Kiri, proseguono per questa stagione le kirosegnalazioni di Kirolandia blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.
Di settimana in settimana vari suggerimenti tra teatro, musica, arte, cinema, danza, libri e tanti altri eventi selezionati accuratamente sulla base delle vostre importanti indicazioni.
Quest'anno i nostri suggerimenti raddoppiano non solo qui sul blog ma, per alcuni eventi, ci sono anche le KIROSOCIALNEWS lanci mirati sui nostri social. Seguite sempre gli hastag #kirosegnalazioni e #kirosocialnews e scoprirete tutte le novità per le vostre serate...
TEATRO
DEBUTTANO...
R.C. e Xenia presentano:
"DI-VI-NA"
PER VOCAZIONE STAR
di e con Riccardo
Castagnari
accompagnato da Andrea
Calvani al pianoforte
Assistente Costumi
Francesco De Marco, Luci Luca Capparucci, Assistente Regia
Adriana Alben
Regia di Riccardo
Castagnari
TEATRO LO SPAZIO - Roma
dal 26 al
30 marzo 2019 - orario: 20.30.
Niente è mai come sembra. Castagnari
torna in scena a tempo di musica, come una vera Diva. Anzi: DI-VI-NA!
Era il
2001 quando Riccardo Castagnari stregò tutti con la sua Marlene D. che proprio
quest’anno ha festeggiato il suo diciottesimo compleanno. Un bellissimo
racconto su una grande femme fatale,
da cui Castagnari si è allontanato
per evocare un'altra storia.
Stiamo
parlando di DI-VI-NA, per Vocazione Star, lo spettacolo con cui il talentuoso attore e regista debutterà al Teatro Lo Spazio dopo il successo riportato nella passata
stagione all’OffOff Theatre.
Rivivremo
il privato attimo in cui una drag queen,
o per esser più precisi una drag singer di
nome Divina (Riccardo Castagnari),
giunta in ritardo alla serata in cui avrebbe dovuto esibirsi, decide di non
fare più il suo consueto show, ma di concedersi una lunga chiacchierata con il
pubblico, senza filtro alcuno, un "faccia a faccia" tra lui, lei e loro, dove da contrasto
faranno i brani scelti ed interpretati dal vivo da Divina. Ad accompagnarla ci sarà Andrea Calvani al pianoforte, le
cui note insieme al talento vocale ed interpretativo di Castagnari, scandiranno il tempo dello spettacolo.
La
chiacchierata metterà a nudo il passato della drag singer, la sua infanzia, i suoi amori, la sua passione per il
cinema, il vissuto difficile, ironico e spesso impensabile di Divina. Una storia apparentemente al limite,
tanto paradossale quanto rigorosamente vera. Uno sproloquio di canzoni e parole
quanto banale e quotidiano, profondamente umano, disperato, tragi-comico e
appassionato, che tra numeri musicali, vertiginosi cambi d'abito e interazioni
con il pubblico, condurrà gli spettatori ad un finale in cui, per dirla come Divina << ...niente è mai come sembra, se togliessi un po’ di cerone, strappassi
via le ciglia finte e buttassi le parrucche forse mi accorgerei che sotto sotto
c’è dell’altro… >>.
“ […] Una storia raccontata e vissuta in prima persona dove il gioco
dell’ ambiguità si manifesta più nel
sovrapporsi dei ruoli che non nell’identità sessuale, dove la risata esorcizza
lacrime e sesso, dove l’inferno si scambia di posto con il paradiso …un
percorso che si rivela ‘iniziatico’ poiché il culto è la maschera, è l’altro da
sé, è la fuga dal proprio io per impossessarsi dell’altro [...]” (L.B.)
Costo: Biglietto Intero
12€ - ridotto 9€ + 3€ tessera semmestrale
Informazioni: 06.77076486
– 06.77204149 - info@teatrolospazio.it
Indirizzo:
via Locri 44, Roma
Sito
di riferimento: www.teatrolospazio.it
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Avviso ai Soci
L'Associazione Culturale Teatro
Trastevere
presenta
La Compagnia vincitrice del Roma
Fringe Festival 2019
(Miglior spettacolo PEZZI di Laura Nardinocchi)
in
"CENERE"
Tratto
da “I Morti” di James Joyce
Regia e drammaturgia: Laura
Nardinocchi
Con: Francesco Gentile, Ilaria
Giorgi, Claudia Guidi, Guido Targetti
Live music: Francesco Gentile
Scene: Ludovica Muraca e Margherita
Nardinocchi
Costumi: Rosalba Di Carlo
Produzione Teatro Del Carretto
TEATRO TRASTEVERE - Roma
dal 26 al 31 marzo 2019, ore 21.00_dom. 17.30
Un
uomo e una donna. Una coppia. Gabriele e Greta.
Fuori
nevica ancora. Nevica forte.
È la
notte di capodanno.
Si
deve festeggiare.
Si deve
stare insieme.
Si
deve stare bene. Si deve stare bene per forza.
Una
festa che schiaccia, violenta, deride.
Con
musica, risatine e discorsi non impegnativi.
Una
festa dove il passato torna a bussare.
E il
ricordo diventa vivo, reale.
Più di
tutto il resto.
“Dovremmo scendere. Dovremmo andare lì.
Giocare nella neve, di notte. Recuperare gli anni passati. Tornare bambini.
Tornare nel pieno della nostra passione. C’è ancora tempo?”
Un uomo e una
donna. Una coppia. Gabriele e Greta sono
il centro di tutto. Il loro rapporto, le
loro dinamiche. I loro momenti di gioco, di sguardi, di protezione. I loro
momenti di scontro e di complicità.
Insieme
vanno in un ambiente che non gli appartiene. Insieme, vanno a quella festa di
capodanno. Una festa fatta di apparenze, tradizioni vuote, superficialità. Una
festa in cui tutti hanno gli stessi atteggiamenti, gli stessi pensieri e lo
stesso obiettivo: divertirsi, staccare la testa. Una festa in cui Greta,
improvvisamente, si trova immersa dentro un ricordo. Un ricordo segreto agli occhi di Gabriele. Un
ricordo che li divide, che li rende estranei. E quel segreto del passato
diventa per lei più vivo e reale di tutto il resto.
Costo: Biglietto intero 12 € - ridotto 10 €
Kiroconvenzione:
INGRESSO RIDOTTO per tutti i Kiri iscitti alla pagina facebook di
KIROLANDIA - Media Partner del Teatro
Informazioni: 06.5814004
- info@teatrotrastevere.it
Indirizzo: via
Jacopa de Settesoli 3 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrotrastevere.it
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Spettacoli
Teatrali Produzioni presenta
MARISA LAURITO
- FIORETTA MARI in
"2
DONNE IN FUGA…"
di Pierre Palmade e
Cristophe Duthuron
adattamento Mario
Scaletta
regia Nicasio Anzelmo
Teatro manzoni - Roma
dal
28 marzo al 21 aprile 2019, orari spettacoli: Giovedì 28 e venerdì 29 ore 21.00 - Sabato 30 ore 17.00 e ore 21.00 -
Domenica 31 ore 17.30 - Da mercoledì 2 a venerdì 5 ore 21.00 - Sabato 6 doppia
replica ore 17.00 e ore 21.00 - Domenica 7 ore 17.30 - Da martedì 9 a venerdì
12 ore 21.00 - Sabato 13 doppia replica ore 17.00 e ore 21.00 - Domenica 14 ore
17.30 - Martedì 16 ore 19.00 - Mercoledì 17 ore 21,.00 - Giovedì 18 ore 17.00 e
ore 21.00 - Venerdì 19 ore 21.00 - Sabato 20 doppia replica ore 17.00 e ore
21.00 - Domenica 21 ore 17.30
Un testo di successo, in Francia,
soprattutto a Parigi. Due attrici grandiose – Marisa Laurito e Fioretta Mari -
che lo reciteranno come fosse stato scritto per loro. Questo è 2 Donne in Fuga...
tratto da Le fuggitive di Pierre Palmade e Christophe Duthuron, per
l’adattamento di Mario Scaletta e la regia di Nicasio Anzelmo, in scena al
Teatro Manzoni.
Due donne si incontrano
di notte su una strada statale mentre fanno l'autostop. Entrambe fuggono dalla
loro vita, Margherita da 30 anni di vita di casalinga, moglie e madre repressa,
Clorinda detta Clo dalla casa di riposo dove il figlio l'ha parcheggiata dopo
la morte del marito. L'incontro suscita le battute più divertenti, per il luogo
e l'ora equivoci.
Clo ha un temperamento
forte e, nonostante l'età, non si lascia intimidire da Margherita, più giovane
ma anche più sprovveduta. E' l'inizio di un'avventura che vede le due donne
viaggiare in autostop, interpretando una commedia dalle battute felici che
non sono mai fini a se stesse ma servono a costruire con ironia i caratteri diversissimi delle due donne.
Così mentre la
progressione narrativa della commedia, sviluppata per brevi scene autonome,
eleganti e funzionali, vede le due donne avventurarsi in situazioni
diversissime (dalla strada provinciale al cimitero, dalla fattoria alla casa di
estranei nella quale entrano come due ladre...), dalle quali scaturiscono
battute e situazioni divertentissime, ogni scena aggiunge un tassello alla vita
e alla psicologia delle due protagoniste mostrando allo spettatore il nascere
di una vera amicizia. Si ride di gusto per l'ironia e l'arguzia delle battute e
si sorride nel riconoscere, nelle due protagoniste, alcuni aspetti della nostra
vita, a volte pavida, altre volte più temeraria, in un perfetto equilibrio tra
commedia e vita (vera), niente affatto retorico. Uno spettacolo perfetto, da vedere e portare
nel cuore per il resto della vita.
Costo: Vedi sito
Informazioni: 06/3223634
Indirizzo: via
Monte Zebio, 14/c - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatromanzoni.info
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"Lui è più cattivo di me"
Spettacolo comico nato dal successo della pagina Facebook GRILLETTO FACILE
dall’idea di due amici: SERGIO
GIUFFRIDA e GIANLUCA IRTI
WEGIL - Roma
30 Marzo 2019 - ore 21.00
Il
Centro Culturale Artemia, con il supporto di LAZIOcrea, presenta al WEGIL uno spettacolo comico, satirico e
cattivo!
L'evento è stato selezionato
attraverso un avviso pubblico dalla Regione Lazio ed è organizzato dal Centro
Culturale Artemia con il supporto di LAZIOcrea.
“Lui è più cattivo di me” è uno
spettacolo comico nato dal successo di una pagina Facebook, GRILLETTO FACILE, e
dall’idea di due amici: SERGIO GIUFFRIDA
e GIANLUCA IRTI, cabarettisti che
hanno avuto le loro esperienze come comici o autori, da Colorado a Zelig a Made
in Sud ed hanno deciso di portare la propria comicità a livelli più cattivi (da
cui il titolo), occupandosi di politica, ambiente, vaccini, web, scuola,
migranti, ETC. Tra i protagonisti dello spettacolo ovviamente ci sarà anche il
pizzaiolo egiziano divenuto famoso grazie alle telefonate al suo amico Kamel in
Egitto, a cui cerca di spiegare a suo modo come funziona, o non funziona
l’Italia. Lo spettacolo alterna monologhi di satira a divertentissimi sketch a
due e ci saranno momenti in cui poter riflettere sulla realtà che stiamo
vivendo. Si passa dalle grasse risate ad una amara malinconia con l’intento di
non essere mai volgari e di fare una comicità intelligente.
Costo: Biglietto 10 €
Info e prenotazioni (anche
via SMS): 334 159 8407
Indirizzo: Largo Ascianghi, 5 - Roma
Sito
di riferimento teatro: www.wegil.it
Sito di riferimento CENTRO CULTURALE ARTEMIA: www.centroculturaleartemia.org
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PROSEGUONO...
"I giganti della montagna"
di Luigi Pirandello
con
Federica
Di Martino, Clemente Pernarella, Giovanna Guida, Mauro Mandolini
Lorenzo Terenzi, Gianni De Lellis, Federico Le Pera,
Luca Massaro: la Compagnia della
Contessa
Gabriele
Lavia: Cotrone detto il Mago
Nellina Laganà, Ludovica Apollonj Ghetti, Michele Demaria,
Daniele Biagini
Marika Pugliatti, Beatrice Ceccherini - iNuovi: gli Scalognati
Luca Pedron - iNuovi, Laura Pinato - iNuovi, Francesco Grossi - iNuovi
Davide Diamanti - iNuovi, Debora Iannotta, Sara Pallini, Roberta Catanese
Eleonora
Tiberia: i Fantocci (personaggi
della Favola del figlio cambiato)
Scene Alessandro Camera
Costumi Andrea Viotti
Musiche Antonio Di
Pofi
Luci Michelangelo
Vitullo
Maschere
Elena
Bianchini
Coreografie Adriana
Borriello
Regia Gabriele Lavia
TEATRO
Eliseo - Roma
dal 13 al 31 marzo 2019 , martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00_ primo
sabato di programmazione ore 16.00 e 20.00_merc. e dom. ore 17.00
Gabriele Lavia, dopo Sei personaggi in cerca d’autore e L’uomo dal fiore in bocca... e non solo, chiude la sua personale
trilogia pirandelliana con I giganti
della montagna, “l’ultimo dei miti, testamento artistico di Luigi
Pirandello, il punto più alto e la sintesi di tutta la sua poetica”. La nuova
produzione della Fondazione Teatro della Toscana, in coproduzione con il Teatro
Stabile di Torino e il Teatro Biondo di Palermo, debutta al Teatro Eliseo.
Una compagnia di teatranti guidata dalla
contessa Ilse arriva alla villa detta La Scalogna, dove vive uno “strano” mago
che dà loro rifugio: Cotrone, che dice di essersi fatto “turco” per il
“fallimento della poesia della cristianità”.
Scrive Gabriele Lavia nelle note di regia: “Ho
sempre pensato che i “ragionamenti” così “appassionati” e “freddi” dei
personaggi pirandelliani non fossero che delirio, fuoco. Il suo razionale,
costante, lucido rovello fosse calor bianco e la sua dialettica, lucida e
distaccata, fosse proprio il ronzio di una “mosca impazzita dentro una
bottiglia”.
La trasparenza del vetro rende indecifrabile e
incomprensibile la “trappola” dentro cui si è infilata.
L’esistenza di questa piccolissima “bestia”
non è altro che un inutile volo ronzante e pazzo: una vita priva di senso.
“Siamo rimasti nel mistero e senza Dio”.
È noto che Pirandello, giovane studente
all’Università di Bonn, alle domande preliminari per l’ammissione, una delle
quali era quale fosse la religione professata, rispose: “Ateo”. Il segretario
che redigeva la piccola inchiesta sollevò lo sguardo per qualche secondo. Il
giovane Pirandello scrisse, poi, alla sorella: “A Bonn, ogni due abitanti, tre
sono bigotti.”
Il “mistero senza Dio”, la bottiglia
invisibile che intrappola la Mosca Uomo, è l’“oltre”.
L’“oltre” è qualcosa che non può essere colto,
ma che ci coglie. Tutta l’opera di Pirandello ruota intorno a questo “mistero”
e si protende verso il mistero dell’“oltre”, trappola trasparente, invisibile,
ineludibile, incomprensibile dell’uomo.
La
trappola è una famosa novella, appunto, di Luigi
Pirandello.
L’irrazionale, l’onirico, il misterioso, il
teosofico, lo spiritico, proteso (nel suo modo di ateo) al divino, ma in senso
“greco”, sono presenti nella sua opera. E sono la “bottiglia” dentro cui
“ronza”, fino a estenuarsi, il suo delirante racconto poetico dell’uomo
intrappolato.
La vita è un flusso continuo che noi cerchiamo
d’arrestare, di fissare in forme stabili, determinate dentro e fuori di noi,
perché noi siamo già forme fissate e la coscienza è una momentanea costruzione
di finzioni psichiche oltre le quali c’è un’altra realtà che per noi è
inconoscibile: schiavi come siamo della “bestia” che è in noi.
L’“Umorismo”, che il “grande” lo fa “piccolo”
(l’uomo è una mosca, la vita è una bottiglia) è, per definizione, quel
“sentimento del contrario” che serve per rovesciare e scardinare tutte le
certezze e talora infrangere la bottiglia-trappola e trovarsi… “oltre”; magari
con “la testa rotta”, ma… “oltre”.
I
giganti della montagna è
certamente il punto più “alto” di quell’ “oltre”. Oltre l’esistenza sconciata
della vita-trappola.
Nella Villa La Scalogna, il cui padrone, non a
caso, è il Mago-Cotrone-Pirandello, accadono le magie dell’Arte: straordinari
prodigi che non hanno bisogno di mezzi materiali per accadere. Accadono e
basta. E “vanno accolti”. Questi eventi sono possibili solo nel mondo
dell’”oltre”, della fantasia, della sovra-realtà, ai confini della coscienza,
ai margini dell’esistenza, dove finiscono quel gruppo di attori sperduti e
disperati (perché senza più un Teatro dove recitare), goffi sacerdoti di
un’arte delusa, infelice, incompresa, impoverita com’è diventato il Teatro.
“Tempo e luogo (dice la didascalia)
indeterminati, tra la favola e la realtà”.
Ed è in questo “luogo sospeso”... in questo
“tempo non misurato… che il Teatro può accadere… nella “finita infinità” che è
la solitudine dell’ “anima sola con se stessa”.
Noi sappiamo che Pirandello “sapeva con
certezza” di dover morire mentre scriveva i Giganti,
il cui titolo iniziale doveva essere I fantasmi.
Al medico che lo visitava aveva domandato, un
po’ irritato, (lo era sempre quando non stava bene): “Dottore mi vuol dire che
è questo?”. E il dottore gli aveva risposto: “Professore... lei non deve aver
paura delle parole…. questo è… morire.”
Pirandello, che stava scrivendo una nuova
sceneggiatura del Mattia Pascal, la
mette da parte e scrive i Giganti di
cui aveva già alcune scene del primo atto.
Alla fine del secondo atto scrive le ultime
cinque parole della sua vita e di tutto il Teatro delle maschere nude: “Io ho
paura, ho paura...”
È proprio quell’ “Io…” che mi fa pensare che
Pirandello sapesse, e con paura, che non avrebbe mai scritto il terzo atto,
lasciando I giganti della montagna
meravigliosamente compiuti nella perfetta incompiutezza umana.
Produzione Fondazione
Teatro della Toscana
in
coproduzione con Teatro Stabile di Torino, Teatro Biondo di
Palermo
con il
contributo di Regione Sicilia
e con il
sostegno di ATCL
- Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio, Comune di Montalto di Castro,
Comune di Viterbo
La vita è vento, la vita è mare, la vita è
fuoco. Non la terra che s’incrosta e assume forma.
Ogni forma è la morte
Durata: 2 ore e 15’
intervallo compreso – 2 atti (1 ora e 10 – 45 minuti)
Costo: Biglietto da 20 € a 40 €
Informazioni: Tel. 06.83510216
Indirizzo: via Nazionale 183 –Roma
Sito
di riferimento teatro: www.teatroeliseo.com
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Stagione Campioni
"SEGRETI DI FAMIGLIA"
uno spettacolo di Attori & Tecnici
Scritto da Enrico
Luttmann
con Viviana
Toniolo e Stefano Messina
regia Marco
Maria Casazza
TEATRO DE' SERVI - Roma
dal 15 al 31
marzo, ore 21.00_sab 17.30 e 21.00_dom.
17.30
Grazia è una donna
tenace, imperfetta, adorabile. Grazia fa le cose a modo suo.
Grazia ha un
caratteraccio, un caustico senso dello humour e molti segreti: una misteriosa
scatola nascosta, un tubino nero mai indossato e l’ultimo, il più oscuro, un
tumore ai polmoni.
Suo figlio Adamo,
commediografo in crisi in fuga dalla soap-opera, torna a vivere con lei e sono subito
scintille.
Anche lui, però, ha i
suoi segreti e l’inaspettata convivenza riporta a galla vecchie storie che
sembravano destinate a rimanere sepolte per sempre.
Tra verità rivelate a
denti stretti, battute e frecciate indimenticabili, Grazia rivive burbera e
irresistibile nel racconto del figlio. Lui narrando al pubblico quei giorni
passati insieme traccia la mappa di un viaggio verso l’autenticità gettando
nuova luce su tutta la loro storia.
Grazie rivendica il
diritto a essere se stessa - viva, ironica, testarda – a tutti i costi. E a
dispetto degli errori commessi, proprio grazie alla presenza ‘scomoda’ di Adamo
troverà la forza di fare i conti col passato e affrontare a testa alta, e non
più sola, quello che verrà. Lo farà con lucidità, dignità e tenerezza. Persino,
sì, ridendo.
La scelta da parte di
Attori & Tecnici di produrre questo nuovo spettacolo nasce, innanzitutto,
da un’esperienza emozionale condivisa da molti membri della Compagnia dopo aver
letto il meraviglioso testo di Enrico Luttmann. Prima fra tutti la
direttrice artistica Viviana Toniolo che subito ha riconosciuto le potenzialità
drammaturgiche di quest’opera. La Compagnia ha da sempre rivolto una
particolare attenzione alla nuova drammaturgia contemporanea, come testimoniano
il lavoro artistico e le numerose regie firmate da Attilio Corsini e Stefano
Messina.
Costo: Biglietti platea intero 22 € - ridotto G/A 16 € - galleria intero 18 € - ridotto G/A 14€ (ridotto giovani under 18 e anziani over 65)
Indirizzo:
via del
Mortaro (ang. Via del Tritone), 22 - Roma
Sito
di riferimento teatro:
www.teatroservi.it
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MANIFESTAZIONI
"Il Sipario delle Donne –2019: quattro spettacoli teatrali al femminile
sul palco del Centro Culturale Artemia"
Una rassegna che celebra
“l’universo femminile” attraverso il Teatro.
Con il patrocinio del Comune di Roma –
Municipio XI Arvalia Portuense
CENTRO CULTURALE ARTEMIA - Roma
Anche quest’anno continua, la
Rassegna Teatrale “Il Sipario delle
Donne” organizzata dal Centro Culturale Artemia, polo creativo
romano da sempre attento alla promozione di forme espressive e creative, nel
segno dell’artisticità, della cultura e la qualità.
La
rassegna, nella sua terza edizione, vedrà protagonisti gli spettacoli “Paura” di Carlo Studer
& Federica Gumina, “Luci
D’Autunno” di Francesca
La Scala, “Sprovvisti di
documenti di riconoscimento” di Francesca Gambini e Lara Panizzi, ed infine “Civico 48” di Sophia
Angelozzi ed Ilaria Arcangeli.
Questo
venerdì 29, sabato 30 (alle
ore 21) e domenica 31 marzo (alle ore 18) chiuderà la rassegna lo
spettacolo “Civico 48” di e con Sophia Angelozzi & Ilaria
Arcangeli.
Lo
spettacolo prende piede dal desiderio di rispondere a delle semplici domande:
“Cosa significa non poter avere un figlio? E cosa significa volerlo perdere?”,
“Cosa c’è dietro il primo bacio di un’adolescente?”, “Cosa porta una ragazza a
respingere il cibo?”, “È giusto essere punita per fare bene il proprio
mestiere?” “È possibile avere una famiglia senza perdere il lavoro?”.
Due
sorelle, apparentemente diverse ma con qualcosa che le accomuna: la curiosità
di trovare informazioni sulla loro madre deceduta. Questo le spingerà ad
intrufolarsi nella casa dove lei viveva da ragazza. Lo spettacolo diventa
dunque un contenitore di racconti al femminile. I racconti si alternano dando
allo spettatore una visione della donna in tutte le sue sfaccettature, colori
ed età.
Con il patrocinio di: Comune di Roma – Municipio XI Arvalia
Portuense
Direzione
artistica: Maria Paola Canepa
Media
Partner: KIROLANDIA
Costo: Biglietto Intero:
10 €- Ridotto: 8 € - Tessera nuovi soci 2 €.
Kiroconvenzione: INGRESSO RIDOTTO su prenotazione per tutti i
Kiri iscitti alla pagina facebook
di Kirolandia - Media partner del Teatro
Informazioni e prenotazioni: 334 1598407 anche sms - si prega di arrivare 15 minuti in anticipo
Informazioni e prenotazioni: 334 1598407 anche sms - si prega di arrivare 15 minuti in anticipo
Indirizzo: Via
Amilcare Cucchini, 38 - Roma
Sito di
riferimento centro: www.centroculturaleartemia.it
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DANZA
La Fabbrica dell'Attore – Teatro Vascello Roma
"ABITARE LA BATTAGLIA
(CONSEGUENZE DEL MACBETH)"
regia Pierpaolo Sepe
con Federico Antonello, Marco Celli, Paolo Faroni, Noemi Francesca, Biagio Musella Vincenzo Paolicelli, Alessandro Ienzi
drammaturga Elettra Capuano
movimenti di scena Valia La Rocca, costumi Clelia Catalano
luci Marco Ghidelli, elementi di scena Cristina Gasparrini
"ABITARE LA BATTAGLIA
(CONSEGUENZE DEL MACBETH)"
regia Pierpaolo Sepe
con Federico Antonello, Marco Celli, Paolo Faroni, Noemi Francesca, Biagio Musella Vincenzo Paolicelli, Alessandro Ienzi
drammaturga Elettra Capuano
movimenti di scena Valia La Rocca, costumi Clelia Catalano
luci Marco Ghidelli, elementi di scena Cristina Gasparrini
assistente scene Clelia Catalano
dal 27 al 31 marzo 2019 dal martedì al sabato
ore 21.00 – domenica ore 18.00
La nascita del male,
il suo insinuarsi nell'animo umano ed il conseguente controllo della volontà, determina
il più feroce e inammissibile conflitto che la coscienza debba sopportare. È
questo l'avvio del Macbeth, è questo il campo di battaglia. Quello che avviene
una volta che le forze si schierano sul campo tuttavia, stupisce. Quasi che lo
stesso Shakespeare ci stesse incitando non a patteggiare per l'uno o l'altro
schieramento, ma a gioire del massacro in sé, dello smembramento dei corpi, a
trovare piacere nello sgorgare a fiotti del sangue. Non una sconfessione del
peccato, ma un godimento di esso. Il luogo in cui si svolge questa battaglia è
uno spazio vuoto, una brughiera troppo lontana da Dio perché i suoi echi
possano raggiungerci. Il riparo da questo sguardo divino ci offre un'orribile
scoperta: il punto cieco di Dio coincide con la nascita di un altro tipo di sguardo, quello osceno del voyeur.
Dopotutto, il punto di vista scespiriano attinge da quello della tragedia greca, dove la messa in scena di passioni che sconfinano nel male e nella violenza servono a produrre quella che veniva chiamata "catarsi" ovvero "purificazione" e che Aristotele indica come la liberazione dalle passioni tramite la visione della tragedia. Che sia proprio il voyeurismo delle passioni che il teatro ci mostra senza filtri morali a liberarcene? Shakespeare ne era conscio: in nessuna delle sue opere c'è mai giudizio (come nella tragedia greca) bensì rappresentazione della passione e di tutti i conflitti che ne derivano. In Macbeth, però, questa rappresentazione è più feroce che altrove e il gioco forse si ribalta del tutto: e se la liberazione non esistesse realmente? Se la liberazione fosse abbracciare la corruzione della
mente e dell'animo, anziché allontanarsene, in uno slancio vitale che travolge tutto? Come se vivere le proprie passioni volesse dire aprire un gorgo infernale che risucchia ogni cosa e sul cui fondo si scopre che "La vita non è un'ombra che passa, la recita di un oscuro attore che si pavoneggia e si affanna sulla scena"; verità banale di per sé (chi non sa che si deve morire e che la vita è vana?) se non fosse che abbiamo visto Macbeth – e non solo lui – dannarsi l'anima per conseguire un fine che pareva essere più edificante.
Come se, realmente, la vita potesse essere altro e non solo quest'ombra che passa.
Non a caso gli attori sulla scena verranno chiamati a un forte dispendio fisico, a un affanno del corpo teso a sottolineare che, pur sapendo che la vita si risolve in un passaggio fugace, l'uomo si opera per segnare il suo tempo, per incidere il suo nome da qualche parte: da qui l'ambizione, il desiderio di immortalità che il potere sembra concedere, la sete di avere di più di quel che si ha nell'illusione che questo migliori l'esito della recita oscura.
Tutto questo affanno e desiderio si incarna nelle streghe, che raccontano la parte profonda di questo moto interiore e che, nello spettacolo, si moltiplicano in più Macbeth e Lady Macbeth per ricordare che nessuno è esente da questa pulsione e che tutti possiamo diventare o l'uno o l'altra. La moltiplicazione coinvolge quindi anche il pubblico: così come tutti gli attori possono tramutarsi in questi alfieri del male, così lo spettatore è costretto, dalle streghe, a chiedersi: "E Io? Non abito forse anche io la battaglia?"
scoperta: il punto cieco di Dio coincide con la nascita di un altro tipo di sguardo, quello osceno del voyeur.
Dopotutto, il punto di vista scespiriano attinge da quello della tragedia greca, dove la messa in scena di passioni che sconfinano nel male e nella violenza servono a produrre quella che veniva chiamata "catarsi" ovvero "purificazione" e che Aristotele indica come la liberazione dalle passioni tramite la visione della tragedia. Che sia proprio il voyeurismo delle passioni che il teatro ci mostra senza filtri morali a liberarcene? Shakespeare ne era conscio: in nessuna delle sue opere c'è mai giudizio (come nella tragedia greca) bensì rappresentazione della passione e di tutti i conflitti che ne derivano. In Macbeth, però, questa rappresentazione è più feroce che altrove e il gioco forse si ribalta del tutto: e se la liberazione non esistesse realmente? Se la liberazione fosse abbracciare la corruzione della
mente e dell'animo, anziché allontanarsene, in uno slancio vitale che travolge tutto? Come se vivere le proprie passioni volesse dire aprire un gorgo infernale che risucchia ogni cosa e sul cui fondo si scopre che "La vita non è un'ombra che passa, la recita di un oscuro attore che si pavoneggia e si affanna sulla scena"; verità banale di per sé (chi non sa che si deve morire e che la vita è vana?) se non fosse che abbiamo visto Macbeth – e non solo lui – dannarsi l'anima per conseguire un fine che pareva essere più edificante.
Come se, realmente, la vita potesse essere altro e non solo quest'ombra che passa.
Non a caso gli attori sulla scena verranno chiamati a un forte dispendio fisico, a un affanno del corpo teso a sottolineare che, pur sapendo che la vita si risolve in un passaggio fugace, l'uomo si opera per segnare il suo tempo, per incidere il suo nome da qualche parte: da qui l'ambizione, il desiderio di immortalità che il potere sembra concedere, la sete di avere di più di quel che si ha nell'illusione che questo migliori l'esito della recita oscura.
Tutto questo affanno e desiderio si incarna nelle streghe, che raccontano la parte profonda di questo moto interiore e che, nello spettacolo, si moltiplicano in più Macbeth e Lady Macbeth per ricordare che nessuno è esente da questa pulsione e che tutti possiamo diventare o l'uno o l'altra. La moltiplicazione coinvolge quindi anche il pubblico: così come tutti gli attori possono tramutarsi in questi alfieri del male, così lo spettatore è costretto, dalle streghe, a chiedersi: "E Io? Non abito forse anche io la battaglia?"
INOLTRE IL TEATRO VASCELLO SEGNALA: IN ITALIA LE CELEBRAZIONI
"UFFICIALI" DELLA GIORNATA MONDIALE DEL TEATRO
Mercoledì 27 marzo si celebra la Giornata mondiale del Teatro istituita a Parigi nel 1962 dall’International Theatre Institute dell’UNESCO. Ogni anno, nei teatri e nelle realtà culturali che sostengono e aderiscono all’iniziativa, viene letto un messaggio affidato a una personalità della cultura per testimoniare le riflessioni vive sul tema del Teatro e della Cultura della Pace. Quest’anno il messaggio è firmato dal cubano Carlos Celdràn. Classe 1963, il pluripremiato regista teatrale, drammaturgo, accademico e professore che vive e lavora a L'Avana e ha portato i suoi spettacoli in tutto il mondo, sarà in Italia per tre appuntamenti alla Casa Circondariale di Pesaro (26 marzo) e al Teatro Vascello di Roma (27 marzo).
Mercoledì 27 marzo si celebra la Giornata mondiale del Teatro istituita a Parigi nel 1962 dall’International Theatre Institute dell’UNESCO. Ogni anno, nei teatri e nelle realtà culturali che sostengono e aderiscono all’iniziativa, viene letto un messaggio affidato a una personalità della cultura per testimoniare le riflessioni vive sul tema del Teatro e della Cultura della Pace. Quest’anno il messaggio è firmato dal cubano Carlos Celdràn. Classe 1963, il pluripremiato regista teatrale, drammaturgo, accademico e professore che vive e lavora a L'Avana e ha portato i suoi spettacoli in tutto il mondo, sarà in Italia per tre appuntamenti alla Casa Circondariale di Pesaro (26 marzo) e al Teatro Vascello di Roma (27 marzo).
Mercoledì 27 marzo la giornata prenderà il via alle 10 al Teatro Vascello di Roma con la premiazione dei testi vincitori di Scrivere il teatro. Il concorso, indetto per il quarto anno consecutivo dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca - Direzione generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione, dal Centro italiano dell’ITI - UNESCO, presieduto dal regista e direttore artistico di Astragali Teatro Fabio Tolledi. In serata, dalle 20:30, sempre al Teatro Vascello, prima dello spettacolo Abitare la battaglia diretto da Pierpaolo Sepe, interverranno Fabio Tolledi, Tobias Biancone e Carlos Celdràn che leggerà il Messaggio.
Costo: vedi sito
Informazioni: 06 5881021 – 06
5898031
Indirizzo:
via
Giacinto Carini, 78 - Roma
Sito
di riferimento teatro: www.teatrovascello.it
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ARTE
APRONO I BATTENTI...
Ai
Mercati di Traiano l’antica civiltà cinese incontra la millenaria storia di
Roma in
“Mortali Immortali, tesori del Sichuan
nell’antica Cina”
MERCATI DI TRAIANO MUSEO DEI
FORI IMPERIALI - Roma
dal 26 marzo al 18 ottobre 2019 .
Orario: tutti i giorni 9.30 - 19.30_ 24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00
- Giorni di chiusura: 1 Gennaio, 1 Maggio, 25 dicembre
In mostra le origini, la cultura e i riti del popolo
Shu con una ricca collezione di reperti archeologici provenienti dai più
importanti musei cinesi della Provincia del Sichuan
In un incontro ideale tra la civiltà del popolo Shu e l’Impero
Romano, la mostra Mortali Immortali,
tesori del Sichuan nell’antica Cina giunge nei Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali, uno dei complessi
monumentali che più rappresenta oggi la Roma antica.
La grande mostra dedicata all’antica civiltà del Sichuan, a ingresso
gratuito per i possessori della MIC, è promossa da Roma
Capitale, Assessorato alla Crescita
culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dall’Ufficio del Patrimonio Culturale della
Provincia del Sichuan, ha il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia, è curata da Wang Fang, archeologa e vice direttrice
del Museo di Jinsha, e organizzata da ChinaMuseum
International con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura. L’allestimento dell’esposizione è curato
dagli architetti Gaetano di Gesu e Susanna Ferrini di “n!studio Asia”.
Un percorso straordinario nella vita sociale e nel mondo
spirituale dell’antico popolo Shu, che proprio su questa terra nel sud-ovest
della Cina ha creato una civiltà unica. Saranno esposte eccezionali opere in
bronzo, oro, giada e terracotta – databili dall’età del bronzo (II millennio
a.C.) fino all’epoca Han (II secolo d.C.) – rinvenute nei siti di Sanxingdui e
Jinsha (solo per citarne alcuni) e provenienti da importanti istituzioni cinesi
come il Museo di Sanxingdui, il Museo del Sito Archeologico di Jinsha, il Museo
del Sichuan, il Museo di Chengdu, l’Istituto di ricerca di reperti e
archeologia di Chengdu, il Museo di Mianyang, il Museo Etnico Qiang della
Contea di Mao.
Come le origini di Roma sono state legate al Tevere, così la
nascita del popolo di Shu è stata segnata dallo scorrere dello Yangtze, il
Fiume Azzurro. Il Fiume Azzurro costituisce il filo conduttore della mostra ed
è significativamente tracciato sull’installazione
dorata ispirata a un dragone cinese che invaderà lo spazio centrale della
Grande Aula, accogliendo i visitatori. Questo e altri effetti scenografici potenziati
dal contesto monumentale dei Mercati di Traiano esalteranno gli straordinari
reperti, che per la prima volta sono presentati in un’esposizione così estesa
in Europa, ora a Roma dopo la tappa di Napoli.
Il percorso della mostra guiderà il visitatore alla scoperta
dell’antica civiltà del Sichuan attraverso opere di inestimabile valore
accompagnate da ricostruzioni digitali, foto, video e diversi strumenti
interattivi utili alla conoscenza del processo di rinvenimento e alla
delineazione dello sviluppo temporale di questa antica civiltà cinese.
Circondato da statue e vasi rituali, da statuette in terracotta ed enigmatiche
maschere di bronzo, il pubblico imparerà a conoscere i tratti distintivi del
popolo Shu, andrà alla scoperta della sua genesi e dell’evoluzione degli
elementi religiosi e sociali, senza tralasciare la sua naturale predisposizione
alla creatività, all’eleganza e alla bellezza riscontrabile negli elementi
decorativi in oro, nelle opere in giada o nei reperti unici come il cavallo
di Mianyang e il sole di Jinsha.
Davanti alla varietà di oggetti di uso
comune, ai raffinati recipienti in legno laccato, ai particolari ritratti su
mattone, si avrà la possibilità di percepire l’elevata qualità raggiunta dalla
produzione artigianale durante la dinastia Han nonché comprendere la visione
del popolo Shu riguardo ai temi della vita e della morte. Un atteggiamento
romantico e ottimista di una popolazione non solo ricca ma anche profondamente
pacifica.
Il progetto espositivo sarà articolato in due sezioni con
altrettante tematiche racchiuse in una suggestiva visione d’insieme. La prima,
dedicata alla Cultura religiosa dello
stato di Shu, si concentrerà sul mondo spirituale raccontando i riti di un
popolo dedito al culto del Sole attraverso le maschere di bronzo provenienti
dagli scavi del sito di Sanxingdui. La seconda sezione, invece, tratterà La vita quotidiana del popolo Shu,
ricostruendo le trame commerciali sviluppate nell’area del Sichuan attraverso
bassorilievi su mattone della dinastia Han, figure umane e figurine di animali
in ceramica.
Alle
130 opere esposte a Napoli, Roma vede eccezionalmente aggiunti 15 nuovi
prestiti, tra i quali spiccano le due maschere e una testa
di bronzo di Sanxingdui, ognuna fortemente caratterizzata. In particolare, una
si differenzia da tutte le maschere finora rinvenute nel sito per la resa del
viso più delicata e per il velato sorriso, elementi che hanno fatto pensare
agli studiosi che rappresenti una divinità dell’antica cultura Shu.
In
occasione della mostra Mortali Immortali, tesori del Sichuan nell'antica Cina
la casa editrice Gangemi Editore
International produrrà un catalogo di accompagnamento che fornirà un utile
supporto di approfondimento per conoscere nel dettaglio i temi, le opere e la
storia dell’antica civiltà cinese.
Ricordiamo che la MIC card può essere
acquistata da chi risiede o studia a Roma e consente, pagando solo 5 euro,
l’ingresso illimitato per 12 mesi nei Musei Civici e nei siti archeologici e
artistici della Sovrintendenza Capitolina.
Promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita
culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Ufficio del Patrimonio
Culturale della Provincia del Sichuan, Ambasciata della Repubblica Popolare
Cinese
Organizzazione Chinamuseum International s.r.l.
SPONSOR
SISTEMA
MUSEI
IN COMUNE
Mobility Partner ATAC SpA
Media Partner Il Messaggero
Supporto
organizzativo Zètema Progetto Cultura
Costo: Biglietto integrato Mercati di
Traiano - Museo dei Fori Imperiali + Mostra per i non residenti a Roma: 16 €
intero; 14 € ridotto - per i residenti a Roma: 14 € intero; 12 €
ridotto -Ingresso GRATUITO per le categorie
previste dalla tariffazione vigente. Per i possessori della MIC Card l'ingresso
è gratuito.
Indirizzo: via Quattro Novembre 94 - 00187 Roma
Informazioni: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
Indirizzo: via Quattro Novembre 94 - 00187 Roma
Informazioni: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
Sito di riferimento: www.mercatiditraiano.it
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PROSEGUONO...
“BIOGRAFIE”
di MARIA GAGLIARDI
A cura del Collettivo Summa
‘O VASCIO ROOM GALLERY
dall' 8 febbraio al 30 marzo, dopo l'inaugurazione ingresso su appuntamento
Come una poesia che dopo averla letta risuona già nella memoria con immediata familiarità le opere di Maria Gagliardi si sono subito imposte alla nostra attenzione. “Il noi dentro” era l’opera selezionata per la mostra/concorso Display 2.0 con una ricerca estremamente allineata con la mission del progetto O' Vascio - Room Gallery in equilibrio tra antichità e contemporaneità.
Per “Biografie” abbiamo chiesto un coinvolgimento maggiore alla Gagliardi con un opera site specific affidandole una fotografia di inizio novecento proveniente dall’imponente archivio del collezionista di fotografie e cimeli di Somma Vesuviana, Bruno Masulli. Quest’opera della Gagliardi si lega tenacemente alle altre opere in mostra dall’8 Febbraio al 30 Marzo 2019 in un susseguirsi di spunti suggestivi, memorie, intimi racconti di vissuti altri che sembrano diventare personali, familiari. “Biografie” è una serie di opere che si muove dal calore tipico della fotografia vernacolare ad una riflessione sull’identità dei soggetti ritratti con aspetti che suscitano anche un affascinante inquietudine quando l’artista interviene sui volti, tagliandoli, segnandoli. Si è continuamente in bilico tra una comoda zona di confort e un luogo dell’anima intangibile e misterioso che trova il suo racconto nel libro/installazione dove l’artista si è liberata delle immagini per lasciare posto alla composizione del segno fatto di parole scritte, strappi, carta ingiallita.
A proposito del suo intenso lavoro l’artista dice “La mia ricerca artistica approfondisce i temi del ricordo e della memoria, come spazio sacro di identità soggettiva e collettiva. In un mondo così fortemente globalizzato e tendente all’uniformità, l’espressione più intima del sé avviene, dunque, attraverso il ricordo, la memoria. Il collegamento con la propria storia, i propri affetti, la propria terra, i propri gusti e retaggi personali e condivisi, diventa, così, collegamento con se stessi.
Il ricordo delle cose passate è personalissimo e intimo. Non ha pretesa di essere oggettivo, non necessariamente gode di intrinseca coerenza, sovente è infedele. Eppure, esso crea la realtà e in esso si radica il concetto di identità. [….] I ricordi sono bellezza cristallizzata. Vagano nella dimensione del non tempo. Scrivono la nostra biografia. Costruiscono significati. Ci conducono al senso della nostra discesa.
Essi mutano col mutare della nostra prospettiva e, nel loro eterno ritornare -talvolta immutati e cristallizzati, talaltra con lievi variazioni di angolazioni e sfumature, talaltra ancora, riproponendosi in maniera del tutto inedita- possono giungere a guidarci in una riscrittura in chiave evolutiva della nostra storia e del senso stesso della nostra esistenza.”
Ricordi e memoria dunque attraverso manipolazioni ed elaborazioni poetiche di fotografie e oggetti di un passato da scoprire attraverso lo sguardo di questa interessante artista campana.
Teresa Capasso
Costo: Ingresso LIBERO
Fino al 30 Marzo 2019 su appuntamento al 3470115363
Indirizzo: via Botteghe, 15 Somma Ves. Na
Fino al 30 Marzo 2019 su appuntamento al 3470115363
Indirizzo: via Botteghe, 15 Somma Ves. Na
Face di riferimento: www.facebook.com/vascioroom/
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“DONNE. CORPO E IMMAGINE TRA SIMBOLO E RIVOLUZIONE”
Nella mostra la rappresentazione femminile attraverso la storia
L’evoluzione dell’immagine femminile, protagonista della creatività dalla fine dell’Ottocento alla contemporaneità
A cura di ARIANNA ANGELELLI, FEDERICA PIRANI, GLORIA RAIMONDI, DANIELA VASTA
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
In collaborazione con Cineteca di Bologna; Istituto Luce-Cinecittà
In collaborazione con Cineteca di Bologna; Istituto Luce-Cinecittà
GALLERIA D’ARTE MODERNA DI ROMA - Roma
dal 24 gennaio al 13 Ottobre 2019, da martedì a domenica ore 10.00 - 18.30
Da oggetto da ammirare, in veste di angelo o di tentatrice, a soggetto misterioso che s’interroga sulla propria identità fino alla nuova immagine nata dalla contestazione degli anni sessanta: la mostra "DONNE. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione" è una riflessione sulla figura femminile attraverso la visione di artisti che hanno rappresentato e celebrato le donne nelle diverse correnti artistiche e temperie culturali tra fine Ottocento, lungo tutto il Novecento e fino ai giorni nostri.
La mostra presenta circa 100 opere, tra dipinti, sculture, grafica, fotografia e video, di cui alcune mai esposte prima o non esposte da lungo tempo, provenienti dalle collezioni d’arte contemporanea capitoline, a documentazione di come l’universo femminile sia stato sempre oggetto prediletto dell’attenzione artistica. Per i possessori della MIC Card l’ingresso alla mostra è gratuito.
“Le donne devono essere nude per entrare nei musei?” – si domandava in maniera provocatoria lo slogan di uno dei più famosi collettivi di artiste femministe americane. L’interrogativo rifletteva su una verità incontrovertibile.
Per secoli l’immagine femminile è stata, infatti, protagonista della creatività: il nudo femminile come forma da studiare, modello di bellezza, di erotismo o di ludibrio, mentre la modella diventava, alternativamente, la musa ispiratrice, la fonte di ogni peccato, l’esempio di doti domestiche e di virginale maternità.
Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del XX secolo la rappresentazione della donna è incardinata in un ossimoro che ne mostra l’ambivalenza: da una parte immagine angelica, figura impalpabile ed eterea, puro spirito immateriale, dall’altra minaccia tentatrice, fonte di peccato e perdizione. Da Le Vergini savie e le vergini stolte di Giulio Aristide Sartorio, alle modelle discinte in pose provocanti dei pittori divisionisti (Camillo Innocenti, La Sultana) passando a L’angelo dei crisantemi di Angelo Carosi, la donna vive sospesa tra il suo essere allo stesso tempo ninfa gentile e crudele seduttrice, Musa e Sfinge, analogamente a quanto avveniva nella contemporanea letteratura simbolista e decadente di D’Annunzio e dei poeti d’oltralpe e nelle stupefacenti pellicole cinematografiche che facevano vivere sullo schermo le prime dive dell’epoca moderna.
I profondi cambiamenti sociali, politici che seguirono la fine della Grande Guerra con la messa in crisi dei valori tradizionali, determinarono anche la prima grande rottura di quell’immaginario consolidato.
Di pari passo all’emancipazione sociale delle donne – dai primi movimenti delle suffragette in Europa alla prepotente entrata nel mondo del lavoro a causa delle contingenze storiche - anche la raffigurazione dell’immagine femminile nelle arti visive risentì delle contraddizioni di una società che stava cambiando. Alla trasformazione delle dinamiche sociali si aggiunse l’impatto che su tutta la cultura occidentale del Novecento ebbero le teorie freudiane (L’interpretazione dei sogni è del 1900) che scardinarono per sempre l’immagine armonica della famiglia tradizionale, ora descritta come coacervo di pulsioni e conflitti.
Nella serie dei ritratti esposti al secondo piano della mostra spicca, tra gli altri, il volto di Elisa, la moglie di Giacomo Balla, ritratta mentre si volta per guardare qualcosa o qualcuno dietro di sé. Il valore iconico dell’immagine è racchiuso nello sguardo che muta lo stupore in seduzione e curiosità trasformando il ritratto della giovane donna da oggetto da ammirare a soggetto misterioso. Figure allo specchio si interrogano sulla propria identità, volti enigmatici restano ermetici allo sguardo, realistici nudi espressionisti si alternano a visioni di un’umanità felice in uno spazio senza tempo.
Il forte richiamo alla famiglia italica tradizionale propagandata dal Fascismo, insieme al decremento dell’occupazione femminile, al fine di sottolineare e riaffermare l’esclusivo ruolo della donna come madre, trovò riscontro in molte delle espressioni artistiche coeve. Eppure quel modello, fatto proprio da molta arte degli anni Trenta e Quaranta, viene spesso disatteso pur nella ripresa di un analogo soggetto in cui l’intimità delle mura domestiche diventa un luogo e un universo segnati da indecifrabili solitudini esistenziali (Antonietta Raphaël, Riflesso allo specchio; Luigi Trifoglio, Maternità; Mario Mafai, Donne che si spogliano; Baccio Maria Bacci , Vecchie carte).
Il voto delle donne nel 1946, conquista ottenuta anche grazie alla partecipazione femminile alla guerra di liberazione, rappresentò una svolta radicale nella storia italiana. Fu solo a partire dalla fine degli anni Sessanta, però, che le lotte per il raggiungimento della parità di diritti produssero, nelle donne, un profondo cambiamento nella percezione di sé, delle proprie possibilità e potenzialità nei più vari ambiti compreso quello dell’arte.
Contemporaneamente alla contestazione sociale dei modelli patriarcali, la consapevolezza di una nuova identità femminile fu al centro della ricerca di molte artiste (Tomaso Binga, Bacio indelebile; Giosetta Fioroni, L’altra ego) ed anche il ruolo predestinato di “madre”, passando dalla condizione di scelta obbligata, divenne il fulcro del dibattito sulle libertà della donna e sulla riappropriazione del proprio corpo (Sissi, Nidi).
Il percorso espositivo sarà accompagnato da videoinstallazioni, documenti fotografici e filmici tratti da opere cinematografiche e cinegiornali provenienti dalla Cineteca di Bologna e dall’Archivio dell’Istituto Luce-Cinecittà che ne hanno curato la realizzazione. In una sala della mostra sarà proiettato il film, prodotto dall’Istituto Luce, Bellissima (2004) di Giovanna Gagliardi che attraverso documenti storici dell'Archivio Luce, spezzoni di film, canzoni popolari e interviste racconta per immagini il cammino delle donne nel ventesimo secolo.
L’ultima sezione della mostra, dedicata alle dinamiche e le relazioni tra gli sviluppi dell’arte contemporanea, l’emancipazione femminile e le lotte femministe, presenta materiale documentario proveniente da ARCHIVIA – Archivi Biblioteche Centri Documentazione delle Donne - e testimonianze di performance e film d’artista di alcune protagoniste di quella stagione fondamentale provenienti da collezioni private, importanti Musei e istituzioni pubbliche (Museo di Roma in Trastevere; Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale; Galleria Civica d'Arte Moderna Torino; MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna; MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto - Archivio Tullia Denza).
Fino alla fine di febbraio nelle sale della Galleria sarà presente anche un focus sull’opera di Fausto Pirandello grazie al prestito speciale del Museo del Novecento di Milano del dipinto Il remo e la pala (1933), esposto insieme ad altre opere della GAM Galleria d’Arte moderna dello stesso autore.
Organizzazione Zètema Progetto Cultura
Media partner Il Messaggero
Costo: Biglietto di ingresso alla Galleria d’Arte Moderna: 7,50 € intero e 6,50 € ridotto, per i non residenti; 6,5€ intero e di 5,50 € ridotto, per i residenti; gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente.
Per i possessori della MIC Card l’ingresso alla mostra è gratuito.
Informazioni: 060608 - www.galleriaartemodernaroma.it
Indirizzo: via Francesco Crispi, 24 - Roma
Sito di riferimento: www.galleriaartemoderna.it
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"ANDY WARHOL"
a cura di Matteo Bellenghi
LA VERA ESSENZA DI WARHOL IN MOSTRA AL VITTORIANO
Un’esposizione che con oltre 170 opere traccia la vita straordinaria di uno dei più acclamati artisti della storia
COMPLESSO DEL VITTORIANO ALA BRASINI - Roma
dal 3 ottobre al 5 maggio 2019, vari orari
PROROGATA al 5 MAGGIO
Il 3 ottobre apre i battenti a Roma, negli spazi del Complesso del Vittoriano - Ala Brasini, un’esposizione interamente dedicata al mito di Warhol, realizzata in occasione del novantesimo anniversario della sua nascita.
Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano e con il patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale, la mostra Andy Warhol è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con Eugenio Falcioni & Art Motors srl e curata da Matteo Bellenghi.
Una mostra che parte dalle origini artistiche della Pop Art: nel 1962 il genio di Pittsburgh inizia a usando la serigrafia crea la serie Campbell's Soup, minestre in scatola che Warhol prende dagli scaffali dei supermercati per consegnarli all’Olimpo dell’arte. Seguono le serie su Elvis, su Marilyn, sulla Coca-Cola.
L’esposizione, con le sue oltre 170 opere, vuole riassumere l’incredibile vita di un personaggio che ha cambiato per sempre i connotati non solo del mondo dell’arte ma anche della musica, del cinema e della moda, tracciando un percorso nuovo e originale che ha stravolto in maniera radicale qualunque definizione estetica precedente.
Andy Warhol, Marilyn, 1967. Serigrafia su carta, 91,4x91,4 cm. © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol
Costi: vedi sito
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Sito di riferimento: www.ilvittoriano.com
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"POLLOCK e la Scuola di New York"
a cura di David Breslin e Carrie Springer con Luca Beatrice
COMPLESSO DEL VITTORIANO ALA BRASINI - Roma
dal 10 ottobre al 5 maggio 2019, vari orari
PROROGATA al 5 MAGGIO
L’Ala Brasini del Vittoriano accoglie uno dei nuclei più preziosi della collezione del Whitney Museum di New York: Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem de , Franz Kline e molti altri rappresentati della Scuola di New York irrompono a Roma con tutta l’energia e quel carattere di rottura che fece di loro eterni e indimenticabili “Irascibili”.
Anticonformismo, introspezione psicologica e sperimentazione sono le tre linee guida che accompagnano lo spettatore della mostra POLLOCK e la Scuola di New York.
Attraverso circa 50 capolavori - tra cui il celebre Number 27, la grande tela di Pollock lunga oltre 3m resa iconica dal magistrale equilibrio fra le pennellate di nero e la fusione dei colori più chiari – colori vividi, armonia delle forme, soggetti e rappresentazioni astratte immergono gli osservatori in un contesto artistico magnifico: l’espressionismo astratto.
Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, con il patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale – Assessorato alla crescita culturale, la mostra POLLOCK e la Scuola di New York è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con The Whitney Museum of America Art, New York e curata da David Breslin e Carrie Springer con Luca Beatrice.
Anticonformismo, introspezione psicologica e sperimentazione sono le tre linee guida che accompagnano lo spettatore della mostra POLLOCK e la Scuola di New York.
Attraverso circa 50 capolavori - tra cui il celebre Number 27, la grande tela di Pollock lunga oltre 3m resa iconica dal magistrale equilibrio fra le pennellate di nero e la fusione dei colori più chiari – colori vividi, armonia delle forme, soggetti e rappresentazioni astratte immergono gli osservatori in un contesto artistico magnifico: l’espressionismo astratto.
Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, con il patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale – Assessorato alla crescita culturale, la mostra POLLOCK e la Scuola di New York è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con The Whitney Museum of America Art, New York e curata da David Breslin e Carrie Springer con Luca Beatrice.
Jackson Pollock, Number 27, 1950. Olio, smalto e pittura di alluminio su tela, 124,6x269,4 cm. © Jackson Pollock by SIAE 2018 © Whitney Museum of American Art
Costi: vedi sito
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Sito di riferimento: www.ilvittoriano.com
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"DREAM. L'arte incontra i sogni"
a cura di Danilo Eccher
a cura di Danilo Eccher
CHIOSTRO DEL BRAMANTE - Roma
dal 29 settembre al 5 maggio 2019 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.
dal 29 settembre al 5 maggio 2019 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.
"Dream è la rappresentazione dell'idea di sogno, una dimensione altra che trascende la fisicità della percezione per accedere nei territori dell'emozione, dell'incanto, della poesia". Danilo Eccher
20 grandi protagonisti dell'arte contemporanea raccontano il loro sogno attraverso opere visionarie, accompagnando gli spettatori in un viaggio all'interno della perfetta architettura rinascimentale di Donato Bramante. Una mostra che parla di desideri, aspettative, paure esorcizzate, fantasie, in un percorso da visitare a occhi aperti oppure chiusi, dove a opere site specific si alternano lavori riletti e ripensati all'interno delle sale.
Gli artisti: Jaume Plensa, Anselm Kiefer, Mario Merz, Giovanni Anselmo, Christian Boltanski, Doris Salcedo, Henrik Håkansson, Wolfgang Laib, Claudio Costa, Kate MccGwire, Anish Kapoor, Tsuyoshi Tane, Ryoji Ikeda, Bill Viola, Alexandra Kehayoglou, Peter Kogler, Tatsuo Miyajima, Luigi Ontani, Ettore Spalletti, James Turrell.
Completa il progetto Le voci del sogno: per la prima volta al mondo le parole di uno scrittore, ispirate alle opere degli artisti protagonisti di Dream e interpretate da 14 attori italiani, accompagnano il pubblico in mostra attraverso una audioguida. 14 racconti inediti di Ivan Cotroneo diventano evocazione in un percorso straordinario, libero da confini didattici, capace di amplificare, di creare un altro sogno.
Gli attori: Valeria Solarino, Alessandro Preziosi, Cristiana Capotondi, Alessandro Roja, Valentina Cervi, Angela Baraldi, Brando Pacitto, Carolina Crescentini, Giulia Bevilacqua, Giuseppe Maggio, Isabella Ferrari, Marco Bocci, Matilda De Angelis, Matteo Giuggioli.
"Siamo orgogliosi de Le voci del sogno, un progetto inedito, orgogliosi della collaborazione con un autore di talento come Ivan Cotroneo, con un gruppo di attori tanto straordinari quanto generosi. Chiostro del Bramante conferma, con questo progetto sperimentale, l'attenzione nei confronti dei suoi tanti pubblici perché l'arte sia condivisa".
Natalia de Marco, DART - Chiostro del Bramante
Catalogo Skira con testi del curatore Danilo Eccher, Ivan Cotroneo e Federico Vercellone
Costo: visita il sito.
Informazioni: hastag ufficiale #enjoychiostro - +39 06 68809035 (Lunedì – Venerdì 10.00 / 17.00) numero attivo dal 4 settembre sino a fine mostra. - La Caffetteria Bistrot, il Bookshop e il Chiostro hanno ingresso libero indipendentemente dalle mostre
Indirizzo: Via Arco della Pace 5 - Roma
Sito di riferimento: www.chiostrodelbramante.it
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MUSICA
CONCERTI DELLA DOMENICA
"SANTA CECILIA a VIA GIULIA"
a cura di Giuseppe Garrera e Roberto Giuliani
TUTTE LE DOMENICHE -
INGRESSO GRATUITO
OFF OFF THEATRE - Roma
da domenica 3 marzo a domenica 26 maggio 2019 – ore 12.00
Dopo
il successo della scorsa stagione e a grande richiesta, tornano i CONCERTI DELLA DOMENICA del Conservatorio di Santa Cecilia all’Off/Off Theatre a cura di Giuseppe Garrera e Roberto Giuliani.
Sono undici i nuovi appuntamenti in programma, occasioni speciali per conoscere quella
straordinaria realtà di talenti che a Roma è il Conservatorio di Santa Cecilia e di ascoltare le migliori promesse,
o già certezze, della ricerca musicale e interpretativa dei nostri giorni. Giovani concertisti, nel momento più
alto e poetico del loro apprendistato, a cui raramente è data oggi la
possibilità di esibirsi in pubblico, avranno, anche durante quest’anno, a
disposizione il palco dell’Off/Off Theatre di Via Giulia.
“Il
grande successo della scorsa stagione ci ha spinto a rinnovare questo ciclo di
appuntamenti” racconta il direttore artistico del teatro di Via Giulia, Silvano
Spada - Insieme ai curatori Garrera e Giuliani desideriamo continuare a
celebrare e a manifestare il momento, la stagione irripetibile per furori e
fantasia, dell’educazione e dello studio”. I concerti si svolgeranno a cadenza
settimanale e con ingresso libero, ogni domenica alle ore 12,00, dal 3 marzo al
26 maggio 2019. Una grande occasione per conoscere la scena musicale che sarà.
IL PROGRAMMA dal 31 Marzo al 26 Maggio:
31 marzo - Quintetto
clarinetto e archi, musiche di W.A.Mozart, G.Rossini
7 aprile - Ensemble
“Omeda” Stabat Mater di G.B.Pergolesi
14 aprile - Ensemble di
violoncelli Dir.M°M.Massarelli, musiche di K.Cobain, D.Grohl, J.Herfield,
B.Kelly, K.Novoselic, A.Part
28 aprile - Proiezione di
cortometraggi musicati da studenti dei corsi di Musica Applicata delle classi
dei M° A.Di Pofi e M.Gabrieli
5 aprile - Jang Hyun Jae
flauto e Giulia Bigioni arpa, musiche di G.Rossini, G.Donizetti, S.Mercadante,
N.Rota, J.Francaix
12 maggio - Carlotta
Libonati viola, musiche di J.S.Bach, P.Hindemith, J.S.Bach-Z.Kodaly
19 maggio - Ensemble
strumenti a fiato Dir.M°S.Mastrangelo musiche di R.Strauss
26 maggio - Ensemble di
saxofoni HOT TO SAX, musiche di G.Bizet, R.Kernen, E.Morricone, L.Bernstein
Costo: Ingresso GRATUITO
Indirizzo: Via
Giulia 19/21 – Roma
Informazioni:
06 89239515 - info@off-offtheatre.com
Siti di riferimento: www.off-offtheatre.com
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CHARITY CAFÉ
LA
PROGRAMMAZIONE dal 26 al 31 Marzo 2019
26 marzo
ore 21.00
"ANDY'S CORNER"
Classic
Rock, Blues, Soul, Folk...
Andrea Angelini, in arte Andy’s Corner,
presenta il suo progetto solista acustico. Propone una sintesi di vari generi e
influenze musicali: un viaggio affascinante nella migliore musica
anglo-americana in particolare dei ‘60s e’70s, ma non solo...
Andrea Angelini, Voce,
Chitarra & Armonica
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mercoledì 27 marzo ore 22.00
"BLUES JAM & FRIENDS"
COORDINATA DA TAXI BLUES
Angelo Auciello, Voce
Emiliano Guidi, Piano
Organo
Luca Amici, Basso
Mario Damico,
Batteria
Tutti i
BluesMan e le BluesWoman sono invitati a salire sul palco del Charity
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giovedì
28 marzo ore 22.00
"LAURENT DIGBEU JAZZ AFRO PROJECT"
Jazz Voice
nspirata da una matrice tradizionale della
Costa d'Avorio dove la costruzione della melodia si basa su progressioni
modali., la musica di Laurent Digbeu si sviluppa gradualmente lungo percorsi
inaspettati attraverso armonie jazz.Cosi, a partire dalla matrice, la
complicità tra musicisti crea un clima di festa che porta ad improvvisazioni
originali e sonorità ricche.
Line-up
Laurent Digbeu,
Chitarra & Voce
Filippo Bucci, Sax
& Flauto Traverso
Marco Ioannilli, Piano
Hammond
Giampiero Silvestri,
Batteria
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venerdì
29 marzo ore 22.00
"DANILO BLAIOTTA TRIO"
Jazz Night
Il Danilo Blaiotta Trio è un gruppo nato nel
2017 e capitanato dal pianista Danilo Blaiotta. Musicista eclettico cresciuto
fin da giovane come concertista nel panorama della musica classica, approda al
jazz traendo ispirazione prima di tutto dal trio di Keith Jarrett e dalla
musica del primo novecento francese, approfondita negli anni di studio con Aldo
Ciccolini. Nel suo suonare jazz questa passione ricorre spesso, in particolar
modo proprio in alcuni suoi brani scritti per il trio. Prima di formare un trio
a suo nome, Blaiotta sperimenta sia in concerto che in studio diverse formazioni:
dai primi anni con il quintetto Balkanica (Succi, Leveratto, Alessandrini, La
Fauci) ove si misura con la tradizione delle sue origini arbereshe e in
generale con la musica dei balcani, all’omaggio a Elis Regina nel quartetto
Agora Tà, ai duo con Achille Succi e Claudio Fasoli (quest’ultimo considerato
da Danilo uno dei punti di riferimento del suo estro compositivo). Approdato
nella scena romana da pochi anni, decide di formare il suo trio con musicisti
che hanno nella formazione classica un grande bagaglio culturale alle spalle.
Jacopo Ferrazza al contrabbasso, con cui condivide gli studi di pianoforte
classico e l’amore per un certo tipo di spazialità musicale legata alla
composizione multistile, Valerio Vantaggio alla batteria, anch’egli rapito
dalla musica pianistica del repertorio classico e in particolar modo quello
bachiano. I brani che il trio propone, tutti composti da Blaiotta, sono quindi
ascrivibili al jazz ma partono da un principio compositivo che abbraccia in
genere la musica del novecento.
Line-up
Danilo Blaiotta, Piano
Jacopo Ferrazza,
Contrabbasso
Valerio Vantaggio,
Batteria
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sabato
30 marzo ore 22.00
"LUCA TOZZI AND THE BLUE VISION"
Blues Nght
Blue visions nasce a NY con l'idea di essere
una famiglia musicale dove far girare diversi musicisti. Un viaggio iniziato 15
anni fa rivisitando classici del blues e non. Per questa occasione Luca Tozzi
sara' affiancato da Mimmo Antonini e Luca Pisanu.
Line-up
Luca Tozzi, Voce & Chitarra
Luca Pisanu, Basso
Mimmo Antonini,
Batteria
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domenica
31 marzo ore 18.30
"APERITIVO LIVE >>> BLUES"
LORENZO PAVIA & STEFANO PALMA
Lorenzo Pavia presenta insieme al prode
Stefano Palma il nuovo disco "WaY OuT" in uscita in primavera. Un duo
che si ispira alla traduzione country blues rivisitandola con la propria chiave
di lettura.
Line-up
Lorenzo Pavia, Voce
& Chitarra
Stefano Palma,
Chitarra
Costo: Ingresso 8 euro con prima consumazione - Ogni
Domenica concerto e aperitivo con open buffet ore
18:30
Indirizzo: via Panisperna 68, Roma
Sito di riferimento: www.charitycafe.it
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