norme di sicurezza.
La serie dei concerti terminò il 13 maggio del 1936 quando iniziò il programma dello Stato fascista di demolizione della cupola e delle strutture sovrastanti per recuperare l’originario sepolcro imperiale.
I restauri del monumento, interrotti nel periodo della seconda guerra mondiale, furono poi ultimati nei primi anni ’50.
Nel 1826 fu innalzato, su progetto di Giuseppe Valadier a copertura dell’arena, un velario su sostegni lignei, sostituito in seguito da un’istallazione più stabile con armatura in ferro.
Nel 1873 la proprietà del Correa passò dalla Camera Apostolica al Demanio del Regno d’Italia; nel 1880 fu preso in affitto dal conte Telfner, che realizzò la copertura della struttura con una cupola in vetro; l’edificio fu dichiarato presto inagibile per mancanza di sufficienti vie d’uscita.
Nel 1907 il Correa passò dal Demanio dello Stato al Comune di Roma e fu trasformato in sala per concerti, denominata Auditorium Augusteo, subito dotato di nuovi accessi adeguati alle allora vigenti norme di sicurezza.
La serie dei concerti terminò il 13 maggio del 1936 quando iniziò il programma dello Stato fascista di demolizione della cupola e delle strutture sovrastanti per recuperare l’originario sepolcro imperiale.
I restauri del monumento, interrotti nel periodo della seconda guerra mondiale, furono poi ultimati nei primi anni ’50.
Immagini a corredo dall'alto verso il basso:
1. Foto Mausoleo di Augusto dall'alto (2019).
2-3. Concamerazioni 6 e 7 al Mausoleo di Augusto prima e dopo i restauri condotti
dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
4. Iscrizione funeraria di Marcello e Ottavia (da Panciera 1994).
5. Pianta ricostruttiva del Mausoleo di
Augusto elaborata alla fine degli anni ’20 dello scorso secolo da Guglielmo
Gatti, quando l’Auditorium Augusteo non era stato ancora demolito; in neretto
le strutture allora riportate alla luce.
6. Mausoleo di Augusto, 1963, Roma, Museo
di Roma, Archivio Fotografico.
7.Mausoleo di Augusto, la cupola è stata
smontata ed è ancora visibile il piano della platea. Intorno le case sono state
demolite e si notano i resti delle concamerazioni semicircolari, 1937, Roma,
Aerofototeca Nazionale I.C.C.D., Fondo Aeronautica Militare.